L'università libera - n. 4 - aprile 1925

.. L' U N t V E R S I T À I, I Il E R A per gli' istinti e J.e attitudini d~eguaglianza che reggevano il popolo. L'aristocrazia aveva preso un'iniziativa solamente poco prima dell'insurrezione; e fu precisamente dimostrando che la re, pubblica era inevitabHe a Milano, e per naturale yonseguenza a Torino, che era riuscita ad attirare dalla sua Carlo Alberto. » (1 ). La critica, che della condotta della guerra del 1848 fa il Mazzini non è certo cosa nuova, ·oggi, benchè lo fosse quando il suo scritto fu pubblicato in Inghilterra. Dal punto di vista esclusivarnent,e militare oggi interessa poco sapere come l'esercito piemontese, superiore di numero a quello austriaco, non abbia profittato delle sue migliori condizioni ed abbia aspettato, per farsi battere, che il nemico si raccoglioesse, rafforzasse, ricevesse aiuti, ecc. Quello che più importa di quanto Mazzini racconta è che, anche dopo, si preferi, si volle non vincere solo per.chè per vincere avrebbe bisognato mettere in linea le forze popolari, i volontari; si abbandonarono le regioni e città insorte che, come il Tirolo e Venezia, avevano tendenze ·repubblicane; si respinsero o si tennero a bada migliaia di volontari dalla Svizzera, dalla° Corsica, da Parigi e dalla Polonia, nonchè si rifiutarono distinti ufficiali italiani, che s'eran battuti eroi~amente in ,Spag"na. Le offert,e disinteressate di Mazzini di mettere in campo altri volontari furono respinte - « rifiuto fondato in realtà sul pericolo di v•ede•rei repubblicani in possesso di armi >> (?). Si voleva bensì, in cambio del suo sangue necessario a realizzare il progetto ridotto d'un regno dell'Italia del nord, fare al popolo l'•elemosina di un po' ' di libertà; ma si aveva paura che la libertà il popolo se la conquistasse da sè ed a sè avocasse l'iniziativa ed il merito di sconfiggere e scacciare gli· Austriaci dall'Italia. Al contrario della leggenda maligna che si tentò acclimatare nelle storie -ufficiali del partito moderato negli anni successivi, (che allora non attaccò perchè troppo recenti i fatti e troppo fresche le memorie, ma che da qualche tempo si cerca di riabilitare) fu vero per tutta Italia ciò che cantò il Carducci con fieri accenti per la ,resistenza popolana dell'8 agosto 1848 a Bologna: · ..... .' .. un umile dolor prostrò per l'alte case il gramo . · cuor de' magnati. Ma (a plebe vile gridò: Moriamo. Dopo Custoza e specialmente dopo la « fatal Novara » il gramo cuor de' magnati si piegò alla sconfitta; non così il popolo, che un po' dovunque continuò a resistere, concentrando alla fine i suoi sforzi e le sue speranze su Venezia e su Roma repubblicane, dove se non potè vincere dimostrò valorosamente di saper combatterie e di saper morire. · Leggendo questo scritto di Mazzini sui « _Partiti e afTari d'lta- (1) Scrilli di e: M. - Voi. XXXIX, Politica - pag. 30. (2) Idem, idem, pag. 65.

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