126 L' UN I V E R S ÌT À L ID ERA di occhi disseccali, di capelli, peli, escrementi, orine, sputi, ossi grandi e piccoli. Di generazione in generazione, la cc Tintura di Mummia» figura ancora nella lista francese dei rimedi classici, ufficialmente utilizzabili. Quindi, la farmacia che si rispetta do- ,,rebbe tenere, accanto ai prodotti della chimica più sublimata, il suo flaconcino di succo di cadavere, il quale flacone si potrebbe quasi scambiare con i tubetti Bro\:vn-Séquardiani, nuovi fiammanti. Dei numerosi selvaggi che praticano la cremazione, la maggior parte raccoglie il grasso che gocciola dai cadaveri messi a bruciare e lo mette accuratamente da parte per mille e mille usi domestici. Questo grasso ·è una panacea. Strofinandosi con esso, si ottiene energia e intelligenza, s_i avrà successo in cac- ·cia, in guerra e nelle imprese amorose. Vi•ei1 supposto identico al siero, allo sperma,, al cervello, al midollo delle ossa. Il succo che scorre fuori dalle carni in putrefazione, mosto di un'inf.etta vendemmia, è in massima parte grasso: a questo titolo, vien considerato come un serbatoio di salute, un'accumulazione d'intelligenza. A dirne le molteplici esplicazioni, temeremmo di offendere i nervi. Due o tre esempi basteranno per provare l'asserzione che questo disgustante liquido, conçentrato di terribili veleni, era ritenuto il più potente rimedio, e perfino l'elisir per eccellenza. . · Gl'isolani della Nuova Bretagna avvelenano le loro frecoe bagnandole nella sanie cadaverica. Per una settimana i Galibis tengono coricato il cadavere in un'amaca, sotto la quale. un vaso riceve lo scolo delle carni decomposte. L'aspirante stregone ne prende poche gocce, che, per farle passare attraverso la gola, mescola con certe foglie macerate in tabacco e china. Ed ecco come procedono i monarchi dei Marìdingos e .dei Yorubas per .infondersi la scienza senza lunghi studi. Quando il Gran Cabocero ,era passato dalla vita alla beata eternità, il Capo Stregone gii tagliava la testa e la sospendeva sopra della calce in polvere. Il cervello si liquefaceva, mandava giù un succo sanguinolento, impregnava la calce che il sacerdote raccoglieva in un pannolino, con cui avvolgeva le tempia del nuovo monarca, e gridava: cc Cingi il diadema dei re, e che il tuo augusto capo assorba la prudenza e i'astuzia del tuo illustre predecessore! » Che ve ne pare? Ciò valeva bene l'olio della santa Ampolla che, ancora nel secolo scorso, l'arcivescovo versò sul capo di quel povero Carlo X! Ed ecco un an•eddoto edificante, tratto dalle storie sacre dei Padri del Deserto, gli eroi e i paladini del cristianesimo nascente. Nella Tebaide del venerabile Padr,c Scnudi faceva penosa e lacrimosa penitenza un assassino dichiarato. Passato l'anno, il detto assassino narrò al sant'uomo: _C<_ Vi' dirò che stamane ho
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==