L'università libera - n. 4 - aprile 1925

L' u N I v E n s I T X L I n E n A 125 Non appena questo ragionamenfo entrò nelia festa del selvaggio, questo gran fanciullo ne trasse la conclusione che divorando le carni, si poteva appropriare della vita che quelle contengono. Onde le pratiche del cannibalismo, sulle quali non ci fermiamo, ritenendole abbastanza note. Gli etnologi hanno riconosciuto, che prima di degenerare in ignobile golosità, l'antropofagia fu un omaggio reso ai genitori, ai fratelli o agli amici che si volevano far l'ivivere nella propria persona, una galanteria al temuto rivale, di cui s'era felice di assorbire la forza e il valore. A :mangiare un nemica ucciso di recente in pieno vigore d'età e di salute, non c'era che piacere e ·soddisfazione; - ma a mangiare un vecchio raggrinzito, morto per· l'età o dì malattia, ci voleva abnegazione. Peggio_ ancora, la carne verminosa e puzzolente, la carogna frolla e già in decomposizione, richiede uno stomaco tut- · 1.o speciale e l'appetito deJJ.e iene e degli avvoltoi; la maggior· parte dei carnivori detestano questo nutrimento. Sorgevano conflitti tra la pietà e le ripugnanze fisiche ... Ci si cavò d'impiccio con spez:•e e condimenti, riducendo le razioni sino a renderle impercettibili, sosti Lu endo cat·ni insussistenti alla carne solida, insomma, limitandosi alle smorfie. E le convenzioni susseguendo alle convenzioni, di progresso in progPesso, la teofagia 50stituì l'antropofagia. - La teofagia? - Precisamente. La religione cristiana sì conèentrò nell'Eucaristia; simbolo spaventoso, col quale il fedele mangia la carn•e e beve il sangue di un Dio immolato appositamente; Molte volte, raccontano gli annali cristiani, molte volte si vide l'ostia ergersi al di sopra del santo ciborio e mostrarsi nelle sembianze di un fanciullo dai capelli biondi, dagli occhi azzurri, dalla carne bianca solcata di sangue. La liturgia inglese del Common Prayer dice: « Affinchè il corpo di Nostro Signore Gesù Cristo, - il corpo, notate bene - il corpo che è stato immolato per te, preservi il nostro corpo ,e ìa nostra anima, e ci dia la vita eterna! » Consumando tuttb quanto il corpo, ci si incorporava la sua virlù totale. Ma ben p,resto furono fatte delle distinzioni: uno mangiava un pezzo e il compagno un altro. S'immaginò che gli occhi, il .cervello, il cuore, i polmoni, il fegato, il fiele, i reni, avessero ognuno d•elle virtù specifiche; si suppose che il sangue, il grasso, la testa, le membra, le mani, le cosce, i piedi, avessero ognuno una particolare azione, di cui i Sapienti, gli Accorti e altri stregoni del tempo antico chiacchi•e.rarono a loro piacere· per · varie generazioni; e conclusero con la formula: « Gli organi degli animali morti agiscono sugli organi corrispondenti degli animali vivi. E fra tutti gli organi, quelli dell' uomo esercitano l'azione più potente. >i L'insi,eme di questi farmaci della morte costitui la farmacopea primitiva, fantastica anticaglia d'unghie, di carni, di .pelli e

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