L'università libera - n. 4 - aprile 1925

120 1/ U N I V E R S I 'f À , L I B E R A fu quello di « Vecchio Assassino n. La grande fortuna di Apollo, nel tempo in cui i PJ·oto-Elleni erano ancora selvaggi, dip·ese dal fatto che era ritenuto il Dispensatore della .Peste, il Distruttore per eccellenza. Indra, Zeus. e Yahvé furon tutti branditori di fulmini. Ognuno di ·questi Terribili, di questi Formidabili dei, era chiamato il Signore della Vita. Il lusinghiero appellativo celava un'antifrasi, che nòn ingannava nessuno; si sapeva che designava il Signore della :Morte. * * * Appena arrivata la m_orte, comincia la decomposizione. Le carni si gonfiano, poi s'affiosciano, si disseccano e s'. incartapecoriscono; l'ossatura sporge; risalta sempre più; dopo un breve tempo non ci sono che le ossa, le quali si sbiancano a una prolungata •esposizione. Solida e resistente, in contrasto con le parti _molli, quest'armatura rappresenta il minerale nel microcosmo umano. L'arte primitiva simboleggia la Morte con uno scheletro o con im cranio dalle orbite vuote, un ghigno tra le mascelle. In virtù della sua durata, l'osso ottenne il primo posto tra le reliquie. E tra le sue formazioni, meglio di tutte le altre resi- _stono al tempo i denti, questi sassolini che selciano la bocca, per il loro numero, per la loro piccolezza, e specialmente per la loro durezza, in virtù della quale hanno attraversato le fiamme di molti roghi. Esempio, il famoso Dente di ·Buddha o ciò che così vien chiamato, la reliquia più illustre del mondo per il numero degli adoratori. Gli Australiani vi diranno che ogni malattia provie1 e da una scheggia d'osso. Un cattivo stregone l'ha presa da un cadave!'e, l'ha gettata per aria. La scheggia è cosi sottile che non la si vede, ma il buon stregone si sforzerà d'estrarla, aspfrando fortemente sulla parte malata che fa suppurare, applicandovi impiastri di c-eneri prese da un rogo funerario. Presso gl'Indù, lo stregone assassino pronuncia i suoi scongiuri di· sventura su delle ossa che ·sotterra - di notte, badate, e non di giorno - davanti alla porta della persona. detestata. Vorrà, questo temibile scellerato, mettere in fuga un intero es·ercito.? Sempre nel silenzio notturno, dissotterrerà alt-re ossa, e le metterà ai quattro angoli del campo ripetendo il canto della Sconfitta. Gli Hawaiani. erano vincitori sul campo di battaglia? Allora raccoglievano le ossa dei più grandi e più forti nemici e ne facevano dei trofei, che conservavano come talismani.· Si poteva sentire un moribondo che scongiurava gli amici: « Nascond·ete le mie tibie, ve ne prego. Mi dispiacerebbe c!1e fossero trasformate in armi o in giave11otti. Voglio che riposino!». Nel Poitou, il coscritto andava a cercare al cimitero l'osso che gli avrebbe fatto estrarre un numero favorevole. Portandolo poi indosso, si garantiva contro la quartana, poteva sopportare,

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