L'università libera - n. 4 - aprile 1925

ELIA REOLUS LE CRE·DENZE POPOLARI LEZIONI SULLA STORIA DELLE RELIGIONI . IV. IL CADAVERE E JL SUO USO. SOMMARIO. È più potente al mondo la Vita o la !\forte? I primi stregoni decisero che la morte è più potente deJla vita. I primi dei furono gli dei deJla !\forte. Con l'osso, la parte più resistente del corpo, si fanno le reliquie. Esempi cl'ossi magici. Il cranio come coppa e marmitta. Raschiature di- crani. Le teste profetiche. I cadaveri di sovrani sono potenti feticci. - Le dita della mano. - La polvere dl:Jle tombe e i detriti di cimitero. Magnetismo degli oggetti che hanno toccato un morto. Il becchino e il boia. Le carni vengon ritenute sede delle passioni e della vita animale. - Il cannibalismo per pietà. La teofagia. - Il corpo mangiato per intero o in parte. Ogni organo ha la sua speciale virtù. La farmacopea primitiva. La salsa cadaverica, il -:erveJlo, il grasso, il sangue. - La magia e la Religione restano inseparabili in virtù deJla comune origine. Quei fanciulli che sono i Selva,ggi e i Primitivi amano far delle domande come queste: « È più potente al mondo l'acqua o il fuoco? il vento o il fulmine? il martello o il coltello? la bestia o l'uomo? il nostro capo o l'amante del capo?». Tra gli antichi stregoni, alcuni più sapienti - gli antenati degli scienziati - furono di questo parere: Quel che c'è di più potente al mondo è la vita. Rammentiamo di sfuggita che questa parola deriva da una radice che, tra i Greco Latini, nostri ant•enati intellettuali, aveva il significato fondamentale di virilità e di virtù, così is, vis, vita,· vir, virtus. - La vita, dicevano i primi pensatori, è fa manifestazione di una Forza comune a tutti, animali e piante, posseduta anche dal ferro ,e dalla pietra, dal vento, dall'acqua e dal fuoco. A<loriamo la vita_, adoriamo Ja fonte delle esist·enze ! - Non ci siete, obiettarono i maligni, antenati dei dottori in divinità. Quel che c'è di pit'1 potente è la Morte che abbatte la Vita. Adoriamo la morte, signora di tutte le cos·e ! - È ben ragionato! - decretò il suffragio universale. - La Morte ha il sopravvento sulla Vita. E la morte fu considerata come una vita al di fuori della vita. Fu questo il grande equivoco, il paralogismo-iniz:ale, il principio degli errori in cui il mondo s'impantanò per migliaia d'anni, e s'impantana sempre. Si attribuì alla Morte una personalità eccezionale, una esisten·z.a, a parte. E tutti gli altri Dei furono schierati al suo seguito, funzionarono come suoi luogotenenti e procuratori. Uccidere divenne l'attributo della ·sovranità. L'uomo che aveva ucciso il maggior numero d'uomini era il più invidiato e il più ammirato, il più glorioso epiteto che si polè allora dare a un dio,

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