L'università libera - n. 4 - aprile 1925

118 L' U N I V E R S I T À I, I B E R A vuol suonare condanna a tutto il pensiero cli Ford preso ii;_ • blocco. Abbiamo eletto più sopra che le idee politiche e sociali di quest'uomo che è l'anima ed il cervello d'un'industria che dà lavoro ad oltre cinquanta mila operai e che fornisce automobili e trattrici al mondo intero, data la fonte da cui prqvengono, pos· sono essere considerate audaci e cPediamo cli aver detto giusto. Infatti, non tutti i capitalisti nostrani - gretti e conservatori -~ si sentono di far eco al credo di Ford. Sappiamo purtroppo· con quali criteri vengono dirette le grandi sodetà anonime italiane: un occesso d'amministrazione e, sopratutto, la preoccupazione di dare agli azionisti un dividendo sempre più elevato. Il commen~ dator Agnelli, anima della Fiat, potrà forse avere idee meno grette di molti altri, ma le idee di Agnelli - almeno da quanto appare - sono molto lontane da quelle di Ford. Anche se Agnelli ha creduto bene creare, nella Fiat, un ufficio stampa, chiamando un socialista a dirigerlo. Ford ha cPeato un ufficio sociale con cinquanta ispettori, ed ha creato persir:.o delle scuole per ·i suoi giovani operai e per i figli dei suoi operai. Nel libro che qui discutiamo affiorano qua e là delle massime e delle sentenze d'indubbio valore che rivela·no una mentalità audace. Ne riportiamo qualcuna: Si deve produrre per •i[ consllmo c non per la speculazione. Il fine del denaro non e la vita comoda, bensi la comodità di compiere ulteriori cose utili. Nessun capo deve abusare della propria autorità. Ciò che noi non tolleriamo e l'ingiustizia di qualsiasi specie. Nel momento che_ un uomo abusa della sua autorità, egli la perde, e deve andarsene o tornare alla macchina. Gran parte del malcontento che corrode il lavoro proviene dall'ingiusto esercizio dell'autorità da parte dei capi ». Potremmo citare dell'altro, ma facciamo ppnto fermo per non dilungarci eccessivamente. Henry Ford è un capitalista moderno ... Un uomo che vede oltre i confini del prop1·io inondo, oltre gli sportelli della propria cass_a, oltre l'epoca contemporanea •e che spinge Io sguardo nell'avvenire. Egli previene la lotta sociale e la placa cogli alti salari· e colla sicurezza del salario. E dice: « Il salario buono rende il lavoro piacevole ». E aggiunge: « Gli operai non vogliono responsabilità, vogliono soltanto più denaro». Egli dà più denaro ai suoi operai, ma nel contempo Ii obbliga a produrre sempre più intensamente. La meccanica deve dare il pane ed il benessere per tutti. Egli attenua la lotta di classe, combatte la miseria, mette acqua nei rancori sociali. Non è un 'filàntropo, ma nei suoi opifici, mutilati, malati •e vecchi trovano lavoro adeguato alle loro forze. Egli detta un nuovo credo: il liberismo, e cioè una forma di governo e di vita in cui i contrasti sociali siano attenuati ed in cui la giustizia sia più sacra di quello che oggi è. Un borghese infine che vuol uccidere il socialismo mettendo i guanti di velluto. CARLOMoLASCHI. HENRY FORD: La mia vita e la miu opern. - Bologna, Casa Ed. Apollo.

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