L'università libera - n. 4 - aprile 1925

1,' N I V E 11 S I T À I. I Il E 11 .\ 117 Ford protesta e sostiene che il suo sist-ema 11011 porta all'ahbru limento del lavoratore. « Gli operai guadagnano poco - dice il Ford - perchè debbono spendere più energie per muoversi di q1w e di là per pre11dere materiali o strumenti che non ne im11'icghinonel lavoro efl'ettivo: il podismo non è fra gli esercizi r;lw si pagano molto ». La standarizzazione dell'indusiria, invece, consente di poter corrispondere un maggior salario all'operaio, per 0 chè, come conseguenza della massima suddivisione del lavoro, la produz.ionc viene fortemente aumentata. L'operaio dà all'azienda le proprie ore di lavoro, trascors,e le quali è libero di dedicarsi a quelle forme di sv~go che nieglio si confanno alla sua indole. E siccome in casa non bussa la miseria (infatti Ford dà un'altissima importanza alla queslione de-1salario e applica il principio degli alti salari) così il lavorator-e ha mezzi di applicare la propria intelligenza in cento altri campi e ciò a totale vantaggio del proprio sviluppo fisico ed intellettuale. La .difesa di Ford però non ci convince perchè noi crediamo che la « gioia del lavoro » si può aver~ solo nel lavoro integrale e cioè in quella forma di lavoro che consente al lavoratore di adoperare non soltanto i muscoli, ma anche l'intelligenza. Il lavoratore deve esser-e il creatore della sua opera. E siamo anche convinti che l'uomo, per vivere sano e felice, non debba mettere una barri•era fra sè e la natura. II progresso meccanico f! indubbiamente una buona cosa, ma una cosa migl'ore è l'uomo sano di 1 ervi e di mente che sa e che può godere in piena consapevolezza tutto il bello che la natura o{Tre. Ford, a sostegno della sua tesi, porta anche ·la testimonianza del grande naturalista .John Burroqghs il c1uale '-----avversario deciso e reciso dell'industrialismo - appena messo a conlatto col mondo dell'induslria standarizzata, si convinse che l'industr'ialismo è un bene. Notiamo però che l'illnslre scienzialo non s'è. provato a compiere, per otto ore giornaliere, la monotona fatica dell'operaio « standarizzato ». Ha preferito sedersi nell'automobile offcrlagli dal grande industriale . e girare per le campagne del .Nord America alla ricerca di rarità naturali. Indubbiamente è preferibile viaggiare in ·automobile piuttosto che a piedi! Leggendo le pagine del libro nelle quali Ford descrive come si svolge if lavoro nei suoi grandi opifici, ci sembra di essere trasportati in un mohdo d'automi, form:colante di ombre. Macchine e poi macchine e poi ancora macchine, un groviglio di cinghie in moto perpetuo, un incrocio di rumori che si ripetono sempre eguali ed all'infinito ·... La vita regolata al cronometro nella quale l'uomo, macchina fra !e macchine, non è che uno strumento inerte. E pensare che Ford avversa il bolscevismo perchè dioe che, in Russia, il 1:woro non è libero e crea la monotonia cgualilaria ! Questa nostra crilica alla standarizzazione dell'industria non

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