114 ,.' u N I V E n s I 1' À L I ll E n A venne saggio, non mise affatto- una tale infamia tra le leggi della sua repubblica; è- come se si accusasse Teodo,ro di Bezo d'aver predicato la pederastia nella sua chiesa perchè, in gioventù, fece dei versi per il giovane Candido, e perchè dice: Amplector hunc et illam. Si abusa del testo di Plutarco, il quale, nelle sue chiacchiere, al Dialogo dell'amore, fa dire ad un interlocutore che le donne non sono degne del vero amore; ma un altro interlocutore sost.icne invece come si deve il partito delle donne. È certo, per quanto può esserlo la scienza dell'antichità, çhe l'amore socratico non era punto un amore infame: è questo .nome di amore che ha ingannato. Ciò che si chiamava gli amanti di un giovanotto erano pPecisamente ciò che sono fra noi i paggi dei nostri principi, ciò che erano i fanciulli d'onore,. dei giovinetti addetti all'educazione di un giovane titolato, condividendo gli stessi studi, gli stessi lavori militari: istituzione guerresca •e santa di cui si abusò come delle. feste notturne e delle orgie. La compagnia degli amanti istituita da Laio era una schiera invincibile dr giovani guerrieri ingaggiati con giuramento a dare la loro vita gli uni per gli altri; ed è ciò che di più bello ha mai avuto la disciplina antica. Sesto Empirico •ed altri hanno un bel dire che la pederastia era raccomandata dalle leggi ·della Persia. Ch'essi citino il testo delle leggi; che mostrino il 'Codice dei Persiani, e, se essi lo mostrano, io non lo cr•ederò .ancora, dirò che la cosa non è vera, per la :ragione che essa è impossibile. No, non è nella natura umana il fare una legge che contraddice e che oltraggia la natura, una legge eh~ annientePebbe il genere umano se fosse osservata alla lettera. Quanta gente ha preso per leggi del paese degli usi vergognosi tollerati in un paese! Sesto Empirico, il quale dubitava di tutto, doveva dubitare pure di quella giurisprudenza. Se vivesse ai nostri giorni, e vedesse due o tre giovani gesuiti abusa:r,e di qualche scolaro, avrebbe egli il diritto di dire che quel sollazzo è loro permesso dalla costituzione. d'Ignazio di Lojola? L'amore dei giovanotti era tanto comune a Roma che non ci si pPeocc_upava di punire una tale inezia nella quale tutti incappavano spensieratamente. Ottav10 Augusto, questo omicida sregolato e poltrone, il quale osò esiliare Ovidio, trovò bellissimo che Virgilio cantasse Alessio e che Orazio facess,e delle piccole odi per Ligurino; ma l'antica legge Scantinia che proibisce la pederastia, sussisté s-empre: l'imperatore Filippo la rimise in vigore, e cacciò da Roma i giovinetti che si prostituivano per mestiere. Infine io non credo che vi sia mai stata nessuna nazione civile che abbia fatto delle leggi contro i costumi. VoLTAIRE.
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