L'università libera - n. 4 - aprile 1925

L' l' N I V Il R S I T À L I B E R A 113 sibili? Eh che! se Cesare, Antonio, Ottavio, non hanno avuto questa malattia, non è forse possibile ch'essa .abbia fatto morire Francesco I? No, si dice, le cos,e erano ordinate così per il meglio: voglio crederlo, ma ciò è duro. Amore detto Socratico. Come s'è potuto fare che un vizio distru ltore del genere umano, se fosse stato generale, che un infame attentato contro la natura, sia peJ·tanto così naturale? Appare essere l'ultimo grado della corruzione meditata, e nonpertanto è ·il retaggio ordinario di coloro che non hanno avuto ancora il tempo di essere corrotti. È •entrato in cuori, completamente nuovi, che non hanno conosciuto ancora nè l'ambizione, nè la frode, nè la sete I. di ricchezze; è la cieca giovinezza che, per un istinto male spiegato, all'uscire dall'infanzia si precipita in questo disordine. L'inclinazione dei due sessi l'uno per l'altro si manifesta di buon'ora; ma, quel che si sia detto delle AITricane e delle donne dell'Asia meridionale, questa inclinazione è generalmente pili forte nell'uomo 'che nella domia; ·è una legge che ·la natura ha stabilito per gli animali. È sempre il maschio che attacca la femmina. · I giovani mas~hi della nostra specie, allevati insieme, sent•endo quella forza che la natura comincia a manifestare in loro, e non trovando l'oggetto naturale del loro istinto, si gettano su ciò che gli somiglia. Spesso un giovinetto, per la freschezza della sua pe-Jle, per la vivacità dei suoi colori e la dolcezza dei suoi occhi, somiglia durante due o tre anni ad una bella ragazza; s,e lo si ama, è perchè la natura si sbaglia: si rende omaggio al sesso, attaccandosi a ciò che ne ha le bellezze, e, quando l'età ha fatto svanire quella rassomiglianza, l'inganno cessa. Citraque juvenlam Aetalis breve ver et primos carpere f lores. (OVIDIO, Metamorfosi). Si ·sa bene che questo abbaglio della natura è molto prn ,comune nei climi dolci che n•ei ghiacci del settentrione, perchè il sangue vi è più acceso, e l'occasione più frequente: così, ciò che non appare che come una debolezza nel giovane Alcibiade è una disgustante abbominazione in un marinaio olandese e in un vivandiere moscovita. ' Io 110·11 posso tollerare la pretesa che i Greci abbiano autorizzato_ questa licenza. Si cita il legislatore Solone perciò Gh'egli ha detto in due brutti versi: Tu preferirai un bel giovinotto - fintanto che non avrà barba sul mento. Ma si può credere in buona fede che Solone fosse legislatore quando scrisse questi due ridicoli versi? Egli era giovane allora 1 e, quando lo sregolato di-

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