r,' ~ N I V E n s I T À L I n E n A 109 torrente melmoso facesse il suo corso per esaurirsi in se stesso. Ma quando in Francia, che almeno di nome era ancora una repubblica, alla Camera dei deputati, nelle sedute del 6 e 7 agosto 1849, i due ininistri Tocqueville e Falloux, per giustificare il govet·no dell'assassinio della Repubblica di Roma e delle infamie che gli occupatori francesi continuavan!) a commettervi, osarono far propri,e quelle calunnie e quelle diffamazioni, assumendone la responsabilità ufficiale e ripetendole, dando loro quasi il carattere di accuse di una nazione intera contro una sorella sacrificata e calpestata, allora la nobile voce di Giuseppe Mazzini si levò a far giustizja di tante menzogne, a proclamare la verità. Anche prima, del resto, in forma meno polemica e più espositiva, Mazzini aveva fatto stampare in Inghilterra, nella Northern Star di Londra del 6 agosto, un'altra sua lettera pur essa pubblicata ora per la prima volta al completo in italiano, nella quale ragionava delle cause e conseguenze della Repubblica Romana e ne anticipava la difesa: « Roma è caduta! (così comincia lo scritto). È· questo un grande delitto e un grande errore. Il delitto pesa sulla, Francia; l'errore sull'Europa civile, e sopra~ tutto sulla vostra Inghilterra». Da quest'inizio si comprende che Mazzini, avrebbe desiderato un intervento inglese, sia pure sol- . -tanto diplomatico ma energico, favorevole all'Italia e contro la politica liberticida e papalina della Francia. L'autore dimostra che il governo repubblicaino a Roma rappresentava •effettivamente la volontà della grande maggioranza dei romani e delle popolazioni dello stato pontificio, che i governanti avevano dato prova delle migliori intenzioni di giustizia e di libertà e ch'•erano stati sopratutto umani, tolleranti e longanimi coi nemici, perchè avevano inspirato tutti i loro atti al « principio <li·libertà e di libero consenso, innalzato dall'Assemblea Costituente a un diritto attivo e vivente». Metteva inoltre Mazzini in guardia l'Europa e specialmente l'Inghilterra contro gli effetti del terrore (introdotto in Roma con l'occupazione francese) e della restaurazione papale: « Questo si chiama mettere sul trono la forza brutale .... sostituire la spada e il pugnale alla legge; d·e- . oretare .un.a guerra feroce senza limite di tempo o di mezzi fra ·gli oppressori resi diffidenti per paura, e gli oppressi apbandonati all'istinto della reazione e dell'isolamento. Che l'Europa p.onderi su queste cose ... » (1). La « Lettera ai signori Tocqueville ,e Falloux » sopra accennata riprese gli stessi concetti, ma li sviluppò più diffusamen te e con pa,rticolare riferimento alla Francia. Essenzialmente po1'emica, essa passava in rassegna i fatti romani fin dalla fuga di Pio IX; discuteva punto per punto con appoggio di fatti, di date e di nomi le affermazioni dei due ministri francesi, ristabilendo la verità e sopratutto provando come « l'accusa di (1) Idem,_ idem, pag, 107, pag. 112 e pag. 114.
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