70 L' U N I V E R S I T•À L I B E R A Nel 1900 il ginevrino L. A. Grosclaude propose un cosidetto «· Calendario invariabile » a trimestri eguali di 30 +30 + 31 giorni, chiamando jour de l'an il 365° giorno, fuori della settimana, ·come le jour bissextile dopo il 31 giugno. Vale lo stesso commento fatto al Calendario « razionale ( ?), perpetuo ed universale » del Flammarion, però colle attenuanti, mancando al Grosclaude la qualità di astronomo. La stessa accoglienza merita il recente progetto (prossimo parente del ginevrino) del torinese Giuseppe GaUeano, con trimestri di 31-f-30-f-30 giorni, più un ottavodi dopo il 30 dicembre, ed un altro, nei bisestili, dopo il 30 giugno, entrambi fuori della settimana. Questo progetto fu preséntato e - si dice, ma .... lasciamoli dire - preso in considerazione dalla S. D. N. · E finirò coi progetti !ccennando a quello - pubblicato nel n. 3 del nos.tro Astrofilo, luglio 1900 - del compianto amico prof. Gentile Pagani, già direttore dall'Archivio storico di Milano, il quale, sfidando ogni pregiudizio, propose, oltre al cambiamento della barocca nomenclatura, l'anno diviso in 13 mesi di· -1 setti.- mane (28 giorni), ciascuno, coll'ultimo di 29 (e 30 nei bisestili) rispettando però il corso delle settimane. L'idea è buona e merita più considerazione di tante altre. ALTRE RIFORME. Sicuri, come siamo, che la questione del Calendario unico sarà risolta insieme a quella della pace mondiale, noi non abbiamo inteso, con questo scritto, che di mette,re il curioso lettore al corrente del problema senza intenzioni propagandiste ... Siamo anche sicuri, e. questo Io diciamo seriamente, che assai prima della riforma calendaristica avremo certamente la ci riforma oraria mondiale», cioè l'Ol'a unica od univel'sale,, comune a tutti i paesi del globo terrestre ed a tutte le navi in tutti gli oceani. · Questa riforma - che noi propugnamo da trent'anni,. cloè da quando combattemmo, per essa, contro l'imperfetto sistema dei cc fusi orari » - è oggi ,resa necessaria, anzi addirittura imposta dall'enorme sviluppo della radiotelegrafia che rende quasi istantanee le comunicazioni anche cogli antipodi; e quindi mettendo sempre più in stridente rilievo le differenze orarie tra pa-ese e paese. Che poi il meridiano fondamentale dell'ora unica rimanga quello di Greenvdch, o sia un altro più gradito alla maggioranza delle nazioni, è questione secondaria; l'essenziale l che se ne sèelga uno appropriato e degno della grande fungione di regolatore mondiale del tempo. Da oltre un secolo si va proponendo anche la riforma della divisione decimale del giorno, collegandola colla divisione centesimale dell'angolo retto. Già· Laplacc, Lagrange (poi seguìti da Ignazio Porro, e recentemente dal Cusani, dal. Raddi, dal Sa!,
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