L' U N I V E R S I T À L I B E R. A 93 Rabbrividì vedendosi contemplato da una lugubre e severa figura. Quel corpo che imputridisce e manda effluvi immondi, bisogna allontanarlo al più presto, sia che lo si getti nel fiume o in una palude, sia che ,Io si porti nella foresta o nella macchia, o che Io si bruci, o che si scavi ull' buco nella tena o nella sabbi~, che è ancora il mezzo più spiccio e più pratico di sbarazzarsene. · Numerose e varie sono le precauzioni prese nel trasporto della spoglia. I Cinesi, gli Inotis groenlandesi, i Siamesi, i montanari dell'India, i Boschimani - e quanti altri! - oredono opportuno di far passare il cadavere per un'apertura apposita, praticata attraverso il tetto o la parete; ma molti credono che la finestra possa bastare. Interrogate sul• perchè, quelle brave persone vi dicono ben chiaramente che è per fare maggior onore .al defunto. Ma vi confessano sottovoce di aver voluto far perdere le tracce alla Morte, e che se le venisse il capriccio di ripassare, troverebbe ,, un volto di pietra, una figura di legno. Spesso, si accompagna il corteo funebre con un baccano di fischi, gongs è tamburini, di lance e spade vivacemente brandite: è per intimorire la demonaglia che accorre da tutti i punti dell'orizzonte per far conoscenza col nuovo arriv.ante e fargli forse una brutta accoglienza; specialmente se arrivasse dopo mezzogiorno sonato, il che sarebbe contrario alle convenienze macabre, almeno presso gli Sloveni. Secondo una leggenda talmudica, l'Angelo della morte segue il convoglio funebre, con la spada nuda in mano, còl permesso di servirsene. Ciò che farebbe assai volentieri, colpendo di preferenza le donne, eterne ·pec- . catrici, figlie dell'Eva che nel mondo introdusse morte e pec-· cato. Era frequente, e lo è ancora, l'usanza di pitturare il viso pallido col carminio. In ciò doppio vantaggio: il pitturato sarà lusingato di mostrare sulla sua persona il colore ufficiale degli dei; ·sarà meno ripugnante a vedersi e non guarderà la gente col suo occhio malvagio. Nei casi ordinari, le popolazioni cristiane si contentano· di aspergere i loro defunti con acqua benedetta, di provvederli del crocefisso, di agnus dei e di medaglie miracolose. Queste precauzioni non sarebbero sufficienti per i Carinzi, che legano il corpo, dal capo ai piedi, lo circondano con un fùo in tre posti importanti, annodato a candele rosse, disposte in croce. Qmmdo la bara passa la porta, la scuotono vivamente, di qua e di là, per tre volte, poi, con palme benedette, barricano l'entrata dietro di loro. - Prima di caricarla sul carro, gli Estoni fanno risuonare la bara sotto tre vigorose pedale; gesto irriverente, che interpretiamo così: « Ehi voi! noi non vi conosciamo piii.' Tenetevelo per detto! » Un'usanza ancora frequente nell'Europa centrale è di ammucchiare sulla tomba 'delle pesanti pietre: - Se
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