92 L'UNIVERSITÀ LIBERA Tuttavia, non dimentichiamo un sol momento che se, in ultima analisi, un dogma si rivela ·come un'infetta mescolanza di egoismo e di viltà, d'altra parte, nelle anime ben nate, susciterà ammirevoli slanci e martirii talvolta sublimi. Curiosa chimica quella che funziona. nel laboratorio dell'anima umana! Che cosa vi è di più dissimile che l'amore e l'odio? Eppure, l'amore si travestirà da odio, l'odio da amore; gli stessi interessati vi s'inganneranno. Che cosa vi è di più ripugnante dell'eccessivo egoismo, che di più ammirevole dell'abnegazione? A una certa profondità si confondono. In certe occasioni, le elettricità di nome opposto si sostituiscono l'una all'altra e non se ne sa ancora nè il perchè, nè il come. Ed eccoci ricondotti alla formula antica e sempre nuova dell'identità dei contrari. . Possiamo qualificare come universale la convenzione che non bisogna più pronunziare il nome del defunto, poichè la troviamo presso gli Ainos dell'Estremo Oriente, presso i Madecassi della grande isola africana, in Slesia, presso . i Pellirosse 'e altrove. L'usanza è così diffusa e così strettamente osservata che ha r.oiltribuito alla differenziazione delle lingue. - Pronunziare quel nome temuto senza un'invocazione speciale e fuori di una solenne circostanza, significherebbe mancare di rispetto alla nuova divinità, di cui si provocherebbe l'ira chiamandola, senza necessità, nella nostra frivola e profana esistenza. Sentendolo risuonare, il defunto si crederebbe chiamato e si affretterebbe ad -accorere, - ma come accorr.ono la Febbre e la Peste. Si vendicherebbe se- si apparisse insensibili alla sciagura che lo ha colpito, a quella perdita della vifa di cui egli si desola -assai. Ma non meno pericoloso sarebbe il rimpiangerlo sinceramente; il vostro dolore gli darebbe troppa facilità di ritornare. « Ogni lagrima che cade su chi è gelido costerà la vita a qualche cristiano », vi dice il Bavarese. E lo Zulù, al quale si an- ·nunzia la morte di un parente o di un buon compagno, sgozzerà un vitello « per purificarsi del dispiacere». Infatti, un sincero cordoglio contamina l'uomo, mette il morto in pericolosa .simpatia con i vivi. Tra loro e noi, bisogna tagliare le comunicazioni troppo facili. La Paura, travestita da rispetto, spiega molti altri usi, meno arbitrari di quanto si pensa. Così vi si dice che durante il gran lutto, e almeno sino al seppellimento, bisogna coprire con un velo gli specchi, o voltarli contro la pàrete. - Perchè? - Si risponde che gli specchi fanno troppo lieto l'appartamento, si prestano troppo alla vanità di chi va e chi viene. - Sia pure! Ma aggiungiamo che gli specchi sono finestre aperte su di un mondo fantastico, quello delle forme· senza sostanza e delle apparizioni immateriali. Un tale vi si mirava con compiacimento, quando constatò d'un tratto che un fantasma lo guardava dì sopra la spalla . •
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