L'università libera - n. 3 - marzo 1925

66 L' U N I V E R S I T À L I LI E R A terruzione attraverso una sessantina di secoli, noi non riteniamo si possa facilmente rinunziare (come fece la Rivoluzione francese, sostituendovi la decade) ad un elemento di controllo che v;mta una così vetusta continuità e che si adatta benissimo alle esige1ize sociali del lavoro e del riposo. · L'ANNO TROPICO. Anche per quanto iiguarda la durata dell'anno noi non troviamo giustificata alcuna riforma che introducesse durate diverse da 365 o 366 giorni. Infatti, l'anno «tropico», o ciclo delle stagioni, comprende: giorni 365, 2422 = 365 g. 5 h. 48 m. 46 s. durata che può ritenersi come fissa, inquantochè non diminui..: sce che di mezzo minuto secondo per secolo, ossia di un minuto primo in 12.000 anni. · Se la durata dell'anno tropico fosse esattamente di giorni 365,25 = 365 g. 6 h., ossia 365 giorni ed un quarto, sarebbe chiaro che, facendo costantemente, dopo tre anni comuni di 365 giorni; un anno bisestile di 366, si tornerebbe, ogni 4 anni, in perfetta coincidenza colle stagioni (alle medesime date, cioè, di quattr'anni prima o dopo), ma quella differenza di circa 11 minuti primi (l'approssimata « centesma » di Dante, Par. X.XVII) complica siffattamente le cose da dover sopprimere tre bisestili secolari ogni 400 anni (infatti, il 1700, 1800 e 1900 furono comuni, mentre il 2000 sarà bisesti.le), eppoi si potrà sopprimerne un altro verso l'anno 3200. Come vedesi, questo sistema di correzioni - detto gregoriano, ma suggerito dal medico calabrese Luigi Lilio - è abbastanza semplice ed esatto, e non richiede affatto urgenti riforme, ragione per cui noi già ... cantammo (nel « Calendario mnemonico» pubblicato nell'Almanacco per tutti del 1918): Il vecchio Calendario ha l'ossatura solida, e lunga avrà vita futura. Ma ... vedremo più innanzi il resto. RIFORME RAZIONALI. Tutto c10 che si potrebbe e dovrebbe riformare nell'attuale cronologia per stabilire un « calendario unico, mondiale » non è dunque tanto nella parte sostanziale quanto in quella formale, perchè si tratterebbe delle seguenti convenzioni: 1) inizio dell'anno civile (capodanno) in uno dei punti c_a,rdinali dell'anno tropico (equinozi e solstizi), e preferibilmepte all'equinozio di primavera dell'emisfero boreale (che attualmente avviene al 21 marzo) perchè il nostro emisfero è il più continentale, il più popolato e la culla di tutti i calendari vigenti.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==