L'università libera - n. 3 - marzo 1925

NOTERELLEPEDAGOGICHE PEDANTERIA VECCHiA E NUOVA. La moderna pedanteria la quale oggi vegeta e pl'ospera, trasform_azione di quella d'un tempo, odiosa odiata, ma trasformazione priva d'intrinseco progresso. Vorrei per ciò attaccar vigorosamente i sistemi educativi sopravviventi, ma che hanno faltù il loro tempo, e quelli così detti « nuovi » i c1uali, fin dal loro sorgere, sono imbastarditi da dottrine che scimiottano la vera scienza, la vera, possente arte cli svegliare, ed avviare le energie dei nuovi alla vita. Si levarono voci sdegnose, voci di riprovazione, di condanna, di dileggio e di ingiuria contro la pedanteria ciel passato, rozza, brutale, spesso ignorante, corrotta ed ignobile che estingueva in fiore la intelligenza, il sentimento, fiaccava la volontà, facendo dei vinti pur in coloro che ancor non avevano combattute le battaglie della vita. Non si risparmiarono nemmeno acerbe censure contro quer sapienti, maestri, che usavano metodi che addormentavano le co~cienze e ne facevano strumento di una setta. Sappiamo èhe suscitarono l'ilarità nei teatri del cinquecento e del seicento le commedie che esponevano sulla scena il pedante. Dal maestro d'Orazio, Orbilio il bastonatore, a quello del Giusti molti pass~rono alla posterità col marchio impresso da qualche allievo, o da qualche nemico di tutto quanto opprime e deprime, è schiavitù della mente, rovina del carattere. I maestri flaaellatori; i professori im bollitori, masticatori di geruncl i, parrucconi gonfi di· vana scienza vennero derisi, scherniti in versi ed in prosa in ogni tempo. Oggi è così grande la produzione di insigni ope1·e di pedagogia, sì de- . cantano con così brillanti parole i pregi del maestro e della sua opera illuminata, che ci si trova ridotti a giurare che egli è, quale lo sognava il Comenio, « il sole della scuola». Vediamo. Attra-vcrso il soagetto educando (dice çon classica pedanteria) confluiscono nella scuola il passato ed il presente; vi si trova una promessa di quello che potrebb_e divenire la società tra alcuni anni. Pur troppo la pedanteria, non ~ccnde dalla cattedra, non ha occhi per vedere al di là delh1 scuola; non s·'accorge neppure che il fanciullo ignora se stesso, e non di mostra espansione che con chi lo comprende; Se pur lo studia essa tieth~ per guida la pedagogia ufficiale, per tal modo trionfa la pedanteria che tormenta gli scolari con stucchevoli lezioni, li amareggia con inconsulta severità, nell'assegnazione dei voti. Almeno con l'uso dei monitori, molti anni fa, si potevano comprare e commerciare i - voti delle lezioni e dei compiti, tra scolari! « Ti do tanti pennini, o bottoni, e tu, in cambio, muti il cinque in un 8 o in 10 !... » Ai giorni nostri ci si scandalizzerebbe di quesl o mercato; se proprio sì è messi nella necessità di derogare dalia giustizia, siamo gente pratica noi, occorre saperlo fare su larga scala! Per e5empio, pensare se non sia il caso di chiudere un occhio ed anche due, sull'esame « di una figlia di papà» o sull'esame del nipote di un onor~vole ! I letterati degli scorsi secoli dimostrano che i precettori privati erano disposti a qualsiasi. transizione, pur di non disgustare le famiglie dei loro nobili e ricch'ì allievi: i pedanti d'oagi (baciate, 11011 dico maestri), bocciano senza pietà gli alunni poveri, o che non hanno genitori dai quali si possa ottenere qualche cosa. In quanto all'insegnamento, credo che si possa ritener giusta l'espressione incisiva: « è una scarpa cinese applicala ai cervelli». Si fa lavorare molto, ne convengo; ma si fa lavorare bene? I maestri conducono a tutto osservare, a tulio aiudicare; e spiegano ogni cosa nei più minuti particolari, e sorpassano la stessa curiosità infantile, cosìcchè la mente si stanca. Inveèe delle tracce, le tre o quattro prnposizioni su qualc~e delizioso Luigino, o su qualche monello che è la disperazione di tutti! ... Oggi tutto l'apparato scolastico è moderno; fin Il maestro non rassomiglià

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