L'università libera - n. 3 - marzo 1925

L' U N I V E R S I T À . L I B E R A 77 quella che l'anima è un essere immateriale; ma certamente non concepite neanche .cosa sia codesto essere immateriale. I sapienti rispondono: - No; ma sappiamo che la sua natura è di pensare. - E da dove lo apprendete? - Lo sappiamo, perciò ch'esso pensa. - O sapienti! Ho molta paura che siate altrettanto ignoranti quanto Epicuro. La naJ.IHa di una pietra è di cadere, perchè e sa cade; ma io vi domando chi la fa cadere. - Noi sappiamo, essi continuano, che una pietra non ha anima. - D'accordo, io pure lo credo. - Noi sappiamo che una negazione ed una affermazione nqn sono affatto divisibili, non sono delle parti della materia. -:- Sono della vostra opi-- nione. Ma la materia, che ci è del -resto sconosciuta, possiede delle qualità che non sono materiali, che non sono divisibili; essa gravita verso un centro che Dio le ha dato. Ora questa gravitazione non ha parti, non è divisibile. L~ forza motrice dei corpi non è un essere composto di parti. La veg~tazione dei corpi organizzati, la loro vita, il loro istinto, non sono neanche essi degl_i esseri a parte, degli esseri divisibili: voi non potete affatto tagliare in due la vegetazione di una rosa, la vita di un cavallo, l'istinto di un cane, come non potete tagliare in due una sensazione, una negazione, una affermazione. Il vostro bell'argomento tirato dall'indivisibilità del pensiero non prova dun- . que assolutamente niente. Ma cos'è che chiamate la vostra anima? Quale idea ne avete? Senza :rivelazione, da voi stessi non potete ammettere altro in voi che un potere sco~osciuto, il quale permette. di sentire, di pensare. In tutta sincerità ditemi ora se codesto potere di sentire e di pensare è uguale a quello che vi fa digerire e camminare. Mi confessate di no, poichè il vostro intendimento avrebbe un bel dire al vostro stomaco: digerisci; esso non lo farà se è malato; invano· il vostro essere immateriale ordinerebbe ai vostri piedi di camminare; essi re~teranno fermi se hanno la gotta. ·1 Greci hanno sentito benissimo che il pensiero ·11011 aveva spesso niente a che fare con il gioco dei nostri organi; essi hanno ammesso per questi organi un'anima animale, e per i pensieri un'anima più fine, più sottile ... Ma ecco quest'anima del pensiero che, in mille occasion~, governa .l'anima animale. L'anima pensante comanda alle mani di prendere, ed esse prendono. Essa non dice affatto al suo cuore di battere, al suo sangue di colare, al suo chilo di formarsi; tutto ciò si compie senza di essa: ecco due anime ben imbarazzate e, ben poco padrone della casa. Ora questa prima anima animale certamente non esiste affatto, essa non è altro che il movimento dei nostri organi. Stai in guardia, o uomo! Con la tua debole ragione non puòi avere delle prove ché l'altra anima esiste. Non puoi saperlo che per

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