L' U N I V E R S I T À L I B E R A 63 mite, si~ tra l' Al di qua e l' Al di là, dicono gli uni, sia tra la vita e il nulia, pretendono gli altri. Ma la vita è l'evoluzione dell'essere e, lunga o breve che sia, _partecipa, per una qualsiasi durata, al gran Cosmos. - Viviamo vent'anni, o quaranta, o sessanta. - È qualcosa. Ma che fanno diecimila anni prima della nostra nascita, dieci milioni di secoli dopo la nost.ra morte? - Se la morte non è nulla, perchè allora lo spavento che ispira? - Notate anzitutto che questo spavento non è affatto eguale per tutti. Così il selvaggio l'ha minore dei civili, tra i quali i giovani ne sono normalmente presso à poco esenti. Nella sua forza e hel suo vigore, l'adolescente si pone, così volentieri a rischio che sembra cercar l'occasione di sbarazzarsi della vita. Invece il vecchio vi si attacca e vi si aggrappa; meno vale, più la ritiene preziosa. Quando corre il flutto di la['ga e abbondante giovinezza, quando l'elettricità s'irradia per le dita e per gli occhi, i bisogni ordinari non assorbono che una parte dell'energia disponibile. L'eccedenza viene spesa in ardimento, in temerità superbe, in azioni strepitose. I migliori si prodigano in eroismo e in sacrifici, gl'inetti s_i sprecano, provocano risse e zuffe, s'impegnano in_ cattivi affari. Energie mal contenute, passioni esuberanti, li fanno simili a cavalli, ebbri di forza e di avena, impazienti di fornire uno sforzo straordinàrio, cli arrischiare l'accidente. L'età virile, inveçe, si dedica ai lavori elevati, proporziona lo sforzo alla resitenza, non spende inutilmente il fluido nervoso. Ma il vecchio s'appesantisce di giorno in giorno, il suo midollo si dissecca nelle ossa, il sangue scorre più pigramente nelle arterie. Vedendo allungarsi le ombre della sera, si fa avaro, pusillanime e malinconico. La· sua influenza nello Stato non diminuisce in proporzione del suo vigore. Meno agisce, più intriga, meglio vanta la sua antica prodezza e la sua attuale prudenza. Cosicchè lui e gli altri geronti saranno nominati senatori e consiglieri dirigenti, pontefici, gran sacerdoti, legislatori, tanto per il temporale che per lo spirituale. - Ma ancora una volta, se la Morte non è nulla, perchè ve ne occupate? Perchè dissertare a lungo sui sistemi di morale r.he ha suscitati? Se la morte non è nulla, le vostre religioni, tutte quante, non hanno che un valore negativo, non rappresentano che un processo morboso, un errore fatale. Voi credete bene di perdervi il vostro tempo,- è affar vostro -, ma perchè noi dovremmo perderci il nostro? Voi meditate su sogni ·e analizzate fantasticherie. Ognuno ha i propri gusti. Poichè le vostre reli-
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