ALLE MADRI I fanciulli hanno in sè l'eternità della vita; apparecchiamo con essi la felicità delle future generazioni. FEDERICO FROBEL. Dallo studio fatto presso un laboratorio batteriologico e nel s~guire cicli d_iconferenze tenute da medici insigni presso la Climca del Lavoro di Milano. mi convinsi che in tutte le classi sociali vi è quasi assoluta ignoranza di principi di puericoltura. L'_osservazione quotidiana poi mi fece rilevare che di frequente le famiglie possono, ma non fanno quan-to è loro dovere per i · propri bambiùi. Non muovo intera colpa ai genitori che non ebbero il mezzo di imparare o il tempo di vagliare troppo il loro comportamento verso la propria prole; ben diverso invece è il mio giudizio verso coloro che costituiscono la classe colta, la borghesia che pretende di formare la classe superiore. Nelle famiglie regnano troppi errori tradizionali. Si crede che l'educazione del fanciullo incominci con l'epoca scolastica, invece molto più lontano vanno le sue radici: inizia prima che il bambino veda la luce. Ricordo a tale proposito che un eminente dottore disse che come l'agricoltore non getta il seme a caso, ma prepara il terreno, lo adatta, lo sorveglia e cura la pianticella fin che darà il grano, così i genitori devono sorvegliare e curare le loro creature fino a che esse saranno capaci di vivere indipendenti. Il bambino è un poco quale lo facciamo, un poco quale lo vogliamo fare e un poco ancora quale ce lo fanno diventare gli_ altri. Prima della nascita la miglior guida è il medico, subito dopo la nascita la migliore artefice è la madre. L'educazione infantile ha per base l'igiene: si devono sorvegliare i pasti, il sonno, gli istinti, i primi bisogni'. Si deve saper occondiscendere e limitare a tempo opportuno. Da ciò sorgono tanti problemi che interessano direttamente i genitori, problemi che hanno il loro campo di svolgimento nelle pareti domestiche. Si affaccia la questione dei _premi e dei castighi, di quello che è e che non è lecito. Tanto una tolleranza quanto una limitazione può solleticare una buona quanto cattiva disposizione, può agevolare o intralciare un normale sviluppo fisico. Il bambino è inconsapevole, inesperto. È come il cieco che brancola fin che s'è abituato a guidarsi con l'aiuto dei propri sensi. Il bambino abbisogna di una cura quasi metodica, di una sorveglianza costante, perchè ogni giorno i suoi sensi si affinano ed i s.uoi muscoli si rafforzano. Vuol vedere, toccare, scompigliare tutto, vuole espandersi. La sua curiosità si fa più acuta, l'osservazione più
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