60 L' U N I V E Il S I T À L I B E RA tra la scienza ufficiale e la religione di Stato le relazioni sono di pura convenienza: il Rettore dell'Accademia ossequia Monsignor Vescovo, che lo ringrazia accortamente. L'antica associazione è rotta per sempre ;.la scienza e la religione vivono a parte; i loro interessi sono distinti. La religione non ebbe mai con la scienza gl'intimi rapporti che ebbe con la morale, il diritto, la giustizia. Ancora oggi, coloro che non si preoccupano di precisare le loro idee, attribuiscono facilmente alla religione ciò che appartiene alla morale, alla morale ciò che appartiene alla religione. Ben s'intende che la religione aveva cominciato col tiranneggiare la morale, col trattarla come vassa'lla e suddita. La religione ama farsi scudo dell'incommensurabile superiorità dell'infinito sul finito, dell'eternità sul tempo. L'unico governo che la religione a.ccettava o che accetta come legittimo, è quello della teocrazia, della teocrazia di cui il Thibet ci mostra l'esempio meglio riuscito. L'ideale del governo cristiano sarebbe stato un Imperatore funzionante da generale supremo degli eserciti, come poliziotto del Sommo Pontefice, residente al Vaticano. E si sarebbe detto ad ogni Europeo: « Tu obbedirai all'Imperatore, altrimenti il Papa ti manderà all'inferno. Tu obbedirai al Papa, altrimenti l'Imperatore .ti taglierà la testa! » Non perdiamo di vista neppure per un momento che il vecchio mondo non conosce altra sanzione nella morale fuorchè la coazione. Tutti i giustizieri hanno come attributo una spada o uno staffile. « Se la verga non fosse nella mia mano, che diventereste voi? » domandava il signore J ehova per bocca del profeta . Ezechiele. Il castigo, il castigo in questo mondo e· nell'.altro, questa è la ragione ultima di tutto ciò che si basa sulla religione e sulla morale ufficiali. Ciò data da molto tempo fa. Manù, il primo legislatore, Manù, il figlio di Brahma e il padre degli uomini, dice la leggenda, Manù insegna che « il mondo non sussiste che mediante il castigo. Senza castigo non c'è che tumulto e delitto, il popolo sprofonda nel disordine ... » I filosofi della reazione, i profeti dell'oscurantismo, i Giuseppe De Maistre e i Donoso Cortes, sono altrettanti discepoli di Manù: celebrano il p~tibolo, magnificano il boia. E non pensate neppure un mome.nto che questi dottori siano gli esagerati di un partito, i portavoce di una fazione che si possa disdegnare. Essi esprimono, nettamente e senza ambagi, la dottrina ufficiale di ogni Stato.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==