... L' U N I V E R S I T À L I B E R A 53 Fino allo scoppio delle rivoluzioni del 1848 le varie tendenze, e tra queste lè due principali che dividevano il campo repubblicano, - l'unitaria e la federalista - erano restate sul terreno puramente dottrinario, accademico, giornalistico. Ma venuto il momento dell'azione, venne anche il momento di cimentare i '1ue principii sul ten·eno pratico; e di qui il cozzo a fatti anche tra le persone, e tra persone che pur si stimavano e fors'anco (alcuni almeno) si amavano. Vi fu il tentativo, allora, da parte dei federalisti Cattaneo, Ferrari e Cernuschi di imprimere un'altra piega agli avvenimenti: rovesciare l'inetto governo provvisorio milanese, convocare un'assemblea, chiedere l'intervento francese, e muover guerra all'Austria senza bisogno di Carlo Alberto, per poi costituire la repubblica italiana. Sogno? Può darsi! Ma certo è che, essendosi rifiutato Mazzini ad appoggiare questo progetto, ed avendo vinto il partito favorevole agli albertisti, le cose andarono lo stesso molto male, la guerra fini in un modo disastroso ed un anno dopo o poco più tutte le rivoluzioni italiane erano soffocate. Il dissenso sopra un argomento di cosi vitale importanza ebbe lunghi strascichi dietro di sè, com'era naturale. Ed il Monti narra distesamente di tutto, con citazione di documenti dell'una parte e dell'altra, interessantissimi. A proposito di quel contrasto sorto in Milano rivoluzionari'll. fra rivoluzionari di tanto nome ed intelletto, Giuseppe Ferrari scriveva al Cat- .taneo nel settembre del 1850 un pensiero che anche oggi potrebbe essere utilmente meditato: « Bisogna profittare del momento di infelice tranquillità in cui siamo per preparare l'avvenire. Quando le rivoluzioi:ii scoppiano, la parola è inutile, gli avvenimenti trascinano scco gli uomini; beati quelli che hanno preparato qualche cosa, infélici quelli che hanno avuto ragione tacendo. :t Oltre a ciò che riguarda il contrasto fra mazziniani e federalisti, il ~azzinianismo e il giobertismo, il martiro di Luigi Dottesio, ecc., è inte-· ressantissima nel libro del Monti la parte che riguarda la Tipografia·· Elvetica di Capolago, da cui uscirono le opere più insigni della rivoluzione italiana, dovute sopratutto alla penna degli esuli, cd altresl un'infinità di scritti letterari, storici, filosofici, ecc., di tendenza liberale, anticlericale e patriottica, che servivano indirettamente alla causa rivoluzionaria ed italiana. · I bibliofili vi troveranno, ed apprezzeranno in sommo grado, un completo ed accurato catalogo, re.datto con criterio critico e documentario, ditutte le edizioni d'ogni specie, pubbliche o clandestine, stampate nella celebre tipografia, con le annotazioni e indicazioni relative per ciascuna pubblicazione. Il Monti polemizza qua e là con dei bibliografi poco esatti, e ne rettifica gli errori; ciò che rende il lavoro ancor più utile agli studiosi. LUIGI FABBRI. In preparazione: PAOLO G IL LE Professore all'Istituto degli Alti Studi del Belgio Abbozzod'una Filosofia della Dignità umanaPrima edizione italiana a cura di L. FABBRI INTRODUZIONE: Il sofisma anti-idealista di Marx. - l. Il problema della libertà. · II. Anarchia o an-archia. III. L'integrazione umana. CONCLUSIONE: Proposizioni fondamentali d'una filo:wfìa della dignità umana.
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