L'università libera - n. 2 - febbraio 1925

52 L' u N I V E R s I T À L I B E R A scoperto l'anello mancante nella catena darwiniana. Ii Times osserva che non si tratta di un solo anello mancante, ma di una serie di sviluppi Cljanici e cerebrali che segnano la transizione dal cervello della scimmia antropoide al cervello dell'uomo. Si capisce questo quando si pensi all'enorme lasso di tempo che intervenne fra il cranio del pitecanthropus erectus, che si dice appartenga al miocene primitivo, e la scimmia antropoide primitiva, scoperta a Sivialis in India nel 912. Si tratta di centinaia di migliaia di anni. Il prof. Elliot · Smith, che insegna anatomia all'Università di Londra e che ebbe f1a i suoi assistenti il prof. Dart, il quale ha poco più di 30 anni. intervistato dal Times, dice: « Il _punto interessante é che la scoperta appoggia la teoria di Darwin che l'Africa (non l'Asia)· fu probabilmente la patria di origine della famiglia umana. Molti scienziati si sono pronunziati contro questa teoria. Io invece sono sempre stato . favorevole, poichè entrambi quei non troppo intraprendenti parenti della famiglia umana eh\! sono il gorilla e lo scimpanzé vivono in Africa. Questo è sempre parso a me un argomento forte in favore dell'opinione di Darwin. È possibile quindi che la scoperta del porf. Dart abbia un grande interesse scientifico. Può essere, cioè, che essa sia la prova di una antichità della famiglia umana maggiore di quella che si conosceva sin qui. Ma, a giudicare da quello che recano i telegrammi, pare che il cranio rappresenti. una fase· dello sviluppo scimmiesco che rivela una grande affinità con la famiglia umana, ma che non ha ancora raggiunto distintamente le caratteristiche umane.» ANTONIOMONTI: Un dramma tra gli esuli. - Casa Editrice. Socia~e, Milano, L. 5. Mai tempo più propizio di questo' poteva esservi per gli studiosi di rimettere in luce avvenimenti ed uomini di quella parte del secolo scorso, passato dall'Italia del popolo in una lotta continua, aperta o segreta, contro le tirannidi straniere e paesane. Vi sono del resto alcuni Iati della storia del Risorgimento italiano che ·debbono essere esaminati nuovamente, nel mag- _giore interesse della verità storica, sia per quelli su cui sono di recente venuti alla luce documenti nuo,;i che ne mutano la fisonomia, sia per gli altri di cui troppo evidente è ormai la falsificazione fattane in passato per interessi o pregiudizi di partito o di casta. Uno dei punti più ignorati -dalla generalità degli italiani, della storia del loro Risorgimento nazionale, è quello della funzione ed i,nfluenza che vi esercitò la corrente repubblicana-federalista-rivoluzionaria. Nell'opinione dei più tutta la cooperazione repubblicana all'operà dell'unità italiana si compendia nel nome di Giuseppe Mazzini; e la grandezza di questo nome, resa maggiore ancora, se era possibile, dall'adulazione interessata di tutti coloro che Io odiarono e denigrarono da vivo, fece in certo modo rimanere nell'ombra altri nomi, pur degnissimi d'istoria. O, se pure i loro nomi si continuarono a ricordare, dimenticate o quasi ne furono le idee, meno conosciuti i fatti. Sopratutto ciò avvenne pei repubblicani federalisti, eletta minoranza della minoranza, che pure nella rivoluzione italiana rappresentavano più di tutti l'avvenire. Il libro di Antonio Monti, Un dramma tra gli esuli, mette in luce il contrasto che sorse nel 1848, subito dopo le Cinque Giornate, in Mjlano, tra gli epigoni delle due tendenze rivoluzionarie italiane, ritornati dall'esilio in patria alla prima notizia della vittoria popolare contro gli austriaci. Che di questi contrasti ve ne fossero, anche tra i migliori, tra i pat_riotti italiani, è cosa che si sa, e se non si sapesse lo s'immaginerebbe, come cosa naturalissima. Pure, ciò che forma argomento di storia per questo libro ha un più saliente interesse per i. nomi dei contendefPli, tutti eccelsi, come Giuseppe Mazzini, Giuseppe Ferrari, Carlo Cattaneo, Enrico Cernu,.chi ed altri. · •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==