L'università libera - n. 2 - febbraio 1925

50 L' U N I V E R S I T À L I B E R A viavansi a grande stato. Illuminati e virtuosi, l'esercizio delle arti e del commercio addoppiando le loro ricchezze, svegliò. l'attenzione degli altri popoli. Il loro contegno chiarì le comuni o le congregazioni più umili stabilitesi nelle rimanenti città d'Europa, le quali da lungi imitavanli; la loro sperienza prescrisse norma alle meditazioni di alcuni sommi uomini cresciuti nel governo delle repubbliche italiane, i quali dalla pratica trapassarono alla teorica delle società civili, ed additarono, non solo ai loro compatriotti; ma a tutti gli uomini, a tutte le età avvenire, qual era la meta cui doveano intendere le nuove congregazioni, e quali i mezzi a conseguirla. . Per altro, tanto che le repubbliche italiane accrescevano in popolazione, in lumi, in virtit e ricchezze, i governi patrimoniali sparsi nel resto dell'Europa ingrandivano in modo affatto diverso. I progressi delle nazioni nella civiltà operavansi a rilento; contuttociò se ne facevano; i loro padroni aumentavano parimenti in potenza, non già per io dirozzamento dei sudditi,' sibbene per la congiunzione di nuovi Stati; i loro regni sottoposti alle leggi dell'eredità e della primogenitura, le quali ingenerano sempre e in breve t1:;mpo l'estinzione delle famiglie doviziose, ei:ansi allargati, in quella guisa che il patrimonio di tutte le famiglie doviziose impinguasi dalle eredità, dai maritaggi, o dai sopmsi. , Le antiche case principesche eransi spente, od in tutti i loro rami, o per lo meno ne' rami primoge_niti; i pochi sopravissuti nei rami cadetti aveano raunato ogni cosa, e una tlecina di sovrani potenti era sottentrata ad un centinaio di sovrani più deboli. In sullo scorso del secolo quintodecimo, i dominatori delle nazioni francese, alemanna e spagnuola furono adescati dalla maravigliosa opulenza dell'Italia, laddove il saccheggio di sola una città valea talvolta il tributo di milioni de' loro sudditi. Appigliandosi ai più frivoli pretesti, irruppero nell'Italia, la quale in quarant'anni di guerra fu mano a mano posta a soqquadro da fotti i popoli che poterono osteggiarla. Per le avanìe di cotesti nuovi barbari dileguassi· finalmente !'.opulenza che li avea attirati; se non che i soldati del Settentrione e dell'Occidente recaron_o nelle loro terre natie coi tesori degli Italiani gli ammaestramenti attinti alla scuola di una civiltà più avanzata. I semi raccolti nelle repubbliche italiane del medio evo furono sparsi copiosamente per tutta l'Europa; onde non ci esce mai di mente · ·su qual terra furon vedu"ti per la prima volta germogliare. Questo primo sviluppamento della Nazione Italiana, così istruttivo per tutte le altre nazioni, è ora nostro proposito di qui brevemente descrivere. Ci siamo ingegnati di racchiudere in un · solo volume il compendio degli avvenimenti che dalla caduta dell'Impero romano infino allo spegnersi delle repubbliche de) medio evo alternarono nell'Italia. • (1836)_ l. C. L. SISMONDO DE SIS:VIONDI.

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