!}UNIVERSITÀ LIBERA 11 streghe e dei folletti che non sono del tutto spente neppure ai giorni nostri (1). Altrove, nel notissimo inno A Satana, lo stesso Carducci ricorda questo fatto nella strofa te accolse profugo tra gli dèi Lari la plebe memore ne i casolari. Infatti ciò che di più ha resistito, contro ·n trionfante Cristia,nesimo, non è stata la grandiosa coreografica religione di Giove col suo· corteggio di dèi e di dèe greco-romano, molta pompa della quale s'è anzi trasferita alla religione nuova, ma l'ingenua fede preesistente anche a quella romana, che aveva, popolato di dèi familiari la casa e i campi, i boschi e le messi, i fiumi e le fonti. Si comprende benissimo come gl'itali iddii aleggiassero sull'accesa fronte del poeta, in ;mezzo all'Umbria verdeggiante a preferenza che altrove, se si pensa come quella regione dell'Italia centrale, lontana dai due mari opposti, e quasi chiusa tra monti selvosi è quella che' più dev'essere riuscita a conservarsi (non sempre, s'intende, nè completamente) immune da quel flusso e riflusso de' pit'.1diversi popoli che di altre regioni hanno profondaipente mutato gli antichi caratteri. Non sempre, dicevamo, nè completamente: mani straniere hanno piantato sui rivi sacri agli dèi indigeti d'Italia il salice piangente, pianta d'origine asiatica, simbolO' di umiltà e di rassegnazione, in contrasto con la robusta vegetazione del luogo, simbolo di forza e di vitalità: il leccio, la quercia, il frassino, il cipresso, ecc. Rivive nel poeta la vecchia ruggine contro i romantici, dai quali appunto il salice era tanto onorato in momenti funesti alla libertà, quando, dopo la reazione del 1815, contro• i gendarmi della Santa Allean_za non umili pianti di ras5egnati potevan rialzare e liberare i popoli, ma solo la forza armata della rivolta; e questa ruggine antica si sfoga. nell'augurio che il vento dell'Appennino sradichi e porti via la « molle pianta, . amore d'umili tempi » e soli restino i robusti e forti alberi che furono cari ai padri nostri. E alla loro ombra salubre, mormori il Clitumno e narri le antich~ storie della sua -terra. Dica le vi- (1) Di ciò fa menzione anche il lllichelet nel suo libro La Strega.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==