L'Unità - anno IX - n.20-21 - 18-20 maggio 1920

mento cli \'Ìt.n, quel dooiderio di compren– dere, di inserirsi, <ti far lt'Opria. la ,;ta del• la nazione, della classe, dello Stato (idee ancor tutte conrusc, in fondo, in una idea u11ica o indetc1minat{l) che può essere ed è già il primo plincipio dello formazione di un vero Stato interiornnente vh-o, naziona.le davvero perchè accettato rome disciplinn e corno pnrtecipazio.ne attiva di spirili da tutti I cittadini, perchè fatto processo inte– riore nella coscienza dcgli ibaliani. Assenza delle masse dal Risorgimento e sua spiegazione. 5. E' imp11ci1o,in queste constatazioni e in queste affermazioni una. crit.ica. del Risor– gimento e del ctnl1uant"anni di vita. dello Stato it.nlio.no fino allo. guerra. Può questa dare\ rngio.nc del movimento delle ·masso, che ha ~mosso, agitato, intorbidato anche, scom·olgendo tutto fino ai fondi morti qella nn.zione; non può dirci pe.rchè le masse sia,. no st.ntc, fino alln guerra, inerti ed assenti. Non è <1uesto il luogo per entrare in esa– me, per quanto sommario, dell'ultimo se– colo della. storia italiana. Se fosse, potrem– mo agevolmente dint08lrare che rinertia e l'nssenza delle masse tro,·anO nel processo del Rl!torgimento la loro spiegazione e il loro stesso inizio. In realtà, il Risorgimento, lungi dall'e.sser·c movimento di masse, fu affermazione e roolizznziono eroica di e,,oici spirlll; gruppi esigui ed isola.ti di nobili P di borghesi intellettuali, ai quali oderirono a bnsta,11.a numerosi gli arligiani di 'alcune re,gioni; non i contadini, che ai patrioti ita– liani Jurono fieramente Oivversi, nè il mag– gior numero dei popolani cli città. Per ren– dersi rn.gione di ciò, non basta dire che .la rivoluzione polilka non fu tanto violenta e profonda come in Francio.: bisogna itw~ ce riconnettere questo distacco delle masse contadine e 1>0polane dalrarislocrazia libe– role e dalla media e•piccoln borghesia, alla pòsizionc della Chiesa di rronte alla forma,. zione dell'unità italiana. La Chiesa catto– lica rhc peir far fronte alla rifonna lute– rana si era come raccolta in sè stessa e or– gnni1.zn t!L in un formidabile sforzo di dife– sai ..t\'CH a potuto , incere fi8evolmente in Ita– lia i pochi tentativi sporadici di rivoluzione rcligiosu. I.a religiosità non fu qui dsolta e nppi-oprlnta, come atro,'e, nella coscienza individuale; l'auctoritas esteriore della Chie– sa rimase intatta " oome saldata in una tn– fles.sibile durezza, non vera e profonda reli– gione <lf spiriti, ma dominio e potem.a.. • L'ltalin non ebbe In sua. riforma, non la protl"sla gin_nsen~ln, non Lo spirito nazio– nale d<'l1n Chiesa francese; il co.ttolicismo romano. che era stato ,·erament.e l'ltaliill quando i pritni guelfi, oo.n le rivoluzioni del v!'.scovi, ria'ffennarono Roma di front.e ai barberi, r11,peggio che estraneo, contrario a.Jla. nazione; tenne le masse assenti e ostili al Risorgimento, e, di questo smlmù il ris\ll– tato, costringendolo a piegarC nel compro- • mc6so tendente a svuotare Io Stato nazio– nale della s\ln più nlt.a. funzione. :\Iazzini e Gioberti nv,·ertirono, ciascuno di essi ,a suo modo, che la rivolnzione ita– liana, per esseré ,·era e profonda, a.vrebbe dovuto assumere carattere profondamente religioso; ma. poichè l'unità dell'Jtàlia do– veva esser prima formazione ooslituzionale o territorldle· che sostanza ettca e intimità di sph;·iti, essi follirono il loro compito; di !ronte al nuo,·o regno, dove non fu insc~ nnt.n. In protesta. del origant.agg!o, la più gran pnrte de.gli italiani rimase lontana ed inerte. Il nuovo regno e la politic~ della Destra. 6. Nato in queste condil.ioni storiche, co– me opera cli uno. minoranza eroica, affer– mo.tosi faticosamente di contro alla millena– rio. potenza della Chiesa, lo $lato italiano non poteva esser diverso da quello che fu. La destra, gruppo di filosofi politici ancor pieni dello spinto del Risorgimento, senti che il problema dell'Italia era tutto il) que– sta assenza. deUe mMse dalla vita dello Stato. Valorizzando la. vita e il governo lo– ca.le , volle lanciare un ponte agli assenti, e fu per il decentramento come a,Yiamento allo autonomie, aJl'autogoverno degli uomini o de.i gruppi, nlla formazione di una co– sciem,a nuzionale. I migliori uomini della destro. avvertirono certo che la pura a])pli– ca.zionc negativa della formula liberale non ba.sta a risolvere il problema dei rapporti con un organismo che. come Ja Chiesa, fu lungo tempo ed è rimasta ,sostanzialmente uno toto; anzi, 11 lo ... lato n, poichè è for– nit.o.. essa ~olo., di un contenuto etico, di una disciplìnn accettata dalla 006cienza de.I– lo masse. )la le condizioni storiche degli aru1i in cui si mantenne il go,·erno della destra, la costrin~ero al timido giurisdizionalismo del• lo. Ies:µe delle ~unrentigie; e non cpnsentiro• no cli attuar meglio il d.isegno di sciogliere i vincoli del, centralismo in uno. mmnini– slra1ione più artkolata e più accosta alle masse fi8rìcole e popola.ne clell'ltalia. L'UNITÀ Il governo della Sinistra. i. Fn.llito il suo programma., In destra cadde. La sinistra, che prese da lei le redini del governo, non ebbe n~ppure, della destra, le ansie e le intenzioni. Esponente di uno Stato che 11er non cssPr tale nella coscien. za dei cittadini, diventa.va sempre più este– riorit.ù ed autorità burocratico., senù1nima P. senza (orte \'Olontà, e che Uel parla.mento si servivo. come schermo peir cela.re la sua vera essenza o come strumento di fa.."'1reg– gianic,nti e cU corruzioni. il gover.no della sinistra si adattò all'empirismo disonesto del giorno por giorno. '.'iessun problema fu più considerato per Il suo proprio valore e per la sua funziOllè in rOPJ>Orloalla vita nazLOIJale; per ognuno si cercò un 111odu.1 vivendi che consentisse cli e\"itare o almeno di procrastinare la soluzione. traendo per sè dal compromesso il massimo ,·nnt.nggio. 1\"elgO\·erno della sinistra, Crispi fu una eccezione. Senti In nisi del nuovo regno; $J)"1St..'lnclone Il problema, credette peraltro di clifend('rsi dalla Jninaccia della Chiesa stringendo l'nllcnnz.a tedesco; oome se que– sta potesse esser rimedio all'assenza delle masse. n.ncor dominate dalla Ghies.a, dal!a vita ciel regno. )fa gli uomini rappresentativi della sini– stra si chlamono Deprelis e Giolitti. Chiusa in sè st.easn, senza contatto con la vita Qelle cldssi artìglnne, operaie e oont.o.dine che non rosse In periodicn. disonestà delle flere elet.t.ornll (Plflloge di astuto cinl'la.tanismo inconcludente. co.mbiali firmate in bianco per lo sconto Al banco dei favori governnti– \°\) la ('(n.sse.dirigente ila.liana non poteva darn nitri uomini che quelli. )lancnndo una coscienza nazionale nelle mosse, <1uest.e non partecipnwi.no allrt bat taglia politica, che dà vita astli istitùti del– lo Stato, se non per nffe11no.re e contraltare i propri egoismi: la dt'mocra.zia restaYa una finzione e una men1.ogna.. In realtà, lontano dal controllo attfro e dall'anima della lolla, !"esercizio dei poteri costituzionali fu esclu– siva.mente affare dei piccoli gruppi finanzia– ri, parJa.ment.nrl e burocratici, nei quali la routine n.vova creato l'abitudine allo sfrut– tamento e al gioco più o meno disonesto alla bo'r~ dei ,·n.tol'i politici ed economici. Smnrrito., con gli ultimi del Risorgimento, In consapevolC'zza dc.Ila loro funzione, quei gruppi furono lo Stato e lo lcnnm'O come• cosa µropria.. All'affennnzione dogli egoismi popolnri, dnpprimn sporadica. e franLu.mata nelle piccole lotte, più piena, in seguito, quo.odo pel' lo sviluppo industriale i movi– menU di classe si fcceiro più larghi e \"igo– rosi, cont1'nppost'ro 1111 loro egoismo/ e vis– sero di tran~azioni con gli opposti interessi. Gli uomini che da.Ile batt.n.glie operaie pa..i– sarono alla ,,un. porlament.nre furono cosl presi nel gioco: mentre le rno....c;,se p r Sto lo diccvnno ,, governo t1 (cc roba del go,·emo n: chi _non ho. sentito quest.o durante la guer ra?) e nl go,·orno pensavano come a cosa ostile ma lontanissima, con un senso di odio ~ insieme di superstizioso timore essi partecipavano ol mo.reato. Lo Stato burocratico e protezionistL 8. D.ivcnuta la politico. un quotidiano oom promesso tra. gli egoismi contrastanti, era naturale che 19 s,1Juppo della economia italiana si ponesse su bo.si artificiose e·de– gene.rasse ,nel gluoco dei privilegi e delle speculazioni. 11 regime industriale,· rinne– gando le o.udocte della economia. liberale, si muta nel capitalismo flnaniz.a.rio 1 paras– sito.rio e scarsamente partecipe al rinpova· ,nento deln nroduzione. Finita· Ja genera– zione, eroica del Ri:'lor~imento, anche l'in– scgnam<'nlo di Cavour si è perduto. Si spo– sta il centro delln. vita borghese. Alrindu– stfia subentra la speculazione. all•officina la borsa.. alla. concorrenza. la combinazione usuraia.. 1 gruppi di capitalisti, politica– m('nte orgnniuati. rifuAAeÌ1clodal rischio, chiedono ed impongono nllo Stato pridlegi di ogni ,orta. chC\ chi.amano mi"urc. di pro– tezione. li movlment.o de.i sindacali proletari non reagisce contro la de.generazione del pr~sso produttivo. J politicanti f" 1 1nano ~ raffo1.. 1.ano into1110 alle organì1,zal..ioni dei lavoratori unn burocrazia de,·iatrice e cor ruttrice; ti compromt'fso e l'adattamento pn– rns<l;itnrio av,·el ~10.no lo spirito de.gli orgn, nlzznli e conformano la pratica de) movi– mcnt-0 prolet.nrio o.cl un gretto egoismo bot: gheS('. J contrasti cli categoria prevalgono alla rosdenrn. di cla.s8c. nalla statolatria. sorge il protezionismo operaio netta.mente esclusivista e corporo.th· o. Le declamazioni ri\·oluzionarie mnscherano il perpetuo ri– colto delle cooperative nJlo Stato dalor di iaxoro: per un mi,gliorament.o di salario, per una rid111.ioncdi ore, le maestranze appog* ginno l'impoBizione. cli altl\ ta1 iffe doganali a danno del protetari.a.to con~ 1malore; l'u– nità dello Stato dh enta menzO@na, p<f.chè il centralismo protezionista allarga oosi il sole fa 1>ill ncuto il dissidio tra il mezzo– giorno agriC'olo e il nord industriale. I Il classico Stato borghesa, garante di li· berlà nell'ordine economico e sociale, si nJ. tonta.no. ogni giorno più dalla rea.ILA della poliLica quotidiana; col moltiplicarsi delle infi·nmmettenze. lo Slat.o·nrodntt.nrP., Io Sta· 'o-panacea, lo Stato-tutto si deiinoa e si al– ferma; l'illusioni.smo riformista. OOdita in c_sso il primo a\\ iamento atln graduale rea. llzzaz.ione del socialismo. Insieme, si deli• nen e si afferma la connivenza, più ~ meno <·onsnp(1vole,dei lavoratori delle nzieni:l,esta– tali e delle aziende protette con l'alta bu 1'0c1·0.ziache si ollorga, con j gruppi poJi– fici che fruiscono, direttamente O per via di f-Ol'lliture e <Il C'Ontratti, dei redditi dJ quella aziende. Su_l tronco dello ... tnto, la plutocrazia pa– rassitaria si abbarbica tenuce con le sue :1urs burocrntichc e sindacali, e geml-Oglia. · vro."t><'ra a danno dei contrìùuenti, dei i inst.r•-u,,ri, della nazione. Essa gioca su 1 '., architetta imprese, realizza guada- .-,lli a s1>e~e di C"higiornalmente produce {In,. ,·oratori, 1ecnici, imprendilori, indnslrioli), e sopratutto a spese deUo Sta.lo. il cui domi. Pio è condizione necessaria :illa prosperità ,H "luelJa. Il potere poJitict>, il contr,1ll0 del– ·10. p!'odU7.ÌOne debbono essere ooncenlrnti sempre più nelle mani dello Stato, de,ll'auto– ri1à centrale, della burocra1Jn irrespon.sa~ bile: le combina1,ioni di affari saranno sem– pre più numerose e più ricchi i pro,·enti usurari. La nnzion<' e In. patria non sono più n'{gregali cli a1>pnrtcnenza. spirituale e storica, determinati e precisi. ris1>eltosi del· la libertà altrui cho è ronda.mento e confer– mn allo propria. ).'espansione impCrialisti– ca, la potenza delle nrmi: ecco Io. patria di costoro. Elevano o difesa dei propri inte– ressi usurnrt e privilegiati le barriere dei dazi; ricca.mente contraddittori perchè fe– rocemente egoisti, cercano poi di renderle ihlpotenti ron le esportazioni rotto prezzo e con le esportazi-oni del r.apilale. Cosi, questo Stato anormaJe, questo orga– nlF.Jno patologioo, che, d1i11so in sè stesso. soffoca ogni respiro agli elementi progres– sivi della nazione, e, distruttore di ricchez– za, la impo,·crisce può moltiplica.re ma:n– sl-0ni, controlli e uffici; può far rombare per tutte le strade.:i cmnions del.la guardia regia con mitragliatrici e moschetli per far ve– dere che esiste; ma, lontano sempre più dal– le masse, fatto davvero orgnno di dominio non di unà classe, mn dei pa.rassiti di tuttè le classi, non Ila che apparen:;.a di Stato, perchè non vive nello. O()fl;Cie111.ll.. degli ita1in– ni come disciplina. di spiriti, la quale su• bor lini n. sè stessn ogni egoismo di indi– ·:iJu1 e di gruppi che, In questa ~ubordinP– zione, tro,·lno motivo <' r~ione di pieno sviluppo. Atteggiamento della Chiesa di fronte al problema dello Stato. 9. Era naturale che lo. crisi dello Sta.lo italiano, non che risolversi, si aggravasse col tempo. La Chiesa comprese. quale fosse il problema fondamcnt.nle del nuovo regno, e, di fronte ad esso, assunse e conscr.ò un atteggiamento di voluta negazione: ptù che riiwerdire n.ssurd.e sporn.nze di wia restau– razione impossibile, le proteste contro i< oo– lu.i che ,detienè >1, le postume aff.ermn.ztoni temporaliste, il non ervedit valsero ad a.e· centuare In inte111.:ionaleassen1.a del Valica no, che, largamente tnrluente sulle masse popo1n.rl italiane, oontril>uivo. a. scavar più profondo il solco o.porto tra .queste e lo Sta– to. ,\'la, quando le m8.8Se flpo allora ,inerti furono percorse dai primi b'rividi di vita, quando· la predicozlone SO<'inlist3.ipur gtuo cando sulrinteresse ooono111icoangustamen– te int.e50, potè determinare un qualche mo– vimento, per caotico e frammenta.rio che fo.<!;<l;e, In Chie<l;asentl che quella: posizione di assenza non pote,·n esser manteN1ta.. e la mutò gradualmente ingresso de.i primi cat t.olici in parlam<'nto, sospensione del non expedit, patto Gentiloni) in gincco attivo, vo1to n mantenere ln quo. outorilù sune masso, ad impedire che i:-1 fomi.nsE;e in esse In cOEcicnza del loro Stot.o; perpetuando, in sostanza, sotto nct."orlc maschere. la. conce• zione dello tat.o medioc,·alc, inferiore se non mancipio alla Chiesa, sn,otnto di ogni funzione etica. e educatl\'n. Così, senza ec– citar-o mo"imenti cli masse, la Chiesa vuol disciplinarli per conse1wnrne il dominio: ciò spiega l'apparente contraddizione della politica ,·alicann e della 1>0liticn 1a.icn dei cattolici nel primo cinqua.11tenl1io,del rfigno: mentre i governi del Hegno d'Italia, e.--pres• sione ade.guata della. classe dirigente, cli• rnenlicht cli quello che è rimasto ii proble– 'ma centrale della nazii·no italiana, ottusi nel vano disinte1esse di qua11to non fosse espediente drl giorno J>er giorno, politica dì compromesso e di speculazione, appari– vaOo più stoccati dnUa ,;ta naz.ionale, più chiusi in sè stefl.si , meno atti a go,·ernare (cioè meno coscienti dello Stato e della sua sostanza ctiC'a e spirituale) quanto più, con– trapponendo egoismo ad egoismo, oontrib\li· vano ad an·alorare la ooncezione empirica n Ba CO 83 dellp Stato burocratico-fU1n.nzin.rio, organo e strumento di parassiti. La crisi della guerra e la conquista so– cialista e popolare. 10. Durante la guerra, il dista.eco fu ac– centuato e esasperato. Uomini cli governo e d_ifinant:a, burocralici 1 deputati e senat0ri, r1vel~ro~10,affrontando la soluziono dei pro– blenu d1 guerra., <1uanto sia lontana. Ja ver– bosa inconsistenza parlamentare celante U gioco ne.corto degli int.cressi, da una coscien– te disciplina di spirlti, causa ed efrett.o di ILbert.à noll'nmbito dello Stato 11a1Jonale. .Le masse, sconvolte tlnlla. guerra, sjrappate d~lla ,·ila pa.s~iva e miope di 1111 tempo, tru.– sc1nate nel g1uoco della politica nazionale dalla. forza degli eventi, avvertirono confu– same·ue dapprima, poi più net.t..amenLe, la. jnsufficienza dei dirigenti; sentirono che la crisi non ero solta.nto crisi di persone o di gruppi, ma crisi di mia cln.sse intera di governo; ma, prive esse stesse di coscienza politica, dispersero e disperdono tuttora in una se11e di .srorzl tumultvosl e incongruen– ti ~ loro tentativi di porsi e di risolvere il problema. Se una classe dirJgcnte.. degna di questo nome si fosse formata, o l'a,·essero le masse espressa dal loro seno; se nelln borghesia intellettuale lo sforLo per riprcnd~r contatto . con la storia nazionale non fosse rima.sto finora spOrndico tentativ'O cli élites, o se gli uornini che le masso innalzano non fossero presi nelle tenaglie di una vita. di go-verno fittizio. e corruttrice, quellé energie potreb• bero svolgersi allo. rinnovazione della vita e dello Sto.to iiallano. )1a il vaJore di uua cosciente ,Pisciplinn è aJtret1.n.nto Jonlano dallo spirito delle classi la\'orat1ici q\lanto da quello della cosi detta borghesia: ~ cosl non fosse, non si farebbero sentire ad ogni sciopero gli u osanna" ai disertori della so– lidarietà sindacale, non alJlgnerebbe cosl largamente nei licei e nelle università ndea– le dello studente 11 ,·olontn.-do II r.hP. s.i mette a disposizioqe per sostituire gli scioperanti. Cosi In demagogia trova facile ,uue mas– se il dominio e In mi.stf\ca?:ione; o, identifi– cando lo Stato coi dirigenti, tento. dirigerle in una ribellione che non è, o non è soltan– to, contro il pseudostat.o dei po11ticanti plu– tocratici e burocratici. or2ano di oligarchie parassitarie e demngogichei ma. è contro la stessa superiore libertà. cho nello Stato vero, vivo ed accettato nelle cosciem..c, lotto esso stesso coscienza, trovo. la sua ragion d'os· ser-e e il suo pie.no sviluppo. Questo. rlbel· lione impedisce al Governo di govemnre; i mini6tri si succedono aJ m1nlstr:, quanto meno competenti più facilmente .soe.Ui per– chè sia.no più facili pngioniori dello. bur<r crazia. ministeriale; il comp.Uto dei votl è criterio sovrnno €"d esclusivo di governo; mentre g1i stessi gruppi estremi del po..Tla– ment.o sono oostretU nd una inerzia verbosa che non serve più neppure o.d illuder le mas– se elettorali, il meccanismo go\'emattvo gira a vuoto; il vecchio libern.Lhuno agonizza. Ma. lungi dal porre il pronlemo. <lella. vita poll– Uca e sociale come problema dt disciplina cosciente, senza la <1ua.leè vano ogni rinno– vamento esteriore di istituti giuridici ed economici, l'nzfone del due partiti cho han– no più ampio oont.ntlo con Je masse si esau– risce in una gara demogogtca. per conqui– starle. I soéialisli falsano lo spinto dela. dottnna. mo.rxisto.. si studio.no di trarre le classi 1~ voro.trici ad una cc dittatura. proletaria 11 che, 'tisolven~osi in sostanza in una dttta.t-ura. di gruppi prM!cgiuti, o,,gravorebbe la crisi della na.7Jone e dello stesso proletarfat.o. Essi de,·in..no cosl ncll'aspiro.zion~ al grande Slato.mercnnt-e. del comuni<1;ir10 leninista la oscura volontà delle masse di conquistarsi il loro Stato. Di contr-0 ai socloUstl, la Chiesa dim.enU– ca di a,·er condannato in templ men~ ngi– t.ali la democrazia cristiana (schietto ten– tativo, ,·otalo al fnllirncnt.o, di risolvere {!I problema. nazionale ttollano componendo la antitesi tra religione e Stato) per dar vit& al partito II r>91>0lnre 11, la C\li intA.ma con• traddi1jonc è pnlf'l'\e nello sl('SSO nome che ha assunto. lo11aa mantt& clc·llo• Chiesa, SC· condo le intenzioni vntlcane, .nella politica italiana. facendo mo.,trn. della sua formulo. oronressionnte contlnua il doppio ~uoco di una. politk 1 n ufficiofl-n diversa c. tnl\'oltn. anche contrnppostA. nllnpolìtirn 11fftclnledel– la Sede romano; e si n.vvantaggin ciel giuo– co stesso delle tendcn·le por raggiungere la s1.,1.:1. unanilnilà nel ne.gare cfie lo ';tnto n.b– bja un suo proplio cont.enut.o etico·eclucnti• vo, nel perpetuare, a traverso la contin– gente nffcrmaiione dellt\ Ubertà -della scuo– la, la n1ola estcrlorità dello Stnlo Italiano, maJd,·o in margine ol dominio spirituale e rcligioc.o. che rle,··c~~rr tutto e ,::e1ytpt'c,del Pontefice e della Chiesa. '.':ella crisi dei pnrlit.i, quest.l dt,e soli (so– cialista e popolar~) si affrm,ano largamen– te: la politica italiana. SC'mhro.esa.uril'.'Bi in questa garn, tn questa concorrenza de.ma - I I

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