L'Unità - anno VIII - n.49 - 4 dicembre 1919

problemi della vita italiana ~/rettore: G~ETANO SALVEMINI.,. Direzione e Amministrazione:Firenze, Via S. Zanobi, 11. 64.,. AbbonamentoordinarioannuoL. IO, semestrale 1 L. 5.25 per il Regno; nnuo per I estero L. 15 .,. Sostemtore annuo L. 30, semestrale L. 15 .,. Un numero separatoceut.20 .,. Si pubblicaIl Sabato a ROMA e a FIRENZE.,. C. C. conla posta. Anno Vlll .M N. 49 .M 4 DicembrtJt 1919 SOM.MARJO: Agri'eoll~rl ~ ;,,Jmtrlali 1ul pro6kma doxanale, - La 11«.usitò della h_1ra e la sua erin·. A:scELO CRESPI, - G",'o/itti e le a,,tonomù e.omu11ali, LA:sA. - Astmsio11i in Cala6na. m. r. _ TriutL e. la 6urt>– N'a:ia. - l.• dture rnecoma,u/a/e. - Cronaea della i.era, Agricoltori e industriali nel problema doganale Nel co111,eg110 dellerapprese11ta11ie delle associaio11i agriCole, le1111tosi a Roma il 22 11ovembre, è stato votalo all'm,animilà il stg11e11te ordine del giorno: « Il Convegno delle rappresentanze delle « Associazioni e degli Enti agrari italiani, con– « vocato presso il Segn!tariato Agricolo nazio– « nalc, in Roma, per deliberare in merito al « progetto di tariffa doganale provvisorio co,?l– « pilato dai funzionari governativi e presentato « dal Ministro delle Finanze; .. Udita la relazione della e Commissione « Nazionale per il regime doganale dei pro– • dotti agricoli >; « Dichiara in forma solenne che la nuova « politica doganale non può essere stabilita con • un Decreto reaÌe ma che deve essere ampia– « mente discussa dal Parlamento nazionale, « rappreJCntante di tutte le categorie di pro– « duttori e di consumatori; 4< Condaof'la e respinge, perchè contrario t: agli interessi generali del paese ed ali' incre• « mento e allo sviluppo della sua economia « l'eccessivo protezionismo industriale stabilito « dal progetto in esame; « Subordinatamente ritiene per l'avvenire « la protezione debba essere contenuta nel li. « mite massimo già segnato nella tariffa doga– « oale preesistente del 1887, con gli adatta• « menti di caralle!e tecnico richiesti dalle mu• « tate condizioni dell'industria, e purchè le « discriminazioni non apportino in media alcun « aumento al dazio stabilito per la voce cui le « discriminazioni st\sse si riferiscono; « Dà infine mandato ai signori: Bartoli « comm. Antonino, Ruffolo avv. Ugo, Cavazza « comm. prof. Filippo, Novelli comm. Novello, « di presentare e sostenere vigorosamente sia « la relazione compilata dalla Commissione, « sia il presente ordine del giorno all'adunanza « indetta dal Ministro dcli' Industria per il « 24 corrente ~- Ed ecco la ,-ela,ionc, che!. siamo lieti di ripro.i11rreù1tegral,;11:11te: L1. Comm'.ssione Nazionale per il regime doganale dei prodotti agricoli, come sintesi del lavoro fOmpiuto e in adempimento del mandato commessole, presenta al convegno delle rappresentam~e le seguenti conclusioni: I. Ritenuto che al regime doganale sono in– dbsolubilmente legate le sorti economiche. SO· dati e politiche dell'intera i\azionc, esprime anzitutto il fermo con\'incimento che la pro– cedura adottata dal Governo in tale importan• tl!sima materia non offre sufficienti garanzie sopratutto perchè si è ,·aiuto d.tre una appa• renza di pro"vi'sonllà a un provvedimento che per gH interessi pennamnli che investe, noi;1 può avere carattere transitorio. Sulla tariffa provvi~ria ora proposta, in• fatti, do\'r.ì plasmarsi tutto li commercio interno ed estero, e se si consideri che dopo lungo pe– riodo di inerzia il commercio stesso de\'e rina• scerc ora a nuova vita, non è chi non veda come la fonna che nel primo periodo d: svi• luppo gli si vuole forzatamente dare avrà in– flu nza decisiva e continuativa su tutto il suo avvenire, il quale risentir!i. pertanto inevitabil• mente delle de\'iazioni e delle compressioni che banno ,·iziata l'origine. E evidente inoltre che durante il periodo della « asserta > provvisorietà, I' industria e l'agricoltura nazionale dovrebbero conformarsi alle condizioni create loro dal provvedimento, ed è assurdo supporre - in materia positiva di affari - che le aziende possano sistemarsi e vivere con la previsione di dovere, a maggiore o minore scadenza, nuovamente ,e forse radi– calmente trasfonnarsi. Da q 1 ·csta premessa risulta pertanto che la procedura adottata dal Governo - com~ sopra è detto - non salvaguarda sufficientemente i vitali interessi della Nazione. Questa constatazione - a sua volta - ag. gravata dal fatto che la tariffa provvisoria proposta é stata compilata dai suoi funzionari J quali si sono limitati a rimaneggiare la tariffa formulata dalla Commissione Reale includen– dovi alcune percentuali di aumento, induce la Commissione unanime a formulare questa prima conclusione di carattere pregiudiziale: - Che poichè la questione doganale, di cui la tariffa è parte integrnnte 1 è una premessa necessaria e indispensabile non alla vita e alla fortuna di detenninate classi o categorie, ma alla ricostruzione economica dcli' intera Na- 1 zione, occorre che la più ampia e decish•a discussione in merito sia riservata al Parla– mento, in cui tutte le classi sono rappresen– tate, ivi compresa quella dei consumatori, al cui maggior danno - in ultima analisi - pos– sono ritorcersi le conseguenze di una errata politica doganale. lii. Pc.iichè però alla discussione parlamentare può essere di aiuto il voto e il parere espresso dalle rappresentanze delle classi più diretta– mente interessate in simile materia, la Com• mlssionc 1 dopo maturo esame e a riassunto delle singole conclusioni presentate dai relatori incaricati di esaminare le condizioni necessarie per ogni singolo prodotto agricolo, non esita a formulare questa dichiarazione di massima: - Che poichè la maggior fortuna della Na– zione è subordinata alla maggior pos!ibile pro-– duzlone di ricchezza, e poichè il nostro paese ha car.Hlere preminentemente agricolo, deb– bonsi creare alla produzione agraria condizioni tali che le consentano il massimo :,viluppo ali' interno e la massima e~pansionc all'estero. assicurando i maggiori sbocchi possibili a tutti i prodotti del suolo mercè una adeguata poli– tica doganale e di trasporti. Con ciò non intende significare che le altre manifc!)tazloni di attività ecunomica debbono essere sacrificate, sempre quando rispondano alle condizioni naturali del PaCSC,e non esi– gano per la loro esistenza artifiziose protezioni e prl\ llegi cli cui 11agricoltura e la Nazione do,,rebbero 1>agare le spese. E poichè la espansione ali' estero dei pro-– dotti agricoli difficilmente sarebbe effettuabile se, contemporaneamente, si chiude:,sero le bar– riere doganali alla importazione delle materie e dei meizi che sono neces!arl all'agricoltura, sia pcrchè il conseguente maggior co:,:to di pro• duzionc porrebbe gli agricoltori nella impossi– bilit;\ di esplicare un eOìcace concorrenza nei mercati esteri, sia perchè i mercati stessi per ritorsi ne sarebbero loro chiusi, occorre che la importazione di dette materie e di detti mezzi non sia colpita da iasoppor1abiU oneri. \'I. A questa considerazione di mas,hna una sola industria, di fronte a moltissime altre, si opr,one con maggiore pertinacia: la sùlerurg,a la quale dichiara che per vivere ha necessità che le si crei una eccezionale condizione di protezione e di privilegio. Ora la Commissione, pure riconoscendo lo sforzo che la suindicata industria ha compiuto negli anni decorsi per confonnarsi e propor– zionarsi alle eccezionali esigen1.e della guerra deve rilevare: 1" che è assur-J.a la pretesa di voler man– tenere nel periodo nonna/e ciò che era proprio solo di un tttt=io11ale momento sto1ico; in con• stderazife pure del fatto che tale industria non può acclimatarsi e naturalizzar<ti in Italia, anche porchè le nostre miniere hanno limitati giacimenti e noi dobbiamo custodire gelosa– mente ciò che di materia prima rimane per le eventuali necessità della difesa nazionale. 2° che tale prclesa è, oltre che irra~o-– nale, dannosa ed esiziale agli interessi collet– tivi della Nazione: alle industrie meccaniche le quali, per approvvigionamenti di materia prima, devono pagare eccessivi prezzi; alla agricoltura che conseguentemente, deve acqui– stare macchine ed altri mezzi di produzione a condizioni onerosissime; alla grandi!Mima maggioranza degli stessi lavoratori che per la eccessiv•a protezione accordata alla siderurgia - nelle cui officine ~o la minima parte di essi è qr-rupat.a - ,·el--no aggravate le loro condizioni di vita. 3• che, pertanto, non è concepibile ammet– tere che l'attuale rincaro della vita si conso– lidi, o peggio ancora aumenti, sacrificando cosi per gli int('ressi di una ristretta minoranza la vita e l'avvenire di tutta la Nazione. 4° che, infine, - anche ammes,a la pos– sibilità di applicare la tariffa protezionistica così come è proposta - I' industria siderur– gica italiana non potrebbe mai assicurarsi la penetrazione nei mercati esteri, mentre la in– dustria meccanica, manifatturiera e la produ– zione agricola possono esirere in grado cli af– frontare h:. concorrenza internazionale con ga• ranzia di successo. Conseguentemente una politica dog;malc che miri ad assicurare questa giusta espansione mira r:iure a conseguire l'equilibrio dei rap– porti di scambio con l'estero e quindi a ren– dere possibile e sollecita la ricostituzione eco– nomica e finanziaria della Nazione; una poli– tica invece che al privilegio siderurgico sacri– ficb le naturali energie industriali cd agricole, non farebbe che perpetuare lo stato di mard.– sma economico in cui attualmente si trova la Patria nostra. V. Dopo questa dichiarazione che dà il pre– ciso orientamento alla soluzione del problema, la Commissione ritiene superfluo entrare in me• rito a tutti i particolari e ai minuti dettagli che costituiscono la proposta tariffa. Pcrchè però non si creda che h sua oppo– sizione al privilegio siderurgico si ispiri a una unilaterale e soggettiva visione del problema la Commissione ritiene necessario far presente agli agricoltori che di nessun effetto i,.artbbero le protezioni di cui alla loro \'Olta potessero U:,ufruire se queste dovessero es-.ese il corri– spettivo dell'enorme e i~giusto privilegio con– cesso ai siderurgici. E ciò non soltanto per cocrenz;1 ideale che valorizza le buone cause, ma per la considerazione pr,atica che ciò che guadagnerebbero con la protezione perclereb-– bcro, in misura assai maggiore, per 1 1 enorme aumento dei costi di produzione. Basti citare, al proposito, alcuni esempi sig1\ificatjvi desunti dall'esame della proget• tata tariffa: Per le mietitrici e falciatrici il dazio pree– sistente era di L. 4 al Q.le ; ora sareble da L 16 a L. 20. Per le macchine agricole in genere. prima L. 9 ora eia L. 17 a 22. Per i piccoli utensili (che tanto interessano la p!ccola borihrsia rurale e gli stessi lavora- tori) prima L. z 5.50 ora L. · 30. t Utensili fini, prima 17.50, ora da 40 a 90. Filo di ferro, prima L. 1 2, ora da 48 a 50. Concimi chimici, che prima erano esenti, ora saranno colpiti da L. o.5ò a L. 2. I sali potassici e nitrato ammonito - pure e~nti prima - da L. 1.50 a L. 10. Per evitare questi aumenti di dazio, che assieme ai costi di produzion✓- com"'esopra è detto - farebber9 elevare in misura rile• vantissima Il rincaro della vita, gli agricoltori possono ben far adeguate rinunzie alle prote– zioni accordate fino ad ora (che in molti casi non hanno alcun effetto reale) od accordabili, in considerazione anche del fatto che queste ultime, per es:1ere proporzionate a quelle sue– sposte e agli ingentissimi danni determinati dalla conseguente chiusura degli sbocchi ~Ila esportazione del prodotti agricoli, dovrebbero raggiungere limiti inverosimili. Gli agricoltori italiani 'posti di fronte a questo dilemma prererlscono, pitÌ ancora che nel loro interene, nell' interes1e generale del Paese che un regime di concorrenza stimoli le loro attività, perchè si moltiplichino e si perfezionino, e perchè la produzione n~zionale sia non solo intensificata, ma sopratutto spe• cializ7.ata a seconda delle condizioni naturali del Paese. Nè l'agricoltura nazionale può dc"larc da questa giusta direttiva per il timore di dan• neggiarc i legittimi interessi degli operai side– rurgici e per la preoecupazione di dovere as• sorbire le maestranze rese disponibili da una e\'entualc cessa1.ioneo riduzione dcli' Industria siderurgica. Anzitutto tali maestranze, ( t) come sopra si è detto, di fronte alla massa ingc-issima degli operai attualmente impiegati nell'agricol– tura o nelle altre industrie, costituiscono una ristrettissima minoranza, e non sarebbe umano nè giusto, per assicurare ai pochi la continuità di una detcrminta occupazione, a recare ai moltissimi l'insopportabile danno di un per• manente rincaro della \Pita. J n second , luogo le industrie meccaniche, quando fo~sero liberate dal peso che :m di esse grava per il fatto di dover chiedere alla siderurgia nazionale le materie prime a c.:on– dizioni onero!oiÌS!iimc, potrebbero assumere su– bito uno sviluppo tale da impiegare con faci– lità la mano d'opera tecnica resa disponibile dalla siderurgia. L'agricoltura inoltre, e sopratutto un'agri– coltura modernamente imlu.1lr1"al,B,al11, offre amplissimi margini non solo per rimediare alla disoccupazione che even,tualmentc potesse già. verificarsi, ma per facilitare la occupazione delle stCS3Cmaestranze industriali. Un fervore nuovo di vita, di iniziative de,·e caratterizzare, per l'Italia come per ogni altra Nazione, il periodo che sta per iniziarsi: basta accennare a tutte le opere di bonifica, di viabilit;\, di sistemazioni, alle imprese per la traformazione dei prodotti, ccc. che costi• tuiscono tutto il programma agrario, e che per (1) Come ba dicbi:uato l'on. ~lodi~liani alla Ct.mera 1n OCCA!I ooe della discussione dell' iotcrptl– laoza Gircui 1ul dccrtto 24 luclio 1919.

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