L'Unità - anno VIII - n.41 - 9 ottobre 1919

problemi della vita italiana Direi/ore: O~ETANO SALVEMINI-" Direzione e Amministrazione: Firenze, Via S. Zarwbi, 11.64 .:t- Abbo11a111e11to ordinano annuo L. 10, semestraleL. 5.25 per il Regno; Annuo per I estero L. 15 "' Soste111tore annuo L. 30, semestrnle L. 15 .-, Un numero separ,l/o ce~/.20 •" Si pubblicoil Saba/o a ROMA e a FIRENZE.,,_ C. C. con la poslM. Anno V fJ I "'" N. 41 '-"' 9 Ottobre 1919 SOliU,IARJO: Il risltlòi/i,nm/D i/dia ct11sur~, L'UNITÀ. - /..n 11<1·1tJ111_1/i.,;,1oùJ1u d,/lt ,, lwlrit ù1 R,asia. - /..a kj,1 r. i6olreev, ·n, .\, '.\{. - Gli isp.-11,orljHr k ,cuoi, primarie. L' « Agm;ù1 SUfa,u· :t, fN<Slo f>aJ401, ER"-iF..<rrO LUGARO. - Posta rhll'• Umìù >: //lii>.,. 11w dd st,rf,1/lr/i trfrrtini, F. A., G. L. - L°'li. "'l<.l•lt,• JJu.~!ù1 ·• ,Von si jnW arau.' - F,a,,unt"'i della 'llil-1 it,i 1 l,ma: f.a.:tdon :A;.c;.~_;;;;;;;;:;;;;_.:.;._ --– Il ristabilimento della censura Il 'iO'òpctto i.;he il rbtabilhnen:o dc!la ccn– ~ura &ia stato <letcrminat,, unic~1mente o prin– cipalmente, da ragioni di J,olitica interna, e che -,i voglia chiamare vc..:chi e nuO\·i elettori al prnuo esperimento della rifonna e'ettorale !fOtto l'incubo del ba\'aglio ;dia stampa, d sembra cosi enorme che, nonos1ante la nostra lunga esperienza dei metodi gi,,httiani 1 ci ri• fiutiamo di credervi. ti.la 1 1 1:s· lusione di questo movente elettorc1.lc . affenn;1to con tanta insi• Mcnza da tutti i giornali d 1 opposi1.ione, e non da es.:;l &oltanto, non co!ltitubce per nu!la un'assolutoria, nè ci tranquillizza affatto, unzi rappresenta agli o,·chi nos:ri una cau.:-adi mag• giorc preoccupazione, chè chne bero e:;sere estremamente gravi le ragioni <l'indole inter• nazionale, che po~:-.ano avere indotto il go– verno a prend,.re un provvedimento <'osi odioso, destinato a sol'evare tanti sospetti. Nè purtroppo sono m~ncati èel tutto gli indizi di qualche fatto nuovo (..he si stia pre• parando o di cui si tema la minaccia. Nel suo discorso del 27 settembre, ron. TJttoni, cosi misurato e oiplomatico in tutte le sue affermazioni, dopo aver messo in evi– denza i rapporti di cordiale amicizia da lui a.s~icur:.ui col Bchio, rnn la Grecia, l t Ruma• nia e la R,.pubblica Ceco-Slovaccn, aggim1geva tc~tualmentc: « E se 11gu11/men/1: buo11inon so110 p,, o,a> i nostri rapporti con la fugo-Slavia: 11011 i: davvero per colpa 1101/ra ». Ed il giorno succes– c;ivo, rispondendo ad analoga domanda, egli dichiarava che, nono,;tante le.misure preven• tive prese dal governo italiano e dagli alleati, non .si pote\'3 escludere l'e,.·entualità di un conflitto fra gli Jugo-Slavi ed i volontari fiumani. Nelle notizie che il Comando di Fiume diffonde in Italia a meizo dei corrispondenti elci nostri giornali si mettono insistentemente in evidenza le urgenti raccomandazioni, che J:!"iungerebberotutti i giorni dalla Croazia per• t hè le famiglie slave nmaste a Fiume si af•· frettino a lasciare la città, e nello stesso tempo 11i purla, come di una minaccia, della chiusura della frontiera croata e di intensi movimenti militari che avv rrebbcro oltre tale frontiera. Anche in rei,;ime di ccn,ura si lasciano dif– fondere con lutti i particolari le notizie di vio• lenze &ubitc eia soldati italiani a Cattaro e ad Antivari, e dei movimenti minacciosi che i serbi .&vrebbc10 provocati ed iniziati in Albania in odio all'Italia. Da parte jugo•slava si diffonde, e questa volta in forma ufficiale, la notizia di concen– tramentj di truppe italiane,_ che a\'verrebbtro nell'Albania settentrionale per es:iere dirette coatro la Serbia. I go,·erni <I' ftalia e cli Serbia e le loro Delegazioni a Parigi si affretta•10 a dichiarare fantastiche tutte le ,oci di preparativi ostili e bcllh:osi e riaffermano la loro fiducia nei deli– berati della Conferenza. Ma intanto le notizie continuano a circolare e contribuiscono ad au• 1.oeniare la nervosità e l'irrequietezza dell'am– biente. Effettivamente nè il governo italiano, nè il governo serbo pos-.ono desidera e oggi un i:on• ftitto armato fra i due Stati: non vi pcns.t. l'Italia per le ragioni che il ~lmistro degli f.!lteri ha esposte con tanta energia alla C<l· mc,a, fra il plauso quaBi unanime dcll'As.::em• blea; e unto meno può pensan i il giovane Stato S. li. S., che da un conflitto con una ,.tenz.a tanto maggiore, privo di ogni aiuto diretto, che n•)n 'ii,. l'Conom!co e morale, ve– dreLbe mcs1oa :i. rcr:entaglio la ::;ua ~te~ ~i– sten1.;1. ).fa vi son delle situazioni eh" mettono nell' lmùar;1zzo i goveru1 r iù forti e che diten- tano poi irre~btibili per gO\c,ni indeboliti dalle più aspre lotte intestine: c,>ll'e\a'-per: zione dei nazionalismi da t:na p:nte e Jall'altra, coi ,·o• Jontari di D'Annunzio padroni di Fmme, coi comi/agi !lerhi in Dalmazia cd Albania, non è purtroppo da e~cludcrl! 1 he l'uno o l'altro go– \'erno -,i trovi domani !iorpreso da uno di quei fntti compiuti, che coin\'olgono irreparabilmente la responsabilità dell'intera nazione; o che forse. per dannata ipote'li, l'uno o l'altro go– verno sia indotto ad approfittare del" inci– rlente fatale per trar-.i fuori <la una situazione che S<'mbr~,..cnza via d'u1;dta. Per que"i:O appunt-1 il ri-ttabiliruetllo della eo~ura in un momento di così 2Tavi incer– te•1.c cl c.:cmbraun in,lizio estremamente peri– co:o.. r,, ment~c il pubbfo.:,>-.entirebbe pii1 vivo che mD.i Il bi:;-l~nodi es'il"f(!tranquillizzato con noti1.ie \'eritit-re su riò che a"viene o che si prepara sulla nostra linea rii armbti:r:fo. Oggi non \'i è ne-.suno in It:,lia che voglia una 11UO\'.! "U· .rra. Gli Mei~i n:11.ionalisti,messi di fronte aila minaccia di perdere tutti i voti <li:i loro e·ett ..ri, respingono energicamente l'accusa di voler riaprire il conflitto mondiale. ~la non ba,ta non \'Oler~ la guerra: bisogna anche non \'Olcre le cau,e della guerra, rinun• cian<lo a pcr.-•eguire una politica di esaspera– zione delle paq;.ioni na.1ionali e di sistematico disconos !mento di ogni buon diritto dei vi– cini. A quale risultato con<lu,:a una tale politica lo :-.i \'edc ben chiaro in qu~to momento, e pu troppo, ~e continuano le Incertezze e le len– tezze degli ultimi tempi, è legittimo il timore che si giunga presto ai r'sultati e'itremi. Spe– rare che la Co·1ferenza di Parigi trovi una so. luzione soddisfacente 1 finchè i due nazionali• smi opposti rimangc,no immobili nelle loro po– sizioni. equ vale a voler protrarre ali' infinito un:\ situazione peno~a e pericolosissima. Anche nell'ipotesi più favorevole che si possa C\'ita1e ogni eventualità di conflitto, i <lanni del i crdurare della situazione attuale sono g1avissimi per l'una e per l'altra parte. Per l'Italia essa rappresenta l'alternativa o di uscire dalla Conf.:n nza, ponendosi in uno stato di i~lamento completo, o di adattar ... i a prov– vedimenti umilianti ed irritanti, che mettereb– bero a repentaglio la stessa compattezza na• zionalc. Ma assai maggiori <arcl,bero i danni per lo S ato S. H. S. il qu·tle non può sperare < he l'Italia rinunci ormai alla difc:-.adella ita• lianità di Fiume e Zara, nè che h c1)nferenza possa adottare e rendere esecu· \·-i una solu• zione che sia rifiutata dal!' Italia: mentre il pe– riodico rin,·io di ogni c!ecisione della questione adriatica minaccia cli protrarre ali' infinito una condizione di prC("arietàassolutamente rovinosa per uno Stato di nuova formazione, e he per dvere e per ci nsolidan,i ha bisogno di uscire al più presto dal regime di guerra e di trovarsi in pace con tutti gli Stati vicini. Se da una parte e dall'altra la visione spas– sionata del supremo interesse nazionale riu• :.<.:irà .:1 prevalere :,,Ulleintrausigerw.e delle pas– ~ioni nazionalistiche, noi speriamo ancora che si eviti ogni inci ente spiacevole e si arrivi presto ad un arcordo che lc:1 Conterenza dovrà senr.'altro ratificare. M.1per que.itO è necessario che dal segreto della rinnovata censura una pa,ola ben chiara ciel governo :>0rga presto a hbernrci ùai nostri timori. L'l'11ilò. La nazionalizzazione dell industrie in Russia i SfJcialisli ilaliw,i, clH' in artuulis1>;uu, IIW!J!Jionmzc, 8i clichia,·a110ora nwssima– listi ,, souo siuccnunc11te rour-iuli ciel/e, ,,wtu.,·itù e clrll' immiu.enza della rh-olu• zioue 30ciolc, {<omo c7a q1wlrhe 111ese un fJr<u1,discrrteri• s1ii mezzi per i,upon·e il -u.uo1 1 0 pssello sociale, sulla dittatnn, pro• lctaria, sui Co11si9li de9li operai e contc,– diui da sostituh-si ci tutte le vecchie nip– J;rc.scut<mzedemocraliche; 111ci 1inn si sono occuJHdi che alle, sfttfJ[Jiltt, in qualche cu-– licolo ,,wlto neb"loso di .Wcola Jlroabacci~ di. e~uu•iuarc quale debba essc,-c tale as– stlto l"J•esi vuole i,upo,.,.c. rolla dUfotura rcl, ocro,·rcuclo, colici l'foleuza. Si ruol clare le (c,bbJ'iche anli opc.n,i e lei ter ·,, ai coutculini, 0J)J)1tre Hi 111101 pro· ceclc,·t• ttll<1 nazio11olizzazio11c <lcll'i,ulusfria e clellti sleJJsa aaricoltu-ra ~ li: in questo secomtB coso, che è più. loutano dalle 11t.· time <H1,irazio11i dei lcn·orc,to,·i, ,mi assai JJUi ,:i, ormoaic, con la i·ecchici cloth-iuc, sociwr lrt, cou. quali metodi s· iulcude di attum i /,, 1wzio11alizzazionc e cli ofleue,·e il coucu,-so indispensabile cleU'att,wlc cle meulo (liri11c11te,tecuico ed mmni11-isfrci• fivo .:J SQ;;.-,'rtJ:4 1n·oU,.mi fm•m;,1abili rhe ch– vt·ebbcro p1·eoccu11cu-e e~,; si 1wopone di abballtt·e d' m, colpo tutto r onlhuuueuto c.cououiico bo,·r1hesee no,i rlesi1ler<1, la ,-f. t1olu~io11e JJet·la rfroluzioue, 111a pct· inslttu• ,·are ma. ,·eaime cli uurgyiot·e giustizia. de· stincito ci ,·esistere ecl a prospet·are; nia dovrcbbe,·o anc/U' intcressore altameate, almeuo ve,· ra[Jioui di ,.'ifesa. quegli ele· menti diri9ruli delle bot·9hesie occideutoli che dn due mmi dvono .,olio l'usscssicme del pe,.;colo bolscevico e 1Iou. si sono an.• cor<i co11vi11tielle per combattere 1r 11-e• mico è iml(rnzi tnlto necessario couosccrlo bene. Essi i II vece no·11 .iwlo luw 110 tc.utalo di tenerlo lontauo nuiterialmeute, sollcva·11,– <logli contro le popolazioni con1,p1·csc fr<i -il Baltico ed il .l\[cu·Nero, 11ousolo han fatto il possibile per affrettare n fallim.eulo ciel• l'espc,·imculo com,inista n,sso col blocco ,nilitat·e e<teconomico. mc, Jur,i vol,do esteu.– dere il blocco cmche alle idee ect alle scm.... plici ,iotizie di c,.o,urccr. Co11, questi sistemi e con la ccw,po1;na di menzo911e grosso– la·ne, sparse quoticlic11iame11teda 9otier11i e cla ageuzic, si è iu 1·ealtci ottcn,ilo /' ef· {etto opposto; ,neutre le ostilitcì, co11tinuoto più o meuo apertomeute dopo I<, fine della !Jtte1T<1i e,,ropea, lui.11,rostretto ùtlonw ai bolscevichi la solidarietà di molti fra i pcirtiti 1,azionali 1·nssi eclhau ,·cso la lo,·o ccmsa popolare 11011, solo ft·c, i socialisti ma fra tutti quegli elemc.uli democn,tici deU'occiclente che ripuynano dal 1·i1Jc/ersi, inpùma democ,·azfr,. elcimeto(l, della Sm,ta 1l1lem1zc1,; ,ncnh·c il blocco ecouomico Ct.jJ· 1Jm·e non. solo iuoiuslo e ,·ovinoso pc1· quei medeshni Stati che lo llj)JJlicmw, 1na cli[. foude nelle t11eutidel proletar-iolo occiclr u.– tole lei con.-vi11:;;io11e che 1'es11trime11loCO· nuu1,ista -t·usso. ,wu a11cora fallito clopo <lu.eaiwi~ c,,vrel>bcsicm·mnc11te frioufato ,{fe no,i riti si fossrro create dintorno dal rnpitalismv occiclenlale le dif/icollti più for– miclabili: cl'c1ltrapa1·te lo co11[Jhu-ndel si· le11zio,l'inlel'cetlazione cli Off'li 1wlizia di• l'etta e /(1, cmn1Jog11u, di 1wtizie {<,lse e confrarlclilt1.,dc han contrilmito n dilfou• <lere lr, 1 wea,rn~iouc che si debba ,rnscoa· de1·rqualche cosa di superlc,lit•amcul,. bello e seriucent,. iu ,w muurlo, clol quale .con fo.Hl<i pn,111o·a si cercar<, di et•ilare che potesse uscfrl' 1Jqai q1utclroctl Of/Uinotizie, fJe111ii11a. 1 sistemi usati di t•·outc alla repul;blicci elciSrwicls, !:'OWJ, frc, i fonti, il sintomo pit"i ùu1uietw1le cli clecc,dimento o[ferfo dalla borghesie, :emucrc1tic1coctalmetro di ,,uella pade di essa e/te ese,·cilo il J>6leredei 11w9- 9io,·i Stati ,roc icleute: mentre il mezzo più eflicarP rii difesa - dalo rlt·rs,{fa cousPrti la fìrluci,, nella boutà e uella uccruilà riel 1 ·egit.ie caJJilalistico della p,·oduzione - c:orei·a esse.re pr,· c.ssCt. d com1Jleloe libero sviluppo del( esperimeufu comunistico lit"· i·enuto, i11 urodo cl,e. alla p,·o,,<1elci fatti, f. p,·olefa,·i<cli <foccidente 1,ote.,sero co,ivi1t• cersi clei Bltl)i pericoli e dPi 5UOÌclmwi. Per f_JHeslo1,oi ncco9liamo come 1mn primizia pt·eziosa tulle le poche 11ofizic attendibili che r,iunao,io direttomc.ule dulla Russia, iutorno all'opera ecl alle s01·ti del •re9rme bolscevico ed all'onlimm,eulo chtS esso ha dato olla p1·odueiouc; e pet· questo ,·ipt·ocluci<m,o dai Problemi del Lavoro ti 1·iassmito cli 1uu, impot·lcmic..-( corrispou• clenza, che l' Eronomh-l, il t·ecc:1: ,o e outore– volissirno settimcurnlc dei t,f,t-tristi i11!J't!si 1 Jw ricevuto da CuJJCHhaaen sul mecca11i3m• della uazioualiz:ozioue elle hulusf,·it i1i Russic,: Il bolsc",·ismo industriale primitivo (che il corrispondente denomina • ana·co-sinctaca• lismu "') era puramente operai.J. Subit,, dopo la salita al potere di Lenin e Trotsky nel novembre 1917 s;ll operai indu-.triah ,i impos– sessarono delle fabbriche, dei laboratori e delle comunicazioni e tentarono di dirigerle senza controllo estraneo e senza direzione tecnira, essendo stato di regola eliminati i direttori e i tecnici. Invano le organizzazioni operaie, di recente formazione e perciò deboli, si oppo– sero a questo mov·mento. L anarco-s ndaca• lismo localista non la-.ciò il posto alla nazio-– nali;:zazione centraliz1.ata, se non quando gh ste ..si opcr:?i compr scro sperimentalmente che l'anarco-sindacalismo significa disoccupazivne nelh~ 1abbriche e diwrdine ferroviario, tanto che alcune fabbriche furono tosto cth.trette a pregare il personale tecnico di ritomare. Que• -.to µrocesso di avvenimenti non richiese che pochi mesi. Al principio di giugno dd 1018 il Governo di Mo:s,·anazionalizzò improvvisa– mente circa 50, fabbriche, di cui aveva preso diretto p<hse-.so il personale operato portan– dole :1lla rovina, e alla fine dello i,lesso mese nazionaliZJ.t) tooo imprese, •.on un capitale di 3 miliardi di rubli. Che in pratica in molta parte si trattasse di nazionalizzazim1e sulla carta 1 osser\·a il corrispondente, risulta dal fatto che •tlla fine del 1918 solo 513 grandi fabbriche erano realmente gestite dallo Stato. Attualmente però, il loro n: mero è molto maggiore. Gli organi htatali che dirigono oggi la ua• zionalizzazione wno. in gran parte, prodotti delle organiz1.azioni operaie, le quali riconqui• starano la loro autorità, non appena gli operai si convinsero di non essere in graclo da soli di gestire gli st~bilimcnti. li primo pa-.MJ fa

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