L'Unità - anno VIII - n.32-33 - 7-14 agosto 1919

' U\ 11.,1 H \ I ;.lllJll\ 1>J•I\ 1"~ :IUJ_.I. ,-,sn,1 "I"°" '-'''' <1110 >.,\.I.I ~Il/I .. problemi della vita italiana Direi/ore: GAETANO SALVEMINI.,. Direzione e Amministrazione: Firenze, Via S. Zanobi, n. 64-" Abbonamento qrdinario annuo L. 10, semestrale L. 5.25 per il Regn,; Annuo per /'estero L. 15 .~ Sostenitore annuo L. 30, semestrale L. 15 .~ Un numero separato ceni. 20 "' S1pubblica 1/ Sabato a ROMA e a FIRENZE"' C. C. con la posta. Anno VIII ~ N. 32-33 ~ 7-14 Agosto 1919 ~OMMARIO = Gibuti. _ Ognuno al suo posto._ Protezionismo doganale e arrembaggio finanziario, o. LUZZATTO. - la IIUOVO tariffa doganale. E P:rchè l[!nlaP':.:::'fta?, AN CAor,TI~;:;:-ÀQua/t:e!~! - J combatlenli di Sassari contro il protezionismo. - Percomba/lert... I'inco/lura. ~ Filologiaparlamentare. - Cadorna ... e i:j 1 1 ~/~1• til' - é'a ~-~r':lfe· -;;ncorsioc.o U~•ut_;f: _ I ~omb~t~ntl A. MONTI._ ,,,.,,,. della villoria. - Armi e poesia. - Se ne va. - Lelture raccomandale. - 01' ilaliam in Russia, M.. CAMPIOLI. - la questione e r a co. -. om a en 'e e , . • ,. A S So Lo Stato progettista. - Bisogna requisire! - Le missioni llaliaue a/l'Estero, G. B. KLEIN. - Cronaca della Lega. - • Con mc e congli Alplm •, P. JAHIER. - Una stallstlca da ,are, · DI TA • -- NELLA PROSSIMA SETTIMANA IL GIORNALE NON USCIRÀ -- Gibuti Dunque il St«,/q ha più volte affermato in on<:'lte uhirnc ~~,1t ... ~1 ~- r ,,.., -,;,, ,,.·.t.~,ur. ;.::fJ,_ n.i/e ,kllo ,11,m, J\-1ra wnninia.110 abbtll fotl,to sm,11ttr~. che '°' nt"l 1tp.). disr.utè'ndo3i H patto « di Londra, I' It.,lia fece le note richieste con– « tenute nell'art. J3, A proposito di tali ri– « chie11te, la Franda chiese &e in esse sa– « rebbe eventualmente compresa Gibuti. L'ano– « revolo Sonnino, allora mini•Hro degli e.o;;teri, (~fece ri,pondcrc ncgath·amente dal!' on. Tit– « toni, allora ::unba!:jdatore di P:ui:;i. Paga <li • questa dichiarar.ione, la Franda nc,n in.:,1- « stette pcrchè la rinunzia a G1!...u~ifosse in– « clu . .a nel patto di Londra, come quella di « Fhlme. Ora q~ando, a conf~rcnz..1.aperta, si « trattò il problema coL,ni,llt-, ! 1 o:-, Sonnino, • not1ostante gli acc\lrdi del 1915, acccnnè a e Gibuti. Ma l'on. Titton1, mere.ore delle di– « chiarazloni di quell'anno. non hi.. ma: chie.:;to « nè pensato dl chiedere Gibuti. Le nvcndi– c razioni del!' Italia si aggirano principalmente t1 attorno al T1bbtl ul al Borku ~ La ~toria di Gibuti fa, dunque. il paio con quella d1 .Fiume. J..'on. Sonnino ,,i ha rinun;~iato in un primo tempo, qunndo cioè er~,:iicuro che la Germania non .sarebbe statil villta e l'Austria non ,;i satebbe :,fasciata; non ha mai volcto sa~ pcrne di rivedere il trattato di Londra, perchè lino all\1lt11no momento ha ritenuto impossibile la vittorì:i rt11Df>l('ta;c:uo.ndo h ,•ht"ri~ ,;trf"r,i– to--o1 da lui non aspettata è venuta, ha creduto 1 potere rimangiar::il le riouncie, scatenando 1 giornali a lui fedeli, in combutta coi giornali ~"iolittioni, clerlcali 1 nazionalisti e democratici– ,tderurgici. in una campagna forsennata di rui• nacce, d' intimidazioni, di baccano infernale. Cosi ha creato, bensì, una sovreccitazione morbosa nel no!lro popolo, ma non ha messo nessuna paura nel Governi di Francia, dì ln• ghiltcrra, deglt Stati Uni:.l. Ha dato solamente alla mala fode e alla mala volontà di Lloyd Ceorg-;, e di Clemenceau l'argomento per di– chiararsi sdolti da ogni obbligo di cordialità nelle trattative di Parigi. Ed è cosi che J'.on. Sonnino è arrivato al pilÌ monumentale <.lei disastri diplomatici. Ognuno al suo posto. Han parlato chiaro. Comporre il blocco dei tre neutr~ùi...nl, socialista, borghese, cleri– t aie. per conqt:i.';tar la C:imer.t e quindi sai– , are l'Jtalia: l'Italia dei prefetti galoppini, dei mazzieri, <lei camorri-.,ti del ~t,rd e del Sud, l'Italia thc ha sabotato la &uerra, l'Ita– lia the h,l rinoeir.i,to la vittoria. L'appello è lanciato: la S'!,1,,,r1 ha proclamato « la fatale nece!>Sit.\• della triplice dbfauista ; il ,lfommlo incomincia a dbrutere. Correndo ai ripari, già c'è chi farnetica di blocco intervcn1iilila, da contrapporre al– l'altro blocco. Ebbene, prima che questa nuova mi.:;tifica• zione cominci a prender piede, sarl bene rom– p<rle il collo. Niente blocchi, a nes..-.unpatto. C'è un indivilluo in Iuli:i, che fa schifo quanto il ~iolittìano neutrafo,ta: e•l è l' inter• '"enti!,t.1 retore, m. ·n -, democratico rfrolu• zj nario a pan,lc e na.zi1.n;i.l·-.ta reazionario a fatti, che 13 guerra eurvpea ha risU.:,citato dallo\ tomb.1 d' i~nou11ni.1, òv,·e --cmbraYa com– J'(')Stodella sucrra di Libi:1. Dar la mano a quc– i,ta gente, dq o le loro prò<lczze di questi me~i d'anni~tili }, non \'0rremmo, neanche per !o,Cam1 3r dall3 morte. Protezionismo doganale e arrembagJ'i? finanziario Nel m{Jmtnto rii ripreni.lt1e la n&< 1 .:-acam• p:ig;n,1c,>ntro il prole1.io ~;..mo, riteniamo indi– ~pen ~2.bi! ee definire !a no-tra po!>i,;kme ali:1alt di fr,mte al I roblema <h,grm:tle. ln tale materia. le nostre convinzi,:.mirima:1- gono oggi quelle che erano nel 1913: le ideo- 1, •gie (' le esperienze della g1..1crr,t, la propa– ganda nazion31isu~, t·ol :mo mito dell'indipen• denu ccvnonomi1.:a, non i,ok• nou le hanno S< o~-~e, ma le hanno rafforzate. E poichè noi s•amr, rondnti che, a p1erra finita, rlopo un periodo più o meno lunio di erbi, la Yita economica ricommc.:erà a svolger.:,i secondo 1~ tendenze c-he s'erano trionfalmente affermate ncll·u1ti1110 cinqu.,nteu11io. nc,1potremmo. qu·1lo– ra ci prcoccupa~imo !-Olt,11\to rldl' ayvenire, ri– prendere la 110:itrac:tmparna al punto in cui I' aL0iamo <11.>Spe~a 1,el h,. q. ~la poicht) I' l,i1ilr) non è una rhista scien– tifica, ma un "!ttimanale politico, che vuole studiare da l:11 µunto di vi:ita pratico i pro– blemi dcli.i. vita conttmpor:tnea, noi non pos– siamo pre11;cindcre,nel trattare dt!l problema doganale, dalla situazione di fatto, che la guerra h:, c.eato e che, per quanto contingente, eser• citerà per v.trl anni un'influenza ,Jecisiva su tutto l'indirizzo della nostra economia. L'au• u,e.,~ _ ... ,l 1 , -· 1 •• :: ,1, :. <.~1• a :.:: ,r.c ~ -"" f raie delle scorte, la rarefazione delle matene prime, le differenze enonni del c,1mbio da paese a paese, i ctebiti fantastìci contratti da tutti gli Stati Europei verso I paesi d'Oltroceano, la .:,Carsit..\del tonnellaggio cd il controllo in– ternazionale su alcuni nfurnimcnti, - son tutti fenomeni, che influiranno potentemente sulla politica economie..'\ degli Stati belligeranti e dcli' l:alia in particolare, e che non possono essere trascurati da chi voglia discutere del problema doganale da un punto di vista pra– tico cd immediato. In queste condizioni 1.10n solo non è pili ~iusto il concentrare la lotta sul trinomio: grano, zucchero, ferro, ma non è nemmeno opportuno il limitarla al solo protezionismo doganale. Per il grano e lo zucchero l'insufficienza della produzione mondiale, l'altezza dei prezzi negli stessi pa~si esportatori, l'alto costo dei tra:,.porti e l'elc, atezza nel cambio, renderanno effettivamente inutile rer parecchi anni ogni fonna di protc•ionc, quando pure, <.Omesem– bra probabile, e .,a non :,.iarba anche formal– mente impos.sibi:c dal mantenimento del con– trollo internazionale sul!a distribuzione di que– sti prodotti. In ogni ca~, JY·r il grano. finchè non si mamfc.-,ti una r,,pida discesa dei prezzi, ogni ,·oce che 11i elevasse a chiedere il ripri– stino del dazill sarebbe inesorabilmente soffo. cata dall'opposizione popolare; e per lo zuc• chero, data 1 1 alte1.za raggiunta della tassa di fabbkaz1onc e date le necessità urgenti del bi– lancio dello ~t.uo, la que~tione della prote• zione prcsen:a un intcre~~e a.ssai più fi:,cale che econom co. . .. Re~ta invece di piena attua.lit.i, nei riguardi dell'Italia, la quc:itione del rrotczioni~mo si• derurgico, che furn1a a.12i il punto centrale della n~tr , politica <.-conomka e<lin un certo senw di tutta ffl. politic.1. iwli:ina. ~on solo, infatti. gli O:,t.lcoliop~ti ali' importazione del ferro e dcli' acciaio, in un m-.·mento in cui -.ccùn<lo ogni probabilità ne diventerl assai n i: r!,,a l'uflcrta :iul mercato mondiale, <l.mneg– scrnnno in 1ni-ura r-ra,•is:iima tutta la nostra vi1a mdu~triaie c,t acrh.:ol,, e 1\ no,tro com• mercio marittanu: ma il protcz!on;smo ~iderur• gico :icguilcrà ad cstcr<-' il 1,;cntro motore di tutte quelle forme cli affarismo e di parassiti– smo, che falc:.anù e corroinpono la nostra vita puU,lica. l\Ia se perc!ò la lotta contro il dominio e le prekse t:ci :,idcrurgid pnò ba:stare da sola a giu:,tificarc b nostra campagana antiprotezio– nista, ancht: in q,1c~to campo la situazione neata dalla guc1 rn ha -ipo:itato completamente i tcrmiui della quc:itione, e non permette di ,·prendere la lotta con gli stt:ssi metodi ed entro gli SlCFSi codini, 1..:hc appari,·ano oppor– tuni nel 1913. Se allora infatti si poteva lo– &icamcnte ,,,crare che il conflitto naturale fra 1' industria siderurg:ca, co'lccntr,1ta in poche officine, e l'.odus~ria meccanica as<iaipiù dif– fuca e import,mte, dov~e detcrmi!"la1e una energica reazione contro un !Sistema protezio– nistico, che elevava sensibilmente il prezzo della materia prnna ph'1 comune e più necessa– ria, < g:gi in\'erc quella speranza è notevolmente indebolita. Le enormi c,.ncentrazioni indu– :striall compiutesi negli ultimi due anni di guer- • .,,.:.nu- ,t.il :uu.,:. t •~11, 1 -0s.-.ibilità ,H \.'.0TI<...::r- rcnza fra i vari rami <l' indu:.tria, stringendo in un vinrolo solidale l'industria mineraria con la sidernrgica, e questa con le indu:stic mec– caniche, elettriche e navali. Per fortuna - è \'ero - -.ono ancora numerose le acciaierie, le fonderie e le officine meccaniche indipen– denti; ma, per il momento almeno, anch'esse sono prese più o meno nell' ingranaggio, e non sono in condizione di mctterj1 ln lotta contro le gigantesche concentrazioui capitali!Stiche. Que!>te concentra,:loni, ( hc m altri paesi possono aver avuto effettivamente di mira la riduzione dei costi di prodnzionc e la più fa– cile conquista elci mercati, hanno invece in Italia due scopi princip,ili nettamente diversi: il mantenirnento e l'amnento cioè della pro– tezione doganale ottenuto con l' as.,:;icurar-,ila clientela delle industrie assorbite, e nello stesso tem(}IJ l'assalto allo Stat'> per ottenere per quest'.! industrie il compenso dei sovrapprezzi che e"° devono pagare nell'acquisto delle ma– terie prime. Dli clue !-iCOpl i1 più importante è di gran lunga il ~rondo; poichè, amme!-sO pure che le poche j?randi officine mect:aniche, indipendenti, riusch,~crn ~td Clltcncrc le materie prime ad un preuo inforic.,rca quello richiesto dalla indu11;tria siderurgica nazionale, - la posi– zione raggiunta dei 1-(tandi gruppi .:,idcrurgico– meccanico-nav.1\i col favore dello Stato sarebbe sempre tanto privik-giata d,l rendere impossi– bile ogni seria concorrenza. Di quc~ta politica gli < !Tetti non han tar– dato a manifc~t:1r:,1. Durante la guerra i ~t<lcrurgici o qualche ~ktà Mrct:amente legata con C,..:,! 1 ~i son affrettati ad ottenere la concc~-.,i•.Jlle di giaci• merrti di lignite, che n~m hanno datv alcun rendimento od h nno dato un rendimento mi– nimo, cd or.i rapprl:Sentercbbero una pura p.1.s• sivi•à per la qu;1iilà s1.adentc <lelcombu~tibile e per la ~ua gran,fo rli,tanz.a da ogni ,;a di comunicazivnc. :'.la ~i trO\"a 1:cr f,:_1rtun:iun r:-ovvido Commi5•ario ai ce;nbm,til ili nazionali, l'on. De Vito, che salva le azioni pericolanti di quelle ,ociet-à, decretando un forte premio per ogni tonnellata di lignite o di torba tra– sfor nata, con criterio econom1t,> molto discusso J1.i t .,;,_·1, in C!lr:rgia clet:rica. Xel:o s1csso tempo alcuni fra i gruppi si– derurgici :.i son dati da fare per accaparrare tutte! le energie idraulkhc ancora di~ponibili e suscettibili <li impianti idroclellrici. Ma ac– caparrate le miniere e lo acque e progettati gli impianti 1 1csta il gran problema di assicu– rar.si gli acquirenti, che In un periodo tanto critico per l'Industria non sembra siano molto abbondanti. Ed ceco lo stesso on. D( Vito commissario ai combustioili, diventato intanto ancl!c l\linìstro dei traaporti, ,·cnlr nuovamente in soccorso, annunciando un piano grandioso di elettrificazione di 7 od 8ooo Km. di fe1rovie con un concorso dello Stato per più <liun mi– liardo. )la sopratutto i siderurgici han fondato le loro fortune future sul cantieri navali, che in proponioni assai modeste essi sono andati im– piantandc negli anni òi guerra, ma in propor• zioni enormemente maggiori essi progettano d'impiantare nei prossimi anni. Si sono messi dunque a costruire navi, dovendo cominciare dal fabbricare ex novo i cantieri, con materie yri• mc rese costosis~lmc dalla protezione doganale o dai noli altisslmi 1 mentre Stati Uniti, Inghil• terra, Norvegia hanno dato una spinta enorme alla loro produzione navale e saranno fra qualche annoinc• ,ndijionc tùwppcrh..,..,i i >tù fa,>i>i:i,1gn,1 e di aderire a buone condizioni alle richieste degli antichi clienti dei cantieri inglèSi. In queste condizioni l'attività di costruttori nava– li non sembrerebbe davvero un' imprc!d troppo promettente, se non occorresse la prov,,·idenza dello Stato. Ed ecco sempre il solito on. De Vito, ministro e commi-.sario, il quale annuncia solennemente alla Camera che è assurdo at– tendersi la ricostituzione della nostra flotta mercantile dagli acquisti dall'estero, che l'umca Yia di salvezza è quella d' inten,ificare la pro– duz.ionc dei cantieri nazionali, e che per que– sto scopo lo Stalo è pronto a spendere una somma che potrà raggiungere I tre miliardi di lire. E poco importa se in questi anni la pro• duzionc nazionale non è rluscit:l a superare le 80.000 tonnellate annue, e se cli quc:;to p:tSSO ci vorranno almeno 15 anni a costruire il fab-– bisogno minirwo attuale per la nostra marina mercantile. ro,•inando del tutto nel frattempo il nostro commercio m:1rittimo. Quello che im– porta per la salvcLza cl'Italia è di salvare i gruppi siderurgico-meccanico-na,·ali, in cui si vuo)e sintetiuare la rin:hczza e la fortuna nazionale. .. Di fronte a simili manifest:uloni di ur.a politica economica completamente assen·ita agli intere:;si di due o tre gruppi capitalistici, è evidente che la semplice lotta contro il pro– tezionismo doganale non è più sufficiente, ma che .1d essa si deve accompagnare la lotta contro quella tendenza paternalistica o inter– venzionista dello Stato in materia cc.:onomica, che in fondo, con nomi e con fom1c moderne, è un ritorno al mercantili~mo dcila peggiore maniera. E per comhattere un.i tale tt.:ndenza non v'è .iltro mezzo che imbtcre tutti i giorni nel chiedere che i,iano sottr<ltte allo Stato tutte quelle funzi .ni, d,e h guerra ha obbligato od ha pcrme .. so di attribuirgli, e 111anosopprbSi tutti quegli organi che soni> stati creati per tale scopo. Fmchè esii,te un Minii,tcro dei tra– sporti, un Comm~riato <lei Combu~tibili, un Sotto!)Cgrctariato degli :.1pprC1vvigionamcnti,e

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