L'Unità - anno VIII - n.28 - 10 luglio 1919

problemi della vita italiana Direttore: GAETANO SALVEMINI-" Direzione e Amministrazione:Firenze, Via S. Zanobi, 11. 64-" Abbonamentoordinarioannuo L. IO, semestraleL. 5.25 per il Regno; Annuo per l'estero L. 15 -" Sostenitoreannuo L. 30, semestraleL. 15 •• Un numeroseparatoceut.20 -" Si pubblica il Sabato.a ROMA e a FIRENZE.,,_ C. C. con/a posta. Anno Vlll .,,e N. 28 ~ 10 Luglio 1919 SOMMARIO: Conservatori rivoluzionari, L'UNITA. - Rivoluzionari conserva/ori, L'UNITÀ. -le polizze ai combullenti, M. RUBINI. - Scambio di paternità. - Costumi scolasi/ci, g. p. - Una cronaca. - I deboli e I forti. - Quelli che formano l'opinione pubblica, C. - Come si forma la medesima - Cronaca della Lega: Per l'organizzazione, IL C0NSI0LJ0 CCNTRALe; // Gruppo di Roma. Conservatori Le pcJS()r" di b·~-ll,.,1, r .... e ! ···r •hh• i,rt.n- der nota dell'atteggiamento, che hanno tenuto nei giorni dei tumulti certi giornali... per bene. Caratteristica la Na:..1iJ11e di Firenze. Nel numero del 3 luglio, la 1Vasion~ dedi– cava due buone colonne della se<.:ondapagina a descrivere « la disciplinata rivolta di Forlì « contro gli accaparratori». Va da sè eh~ i ma– nifesti pubblicati dai partiti rivoluzionari for– livesi per mettere in guardia il popolo contro il pericolo che i tumulti dcir;scro il pretesto ad une reazione, erano dilig<.ntemente taciuti. La terza pagina, poi. conteneva mezza co– lonna di im·ettivc incendiarie contro gli affa– matori. Ecco i fioretti più belli: « In verità, è « amaro di dover S<.:rivcre parole di sdegno • contro gente che, bene o male, fa pure parte « rlella famiglia italiana. l\fa il disgusto e l'ira « ci ..algono aUa gola. E mai possibile di dover « trovare anche oggi, dopo la tremenda lezione « della guerra, uomini cosi testardi e perseve– « ranti nel male? Ma nQn. sentono nulla, questi « sciagurati, di quel che accade intorno a loro? • Noa pensano che la pazienza del popolo ha e un limite terribile, oltre il quale tutte le più « crudeli incognite sono schierate? Hanno cer– « vello, hanno sangue, hanno nervi, questi mal– « vagi cittadini? Noi non a~giungiamo di più. e Abbiamo ancora tacvaga speranza che alcuni ,. e&Cmptm 1er. P' :,,._no Jar r:t..savirequesti per– « vertiti. Che se anche queste speranze do\·es– c scro fallire ... eh, allora, 0011 saremmo noi • certamente a lamentare lo scoppio di una ,. indignazione collettiva che si sarebbe fatto e di tutto per provocare •· La « indignazione collettiva » scoppiava, infatti, nel pomeriggio del 3 luglio. E la 1Va– s10,u, nel numero del 4 luglio, dava la notizia dei fatti ron questo titolo in carattere elefante: « Ieri, a Firenze, è accaduto l'inevitabile•; e io sei colonne di cronaca, non una parola per deplorare i disordini, per raccomandare la 6ne; anzi: e .O:.bbiamo dir Mlbito che il movimento « si è svolto con una certa disciplina e serietà, « salvo, naturalmente, alcuni casi isolati che « son.., del resto inevitabili nelle :,Ommosse di .. carattere popolare per l'intromissione di tor– e bidi elementi ». Ein prima pagina ilvanto di a\'ere preveduto da due anni quel che finalmente è avvenuto; nuo– ve accuse alla • orgaoizzazionc affaristica •, le cui botteghe sono da dodici ore sistematicamente svaligiate; e in fh.e un incitameo~o sbiadito alla calma, in cui non manca il velenoso colpo finale:« La Camera del Lavoro non deve nem– « meno dimenticare che. ~mio essa preso la « ~,spon.sabilità di 11nmoviì,unlo di requis,~10,u, • il suo dovere è di provvedere che esso non to. Ui•.tn~i U!. 5at,;1.'1eggio d;,.tmt•o.-e ,jj <1ucl gf'• « neri app11nto.che :iionola vitale necessità del «momento». La nota della responsabilità della Camera del Lavoro ritorna nel numero del 6 luglio - quello del 5 luglio non uscì per lo sciopero : 4:: La prima cosa - spiega l'onesto J ago - è « di sbroghare il pasticcio giuridico creato dalle « requisizioni della Camera del Lavoro. I diri– c genti di quest,t comprenderanno che ,ssi kamw « ,ma gravi.sumo 1tspo1tS06ilitàciv,1ee penai,, in e ogni tempo: umana in questo momento, per– « chè dallo st«i requisito dipende l'approvvi– « vigionamento della Città per tutto quel tempo e che sarà necessario a organizzare il nuovo e sistema di approv\'igionamento >. Dunque, se gli approvvigionamenti mancheranno, la colpa sarà della Camera del Lavoro. rivoluzionari La ~\'t, ... w,rc., dopo a,elc st,;atenato1 proprio essa, i tumulti, sa benissimo che non la Camera d l Lavoro ha ordinato le requisizioni, ma le merci • requisite i,, s1 sono accuim1late tumul– tuariamente per opera della folla alla Camera del Lavoro: ciò sapendo, coruinci.l a dirigere la inquietudine popolare contro la Camera del Lavoro 1 dopo averla diretta contro gli « affa– matori >>. Nel numero del 7 luglio, poi, smaschera le batterie: i bottegai e i contadini oramai con le « requisizioni » e coi sacch• ggi sono stati me!)Sicontro la Camera del Lavoro. Questa è caduta, ingenuamente, nella trappola, di as– sumersi eS:-i."\ la res1>0n-.abilit;"t delle « requisi– zioni •, che la Nasiòne aveva scatenate, e che l'autorità politica era impotente a unpedire. Scavato cosi l'abisso fra esercenti e contadini da un lato e socialisti dall'altro, la Nas,One imbocca con dbinvoltura la tromba dell' or– dine: « Di interessati al disordine non vi sono • che quelli che sperano in un rivolgimento « politico. Non è a dire che manchino, e che e non ritengano espediente per il loro scopo « anche di spingere il paese a 1 1a fame e alla « miseria. Questi elementi sono arrivali in ri– « tardo per trasformare le convulsioni econo– « miche dei giorni scorsi in un movimento « politico., m~ non bisogna per quesJo crec!~rr; 1 « che abbandonino la partitl. E' qu~sto il mo– « mento preciso nel quale bisogna invigilare · « teneui stretti, chiunque ami il proprio pae~.!: « non lascian,i traviare nè da fazioni nè ua « parti, non dare il giuoco troppo facile ai • nemici interni. Questo paese, noi lo diciamo « in verità, ha ancora qualche settimana diffi– t: cile da attraversare. anche superata la sca « convulsione econornica. Il ,o de\e aver luogo « una manifestazione politica generale. I par– « titl costituzionali hanno l'obbligo di non la– « sciarsi deviare, per gradito Q ~gradito che sia « in questo momento il loro dovere, <laJl'ar– « poggio al regime e dalla dife:;a del!' I– « talia •· L'affnrismo nazlonalista, militarista, side– rurgico italirtno non può tentare il colpo di ristabilir,' l'ordine, il suo ordine, se Jlfirna iJ paese non si è ben bene st,mcato della ioquietu– dinc sconclusionata, che ha prese le classi ope– raie delle città. 1 disordini, da cui non ruò uscire r.cssun nuo\'0 ordinamento politico e sociale - potrebbe uscire tutt ·al più una straccio di repubblic~.... provvisoria - i disordini sono tanto di guadagnato per i calcoli della com– briccola, che non vuole rinunziare alle posizioni conquistate nella guerra e sa di non poterle mantenere che con la for.:a brutale. Tutto ciò, chC;.acc,umn!a odio coni," ;;li c,1-,.•r , ,.Je 1..ht.J. ueÌ!e aitre classi ddla popolazione. pre– para il terreno alla reazione E che cosa meglio delle « requisizioni • contro bottegai e conta– dini può fayorire questo piano? Ecco perchè i tumulti annonari sooo ecci– tati o almeno accolti con simpatia ... per uno o due giorni da certi giornali. Quando la stan– chez1.a sarà di\·enu:a univer:;ale contro uno stato di cose, di cui non si ,·e<lràla fine, allora i prefetti non saranno più indulgenti come in questi giorni: allora funzioneranno per le strade le mitragliatrici. E allora i giornali come la Nazione li troveremo ad urlare furiosamente, non più contro gli affamatori, ma contro i... bolscevichi. J./UNITÀ. Rivoluzionari Nella tempesta. « Proletari! - scrive\'a la .D1Jua di Firenze « del 21 giugno 1919 - L'azione è imminente: « fate che sia decisiva I Sorgiamo I È venuta « l'ora di tener fede agli impegni presi di « passare dalle parole ai fatti. Oggi e I' ,)ra « in cui si raccolgono le fila di una immensa « rete di incitamenti alla lotta e al s<1cri– « hcio. Guai a chi credesse di poter dare « sfogo ali' ira popolare con uno sciopero « generale contenuto in prestabiliti termini '-< di tempo. Le masse !'iaprebbero guidarsi da '-< sè. Il generoso popolo nostro non vede nulla e che non sia l'azione, alla quale è stato edu– « cato; non spera in nulla che non sia l'.izione, « nella quale gli si è fatta porre ogni speranza. « :Ma che sia azione, azione \·erd e risolutiva. « Compagni, sorgiamo! La grande ora sta per •scoccare!» ' Quand'ecco nel pomeriggio del 3 luglio, il « generoso popolo » 1 avendo letto nella Na– zioru una lunga relazione di quel che aveva fatto il popolo di Forlì,« roqui:iendo 1> milioni di merci nelle botteghe private e consegnan~ dole al Comune o costringendo i bottegai non requisiti a mettere i loro negozi « a disposizione del popolo • - il popolo di Firenze comincia a fare altrettanto. La grande ora è scoccata. ' '91:' ·<, ,1 ,,'m-.1df\V da sè. Le autorità go- ~~'native e comunali si sono ccclissate. Du• 1 ~nte tutto il pomeriggio del 3 luglio, e la 1 olle dal 3 al 4 luglio, e la mattinata del 4 J..1glio, il proletariato può fare tutto quello ,be vuole. Che cosa fanno allora i socialisti rivoluzio- •'ari della .l),Jesa? · Alle J S del 3 luglio due o tre mila operai affollano alla Camera del lavoro. Il Segre– •.,i..iospiega che « la classe operaia è costrtlla -a mettersi alla testa di un movimento ener– . gico e risoluto contro Jlingordigia degli spe– ,.,culatori e degli strozzini>. , Dopo di che si proclama lo sciopero ge• .eralc. li quale, a quell'ora, è già avvenuto t >0nta1'eamcnte; come spontaneamente inco– J "tnciano le « requisizioni > nelle botteghe; 1 Jme spontaneamente la folla porta alla Ca– tera del lavoro tutte quelle merci « requisite », r\ie non sono state di,trutte, o non si sono... !t ,erdute lungo la via. ,. Alle ore 18, il Segretario della Camera del l ,•oro e si reca a colloquio col Prefetto conte « Olgiati, presso il quale sono riuniti anche •~on. Rosadi, il Questore e il Vice-que~aore ». \ a. forse a prendere possesso della Prefettura h• nome del proletariato dittatore? No. Va a t')Omlnarc una Commissione, che studierà per • domani 11 mezzo migliore per distribuire i « riveri, e nello stesso tempo per disciplti1are « ' movimmlo, del quale possono approfittare « ,li clementi pii1equivoci della città, 4cgeoe– <t randolo ». (N~i'one, 4 luglio). La mattina del 4 luglio, alle 9 1 la « disci– plida del movimento • comincia a funzionare. Nel:a Camera del lavoro si riuniscono i rap– pre. ~ntanti del Consiglio Generale della Ca– meu del lavoro, i segretari delle Leghe, Il Co– mit;to direttivo della Sezione socialista e della Ft(!...razione provinciale socialista, i rappresen– tanti dell'Unione anarchica e dell'Unione sin– dacale. - Deliberano la continuazrone dello sclorero: della quale deliberazione oon ci sa. re?'>~ bisogno, perchè lo sciopero continuereb– be anche senza di essa. E subito comincianoa dlllril,ui,e ai bollegai d,i fogli col bollo della conservatori Camua u'~: faro,..,, 1,1.c1...,: .... t. ni. :> mcs 1 ,1.11:t• p..>rtc dei negozi non ancora « rcqubiti •• affinchè nessuno li tocchi, essendo essi « a disposizione della Camera del lavoro;» cioè la Camera dtl la-JOroassume ~sra il compilo di lut,lare la pro– prulà privala. Nello stesso giorno, la Commissione deli– bera << che i prezzi di tutte le derrate sotto– « poste a calmiere sieno vendute colla <limi– « nuzione del 50 per cento: tulli gli altri ge– « neri non calmierati, compresi i medicinali, « dovranno es.1:1cre diminuiti del 70 per cento». E comunica la notizia al pubblico con due manife!lti; dei qt1ali uno spiega: « Le delibera– « zioni soprascritte! comunicate ad una rap• « presentanza dell' l/11ione Gmernle f,a rii uer– « unii ad alle Co perative di Consumo veni– « vano da queste accetl.1.te. V'inviliamo 9uindi « a duislue dalle ùriiiate requisizioni e prcten– • derc nei vostri acquisti i prezzi stabiliti .-; e l'altro raccomanda: « Confidiamo nel buon « senso e nella disciplina, alle no:,tre delibera– « zioni, della massa operaia per ritenere che « lasurà 1'ndislurbalala vendita 11a' pub611Ci uer– ~ CIZi. » Sistemata cosi alla meglio la situazione dei bottegai, occorreva far ces9are lo sciopero. E an– che questo fu fallo. li 5 luglio era sabato; la popo– lazione cominciava ad e~re sta.nca e a domaP– darsi dove si andava a finire. La mattina del 5 luglio, l'assemblea generale dei rappresentanti delle Leghe aderenti alla Camera del lavoro e de– gli organi politici, votò un ordine del giorno, in cui, « constatata la piena riuscita dello sciopero « generale rispetto ai fini economici immediati « per i Quali era stato proclamato; constatata « la necessità di provvedere rapidamente a « mettere lo nostra città per quanto dipende • dalle rappresentanze della classe lavoratrice « in condizioni d1 approvvigionarsi; riconfer– ..:mando solennemente la decisa cd irrevoca– • bile volontà della classe lavoratrice che la 1vendita dei generi di prima neccssit:i e di « tutte le altre merci si effettui sulla base dei +: prezzi ridotti stabiliti nelle precedenti deli– ccberazioni; ritenendo che la della vendila 110" • possa effelluani senra la ripresa del lavoro di « Iuli, le categorie di operai t di impitgali; - +: delibera la cessazione dello sciopero gene– « raie>. Lo sciopero generale, secondo diceva un av– viso messo sui muri, doveva cessare la sera del sabato a mezzanotte. Siccome il giorno dopo era domenica, la Camera del lavoro era sicura di essere obbedita da tutti: chi voleva continuare lo sciopero, poteva continuarlo per• chè era domenica; chi avesse voluto tornare al lavoro, doveva aspettare per forza il Junedl; frattanto era un altro giorno di riflejsione, che andava tutta a profitto del buon senso e della stanchezza dei tumulti. E Il lunedì, 7 luglio, la ripresa del lavoro avviene senza diffi– coltà. La Camera del Lavoro di Firenze, In– somma, diretta eia socialisti rivoluzionari, ha fatto nei giorni 4 e 5 luglio, cioè nel periodo critico del movimento rivoluzionario, un'azione sistematicamente consen•atrice. Ci sono stati bensì i prezzi ridotti del 50 e del 70 per cento; ma al punto, a cui erano giunte le cose, cioè mancando agli esercenti ogni protezione della forza pubblica, questi dovevano considerarsi ben fortunati di poter vendere a prezzi di liquidazione anzi che essere (t( requisiti »; nè c'era altro mezzo che l'annunzio d'una tal~ riduzione dei prezzi per far cessare le « requisi-

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