L'Unità - anno VIII - n.27 - 3 luglio 1919

142 più forte una parte dei seggi disponibili. Con questo sistema, le liste in lotta si riducono qua,i sempre a due, perchè una sola fra le mino– ranze - la più forte - può ottentre le bri• ciole del festino. Ne consegue che i partiti sono costretti alle più strane e più immorali e meno dignitoi,e alleanze e confusioni d'idee e di nomi, per mettere insieme una lista che possa conquistar:e la maggioranza o almeno la minoranza. Le lotte diventano più accanite che nello stesso collegio uninominale, perchè hasta non solo voto di maggioranza per assi– curare la vittoria a un intero blocco di can• didatl. l gruppi e partiti giovani o di avan– guardia, che nelle prime aff\."rm:izioni non pos• sono non es,er~· intransigenti, restano esclusi da ogni rappresentanza. Uomini di vero ed alto valvre morale ed intellettuale, pel fatto di non appartenere ai grandi partiti di massa, sono esclusi dalla lotta; mentre almeno col coll<•gio uninominale qualci no, per il fascino che eser– cita in una C( rchia ristretta, riesce a penetrare nel parlamento (BoscoLO, La rappresenlan-:a propor=1"om1/1, opusr:oli dell' {/nità). Sarebbe il con-,ulidamento dell'attuale oli– garchia giolittiana. Ed è naturale che questa proposta veng'.\ <la un giolittiano patentato, come I' on. Carnera. Allo scopo di f.tr inghiottire questa pillola al « prnletariato evoluto e co~iente », è diretta l'altra proposta di a~egnarc 100 deputati alle organit1.azioni proletarie, culturali, economiche ecc.: cioè si assegnano z5 rappresentanti a un paio di migliaia ùi universitari ed accademici; a in-.egn nti medi e mae-.trl elementari, niente! altr.!ttanti rappre<J~ntant1a un milione di con– tadini e di operai organizzati, e ai molti altri mi– lioni di di<iorganiz1.atinientC'l e cosi di sepuito. E le norme, con cui dovrebbero essere costituiti qu<::.li1,pcciali corpi elettorali, sono rinviate a una commissione, che avrebbe mandato di fidu– ci,d Non si spiega, per C!I. se gli elettori iscritti nei collegi profc!-sionaliavrebbero dirìtto di voto anche per la elezione dei 400 altri deputati nel quale caso si creerebbe una minoranza di privilegiati forniti di voto plurimo, - op– pure !leeserciterebbero II loro diritto solamente nel compartimento stagno del proprio collegio: nel qual caso si spezzerebbe la unità di tutte le dassi, fra gli elettori Imprigionati nei col-' legl professio.nali e la restante moltitudine ri– muscolantesi nelle circoscrizioni territoriali plu– rinominali. Ma nl)n è il caso di perdere il tempo a fare la critica di questa goffa caricatura, improv– vi.,ata e mal costruita, delle nuo"e idee, che tendono a introdurre le rappresentanze sinda• cali nelle costituzioni politiche. Ci troviamo di fronte a un uomo, che avt.:ndo sentito par– lare vagamente per la prima volta di « rap– presentanza integrale•, vi si è buttato sopra, per sfruttare la no,·ità. della cosa e l'ignoranza altrui, per secondi fini di lotta politica parla– mentare. Il progetto Rigola. Degna cli una discus<Jionepiù rispetto!a è la proposta eleborata, per la Q1n/eder.1uimege– nerale dei larwo, dati' on. Rinaldo Rigola. Si tratta di un sincero tentativo di trasformazio– ne del Padamento in senso sindacale, - ten– tativo che risponde a :rna tendenza senza dub– bio profonda della vita contemporanea e de– stinata a realizzarsi con effetti benefi, i pel funzionamento degli istituti parlamentari. Secondo l'on. Rigola, la Camera dei depu– tati dov,ebbe ellsere compo.ta di due classi, in egual numero, di rappresentanti: rappresen– tanti di Interessi generall 1 eletti da collegi ter– ritoriali plurinominali co:, rappre-:entanza pro• porz:onale; e rappresentanti di imteressi pro• fessionali eletti da collegi nazionali profes– sionali e sempre col sistema d Ila rappresen– tanza proporzionale. Ogni cittadino avrebbe perciò, due voti: uno nel collegio territoriale e uno nel collegio profe-;sionale. li concetto delle rappr~eotanze professio– nali è ottimo. Ma giova chiedersi se il progetto Rigola riesca a realizzarlo meglio che non si realizzen.:bbc... da sè In una larga circoscrizione territoriale, in cui le ele,ioni avvenis:,ero colla rappresentanza proporzionale. Ci sembra, in altre parole, che l'on. Rigola non si sia reso con•o che uno dei meriti e:-'lenziali della rap– presentanza proporzionale, quando sia applùala ;,, larghe orcoscri,,"oni, ~ appunto quello di con• L'UNITA sentire agli elettori iscritti in organiz1.azioni pro– fessionali, di crearsi bOer,1me11le una rappre~en– tanza parlamentare proporr.ionata alla loro reale forza numerica, intellettuale e morale. Nulla vieta, infatti: che una foita di dieci o quindici o venti cand:d. .i.ti sia compilata da una coallzi?ne di organizzazioni professionali, in cui ogni organizzazione abbia i suoi rap~ presentanti: e quanto più fo:.se intensa la im• popolarità del partiti polhici, tanto più si esten– derebbe la pratica delle liste professior.ali. Ognuna delle quali conqulster.\ tanti man– dati quanti corri3pÒndcranno alle forze ef– fettive di e::-sa.:e la rapprc:1entanza degl'inte– rcs~i profo,sionali varier~,.regione per regione, volta per \'Olla, secondo Il rew e hc ciascuna organiz:r.azione sarà riescita ad acquistare in confronto delle altre forze soci.,li. Gl'interessi profc1s.onali, il,somma, potranno collegars~ Jj. bcramcnte, cas.o per ca~, luogo per luogo, c.cnza e":;ere cristallizzati in liste elettoraU. ar– bitrariamente prerostituite Col sistema Rigola bisognerebtc fare una nomenclatur.t ufficiale delle professioni: prima difficoltà! E quale autorità ci mpilcrebbe le re– lative liste? E come evitare la creazione di false professioni, di fui certò.lmente farebbero uso moltissime per~one di... agile ingegno per ingrandire artificiosamente la dimensione di certi intcre!lsi professionali a danno di altri? Il sistema pro1-o:;todall'on. Rigola, insomma, porterebbe una burocPtiua1.iooe delle orga– nizzazioni profc,::-i,nali, l·he non crediamo rie– scirebbc utile a qu,:lla a,;;s,llut:i. libertà d'azione, di cui le organizzati ,ni sindacali hanno bisogno nella loro azione economica e politica gfoma– lier.1. E anche quando fos-;e~iuperata questa diffi– colt:ì, il nuo• o sistema non farebbe se non creare una Ca.mera di deputati, che sarei-be formata da due metà ... eguali. Infatti, l'elettore, che di– spone!tse di due \'Oli, do,,rebbc in teoria ser• virsi ddl'uno per la tutela dei suoi interessi professionali, e dell'altro per la tutela dei suoi interessi generali. Ma come concepire que,to sdoppiamento cli personalità e di azione? In ogni interesse profcij-;ionale 1 qu:rndo ~ia legit– iimo, c'è bene un intere 'l.se generale; e an– che qu:rndo P interesse profe1:sionale non è legittimo, anzi sopratutto allora - allo stato attuale della evoluzione morale e della coscienza politica del nostro pae:JC- l'interessato è con– vinto di difendere un interesse generale o fa le viste di esserne convmto. Teoria e pratica fanno prevedere, insomma, che l'elettore voterebbe con le steise preoccupazioni tanto nel collegio professionale, quanto nel collegio generale. Cioè cercherebbe di avere, non uno, ma due rappre– sentanti dei propri interessi professionali o.... pcr:;anali. E questo l'ha vbto anche l'on. Rigola, tanto è vero che è ricorso al ripiego d'un articolo, che dice: .e Ne~suno può cs.!terecan– • didato per la rappresentanza generale e per ~ quella professionale, nè figurare in più di « una lista della medesima rappresentanza ». Così i candidati delle due metà della Camera saranno dh•ersi per imposizione della legge; ma quale articolo cli legge potrà impedire che il mede~imo elettore voti, nei due diversi col• egi, sia pure due diversi individui, ma con una sola idea diretti"a, sforzandosi di dare nella futura Ca.mera un duplice peso al suo lnteres:.e, legittimo o illegittimo? Se non c'inganniamo, la tCn·lenza gene– rale - e ottima - a cui si i!lpirano i progetti di riforme costituT.ionali, che si moltiplicano oggi in Europa, sotto la influenza «. 1 ella rivo– luzione ru:»a e della rivoluzione gem1anica, non è quella di accentrare nei parli.m1,:ntinazionali la cura di nuovi problemi, il che av\'errebbe se i parlamenti acqul':.lla:s-;ero la duplice ori– gine, da cui :•on. Rigola vorrebbe far derivare la Camert itali.1na. La tendenza è, invece, a decentrare i ptoblemi prnfes-.iionali, a somi– glianza dei problemi IO<'ali,dal "ecchio unico organo legislativo 1 a nuo,·i organi legislativi, locali o professionali, in modo che gli antichi parlamenti nazionali sieno alleggeriti climoltis– sime delle antiche funzioni e ridotti a quei soli problenii di politica genera le, che non si possono laiciar monopolizzare eia ne.,sun con– siglio proiessionale o locale (poli1ka C'itera, doganale, monetaria, l>ancaria, militare, cqdici, ecc.). La tendenza, in-.omma, non è a impor– tare le rappresentanze !\ind.tcali nei parlamenti na:r.ionali, ma a trasferire dai parlamenti nazio– nali nelle rappresentanze sindacali le funzioni di :spedfico lntcrC.'-SC sindacale. Come sarà risoluto questo problema - che -de,·e, in un modo o in un altro, essere risoluto, pcrchè il parlamentarismo non è più tollera– bile - non appare ancora chiaro. Il problema è presente a tutti gli spiritij ma nc.,n è ancora chiara la soluzione. Siamo nella rase, ancora caotica, dei progetti individuali, non pe– netrati nella t0Scienza delle m,1ltitudini. E occorrerebbe essere molto cauti a pretendere che sieno trasformate a un tratto in legge le idee, che questa turbinosa crisi degli s1 1 iriti suscita in quantità straordinarie, !-enza che ci sieno sufficienti elementi per assk-uranti se si tratta di sistemi che rispond:ino dav"cro a neces-"lil..\ reali, o se piutto5to non ci troviamo di fronte a fuochi fatui. Lo stec;soon. Rigola non ha un'idea chiara, in tutti i particolari, del suo si!tema: e perciò rinvia le nonne per la formazione delle liste profession.tlt e per le vvtazioni 1 ad una com– missione di venticinque memLri, scelti dal pre– sidente della Came~a, che sarebbe l'on. Mar. cora o - d, ,,111/0 ti, feius l - l' on. Barzilai. Quest'abbandonare problemi cliestrema gravità alle elucubrazioni di venticinque signori, di cui ignoriamo i nomi, e tutt'al più sappiamo che sar,mno persone ... sospette, non è di nostro gusto: o queste norme esistono nello spirito di chi presenta H progetto, e vogliamo conoscerle, e vogliamo discuterlt; o non esistono, e ven• gono affidate ad una commi-..iionep.1rlamentare, perchè faccia I· i quel che il prop{nente non !!a fare, e allora il proponente abbia meno fretta: elabori e definisca meglio le :.ue idee, e allora se ne parlcr.\. 11nostro dovere. Oggi come og-gi,è nece,;-ario che tutti gli uomini di buona fede. rinunziando alla illusione di ri.301veresu due piedi tutli i problemi che agitano e turbano le coscienze, si (.Ontentino di risolvere meglio che sia possibile i problemi che sono giunti a maturità nella coscienza del paese, e si adattino a lasciare qualche cos;t da fare ai loro... surcessori. O1bene, oggi come oggi, un'idea è dcfini~ tivamentc acqui-.ita alla coscien1.a del paese: nessuno1.1110/e più saper-nedel collegiO ,m,iio,r.ù1ole; fare le elezioni "'prossimecon que,;to sistema, significa preparare una ri\'oluzlone antiparla– mentare. Dato siffatto stato degli animi, i gioliltiani cercano, mmancanza d'altro,disostituire lo scru– tinio di lista a.Icollegio uninominale; e arruffano il problema della riforma elettorale con quello delle rappresentanze sindacali, per potere più agevolmente scambiarci il bambino nella cuna, e farci trovare lo scrutinio di lista in luogo della rapp esentanza proporzionale. Tutti coloro, che \·ogliono la pro1>0rzionale sinceramente, non devono prestar.si a questo gioco. Esi te un progetto di•lcgge: quello del– l'Associazione proporzionalb,ta. cli Milano, riela– borato dalla Commissione parlamentare, di cui è presidente l'on. De Viti e relatore l'on. Mi– cheli. Questo progetto, con qualche chiarimento e integrazione, che non ne altererebbero le linee, 5arebbc, anche se non perfetto, buono. Stringia– moci, dunque, intorno a questo progetto, che è spiegato chiaramente nell'upuscolo del nostro Bo!3colo,e combattiamo per esso, sen1.a.lasciarci dividere e sviare da altri progetti, magari più attraenti e più rivolu1.ionarì,ma che ancora non hanno raccolto intorno a sè i con~ensi del pro– getto parlamentare. Le leggi elettorali non !lOno eterne: questa, che pas•efà nei prossimi me.si , la riformeremo l'anno venturo ~ l'e:-.perienza ne dimostrerà la necessit~; la integreremo con altri provvedimenti più radicali, via ,·ia che questi saranno liusciti ad assumere funne con– crete cd abbiano raccolto un com,cnso abba– stanza largo. A d1oque four suj}il sa jll,"ne. Oggi sfondiamo questa porta. Sfond:.tta questa} ci sarà più facile ~palancare le altre. PIERO GODl!TTI. Si può aiutare l'" Unità" pagando subito /'abbo11a111e11to, se11;a spet– tare sollecita;io11i, che richiedono ingenti spese postali e rendono più grave il lavoro dell'amministrazione. La proporzionale in Francia Perchè i nostri lettori si rendano conto del- l'adulterazione, che è stata fatta in Francia, della rapp:e~entanu praporzionale, e si met- 1ano in guar<lia contro i tentativi analoghi, che si faranno nelle pro-tsime settimane In ltalia, ricaviamo dal giornale L'fl,mta111~I alcuni casi dei resultati camorristici, a cui può dar luogo il sistema fr.•mce~e. g 8 8 8 8 & R ~ <--10 " 00 .,., -~~ f.; '-' .; .;. ,.:. ::; :::, .; :: v.:.= N- :o - ..., - '°~ Q~ g 8 ~ o 8 8 8 8 < ol0 "' ... 8 .,.,.,., .,., "? ·tgg T:.:l '-' oò :: .., * :::, .; !! == !! := ~ "' ..., '° ~ :~ g ! § 8 § 8 § § <..~= "' (0 '&!!~; '-' ± ~ ,._ .., e> ,.:. ~~ ;J;: ~ 00 N "'~ :~ '&,< g ~ 8 8 .§ ~ ~ .§ r, "' .,., .~~ '-' ;/.. ± j :::, oò 'b, E~ B"' g 8 i 8 8 § 8 .El< i. !S "' ..,. .,., .,., .'!~ '-' ,o è' :::, :::, ~ N .,., ·=~ B.., g § 8 8 8 8 Jg< !I !S .. "' 00 ,._ "? .~~ '-' .; ± ± .., :'.' :.. ... -~~ 3.., < 10 u Q tJJ " .. "' A A -~ .. I ·~ -~ A . .o * i::- ·5 ~ 8..!! .:z ·e -;;i A " " . ;:; < 'lii i -o - .. i; li o .. > ... ~ > ~ Insomma, In Francia hanno sostituito alla rappresentan1.a proporzionale loscrutinio di lista il quale ha Ilvoto limitato nelle sole circoscrizioni che debbano eleggere più di cinque deputati. Ma i politicanti hanno avuto la furberia di continuare a dare il nome di rappresentanza proporzionale a un sistema, che o bOpprime tutte le minoranze, o ne rispetta - e in mi– sura inadeguata - una sola. Lo stesso trucco sarà indubbiamente ten– tato fra noi. Ed è bene, fino da ora, dare l'al– larme e m ttersi sul chi i·ive. Per l'istruzione agraria Leggo nell' U11il~ del 2 i giugno il belli'ISimo progetto di Camillo Ferrua sull'i.strur.ione agra• ria. E mi domando : perchè J 1 idea del Ferrua non si potrebbe rendere attuabile subito ? Noi abbiamo In Italia un centinaio di scuole pratiche di agricoltura, private, o go– vernative: ad Ascoli, a Lecce, a Macerata, Messina, Pozzuoli, Roma, Brescia, Susegana, Caltagirone, Caluso, Catanzaro, Cerignola, Cosenz,1, Eboli, Fabriano 1 Castello, Gitrella del Monte, Imola, Pesaro, Pescia, Pedlmonte d'Alife, Pozzuoli del Friuli, S. Jlario Ligure, Sassari, Tennini, Voghera, Todi, ecc. ecc. At– tendendo che nuove scuole apposite sorg,mo, perchè non utilizzare come maestri per le scuole r rati. gli allie\•i, che escono da que3te scuole pratiche, tutti contadini di nascita, che po-– trebbero senza altro tornare al paese in questa nuo"a funzione ? Basterebbe una leggina, che autoriz1asc;e .1ll'insl·gnamen10 nelle scuole ru– rali i licenziati dalle scuole pratiche, dopo che abbiano completato gli studi con qualche lezione di didattica , lementare. Nè i comuni a,•rebbcro bi!:og!lO di spese pei campi ~p,rimentali. Perchè questi maestri potrebbero facilmen 1 e tro\'are nei paesi un pezzo di terra da lavorare cogli allievi, dei cui p1odoth cederebbero un'.\ parte al pro– prietan"'I. Jnsc.mma il progetto del Ferma di dare ma<..stri a~rko-tori ai comuni rurali po– trebbe csst.re attu~to subito. GrnA Lm,ton.oso. Gli abbonati v di zona di guerra sono vivamente pregati di comunicarci la loro partenza dalla zona di guerra non appena I reparti attuali sono scloltl: cosi cl risparmieranno la spesa e la fa– tica di continuare a Inviare In zona di guerra delle copie, che vanno del tutto perdute.

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