L'Unità - anno VIII - n.20 - 17 maggio 1919

' , problemi della vita italiana ~ \J\ ,li\•~• ,,1 \ \lva1pU\ 0 1'1\ ll•r:-i -----:-:--:-;--J ,w, 'JI''") - ,\f.1.1.S: l..'1 !l'l" nn.:1. "''''d "' 110 _,,_ - - - .... Direi/ore: GAETANO SALVEMINI-" Direzione e Amministrazione: Firenze, Via S. Z4•11obi, n. 64-" Abboname•lo ordinarioannuo L. ]f}, semestraleL. 5.25 per il Re~u; Annuo per l'estero L. 15 •" Sosteni/ore annuo L. 30, semestrale L. 15 .< Un numero separatoceni. 20 .,. Si pubblica il Sabato a ROMA e a FIRENZE•" C. C. con la po,t•. Anno Vili '"' N. 20 ..: 17 Maggio 1919 SOMMARIO: Cinque doma11de. - ldte per doman l'altro, L'UNITA. Al signor Auguste Gauvain del •Journal dc iJebals •, G. SALVEMINt. - // vecchio. - Paolo Urano. - Scuola pubblica e scuolL privata, g. s. - le metamorfosi di un partito. - La spartizione del bollino. - Le adesioni alla Legn. - Oli amici di Catania e gli amici cli Milano. - Ltllur~ raccomandate Cinque domande 1>viconre,sata lo stes.-so nemico no!;tro. Chi ·~·,,1,1mise il delitto di perdere anc:he qu<.:ll'oc• c:-i:-··,neper ricordar,,i che Fiume cm italiana) •- • •,..'~.I . '···. i{on ant:nu !•"'iumc? C -lpa dc\.!li <1lleati. L'to– vremo ir.c.1.Je. a mct:+, in pro\'a? Colpa degli it 1 leau. );on aue1uo colonie? Colpa degli al– leati. Le condi--;ioni dei no:1triPmigranti saran- 111, 1>- nurd.tC? Colp.1 degli ·Jlieati. Non avre– mo inrh.·nulla, Colpa dt.:_;li a1lc,1ti. N'(•navrc– ltlO a~tt ,it:\;, C 1 :!11;i tlc:.rh a,lca:i. Saremti soii tra u11:1!lcam;· .111•1 of,amc~e ad occ1àcntr è<l un'allcam·a t.ìavu,o/~Ca :ul oriente;, Colpa de– gli alleati. Contro noi, e col no~tro ptrmesso, nna5,r r:l qu lc,·•'l:1 l'.he asM>miglinà all'Austr'~– U,,2:, r:a, cor.:•_• ìa fglia ali. ma,·rc? C<'lpa li ,:t ~·, J n .,•ri d ' ,., tt pt1J: • ,, 1M~1t.,n, fln:ln1f1- ni, l,l'f, cr •• 111.::. n ;,a In< ~11. 1(- ,tgiit., fi~l, gh tnnio. i c~ie:ni, che t ~i ,; -.,.;.,10 regal– m, ntc pvrtati c 1 ictr.;, nella lunga \'illeggiatura pariiìn;1, svno innocenti, tutu innocenti. La parola <l'·1rdine «~<li picchiare, a parole, sui ,arii Er di -: Clemcnc~ ,u, 'Wil~n. Llo)d G<-orge - e he di quelli innocen_ti hanno per– petrato a °'tragc: ,.. ~ mai. di dir bene del principe ,·on Buio\\' nella prima pagina del gi•lfna)t, che difende, come può, il barone Sonni• 110 da tutte 1ccum.:m1 r1'ari;Lliùe:ra. c.-,altandone \'alta 1,ohtica, 1 precisi pr ,igt:i.nrn 1 1 h opportunitlL squi•.ita, il • :..cnt.0della n•:1lt;\~. come dice con l'erre s::è.S:.~l i1 .oii, e .~luv'v,amh, \.apJ ue( • Gabinetto del mini:MO degli E!)teri. E dicendo l'<ti: 01,n vogliamo offendere la parte pil: no– bile del rorpo urnano. •t"ll:t cedtà e anche malafede degli Al– leati diremo ai1che qui, panit mente, appena il nostro cosi detto G V· rno avr.'t spiegato al pubblico, non osiamo dire le -.ue idee, ma le persecuzioni a cui è stato e!)potito. Per ora ad ogni italiano, che abbia l'uso della Tagione, pr« me ;wer rispo~ta a queste domande. 1. - Perchè il barone Sonnino ha solen– nemente rinunciato nell'apr,le dd 1915 alla dttà italiana cli Fiume, propri, a favore« della Creazia, della Serbia e cielt,.fontcnegro » ? 2. - Noi non crediamo, per quanto tocca Fiume, alla favola della opposizione russa, a1- Iora. L1sciamo queste bugiole al signor Ber• br.tmint e ai :-uoi accoliti, che in qu sto nubi– fragio -.ono ridotti ad attaccar~ al loro naso per non c~v'ere. Ma essendo la favola stata narrata od publ,lico e cento \'Olte ripetuta, chiediamo; dopo il trauato di Brcst•Litowski, nel no\·embre del 191'7, scomparsa la Russia e ogni speranza clelJllntesa nella Ru:;sia. il ba~ reoe Sonnino, autore del Patto di Londra, i■I imò forse, ~n una nota, agli alleati la cttrrczione di quanto in qoell' articolo riguar– dava la sua rinuncia a F·umc? Xoi avevamo tli contro, caduta la Ru~iu. tu•to l'esercito au,tro-nngarico. Questo spostava i fondaruenli del Patto cli Londra. Pcrc-hè s' è taciuto al– l•ra? E, se non s'è taciuto, perchè non si pubblica il testo di q,uella nota? 3. -Ncll'aprilcclcl lùl8cbbcluogo il Con– g:re.5so del Campidoglio. Il Presidente del Consig:tio rice,•ette i rappret.enta11ti di tut.te le ■azionalità oppresse dell'impero Austro-Cn– ga,ico. h ricevette a Palazzo Braschi, con un dbcorso che auspicava alla loro liberazione e .ti~ loro costituzione in liberi stati. Da quel C:mgrc~so lo smembramento dell'Impero ncraico apparve finalmente come la neces.saria condizione o almeno come la necessaria con• !)eg11eua della nostra vittoria. Dic.hiarò allora I' on. Orlando, dichian) il ~mo Ministro degli Esteri, agli alleati che Fiume, pcrchè era città t ... :._1t',1~:.: , .... _, .•. '"e"'~--'"' •~•.:111,•·•', , r ,1 ,, ·4 l'tlbli(> del barone Sonnino, e perchè l'lmpern +:uorc, di tutti quegl'italiani dt<; non vanno degli A-.hurgo precipitwa, do\'c,a venire al a trovare Bnlow. Bisogna rispondere a queste l'Italia? Perchè n'ln lv thchiararon(J? doma'lde. 4. - Nd giugno del un8 la ,.rande otfen• Ma ce n'è un'altra più gnve siva auc.trn-ung:~rica co1\tro le no1tre 1;n,,è ,u! .5•-Trn il novembre 1t.)18 e il rna'.{gio 1919, Piave era mfr<>nta. All'inizi" ,.li quell'off1.; 11s.iv; ,. !WllO pa'1sati più di sei mesi dalla vittoria. Jn tutta l'Intes;~ \'itsc g-iorni rl'.iflg'o'"ri:1. A:!a w,stn ✓ che giorno, chiaramente, energicamente, solen– vitton;, ~i udirc.,1,,, i;~ida di r;iubJh.,in foghilterra. nem,mte, il governo italiano e, a Parigi, i in Fr:mcla 1 in Amcrièa: si les~ro o~nthoi,i ~li I'!- • delegati italiani hanno, dura'!ltC questi sci legrammi plaudenti al'ltttli;t e:,. al ~;.io e,trdk: si ,.,, mesi, dichiarato per la pmua volta agli alleati e cbLcro nei parla.menti di Vienn? e di Duda. i,sociati nostri che Fiume. nonostante la rinun– pe~• 3C\:lhc ,·ioJ..:nteall'incap reità <leiCl·mandi # eia fattane dall'on. Sonnino nel 1915. do\·e,·a emki. t·omp1anti cla•.1or t..;i ~• lt! tnt':"(! vittt·· C ,.-~r: 11atr, pec1alnH·n• rc:r J., t. "·r', ... 11n:;hei-c~1. [". F.nm ~ era Uniheria. Perchè nemmeno 11, qutl momento il no.~trn G(we:w,, e per C'-'i0 il barone Sonnino, non • hi-... "h• il Patto di Londra foi-.~erh cdut,, per quanu.i • toccava F:ume. pcrto dell'Ung_hetii -~Si · rà·) che da quella no-.tra vith.1ri,1 è r:vmindata la vittori.t dell'Intesa. e rhr qut~-.:t:t \'Cril,l ti.1 ·1- lora pubblicamente cl Jealrnentc 1it~•·,nciut. da tutll i popoli e governi (!dl'Ink!la. L'ha essere italiana, e che que:,ta era una conrtizione essenziale, fondamentale, indi:K:utib1le per la condusione della pace ? In che giorno ? Solo quanl!o il Governo a\·rà risposto a quc'it"I cinque domande, gl'italiani potranno cominciare a mettere, con piena eo:;.cienza, ~ttu procesw gli alleati. Via, onorevole Sonnino, un Libro Verde ~nlla qur-!.tione di Fiume ! Noi crediamo che sia ca():tCC di redigerlo ancl1c il nobile Aldovrandi. Idee per doman l'altro .,._. . Uno schema di compromesso. prnvvisatore piagnucoloso e sconclusionato, e I nostri quotidiani dell' 8 marzo hanno pub– blicato un telegramma di Londra, io cui si legge: 4C 1 giornali pubblicano queste, che secondo « tit1lo1e110/i infonna:ùmi sarehbero le lit\ee ge– « ncrali di un possibile compromesso sopra « la questione di Fiume e della Dalmazia: 4C r. Fiume sotto il controllo della Lega « delle .Nazioni, con mandato all'Italia per • ro anni, libero « releren,Jum » della popo– « lazione, dopo tale periodo di tem1>0 1 per la « sua d1.;6oitiva a~gnazione; 2. Concorso « economico italiano alla creazione di un « nuovo porto ncll' Adriatico per la Jugo– « siavia, entro IO anni; 3. Zara e Sebenico « dichiarate citt:.'l autonome italiane, con l'ab– « bandono da parte dell'Italia delle P.rete e « sopr.1. I'« hinterland »; 4. Le isole Curzolari « cedute ali' Italia, più Lissa, per ragioni t: strategiche di d1fC:)anell'Adriatko; 5. Ca– " ranzic speciali per i nuc:lei italiani che an– « cora re!oteranno inclusi nella Jugoslavia; 6. « Concessioni economiche all'Jtalia nei Balcani • cd in Asia Minore, con l'intJ:nto di portare « SfJttO il nostro sfruttamento importanti fonti « eh mitterie prime, e .lfJ)CCialmente minie– .: re ». li fatto che que~to comunicato sia stato tQllerato dalla censura, e la circostan1.a che certi giornali non hanno ricevuto l'ordine di protc.,1;.arecontro di esso con la furia solita farebbero credere che la notizia sia stata messa in circola:-:ione per preparare gl,i a11imi a quella, che potrebbe essere la soluzione del problema adriatico. Se questa ipotesi non è infondata, noi, pur ~apcnd,, che le nostre o53en•az1oni non ser-..;~ ranno a ev11;ue nessuno spropo~ilo, vogliamo fino da ora protestare contro gli errori fonda– mentali, che inquinano tutto il 5-istema di idee delineate nel suddetto comunicato. Un tompromesso italo-slavo per l'Adriatico l'abbiamo sempre invocato: ma un compro– messo fatto tenendo conto delle realtà suia– mcntc esaminate, e non messo insieme, co■ l'acqua alla gola, attraverso un miserabile tira e molla fra un decrepito tt..5tarùo e un i•- fra i due sciagurati, càe rappresentano l'Italia, e gli altri scellerati, che rappresentano le altre Potenze alleate. Il problema nazionale. )fon che tutto sia da buttar via nelle idee raccolte nel comunicato. Una di csSC, anzi, ci pare impos<jibile sia arrivata finalmente al teschio dell'on. Sonnino : il dovere, che ha l'Italia di esigere 4C garanzie speciali per i nuclei italiani, che ancora resteranno inclusi nella Jugoslavia>, comunque debba essere tr..icciato il confine italiano Questo dovere è stato sempre ostinatamente ignorato dall' on. Sonnino: il tiattato di Londra, con cui l'on. Sonnino si obbligò esplicitamente a dar Fiume alla Croazia, e la costa dalmata al di là di Punta Planca alla Serbia - il trattato di Londr.1 non contiene una sola parola. la quale dimostri che l'oo. Sonnino si sia mai preoc: cupato di sapere rhe cosa sarebbe avw~nuto degl'italiani abbandonati come ritagli d~ pizzi– cheria al di là della magica linea, in cui l'on. Sonnino ha incatenata e paralizzata e soffocata tutta la politica estera italiana. In compenso, t turifer~ri dell'on. Sonnino inventarono che fra Zara e Ragusa gl'italfani sono, non trenta– mila, ma se,sant,, ottanta, centocinquanta, duecentomila, come ha scoperto in questi ul– timi tempi il ben noto senatore Francesco Lorenzo Pullè : cioè mentre il Ministro butta va a mnre gl'italiani esclusi cl;d nuovo confine, i suoi propagandisti ne moltiplicav:\no il numero, aflìnchè il popolo italiano avesse meglio l'im– pressione di uscire deluso dalla guerra, e gli italiani abbandonati a ~ si trovassero io condizioni più difficili nei loro rapporti con :li slavi, e il resto del mondo imparasse ad apprez1.are la serietà e la probitl\ dei pubblicisti e propagandisti ufficiosi dell'Italia. Se le notizie raccolte nel comunica.to non sono fantastiche, potremmo cominciare a spe• rare eh~ si voglia correggere questo mostruoso e Indecoroso errore: il quale metterebbe l'Ita– lia, all'i■domani della pace, buona o cattiva càe sia, nel buio • di vedere don.■que, aJ di là del confini", di.,trutta ogni reliquia <li it... lianit..;, o di ri.tprire lz guerrt': pt·:-cr,r,quistarc t-1.,tti i tt·a11 rc 11 c \: ,fa n,a~ali° ('u -.o~, .• ,· ► ; I • ~ > ' J ,) ·nr•> I•') oppress10111 slt1.\'c.;, Ma per risolvere St!riamentt: il problema, bisogna rinunziare una buona volta a no.-el– lare di « Dalmazia italiana ,;, e deciderci .t difendere con tutte le nostre forze gli « ita• liani di Dalmazia ». E.ii.stono al di là del mare e al di là di quello che è stato considerato da qu:1si tutti I nostri vecchi il confine terrestre nazionale cl' Italia - la linea cioè <lei Monte l'.Iaggiore, - esistono l omunità italiane isolate, analoghe a quelle che nel medio evo erane le colonie «franche• in tutti i paesi d'Vr:en\e. Queste comunità noi abbiamo il diritto e il dovere di coo~idcrarle come appartenenti al• l'Italia, anche ~ il territorio, in cui ,ono di• staccate, •~ppartiene alla Jugo!jlavia, e anche se non in tutti i casi sia consi liabile o pos• sìbile la ,·era e 1m:-pria annessione politica. Gli italiani debbono sempre e dovunque coa• sen•arc il diritto di e~re italiani, t;enza che d l quC~to loro diritl'l si debb:1 dedurre una pretesa del!' Italia ad annettersi sempre e ovunque i territori in cui \'Ìvono delle com■- nità italiane. Dove queste comunità de– cumentano un loro tenace volere di con• tinuare a e;;i:Jterc, là si deve esaminare caso per ca~o con quale vincolo più convrnga unirle · lh ... ,:,-i: "' '•"~ ~, \of p·.1\ !"'''c..-,r,'" e' )1 1 j•. corpora,donc vera e propria, o annessione, nel caso in cui le comunità italiane costituiscono la maggioranza nazionale su aree nettamente circosc.11tte, ad un semplice vincolo !"CfSOnale fr t gli elementi staccati e la madre patria, nei territori in rui qu::gli elementi non costi– scono maggioranza: e quel v;ncolo personale crea nella madre patria un diritto e un do– vere di protettorato sui connazionali, che si manifesta in trattati di equo trattamento fra la madre patria e lo Stato in cui vivono le comunitJ. ; e per la esecuzione dei trattati le comunità pos.sono essere messe anche sott'o la protezione dei CQnsoli o di commissioni inter– nazionali di controllo. Data, per es., la esasperazione, che dagli errori altrui e nostri è stata indotta ovunque fra italiani e slavi, è necess..1rio che città come Spalato, Traù, Ragusa, continuino ~d essere presidiate per una decina d'anni an– cora da reparti internazionali, se non vogliamo che la partenza dei presidi attuali non pro– vochi subito incidenti mcresc10-.t e una guerra immediata. A po o a poco speria– mo che la pratica della libertà e della giu• stizia facl ia dimenticare le ire di questi giorni, e consenta a tulti una vita più serena, senza bisogno di guardiani estranei alle lotte locali. B~ninteso che il nostro Governo deve. a ~ua volta, garentire equo trattamento agli s)a-..i inclusi nel nuovo confine italiano: e tanto per cominciare, farebbe bene a svincolarsi dalle suggestioni degli odi locali, e a smettere gl' i■- ternamenti degli slavi nei territori ùa noi occupati, con (ui da sci mesi ci stiamo discre• ditando di fronte al mondo, ereditando la J>'l· litica stupiJa e brutale dell'Austria. Invece per le città di Fiume e di ZJra. l'annessione sarebbe la formn più adatta 9i protezione. E bisognerebQC venirvi scnz'altre, ,cnza stare a rinviare la decisione a dieci anni per .Fiume, e senza il mezzo termine di dichiarare Zara « citt;\ autonoma. italiana ». La .5emplice autonpmia, purchè garentita dal– l'Italia, noi dell' U,,il~ l'abbiamo -'OSt&a\ltaper Fiume e per Zar-.1. finchè abbiamo potuMl sperare iA li• compromuso italo-slave, accct-

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