L'Unità - anno VIII - n.15-16 - 12 aprile 1919

noscere che il capitale, il lavoro intellettuale e l'opera dell' intraprenditore. che organizza tutti gli agenti deH.a produzione, vi contribui– ~cono come elementi necessari: perciò assicu– rare a ciascun gruppo delle classi lavoratrici (intraprenditori, lavoratori intellettuali, lavora– tori manuali) il diritto di occupare quelle po– sizioni economiche, che rispondono alla capa– cità produttwa di ciascuno ncll' interesse della collettività; ma opporsi ad ogni tentativo, che qualunque gruppo possa fare per oltrepassare la linea del suo diritto, e creare privilegi a proprio vantaggio. Vl. E' neces.•mria una lotta si,;tematica, acca– nita contro b burocrazia dei ministeri, che tende a sottoporre al proprio controllo tutta la Tita economica del paese, ha soppressa ogni in i– ziativa negli enti locali elettivi e negli stessi fun• zionari govern·1tivi degli uffici ;,rovinciali, mi• nacciando di disseccare coi Propri metodi antieconomici tutte le fonti della produzione, determinando con la propria in..,ipienz I sperperi enormi di ricche1.za.esasperando in tutte le classi ìl sentimento della impo~sibilità di continuare con questo sistema. - e tutto ciò al solo sc,)po di rendere necessario nei ministeri un numero sempre maggiore di impiegati, e quindi con– tinue riforme di organici e promozioni ai gradi superiori, mentre restano abbandonati nella miseria i funzion:iri dei gradi mcdi e infimi. troppo numerosi perchè il paese possa sufficientemente remunerarli. La lotta contro la burocrazia dev'essere condotta coli' intento: a) di trasferire dall'amministrazione dello Stato alle iniziative private o alle amministra– zioni elettive locali tutte quelle funzioni, in cui l'intervento del potere centrale non sia strettamente nece:::isario: b) assicurare alle amministrazioni locali elettive la massima autonomia compatibile con le necessità dell'unità nazionale, e i redditi neces...ari all'e<:ercizio delle loro funrioni. e) riorganizzare le pubblic~e amministra– zioni tutelando i funzionari contro l'arbitrio dei superiori e le pressioni dei politicanti e pagandoli decorosamente, ma riducendoli di numero e rendendoli effettivamente responsa– bili di fronte ai cittadini che fossero ingiusta– mente danneggiati dalla loro mala volontà o inintelligenz:t. VII. La riforma della pubblica amministrazione è necessaria non solamente per liberare la vita economica del paese da una costrizione, de è divenuta intollerabile. e per dare dignit:.ì. di vita alla classe dei funzionari, ma anche per eliminare una delle cause più attive, che con– trastano il retto funzionamento delle istituzioni rappresentative: - perchè la burocrazia, tra– smessa dagli antichi regimi dispotici ai nuovi re– gimi demorratici, subisce come una ingrata ne• cessità il controllo del parlamento, e tende siste– maticamente ad annullarlo, e vi riesce quanto più estende le proprie funzioni e le proprie dimensioni, non essendo possibile a nessun ministro possedere la competenza e la capacità di lavoro necessaria a dirigere e sorvegliare tutti gl' infiniti meandri del!' amministrazione da lui dipendente; - trovandosi così in grado di concedere o negare a suo beneplaC:do tanto la giustizia quanto l'ingiustizia, la burocrazia tratta da pari a pari coi deputati: subisce le imposizioni di coloro, di cui ha paura, ma costringe gli altri a un continuo lavoro di sollecitazioni e di ac– cattonaggio, limitando o annullando la loro libertà parlamentare coi favori e colle rapprc· saglie; dirige, insomma, e controlla essa il parlamento invece di ~ubime la direzione e il controllo, perpetuando e rafforr.ando subdola– mente dietro la facciata democratica il vecchio regime dispotico, contro cui le istituzioni de– mocratiche erano state costruite. Vill. Insieme con la oligarchia burocratica è ne• cessario combattere con intransigenza la oli– garchia parlamentare giolittiana. formata dai peggiori deputati di tutti i partiti, dal clericale al socialista: individui privi di qualunque ideale e passione politica; avvocati, che vedono nel mandato politico un semplice mez1,0di più lauti guadagni professionali, o salariati di quelle aziende capitalistiche, a cui è necessario il pro• ezionismo doganale o che vivono di affari lo• L'UNITA schi con lo lato; preoccurati solamente della propria rielezione; - che anche se volessero controllare l'opera della burocrazia nell'interesse del paese. non avrebbero la possibilità di esa• minare l'infinita caterva di affari che l'accen• tramento amministrativo sottrae all'attività pri– vata e agli enti locali e rovescia a valanghe 11eiprogetti di legge, su cui deve decidere il parlamento: - ma rinunziano a qualunque tentativo di controllo e accettano la onnipo– tenr,a reale della burocrazia, ottenendo in com– penso da questa che metta a loro servizio la metodica pressione dei favori, delle rappresa– glie, delle violenze anche delittuose sugli enti locali e sui privati, per assicurare la loro po– sizione elettorale; - quindi accettano alla cieca tutti i progetti, che la burocra1.ia prepara, salvo che non ne venga turbato qtialche inte– resse locale o capitalistico di cui sono manda– tari; - hanno abdicato gradatamente, in suc– cessive metodiche riforme della procedura par– lamentare, ad ogni reale diritto di interrogare, interprllare, esaminare leggi e bilanci: - si dànno l'apparenza di combattersi fra loro nelle manifc taziom ufficiali della Cameru per in– gannare gli elettori, ma sono d'accordo nei corridoi: - votano insieme per tutti i mini– steri, oppure si dividono le parti, frn chi fa l'opposizione per burla, e chi difende il mi– nistero da as-;alti dimostrativi; sono con l'alta bu!ocrazia delle amministrazioni centrali i peggiori responsabili della corruzione e della insipienza di tutte le amministrazioni, e del discredito in cui sono cadute le istitu1.ioni rappresentative. L:i. così detta dittatura del proletariato dc- . rnolirebbe il dominio di questa oligarchia in– degna di perpetuarsi; ma creerebbe il dispo– tismo politico cli una nuova oligarchia, cioè del proletariato industriale, su tutte le altre classi della nazione, compreso il proletariato agricolo: sommergerebbe a un tratto tutto il faticoso la,ofo, che è stato fatto finora per rendere effettiva nel governo la rappresentanza di tutte le classi e di tutti gl' interessi; romperebbe le reni a 1 lo sgoverno e al parassitismo economico della minoranza affaristica-burocratica-borghese, ma creerebb,,; uaa forma ancora più cruda di pa– rassitismo e di sgovemo di un'altra minoranza non. migliore dcli' antica. Le lotta contro la oligarchia parlamentare giolittiana deve essere condott I mobilitando per essa tutte le classi della nazione, che rie sono danneggiate, e creando un sistema di rappresentanza politica, il quale consenta a tutti i gruppi sociali di valere nella vita pul,blica in pr,,porzione delle loro reali capa– cità e volontà di azione. Perciò si e:::iige che al rollegio uninominale, soffocatore delle minoranr,e, organo di ristret• tissimi intere-.si locali, fomite di corruzioni e di violenze, sia sostituito il collegio plurinomi– nale con larga circoscrizione e con rappresen– tanza proporzionale, che renda possibile a tutti i gruppi sociali e professionali di a~ociarsi liberamente e ottenere una adeguata rappre– sentanza nel parlamento, e apra la via al riordinamento delle amministrazioni elettive provinciali. lX. Nella politica ecclesiastica si afferma la necessità che lo Stato si mantenga neut~alc di fronte alle diverse chiese, assicurando a tutte libertà di culto, di propaganda, di istruzione, e contrastando qualunque tentativo, da.qualun– que parte venga, per asservire la pubblica am– ministmzione al monopolio cli qualsiasi chie'ia; si domanda la separazione totale dello Stato dalla Chiesa cattolica. X. Si riconosce che nessuno degli attuali partiti, nè conservatori, nè democratici, dà affidamento di una azione politica conforme ai principi innanzi enunciati. La prossima settimana non pubblicheremo il ,;tornale• essendo impegnati nella prepa– razione del convegno di Firenze. Speriamo che i nostri runici ,rorranno scusarci di questa la– cuna. considerando: 1° che non ci è possibile evitarla; 2° .che ab• biouno dato loro molti numeri di otto e di sei pagine, che li com– pensano ad usura della man– canza di un numero solo• 3u che anche il numero successivo al convegno sarà di otto pagine. CO /Lega o Per un nuovo partito Sui problemi generali e particolari di poli– tica e di economia, che sono stati discussi ampiamente sull'Umià~ ci troviamo d'accordo in massima. Tutti conveniamo sulla necessità che 11 {J. mtà, quale centro di agitazione e di discus– sione dei problemi più vitali per il nostro Paese, debba continuare la sua opera. Ma a me ed a molti che, come me, non sono an• cora iscritti ad alcuno degli attuali partiti de– mocratici e che pure sono animati dal desi– derio d'azione,una «Lega» nol\può bastare. In molte regioni come, ad e~., ìn Calabria, non esistono chiare distinzioni di partito, ma ~solamente clientele asservite a questo o quel capo elettore, che riceve l'ùubr:c.:ala dal Depu– tato o dal Prefetto. La grande ~aggioranza della popolazione è nssmteista ù1 fallo di politica, perchè è sfi– duciata dall'esempio di tanti tentativi sterili per creare un ambiente migliore. A que~ta massa di ! op0lo, fra cui sot'0 i contadini, occorre dare una nuova co-cienza politica; occorre radunarla intorno ad un nuovo pro– gramma, ad un partito, nuovo sopra tutto per il metodo onesto di lotta e per l' indipen– denza assoluta dalle solite carnarille. Vi sono molti giovani, che per la loro in– tensa volonlà d'azione sono cosh·elti ad aderù-e a partili, di cui pur non sono soddisfatti per le persone che li compongono e per i loro esponenti. Poichè i giovani non possono con– tentarsi di.. .. studiare problemi sociali: essi vogii'ono aw,·e un partilo ed una disciplina di partilo; vooliono poter svolgere ed agitare le loro idee fra il popolo, chiamandolo a darne l'attuazione. A differenziarsi dagli altri partiti, baste– ranno i prìncipii, dai quali muoverà la nostra azione di rinnovamento ed i metodi di lotta ispirati ad un alto senso di morale politica. Dobbiamo contrapporci ad ogni politica cl 1 c?rruzion~ e di n.s.ocrvimcnto degli in– teressi generali a cricche di oligarchi politici e burocratici; a tutti i tentativi di una re– txmche del giolittismo. E per ottenere questo non bastano i convegni, sia pure resi più fre– quenti; non basta agitare su di un giornale di grande autorità ed onestà quale il nostro, i problemi, che vanno balzando vivi e pres– santi in questo periodo tumultuoso della storia. Nel momento che traversiamo, il primo dovere di chi abbia un'idea è di lottare per la sua realizzazione; e qualunque possa es• sere la sfiducia che.molti hanno nei partiti, l'azione politica svolta da un partito è sempre il mezzo più adatto per la conquista e l'at– tuazione di principi sociali. Perchè il convegno di Firenze non sia un'affermazione sterile di voti, ordini del giorno ecc., è necessario che dalle nostre nuove energie sorga il nuovo Parlilo,che raccolga l'ade– sione degli amici di llnilà e di tutti coloro, che si sentono moralmente a disagio nelle attcali organizzazioni e convengono nei prin– cipi esposti da uno dei ltmli. MARIO Ruenn. Non è ancora il tempo Credo anch'io che gli «unitari» debbano costituirsi in partito. Gli inconvenienti, le rigidezze e i forma• lismi, che un partito porta con sè, son , a tutti noti; m,1 solo un partit può avere una efficace azione, e solo forze reggiruentate, numerate, disciplinate, poss,)no con uaità e prontezza agire nella vita politica della na– zione. D'altra parte non bisogna esagerare gli inconvenienti dei partiti; e non bisogna dimenticare che il nostro sarebbe un partito .... diverso dagli altri, poichè per gli intenti che si propone, sopratutto per la mentalità. e lo sia/o d'animo «unitario» (un amico dcli' U11ilà ha, prima e oltre che date idee, uno stato d'animo suo), questo nuovo partito non potrà partito? avere molti dei difetti dei vecchi partiti italiani. Ritengo però clie ancora non sia giunto il molllcnto per organizzare in un partito il moto spontaneo, che è sorto intorno ali' Unità e che ha suscitato centri di propaganda. in parti così diverse d' llalia. Il nostro movi– mento non è ancora completamente maturo, e non ha raggiunto un sufficiente grado di ,sviluppo e di diffusione, per dare luogo a un partitJ. Occorre sfruttare intanto il fermento, che la guerra ha messo in rilievo. Quando il mo– vimento sarà più diffuso cd intenso, si racco– glieranno le forze• in partito. Organi?.zando un partit prematuro, si corre rischio di raffreddare o ritardare o sviare molte forze preziOSl'. Quando un partito è costituito, molti riposano sul fatto compiuto, e non fanno più nessuno sforzo autonomo di pensiero e di volontà, aspettando passivamente le direzioni dal centro: se il partito può fare fino da principio assegnamento su molte forze, il male è compensato: ma se il primo nucleo non è abbru.tanza e::.te::.u. la diminuita iuiziati\'a individuale rappresenta un danno non I om– pensato da vantag:;i maggio:-i. Inolt:e un par– tito è come un reggimento: chi vi arriva in ritardo e quando il reggimento è in marcia, è tentato a provare di fare da sè, a bnersi in disparte, a invidiare un altro reggimento che è ancora in formazione, piuttosto che ac• codarsi e prendere il passo. Non voglio dire con que:,to che occorra tardar molto. Nè i giorni o i me,i si possono fissare. Dipenderà dallo sviluppo, che il moto prenderà, e dal lavoro che gli « unitari » com– piranno. Il pro~imo com·egno darà tutti gli elementi p<:r giudicare. Non bisogna aver fretta. Gli impazienti, non hanno che da ren• dere più attivo il loro lavoro. Poichè gli « unitari » sono in gran parte studiosi e studenti, ne consegue che a Firenze noi costituiremo una organizzazione di uffi– ciali più che di soldati. Ma tutti i partiti co• minciano cosi. Se sapremo associare all'azione politica immediata, che potremo compiere colle forze iniziali, una intensa e tenace opera di propaganda, in tutti i momenti, in tutte le fonne, per estendere le nostre file e formare l'esercito, allora il partito verrà da sè, via via che conqui:::iteremo una influenza reale nella vita politica italiana. FAUSTO ANDREANL Il pericolo dei programmi fissi Nel dibattito sulla costituzione del partito dcli' U11ilà, si è voluto scindere l' 011ilà, che resterebbe organo di studio, da un altro or– gano futuro, che rappresenterebbe il partilo d'adone. Io credo che qui ci sia un controsenso. L'Unità non è stata in questi due a•ni un << organo di studio », è stata organo di azione : tanto è vero che essa ha determinato questo desidero spontaneo di tanti a volersi riunire per agire nel senso indicato dall' Umlà. L' Umfà non si è accontentata di studiare astrattamente i problemi, ma ha indica~o la \'ia da pren– der!:ii, ha agito. Quello, che ha portato a creder l' {lmìà rivista di studio, e non di azione, credo sia il fatto che e~sa sola di tutti i gruppi d'azione, invece che un limitato programma pratico, definito, gretto, come quello degli altri par– titi, ne aveva uno molto più alto, che tutto le riassumeva. li programma, non proclamato forse, ma seguito direttamente fino a pochi mesi fa dat– i' Onità, era quello di portare un reale miglio– ramento nel paese, di sostenere la tesi della giustizia, in qualunque campo essa si trovasse, di mostare la realtà che dietro l'apparenza si cela, di far trionfare la verità sulla men• zogna, di far vedere la ncc:essità che si te– nesse fede a un criterio apertamente con– clamato. La viva opposizione fatta al1a politica sla– vofoba seguita dalrltalia, era determinata dal desiderio di mostrare la realtà dcli' interesse

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