L'Unità - anno VIII - n.12 - 22 marzo 1919

problemi della vita italiana Direi/ore: GAETANO SALVEMINI JI. Direzione e Am111inistrazione: Firenze, Via S. Zanobi, n. 64 •• Abbonamento ordinario annuo L. 10, semestrale L. 5.25 per il Regno; Annuo per l'estero L. 15 .,. Sostenitore annuo L. 30, se111estraleL. 15 .• Un numero separato ceni. 20 .,, Si pubblica il Sabato a ROMA e a FIRENZE.,. C. C. con la posta. Anno VI!{ ,,j( N. 12 ..ic 22 Marzo 1919 SOMMARIO: // convegno per l'educazione popolare, L'UNITA - Non Illudiamoci - Nola Bene - Come si fanno i gloma/1 - l'Università a Trieste - I clericali e il probltma scolaslico Chi ha fatto la querra? - Intorno alla proporzionale, G. LOM.BROSO, L'UNITA - Tenete duro!, C. - la Confederazione del Lavoro L~Unione Nazionale - l'amnistia - Milionari anarcoidi - Un errore d, nome - Pel convegno degli unitari: Una dichlaraz,one cli principi, UNO DEI TANTI - Il • gruppo d'azione,. di Firenze - Gli Stati Unili ci muovono guerra let/urt raccomandale - Sciocchezza/o. 11 convegno per l' edµcazione Nei giorni 9- 1'> • 11 marw ~i è tenuto a Roma un Convegno nazionale sulle più urgenti necessit:t dell'educazione popolare, che merita Ja maggiore attenzione di tutti coloro che s'in• teressano dei problemi d~lla scuola. 11 Convegno cominciò col votare ali' una• nimità un ordine ciel giorno, che chiede la creazione di asili infantili in ogni c:entro o borgata; la creazione d' istituti speciali per j fanciulli comunque indifesi e abbandonati o non sufficientemente dife!sinell'ambiente fami. gliare; l'estensione della durata della scuola elementare e la creazione della Scuola Popo– lart>; sussidi scolaqtici e igienici, assistenza scolaslica a tutti gli alunni degli Asili e delle Scuole elementari; riforma e congrno finanzia– riamento della Scuola normale; i:;tituzione e sviluppo di :,Cuole e corsi professionali, indu• striali e agricoli; lotta contro l'analfabetismo degli adulti e specialmente degli emigranti ; rapida diffusione ed energico incremento delle opere in•egrative della S<'uola, biblioteche po– polari, universit;ì popolari, ca.sedi coltura, ccc., e che se gi:ì erano lo strumento più valido a sviluppare e a porre in valore la coltura ap• pena iniziale acquistata nella scuola, diventano oggi - con la riduzione della giornata di la– vùro, con lu conci! ~kme dt'l sahMo ingle.">e, ccc. - un'assoluta urgente necessità, anche di carattere sociale, per sottrarre le ma~:;eope• raie ;,lle tc'ntazioni dell'ozio e della taverna »; istituzione di un rondo per offrire, con borse di studio cd altre prov,;denze, la possibilità ad og'li figlio del popolo sfoinito di mezzi ma dotato d'ingegno e di attitudini, di adire le scuole medie e superiori: miglioramento delle condiziona cc~nomiche dei maestri e delle mae– stre delle scuole popt)lari e dei giardini d'inf.m– zia; - un quadro, insomma, sbtematico e com– pleto di tutto ciò che è necessario per risol– vere integralmente e radicalmente tutti i pro– blemi della istru1.ione e della educazione po– polare. 1\.fo -.ubito dopo, la discussione si accese vivissima intorno al seguente orcimc del giorno: « J I Congresso J. 4< rironoscendo che le leggi hnora appro– « vate dal Parlamento Nazionale in fatto di istru– « ,.ione popolare hanno presentato sempre il « difetto di '.'itanziaresomme, che erano insur– « fidenti per la e•wcuzione totale delle ri• « forme. a c-ui le leggi promettevano di prov– e vedere: .U.«considerando che datasiffattasi,ternatica « insufficienza di niezzi. non solame:nte le leggi « sono rimaste in larghissima misura in~guitc, « ma i mezzi in..,uffic1c11ti messi a disposi;-ione « cieli,, amministrazione sono stati assorbiti dai « Comuni più colti, più ricchi, più intraprcn– « clen1i, cioè da quelli che meno avrebbero « avuto bi•mgno degli aiuti e del pungolo dello « Stato, m confrnnto dei Comuni più arretrati, « più po\ eri, più indifferenti alte necessità della « coltura popolare ; JJl. 'C: considerando che l'approvazione di « nuove leg~i per provvedere ad altri bisogni « della coltura popolare, :,empre senza mezzi « sufficienti, detenninerebbc nuove fortunate • mi1.iahve dei comuni più colti e pili ricchi « per confiscare a loro profitto le somme stan– « 11,ue, le quali s..1rehbcro il frutto cli impo.ste « pagate da tutta la nazione: J V. « 1.:011-;iderando che rimanendo ine.se – « imte le vec<.·hiekggi a danno dei comuni « piit poveri. e neanào!'li nuo,·e leggi. di cui « si sa in precedenr.a che approfitterebbero i '{ wli comuni più ricchi, ~i verrebbero a com– « piere opera di ingiustizia antidemocratica e « ad ; ppro ondire il pericoloso dislivello fra la « minoranza colta e progressiva del paese, e « la maggioranza arretrata e ancora analfabeta; V. « considerando che l'Italia a(retrata e · « analfabeta e'· l'Italia agricola, che ha dato 4' la enorme maggioranza dei soldati alle trincee, « e non ha goduto nessun v~ntaggio delle in– « dustric cli guerra: e che in quest' Italia a– « gricola l'Italia meridionale e insulare non ha •« goduto neanche del movimento di ricchezza « determinato nelle regioni vicine alle opera– « zioni di guerra dall'accentramento delle forze « militari; e che in queste condizioni il sorgere « di nuove leggi, che creassero nuove condi– « zioni di progre-iso ai comuni pili fortunati della « nazione e meno danneggiati dalla guerra, e « continuassero a lasciare sen7,a aiuti efficaci « i comuni più infelici e pili danneggiali, co– « stituirebbe una intolli•rabile immoralità; VI. « afferma la necessità, che le leggi de• << stinate a promuovere l'elevamento della col– « tura. popolare, contengano sempre st,.1nzia• « menti cli spese sufficienti a coprire i bisogni « delPintera nazione, anche se graduate per • una non breve ~e-rie .. li ~n•ili, e C'hc prin,..t Ji « votare qualunque nuova legge, il Parlamento « M!nta il dovere di probitil e di giustizia di « stanziare le somme occorrenti alla esecuzione « delle leggi già vota1e ». Messo cli fronte a quest'ordine del giorno, l'ufticio di pre~idenza del con,egno tentò dap• prima di evitare l,1 dist:u%i1>nee la \'Otazione 1 rinviandolo alla hne del com• gno, cic1è al mo– mento in cui i più sono partiti, e i rimasti sono stanchi, e gli O"dini del. giorno &ivotano tutti all'unan11nitt1 col sottinteso che ncs:;uno è obbligato a prenderli sul scrio. La grande maggior,mza del con cgno insorse risolut:.mente contro questo tt:ntati'"o di soffocamento, e im• pose la votazione immecl:ata. Allora l'ufficio di pn"-;iclen1 .. tentò di scindere la pnrte Vl<lell'ordine del giorno dt1i « conside– rando», e prop -se che il convt·gr.o votasse quella e non si pronunciasse su questi. M.1 il convegno si oppose a quc~tn differenza di trattamento: motivazioni e deliberazione fonnavano un tutto in'ì•.:indibilc, e questa perdeva ogni signifi.'.:ato se n-.n era pres.ent;tta come una con.sc, ;guenza logica di qqelJe. Allora si iniz ò la discu-.;sione &ui singoli «considerando». Ma qui nuovo teot,1th-o di rinvio: un rcrto numero di c-ongn sisti si di– chiara non suffii.ientcmente informato per poter affermare che le leKgi finora approvate non sono state ... uffid, ntemente fin:_:in,.iate che i fondi in,ufficicnti sono :;tati assorbiti dai co– muni più intraprendenti. M, il 4'SOfi~madilatorio»- I;! così grossolano, che la maggioranza dd convegno ne fa su– bito giu'ìtizla, ricordando, a chi ~i sente male informato, che ha il diritto sacro"ianto di aste– nersi nelle votazioni, o a.ddirittura di votar contro. Resasi nec-es ..aria la discussione in merito, si thiedono le prove delle ,,ffermaziooi contenute nei t: con.:,iderando •· Pochi dati di fatto ca– ratteristici, poche cifre nette e precise, con– fermate dalla cspcrienz:\ per.senale della grande maggioranza dei pre.')l:·nti,convincono gh op,– posilori a ricono.scere che nel giorno c'è la luce, e che di notte c'è il buio. Non essendo po:;sibile negare fatti di no- torietà. umvensale, ~i tenta il gioco d1 scarica– barile : la colpa non è dello Stato, bensì dei comuni. l\la questo, lungi dal diminuire il valore dei « considerando », li rafforza: dal roomento che si sa che ci sono dei comuni inerti, il fare leggi con slamulwunli iusu./fi– cimll" significa dare modo ai comuni più attivi di attirare a sè subilo i fondi insufficienti, e quando gli altri comuni si faranno avanti, sia pure con ritardo, non troveranno più niente per loro. D'altra parte, l'amministrazione dello Stato non ha forse tutti i poteri necessari per so~tituirsi ai comuni inerti? perchè non si sostituisce, dunque? La verita è che non si può sostituire, perchè i fondi stanziati non ba– stano; e dopo che si sieno accomodati i co– muni più intraprendenti, non resta più nul1a per gli altri. Arrivata a questo punto la discussione, sorge un problema di forma e di COn\'cnienia·: la forma elci +: conqiderando » urta i rappre– sentanti dei comuni più colti, i quali non po~.... !JOnoriconoscere che sia colpa loro se essi sono piì1 attivi in confronto cli altri comuni più inerti per incoltura o per vere e proprie ostilit;.\ delle cla:;si dominanti contw la scuola popolare. Me~sa la lliscussione su questo ter– ,_ . ·. facile trovare un;! 1,uova forma, c,;he senza urtare gli uni, sa.lvi la sostanza, a cui tengono gli altri. E cosi, dopo tre ore di discu-.;sionc, l'ordine elci giorno è approvato colle seguenti modificazioni: Al posto ciel comma 1 [ si approva : « con– « siderandp che I' rnsufficienza dei mezzi finora • erogati alle singole pro\incie, e le condi– « zioni di minor preparazione dei comuni ru– t: rali, han fotto si che la maggior parte elci « fondi stessi rimanesse fatalmente a~sorbita • dai bisogni dei e muni maggiori, con danno e evidente cli regioni e di zone, che più avreb– +: bero avuto bi-ioJno di aiuto». Il comma 111 è soppresso. Invece del comma IV si approva: e con• << siderando che rimanendo ineseguite le vec• « chic leggi e creandone di nuove in modo « che fos:;ero laticiati i piccoli comuni in con– +: dizione da non poter appr0fittare nè dei « vet..-chinè dei nuovi benef\ci, !si compirebbe « opera non equa, e che è necessario, pur « facendo sì che continuino a progredire i « grandi comuni nelle istituzioni rispondenti « al più alto li\·ello di t.:oltur,1popolare, assi– « curare assolutamente ai romuni minori e « alle i:opolazioni rurali il fabbisol.!no fiaan– « ziario e la po sibilità pratica di scrvir~enc « per le neccssit:l mai so.-tdi"ìfattede;la .,cuoia « po. ·olare -... In fine del comma VI si aggiunge: « e che « lo Stato crei rapidamente e metta in grado « di funzion.lrC gli org 1ni, che si sostituiscano « ai comuni pnì tardi, controllandone i bi– « sogni in materia d scuola popolare, e at– « tuando i provvedimenti nccessari 1 ove i Co• « muni stessi non presentino entro certi limiti « di tempo le proposte e richieste cui hanno «diritto». Quale significato ha que:.t' ordine del giorno? Perchè suscitò tante obbiezioni? Per• chè fu necc--sa.rio alla magg·or·1nza del con– ,:egno mettere in opera tanta. testarda2gine per vincere i tentativi dilatori dcli' uflìdo di presidenza e d1 una parte dei congre!il:,isti? La spiegazione si trova quanèo si consi– deri che i primo ordine <lei giorno, in cui sono enumerati tutti i bisogni della coltura p9polare popolare, non potrc:bbe essere realizzato senza centinai.• di milioni di stant.i,11nenti annui, st:si ;,o/essrpror•;,ydc,eai biso.i.:nidi l111/aJ'flai,a. Or.a tutti sappiamo, per quanto l'abitudine di maneggiare i miliardi sia divenuta universale nel mondo, tulti sappiamo che quelle cenfr:iaia di milioni non ci :;ono: è giun1a la settimana delle vacche magre. - Si sono spesi tanti miliardi per la guerra, bisogna spenderne al• trettanti per la pace, - ripetono ad ogni pa~o rivoluzionari sinceri e demagoghi elet– torali. Ma npp,ml<>perchi si s,,,,o sj>tsi /a.,1/i miliardi ptr la guerra, bisogna convincer~i che non se ne potranno spendere altret• tanti per la pace: perchè buona parte di quei miliardi li :1bbiamo avuti in pre-,tito dal– l'estero, che ce li lu dati per una impre~a di interes:,e I omune, com'era la guerra, e n,m continuerebLe a darceli per le faccende che riguardano noi soli, come l'analfabclismo popolare: e invece di i;ontinuare a for nuovi debiti, dobbiamo da ora in poi pagale gl' interessi dd debiti già fatti. Sono v(·rit;'l elementari, che si çomprendono da qualnnriue persona di buon sen"to, e che tutti dobbiamo avere la le:lita e il coraggio di ripetere ad alta voce, per dissipare ilh1sioni a cui ben sap– piamo clic non può ,:orrisponclere ne: ~unarcalt: . Non potendosi, dunque, preve<lere una ... 1)– luzione integrale per l11/111 I' fllllin ckl proble– ma della cultura popolare, è naturale eh, ~uoni o prima o poi l'ora del si .,al,,, chi può. Cioi: dobbiamo preoccuparci del pericolo che 'ii ripeta ancora una volta il guaio, <"hc dura ornmai da 40 anni in fatto di legislazione scolastica. - Si proclama di voler risolvere un dato prnblema della scuola popolare, per esempio quello degli edifici scola-;tki ; ma i fondi s1anziati pcr·que!:itOproblema non ba~tan• a risolverlo, se non in minima p.1.rte.- Allora sulle somme insuflìdenti, si precipitano a gara i comuni, che sono giunto a un più alto livello di bcne:;sere e di civiltà. e pert'iò sono più sensibili ai bisogni della cultura popolare, e perciò più solleciti a sfruttare i benefi<:i<le11e leggi, anche perchè forniti dei mezzi ncce,– sari per realizzare il loro diritto; mentre restano :;empre a piedi i comuni pili poveri e pili incolt1. e perciò non solamente meno interessati -;oggettivamente a farsi avanti, ma anche sprovvisti <lei mezzi tecnici e finanziari indispensabili per preparare i progetti, pagare gl'in·erc;;si dei prestiti, sbrigare negli uffici provincialj e nei labirinti romani le pratiche bur()(.:ratiche,ccc - Cioè l 1 aiuto tlcllo Stato, cio(; il frutto delle imposte pagate da tutta la nazione va :-1cmpre a v,mtaggio dei e-o~ nnmi più ricchi, che mmo 111 luumo /11So1,f'f10, men– tre i comuni più poveri, cl,e più m-nbb,,.o dù1llo all'aiuto della :-1olidarictànazi male, rimangono etern;,mente arcantonati. E ogni nuov:1 legge è fatta rollo ~te~.'IO metodo: fi suppc,ne che le leggi prct:e<lenti abbiamo risoluto p,:, l11/li i problemi, per tni erano state fatte, mentre li hanno rhtoluti -.;olamente ;x, i comulUpiù riccl,i,- e si ìmba-sti~ce un' altra legge, t:olla promessa di risolvere per tulli un altro problema, ma sempre c1m fondi insuffitienti allo scopo, e i>n la I ertez– za che ;mche <lelia nuova legge appr•>fit1e– ranno i com,mi più ricd,i. Co:;Ì chi ha avuto già il pane, è messo in c·ondizionc di afferrare il companatico; mentre si fa credere di voler dare anche il ,.:ompanatico a I hl non è in grado d1 ottenere nemmeno il pane.

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