L'Unità - anno VII - n.43-44 - 12 ottobre 1918
L'UNITA Le - ' nazioni dell'Europa centrale La nuova Eur0pa ce.1tralt: li moumento di SQJ)Uraziona, a cui assistiamo oggi fra le nazioni, che sono rostrette nell'JmpJJ'" austro-ue;arico, pùrlerà quasi certamente, 0 ol'imu o po,, a un movimento di 1·iorganizzazione, cio~ a: ~oi·g•·n·. frll l'.\d1 iatico e il Baltico, di un ,;rnnde ~tato f,•deiale, in ;:irevalen13, slavo, cJ,e pre11<lu ;1 11 post_o della vecchi'\ monarchia ab~bt:rghese. Le lmee !ondamenia'i di Cj).lesta nuui•a fo1ma- 7ione ~onv 1,tatc tracciate 3u la \'oce df'i popull 1lell'ai,rile 19Hl rlo. Edoardo Beuès, il ministro cl~– i,:li esteri del Governo !H·ovvisorio czeco-slu1 ace rioono5ciuto in qul'Sti giorni da tutti i 0 Go, erni del'. l'Intesa. cc Bisogna elaborare ~piega i] Beni:s , 1e, l'E-aropa centrale un 111101 o sistema politico che sosti,,1isca l'antica .\ustria-Unghet·ia legata' alh. cc Germania. L1, Bormia sare~be il nucleo intorno « al quale si ra(Jarnpperebbe un certo numero di " • /11/i, 0 he se_guirabbero la politica '\elio Staio •· C:M'CO •slovu.co . L a Bo·mic. e ìa Polonia giungc- ,·el,bero fatalmente nd un unico istema poli ti– " ro economico e mllit \l'e di granje impo:tonz,1 cc con una ro,•za cl~ ~O milioni di uomini. La Boe cc mia e la Ren1ania saranno neress:uiamente in " tensa mente alleate. formerebbero un gn1ppo di :,Imeno 2J milioni, eù insieme alla Polonia un " grupJ>o di 50 milio11i cli abitl'nti. Lo lato c7eCt'· " •.1ovacco e lo Stato jugoslavo saranno in str~t– " tissimi rap11orti fra loro, e le loro tradiziona)ò relazioni n.miciu,voli del passato resteranno pii• « r~ _ lali per l'avv~nire: Ùn'alJPanza difensiva, po- llhct. ed economico., contro la Germania dovrà " inevitabilmente e,,ncluclersi. Senza Ja Slornchia " inllnstrial~ e I, Transilva.1ia, ricca di matc1 i,• " :11,nlP, ciò che l'imano dell'Ung'Inia, Ja ramo " su pianura magiara, costituirebbe uno stato " pur:tmente agricole, ,'ipendente interument~ " diii ,uoi \'icini: le leggi economichc r! ,·iav. cc \'ici11er.ibbero fa~11lmentc, indncePdo col tcm cc 110 i \Tag'iltri 11 stahili•·e dellc rclnzioni rii huon l'icinpto con noi e eon h1lti i loro vir,ni '' Jui:-oslavi e Romeni. D'altra parte Viennu nnn " Ps•t·ndn JliÌI la capitale rii un granc•c fmpcro. Ju " sun derailePztt e il suo irr.poverirnento non tar– n dei ·' bcro mrlto 11. ronsiglial'Je finnhuentc )'ar– ee rordo con nei e coi nostri ,·icini e alìea1i 11~,. soltrarsi o.lln minaccia d'una rovina econome·\ • illimitata, Noi vedremo sorgere cosi ui,n nuvva « 1·iorganizzazionè dell'Europa centrale, una <'•>– cc stPllnzione di !ali nazionali indi1>endenti, Pll· " dt'O'!i assoluti a ca~a Joro, m: 1 ley,atl p;li uni " ngli altri do.i loro grandi intere~si economici: « 1m rnggruppnmento (li Stati rlell'Eurvpa ccr.• « frnJc, ro.ppresentanti una vera Società delle u na:tioni h. Questo Confederazione danubiana conterebh,, clunquo immediatamente 61 mliioni di abitnnti · rztco- lovnchi, polnc1.;hi, ru1nl'ni. jng<)~lavi : è ti'• 1iverebbe n iO milioni cli ahitaPfi. qnanrlr, l'i uderi•,~ro i magiari; arri verebl.,e ad 8'l milioni ~• \'i entros-Ho i tedeschi dell':'.'rctdurat-0 d' ..\nst~in inl'•'rt di Pn1rnrP nell'Impero germanico. La posizione dell'Italia Di fronte a questa grande organizzazione frcle– r.ilc, .irc1r1lent~me.1tc slava, che Nminrin n dc linearsi sull'orizzonte, e che ronf,'lerebbo ron J'f. talia, invece della o.ntica .\ustria, è naturale rh" tutte le decrepitezze mentali del rrovincialism1. rhc si immagina tli rs~ere razionalismo e ma• ~ari imperialismo, ittliio.~o, Si adC'mbrho, rome innanzi a un grande pericolo. PPr certa gent~, che ~ r·masla in fo.lto di coltura politica all'età della piet,-.J. il prot,rio t)nese non può essei e forte, ,,. con ~ l'iroonclato da tafi più p;cco\i e in 1011n fro. )(IJ'O. Per questa gente la 'ormazione di ur.:1 rcnfeclernzione danuhlan11, coma quella <!elinea1n dal Benè~, non puo 110111pparire ptr I Jtalia un di•astro. \fegllo la wrchio. Austria - diranno di 50 milioni, purchè ci avesse ceduto il po.recchk di p!Ìl o moiari Il pn.reccl,io di "'leoo, che le rhte d•va11n> · ffiCi!IO quella vecchia. Aulitrla eh~ quc• a ::>la uuu ...1 p1u g1.111de co:stella.lJOlle Ui (j(J, t11 ,O. llli.ll ,\,111 cli h~ U1il1on1 (li aL11:1nti. ,\011 altrn11e11tt i' cor,se, vaton , 1ra11cebi all t 'l l11er~ CUUSlUCl'i.\.VI.I.UoUllU. volta 1u11esta alla lfn.11. c1u la lui 11111:..iune dell'umtà 1talia11a e 1.klJ'uml.1 gc'rmu11ica: e coudussel'o perciu la {;c1·mama a .1lc1z e a :, rasburg:.,, ~ J'ltalia m~ila 'l'liphcc Al• ica11z,t. :--.onaltri.u1emi i signon J:la1c, iJic e ,\laUl'· i: s sognano 011g1d1 tate n. veiz, la (.,erwania cu11 i a1ub •h Casa d'Aust.Iia, salvata dalia rnv:ua ,, arricchita di nuovi domir.;i, e sperano neilo st€'s5o tempo <.1ve1·p~tuare e inaspd.e la ini1111cizia na la vecchia ,\ustria, salvata e ,ngranctitu, e J lt:, lia, incoraggiando 1.oi a im1,1adronircì <.11 tillie lo cos , oriente.ii ùell'Addatico. :'Ila, colol'O, che si spaventano del!:. formazione tl1 uua conleùerazionP. danubiana, aruvano u1 1 l• tardo. Se voleva.no Avitarc questa formaz;u11e, I.lo• 1,•vano fa1c a meno J..i muover guerra uli'.\Ubl!'iu, tl<J1evaoo 9oulenlursJ del " va.recchio » giulitlla110, tlovc1·uuo rinuuziare a.I pareccho « di più u bui\• ninianc, dovevano capirn che muovei guerra a: I .\ust1'.a degli Absb•Jrgo .coJ prog:·a:urua .i.i su·a11• parie Trieste e Poh. significavi' conuannal'la 11 mo, te, t: I.lare la spiuta al sorgere di nuo,; l:,tat1 naziou·11i confetluati in un g1ani.le ::,iato super nazionale fra il Baltico e l'Adriatieo. .\I punto a cui siamo arnvau, ·indietro 1.011 bi torna più. Puo ro1·se l'ultimo degli .\osl.Jurgo ce– derci Trie~te e l'Ishia i: la Dalmalia, e iù1·itur1..1 cosi a J'itirarci d:à.lia lotta prio,a che li i.uo CbC,. cito si ~fasci•/ E anche datu che la ve:chiu .\ustrh pos~a farci 1rna proposta di questo genere, potrem– mo noi uccellarla senza disonorarci per tutta Jn e.tcrnilà, sep.za esporci '.l una nuova gt1or1·a coli I Austl'la al:\,burghe~e salvatasi dalla 1·01 ii.a gra. zie al uo~tro II sacro egoismv " una 11uo11, sucua, lL cui saremmo isolati r.e!• d1sp1-e1.. o del 111ondo?- oppnre dobbiamo, nc\J::i.nuova slstemr– iione dei teh·itori fra il Ba.itic•J e 1'Ad1ia.ico, ,cu tare il gioco austro-tedesco del dii•ide et impera, cioc eccit:1re l polacchi a prondcrsi tene e1.<:ch ', ~li czecbi a pr •nder te1,e polacche, 1 rumtni a dt– ~pu!.al·si con gli jugoslavi, l'Italia possa a! 'rnu.rr qualche scogho o tormicaic> aùriaticc, pcsrnnthl nel torbido di nuove fotte stupide e r 1alvugie? E anche ammesso che Ja parsimonia 111e11tnle cli ttllu• eh~ nostro uomo di Stato accem.assc n 1·c,lt•r st• gui,·e queRti metodi, e prevales~c sulln noRtra alio– ne di govf:rno, tro\'eremr.10 noi con~cmienti ro:1 noi i nostri alleati? Ci seconderebt,e il Pre~ldcnto Wilson '! II compromesso adrfatico L'Halia ha una sola politica da seguire di ',ontr :,gli St.nli nuovi, che; si vanno fataln11 nti• H\'il111• pando <.1alia crisaii'.le cleila vecchia Austna u1 qucbttt granùc crisi dell'umanita: acc,1ttare fl'a r,. came1.•e, sen,a riserve mentali, In co 1sci,;uenz- 1!elia prnp1ia opera. · '\'oi, C')ll la nostra guerra, ablJi~ni.1 conilunnat'l 11 morte la vecchia• A11stria. Noi, con la nostn1 gurrra tenia.mo immobile e incapace cli qua\u11<11,, 1 iniziativa l'esercito imperiale, cioè l'ultimo ma il più poderoso, necessario e suflki,•ntr, pilastro cir!– ln \'ecchia \11strh. :-:<'i, con la nostra guerra, ~,:t .no ne~es~ari per dernolir,• questll pi1:1~1ro, r 1·en– <il'J't' materiol.nente possihile te•nuvvt tormazi,,. ni naz1011ali. Finora sir.mo ,ve,:uti avanti, impennandol'i a ,Jl(ni pi•sso, rifiutandoci di p1endere 1 ,tto'fll'll 0 ror, >C!-(JJrnz J ,JclJ,3 opere nostre, :\rconsentrndoci ro111 di rnnla l'Oglia e con ritardo, q1rnndo Il mc l'ilo 11I con,en% era ridotto a 111111a, nrer>dcncloci tutl 1 dann; mrtlcriali della guerrn e riflutun<lonr tut•1 i rnntagi:ri morali. quasi che non avrssimo nih 1 prnl(ramrna ~e non quello di nttenerr col rnossimo sforzo iì mimmo resultato. 8hh<•ne è necessario, finalmente, andart• incnr l!'O a~la realtà per dominarla. inwce rli uspetta~, 1,r.rntr.lanrto ,, rC<''llcitrondo, chp d raP:ghmi:.1 e e, tmvolga Questi nuovi Stati nazionali, clic vanno ffOr- 211 geP•lo bU!le rovine de'la vccd1ia Austrio., debbono in gran pane o. noi la vita. :>lon essendo più di– rl i ùalla , e.cch;a clJDdstia absb" rghese nemic• ,Hl'Jtaiia; non esse.telo più amminis' ·ati - e que– sto è più importante - dalla vc~chia b11rocrazia eivik e mihtare austriaca tutta imbcvut(. di tra.- 1li<it1ni u1 1 ti-italiano; i::s~endo forniti cli regimi dr.- 111ocrat1cie pnrlamenl:lri; J non av~anno ne~si;n motivo prcconcettv d, inimicizia contro di noi, 11111.i sarannr, spinti verso èi nii dalle necessità penr1anenh tiella comune dtfesa contro nuove ml 11acce del l'imperialismo gennanico. A pblto che no, non rend.a.:no impossibile quest'amicizia, pre– tendendo ilt lesinare o cli a,vrle11ar Jorn la vit.i. nel! atto stessc> in cui lavoriamo o. suscilarlol Invee~ '.lj temere qt: •sta confeùcrn~icne di (SO di ìU, cli !>ll miiioPi di abitanti; r•nlriamoci rt~n– tro noi stessi per i 11rimi coi n.:i,tri 3i miliL,Ji eh uomiid, considernndo cordialmente la libertà degli altri come garenzia della libcrt:, 11ost1 a. O i nuovi Stnt1 danubiani e l'ltali1, si ass1Jciano saldament, c"ntro, oyri ,nincicci" della G,ermania; o della /ore disunione avprofitterà, in tem710 pitì o meno vicino, la Germania per riprendrre li, sua opera di do111 '· uacione. Se i ·polacchi, gj1 cicco-slovarchi, gli ju– i,;oslavi hanno bisogno cli noi per costituirsi e per dilcndersi d!.lla Germania noi abbiamo non mi- 110,·einteres~~ a non avcr!j nemici, Se TIOll Vùglia.• nH) rit<'1nare \'assalii ùella Ccr:nania. S.t q11eata. I.Ja~e un'adésionc nostra nlla nuova ·confedera.zi "• ne è desiderabile pe.- essi e per noi; è, più che desiùcrnbile, necessat ia. '.\'aturalmente quest'adesione presuppt,nc che aia. 1isoiuto con un e 1110 co,npromes~o il problema adriatico fra noi e !,, Jugo3iavia. Quegli irredenti nf\l'iatici, ~he fanno corona all'Oli. Pilucco, e eh• nei loro ordine del giorno del 18 ottobre lanciaro– no m, grido cl'allarme perchr cc al di là delle Al– " pi si delinea la costituzione di nna fedem1.ton• ,lanub;ana ", e nel'~ stesso trmpo si (limolitra no insoddisfatti flnancn~ del trallato cli I .onùra! -, quegli .i1·1·edenti adriatici Rono col loro ta11alis1no rmmtcipale i pegl,liori nemil'i che abbia l'! lali11. ~e il tnro s11irilo parlil'olnristo prcvoles,,e nellu soluzione clei vroblema terrhoriole nel trullame.n– "' dei nuclei slnvi inclusi nc•I nuovo conflne it.Jl• !Jano, sarebbe •Jrganizzatu una Jnlta a m')rte 11011 solamente fr" l'ltaha r la nuova Jugoslavi~ ma 'ra l'Italia e tutta itt n·1ova r.on !etler11zione dc!l'i!uropa centra:e, !11 cni )n JU!(OSlo.vi~ im– J>Orterrbbe l'odio anti-:talinno, r d1e farebbe maa•" t>itta insieme con gli P.l,wi ùei ~ucl per conquistar n qup~fi e u. si· ~l""~sa i ric<:.?~sart shocchi v1,·io l \d1iati,:v. '1· il buon senso e il scn~o ili lj'iustizia del r,e hlt',, fn)nolo prevarranno. g. S, Le piccole nazioni Eùonrdo Bc:ies. ro1nmc11tanclo con ~iusla Jllo– il\ e con g.usto orgogli!.' le ùichiorazioni ratte dat– i' lnl(hiltena, rlnili Stati Uniti, dal Giappone, i11. t·uì è ricvi>osciuta la es1stcJJlJ. della nazione czeco– sJornccu, alleata dell'Iulesa e avtmte diritto alla 111ùi1•cndenla da Casa d'Austr;a, scrive: cc Una. • pi,·coJa nazione clive1,uJ.grande quando so ren– " ùi:1·.,iutile in senizlo dei graL<ì; ideali dell'uma,. " 11i., e non pensa al suo piccolo egoismo nazio• < 11:1I~.Qt•abto principio ci ha guidati J1ella pre– " .,ente gLJerra. Se oggi abbiamo ottenuto i11 Ila• " lia, m Francia, in lnghiljen u e negli Stati UniU " cp,i grandi suc~essi I)Olitici, lo dobb;amo a que– " •ta cuncezioae, che no; abbin:no o.vuto del no- ~tro ufficio fin ùal principio Jol111.guerra mon– " cliaie, •he, rtu1ante quattro anni, sembravo. do– verr piuttosto finire col nostro scbio.cclomento « e Cùl nostro sterm,nio ». l'111ole, che non pos,iamo icggere senza. un pro– fondo sentimento, ollr'l che di ommiJ a:?:ione, c'i in– , idia. Perchè se Je piccole. nozioni divenlan9 gran– di scn·cndo ai g.onùl ideali dell'umanità, le gta.n– d1 minacciano ùi divent:i.r piccole, quanao i loro < ~111l,1tti, ri non b,,nno vet1e1e nulla al di là del sa• l'ro .;oismo. l'er fortuna la giornne hhlia è assai migliore dei suoi sena.tori, deputati e giornahstl, ed I 1t ,iparato con la propria hon1à e generoiità. 111. olécrepita par~;monia :nentale e morale dt ohi pre– te11rle di -3nprosenta.rlll e guidarla.
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