L'Unità - anno VII - n.42 - 19 ottobre 1918

• PROBLEMI DELLA VITA ITALI..A Dùettotl1 ANTONIO DE VITI DE MARCO e GAETANO SAL~ ,;~ioa,: r ~o,na, Tia Adda, 4. - /,llonamcnlo or<iinario annue U.. 5 per ¾I ,';.~~t" ~ ao.nuo ~ 20; sem.utrafc: Ure IO) wi IUJIMrO Ccnt~.,..,1<· 5s ~ il aa&.to a ROMA_ .-- Conto conc:r,te coa la pG&~ · Anno V1I - N. 42 SOMMARIO _.,.. ;\L• "-'U:'•t) ,\ C1·etpi - L U,utu), 'OME SI SCRIVE LA STORIA - A. De Viti de Marco. LE RJ:!;QUISIZIONI - s. c. LA RIFORMA DELLA BUROCRAZIA - l REGI COMMISSARI NEI PORTI. - Spica. - La grz'ppe spagnola - Venere e lviarte - Detenda Au– stria La babele dei constwti. (CBNSURA) ;i. a Milano alla r,oUzia, elle " la Germania nveva domandato la pace ", il pcefelio di ~1ilano pubblicò un iyanife– ~to, in cui i_nvitò la <;ittadinanza ad aver fede nel Presidente \\ ilson:." I nemici si rivolgono al Presidente \Vilson, -in lui abbiamo piena (tducia, " in lui magnifico assertore dei principi fonda– " mentali, a cui dovranno ispirarsi i PùllOli del– v l'a"venire )1. .La Sezione milanes'e del Partito Repubblicano Italiauo, la democrnzia Sociale Irredenta, l'Unione Socialista Italiana pubblicaro1'o un manifesto col– lstti, o, in cui si leggeva: ." La vera pace, quella ,: auspicata da Mazzini, quel!a desiderata <J,aWil– " son per far trionfare veramente i principt di tte– (t nwcra;i 1 .1., non deve avere una pace di sovrani. « ma un accordo di popoli ». II Comitato d'azione cli ,~1ila110 tra i mutilati, in· validi e feriti in guerra, pubblicò anch'esso 1111 i)'lanifesto, in cui si 1egge: « Cittadini, lavoratori, non lasciamoci illudere; ricordiamoci di Capo• 1·ettu': /..._lt<:11cli:1!1tr. .. con ca~FN-•'1 ,; rli:;riplin(1 l11, ri– " spostll rli 1\lilson ». Il Comitato centrale dell'Associazione tra, i muti– lati pubbll'.:o una circclare ai ciriquant1Lmila soci, in cui afferma\·a: cc )enza dubbio, ~i Jeye1·à a ri– ,, vendica1·e in~ieine le ragioni della guerra e lt! « inclerngabili esigenze della pace, la voce del « Pre~idei,te \\'ilson, che sa interpretare it •enti– « mento profondo delle masse oscure ». 11 Popolo d'Italia, rie! 7 ottobre, l!i.ampava i'n pl'imn pagina, in grossi caraLteri: « Attendiamo <'on calma e illsciplina la risposta di Wilson ». Finanche 1a « Daritc Alighieri , - horresco re. (e·,:ensf - i è affen ata a \Vilson per raccoman– dare la calma e la resistenza: « Wilson -- nel ,. quale l'America vi\'e tutta idealmente, e sovra– " namentc parla in nome deli'Umar.ità - rispose « e risponderà. La J)arola che egli pronunziò con– « corde con l'lntesa, col ,·e d'Italia, coi soldati ,, d'Italia, ~ia la nostra scprta, l'espressione delle ,, nostre risoluzioni u. di,ja::we:iiil!;t:-=t:;;;:i'"tffl ~il™~-™ 19 Ottobre 1918 Titolo censurato In questo articolo vorrei applicare alla queshione austriaca ed al problema dell'Adriatico i priucipì enunciati nell'articolo pubblicato nel passato nu– mero dell'Un-ità intorno al principio di naziona– lità quale i> intew "f praticati) nell'lmpem Bri– tannico. Come ho cercato di spiègare; nellr. coltura poli– tica ang 1osassone il pt'incipio di nazionalità non r.oincide con quello d1 'nclipendeilza politico, ma si considcrJ. realizzalo quar:do in· ur.o Stato lutti gl'indiviclui di una nazionali!;\ godono di libertà piena ed eguale a·qu~lla. di tutti gli allri. Un'applicazione della coi1cezione anglosassone al prol>l~mn austriac,. e al problema dei r>tppoi·ti italo-jugoslavi nell'A lrialico, elimi1,erehbe le dif– ficoltà che 's'incontri•.no quando nel problema au– s11·iaco si passa dall idea negativa dello smemhra- 1nento all'idea positiv>t della , ic05truzione, ~ quando si cerca olj risolvere rl prc-blrmn dei con– fini italo-slavi. · Il « patlt rii Roma » dell'aprile Hl18 - sintomo conlo1t,inti, ·mo della necessità di risclvere quei proble(lli - 1 rr-:tltà non li risolve: p 6 etchè e so st i$pira sem~ ·e ad una erronea e madcguata con– cezione cli quc., problemi, cioii all'idea che ad ogni 11aJ,it,11>tlità clovrebbe corrisponcle,·e uno Stato inrli– pe11dente. Stftbilito nell>t dièhiarazione fondamen– tale preliminare, come primo fine la costituzione delle varie nazionali\il oppresse in Stati indipen-· denti, iI « patto di Roma u procede poi ad affer– mare, nel problema delle e\'entuali e corrispettive uelimitazioni te1Titoriali, la nec~s,ità di pacifici acco,•cli e Ji unioni o alleanze contro future possi- 1,ili ngg,·essioni austro-tedesche. I problemi terri– toriali, ini::.omma, non sono risoluti, 1na emplice- morilc ri1niali. ;.. 1,-. .,_ ,p -~ç;~+:'~il..Fli:.-~ - ~Q~ìl(; .t1N, i.c: .. tL-== lll!:;;;:;t,;:~I~n;;~Trn...~ Gli è che pnrtendo dal concetto che ad ogni na– zionalità deve col'l'ispondere uno Stato nazionale indipendente, il problema dei territorii misti, che si trovano in tutti ·i confini, diventa insolubile o per lo meno richiede per la soluzione un grande sforzo di rngl(ezza, cl( probità, dt tuona volontà. Se invece noi accettiamo la distinzione lrn na– zionalit,à come compagine di tracl'izioni e cli biso– .gni culturali, e la nazionalità come base esclusiva cli•organizzazioni poli!icbe indiper.cleuti; - s 0 ri– conosciamo la nazionalità corne un fallo cli col– tur·a, o. somiglianza rlella fede re_ligiosa, dellr opi- 11ioni sociali. dei gusti artistici, il qunle porta aJla secessione politica soto incidentalme,tte quando oli sia negata la l-ibertil riell'espress·ione; - se ammet– tiamo che un gruppo rii nazionalità cliversu può ricono.srere la esistenza cli interessi comuni a cia– scuna di eR;e, che le consigliano a nou formare Stati indipendenti, ma ad associarsi i11un nuovo sistema poli\ico, in cui ogni grup-po nazionale sa– rebbe garentito nei suoi bisogni rii colturn e assu– merebbe la responsabilità di garenlire !(li altri; - se ri poniamo da que~to punto ,ti'vista, che è poi quello della Società ddle Nazioni, diviene chiaro la soluzione del P!'Oblema austriaco e ciel proble– ma dell'Adriatico non bisogna cercarlà anzitutto nel costituire Stati nazionali indipendenti, e poi nel cercare i pti11cipi ui libertà e cli rispetto reci– proco, i quali con,enfa110 a qu~sti Stati cli asso– ciatsi contro la minaccia ge1manica. La soluzione va ricercata nell'invertire questo procedimento: cioè bisogna anzitutto creare· gli organi necessru•i alla protezione cl.iquegli interessi comuni superiori, che consigliano l'Italia e le na– zioni oppresse dell'Austl'ia-Ungheria nd associarsi; e creati questi organi, il problemo. dei confini na– zionali perde ogni importanza. Per spiegarci meglio, supponiamo che l'Italia, i J ugo-Slavi, i Boemi, ecc. convengano di costituire non nnn. ~en1plice alleanza, ma nn8. Yeta e propria · Co11lederazione permanente, ~on politica estera unica, con un solo <"sercito, una sola flotta, con eg1w9lian;a di diritti per gli individui ili tutt.i i popoli in essa inclusi Ognuno ve,:I,,subito come le questioni di naziorytlità cessano di' divenire ele– menti pericolosi di rli,senso. L'Adriaiico di\'enta ipso-facto 1111 lago inte,n10 del nuovo Stato; ogni inclividu!' delle isole, delle coste, dell'hinterland aC(1uista piena libertà di clichiara1·si di una na– zione pi'uttosto che cli un'altra; ogni gruppo na– zionale avrà 'le sue istituzioni di coltura. La que– stione di quelja p[l,1'le~lell'lstria, che è in maggio– ranza abilatn. da italiani, e di quella che è in maggioranza abitata da Slavi, cli"enta facilmente risolubile mediante la creazione cli due diverse rirco!=icrizion•i ,.ainministrative extrater1ito1·iali,. a cni possa acle1ire riRscun individuo, clovunq11e abili, senza che ciò crei difficoltà di camttere po– liti_roo strategico. E •o stesso dicasi circa la Dal• ma.zia, e circa tutte le future delimitazioni di con– fine fra i territori abitati dalle va, ie nazionalità ora oppresse. E una volta conciliata la unità po– litica col rispetto della libertà etnica e culturale cli cia$cun gn1ppo, non 1·'è più nessun pericolo a. ,. creare quante si vogliano unità amministrative interne autonome. ~.,.:a~diffi,;ii5i~-~A.:.W ~fil'-~12~ ~- Insomma il modo migliore cli risolverè i I pro– blema delle nazionalità oppresse è di elevarci au– dacemente -al disop, a ciel p,1·incipio di nazio~alilà, di rare cli tsse una Lega delle Nazioni, capa.e~ eventualmente di estencle,·si dalla Russia fino ai confini occidentali d'Italia, e, che funzioni come 1rait-d'1tnion fra la R11s~iae la Polonia da un lato e la Francia e l'Inghilterra dall'altro. Quale immenso campo d'attività, quale opportu- 1·ità cl'immensi servigi e d'immenso prestigio s'a– prono per questa ,·ia all'Italia! L'Italia, es,endo •

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