L'Unità - anno VII - n.32 - 10 agosto 1918

PROBLEMI DELLA VITA ITALIANA I>ltcttori t ANTONIO DB vrn DE MARCO • GAETANO SALVEMINI ~--=ioae ti· l.aial-Dktrazioae I Roma, ria Adda, ~ - .A llllonamcnto ordinario annuo U. 5 per il Remo, ,- PCINN U. IO' .UJ.ooemcr•o IIOetmitoff annuo Un :Z01 acmatralc Lire JOJ UD wo Ccotaimi jO Si ptdiblica Il aabato a ROMA ·- C-to mrrcntc coa la ..,.._ Anno VIl - N. 32 SOMMARIO LA SOCIETà DELLE NAZIONI - L'Unità ·- VOGLIAMO VEDER CHIARO - L'Unità ·- AUSTRIA JUGOSLAVIA E lTAL1A - g. s. - Una i/lfadre. La Societàdelle Nazioni L'argomenLO è ormai uscito da!Ja sfera deil'an– t,ca utopia; è entralo nel campo concreto delle realizzazioni possibili; formerà parte del pro-, gramma elettorale nelle elezioni che si annunziano in Inghilterra pel novembre prossimo; sarà accollo <lai partiti conservatori e dai partili democratici, la differenza t1·a gli uni e gli altri sarà di limiti e di misura. Epperò è utile che anche noi in Italia ci si la<> eia un'idea più esatta d(llla natura e dei limiti del problema. La « Società delle Nazioni », cli cui oggi si ra· giona, non può essere nè la utopia della pace 1,erpetua e della fratellanza umana dei filosoli del passato, che ragionavano senza i limiti delle esi– genze contingenti ; ma neppure dev(l essere consi– derato come un « espediente » per iniziare ed af– frettare i negoziati di una pace di compromesso. Bisogna partire dal concetto elementare ·che la Società delle Nazioni è un fatto concreto che la Guerra .\londiale prepara automaticamente, pre– cisando e riducendo, da una parte, i confini della vecchia utopia, Q rendendolo dall'altra affatto in– dipendente dai negoziati cli pace con gl'lmperi centrali. La Società dell<: Nazioni nasce, anzitu Ilo, dalla Guerra ::\londjale come un alto consapevole dei Popoli e dei Governi dell'Intesa, nell'interesse autonomo delle Nazioni libere e democratiche del l'Europa occid(lnlalo e dell'America, che combat tono !a opposta concezione vilitica, che oggi ce– menta la uni?ne dei Governi e delle Caste domi– nanti nel blocco degli tali dell'Europa Centrale. A misura che i fini della guerra si sono venuti trasformando da conquiste territoriali nazionali in difesa comune dei beni superiori e permanenti del– la libartà individuale e della indipendenza nazio nale e della tranquillità internazionale, è appar– so a luce meridiana che gli attuali scopi della guerra non si qsau ri ranno più con la guerra, - che l'Intesa dovrà sopran-ivere alla guerra, e do– vrà perfezionarsi dopo la guerra, per diventare un u Organismo omogeneo e duraturo » sempre pronto a clHendere il suo patrimonio culturale po– litico ed economii;o. Da questa necessità nasce ciò che si chiama. « Società delle Nazioni "• con parola che forse dice e comprende più di q11anto è oggi realiz– zabile. ComHnque, il nuovo « Organismo cli Stati omo– genei " non potrà essere una mern alleanza tem– potanea, come quella che ha legala l'Italia e l'Au– ~tria o la Francia e la Russia. in cui era poS– ~•bil~ mettere a tacere, per la durata del patto, ir,tcres,· reciproci antagonistici. La nuova Unione rii durala indefinita. non può costituirSi se non a CO quando sieno preUminarmente composti gli even– tuali contrasti d'interessi interni, e deve aiven– ta,·e almeno un principio di uno .. Stato Super-na– zionale n, cioè di una u Unione u in cui ogni Stato dovrà rinunziare ad una parte della sua sovranità indipendente, per contribuirla e ritro– varla ed esercitarla in 1111 organo comune - con funzioni quanto si voglia per ora limitate - di sovranità interalleata. Allo stesso risultato tendono gl' Imperi centrali, perchè la stessa guerra produce gli stessi effetti anche per loro. Se non che la loro " Lega delle N11zioni » è rappresentata dalla Medieuropa, che sarà qualcosa di più che non sia la precedente o l'attuale alleanza, poicbè formerà anch'essa un principio di Stato Super-nazionale. Se non che la Miedieuropa sarà un organismo feudale di Stati minori o maggiori. che accettano la dirèzione suprema della Germania. Jnrnce la nostra Società delle Nazioni ,potrà soltanto fondarsi sul con~ello federativo di Stati egualmente liberi, aventi gli uni verso gli altri la posizione della più perfetta eguaglianza giu– ridica. Ecco il contrasto fondamenta.le . La oppÒsta mentalità irriducibile, che ha generata la gn&rra e che rende impossibile una ragionevole pace di accordi, prima della decisione delle armi, si ri– produce integra nello interpretare in concreto i princi~ della pace esposti da Wilson, o il concetto della Le{la delle ,azioni. Gli uomini di tato germanici e austro-ungarici hanno sempre dichiarato cli accettare quei prin– cipi; hanno pur <.lichiarato di essere disposti a favorire la costituzione della Lega delle Nazioni; ma la stampa non si è fattu scru)10l0 di chiarire che la futura Società delle Nazioni, desiderata d,t \\"ilson e dalla Intesa, dovrà esser posta sotto 1,, direzione de:la Germania. La " Società delle , ·azioni ,, per la mentalità teutonica è una for– mazione che con~ta cli due parti: - l'una è la estensione a!l'Ing-hi°lterra, alla. Francia, all'Ita– •;, err dC\I ,·nnt'C\tlo informatore della Mittel Eu– r,w11: - l'altra i• la conclusione di accordi per l'atbitrato e anche, forse, per la riduzione degli armamenti, i cui trattati saranno poi liberament~ C\sservati o rtrncciali dalle parti contraenti. Ep.però apparisce poco serio o almeno assai lpre– maturo <li parlare <li una Soriet:\ <!elle Nazioni, in cui sia possibile mettere insieme Stati di razza, ni mentalitn, ni costituzione politica e di tracli1,io– ni così opposte. come Ungheresi, Turrhi e Tedeschi d,i 11na parte e Inglesi e Latini dall'altra. Tra i due gruppi potranno farsi accordi basati su contralti e trattati sullo stampo del vecchi; mi– gliorandoli anche; ma ri< ordando che contralti e JO Agosto J9J8 trattati impegnano diversamente un inglese o un tedosco, e che varranno in avvenire quanto ban– no valso in passato . .L'idea di una « Società dè!le Na,ioni " fondala sopra un sistema di accordi for– mali e di trattali tra Stati che conservano assoluta la loro sovranità indipendente, rifiutandosi ad ogni forma di fusione o di reciprocv controllo, non rappresenta niente cli nuovo o di diverso da quel– lo che è stato in addietro. La " Società delle . azioni » sarebbe un nome vano, la nuova maschera di cose vecchie, di con– venzioni e di accordi e di contratti, dj cui la Guena .\.londiale ha proclamato l'Insuccesso. Una proposta del Senatore Ponti Su questo punto occorre che la confusione delle idee e gli equivoci cessino sul nascere. .\dottare della " Società delle Nazioni " un con– cetto vago c:I offrirlo agl'Jmperi cenU•aJi come oase di trattative di pace o è un allo di sbalorcli– tiva ingenuità storica o il un atto poli1ico de'plo– revole. Cosi <.lobbiamo giudica.1e un articolo pubb:lcato e diffuso dal Senatore Ponti, in cui, senza precisa– re il concetto di quel che sia la Società delle Na– zioni, ma allargandolo e reslri ngendolo secondo il comodo dialettico, egli lo riduce in fine ad un mero espediente per sospendere le ostilità, sotto certe garenzie, e 'Per trattare la pace con gl'Imperi Centrali. Deve essere certo l'incresci u LOall'egregio uomo che la sua proposta sia stata propalata da qualche giornale- politico a lui ligio lo stesso giorno in cui il bollettino di guerra annunziava la occupazio– ne di Soissons da parte degli alleati. Certo la coincidenza fatale mostra la inoppor· !unità della pubblicazione; ma 110n ne infirma ancora il contenuto. Il senatore Ponti, e molli che in Italia pensano politicamente come lui, non ac– cetteranno i concetti precedentemente esposti, che escludono la possibilità di conciliare il :\lilitarismo germanico alla " Società delle Nazioni », come \\'ilson e noi la intendiamo. Crediamo perciò di fare opera utile pubblican– do la risposta data già al le illusioni del senatore Ponti rial generale uon Frryta(J-Loringlt0ven, che rttppresenta le idee ortodosse della Germania rçi– litare e ufficiale, cioè cli tutta la Germania fino a che il popolo tedesco accetta o subisce il dominio assoluto del ::\1ilitarismo prussiano (1). (!) Von Fm::rTAcC\ccupa uno dei postl più elevati nello Stato ~1aggiore germanico, posti tenuti suc– cessivamente, prima di lui, da Mortke, da Falken– hayn e da Ludenclorfl. Egli è reputato il maggiore scritLOre militare, dell'esercito tede..co. Questo volume " lnsi-gnamenti della Guerra ~1ondiale " fu scritto per !preparare fin da ora. l'opinione pubblica tedesca alle maggiori spe~ mi. litari, che si prevedono necP.ssarie per riorganiz– zare l'esercito e renc!Nlo più efficace nella fut11r& guerra. Fu infatti largamente :liffuso in Germa– nia; ma ne fu impedii~ la e<iportazione all'estero e fu vietalo ai gie>rnali di discuterlo. Ma ciò non è bastato per impedire che qualche copia sia arri– vala e sia stata tradotta in Jnp;hiltrrra. Citiamo l'edizione inglese: Deduclions {rom the Worlct War by lieutenant-1::eneral baron von, FnEYTAG-LORrN– cnov, Lonclon 191 (Citp. V e Cap. V1l. •

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