L'Unità - anno VII - n.27 - 6 luglio 1918

' PROBLEMI ·DELLA VITA ITAJ,.IANA Direttoti, ANTONIO DE VTI1 DE MARCO e -GAETANO SALVEIIINI Ammioflltrationc I Roma, 'ria Adda, ._ - l t.»nameoto ordinario annuo U. 5 per il Remo, ,- l'...._ U.. ,q A~"4mento sostaiit01'e annuo Lire 20; semestrale Lire 10; wi .- Ccatcaimi JO Si pi,l,i,llcat Al u.ila!G a ROMA Coato corrente COA la polita Anno VII - N. 27 SOMMARIO ESPORTAZIONI DEI CASCAMI-- L'Unità - AGLI AMICI DI NEw EUROPE · A. De Viti de Mar• co - L'INTESA E L'AUSTRIA - Un fuoruscito slavo. • I primi frutti'. Una domanda. La croce al merito di guerra. Patria e umanità. Il legna– me di Stato. L'inditstria dello Stato. Il Trust bancarz·o. Sintomi. Una pugina. di poesia. Esportazìorie · dei Il cascami I . Non sono i cascami di seta e di cotone deil 'on. Bonacossa, neces&ari alla confezif>ne degli esplo– sivi. Sono i cascami intellettuali e morali, di cui l'Austria ha bisogno assoluto per tenere convinti i suoi soldati jugoslavi <!hc l'Italia è loi-o nemica tncunciliabile; che ,un accordo italo-slavo è un assur~; che gli slavi difendono contro l'esercito ilali <1.no non tanto la. compagine dell'Impero ah– sburghesc q,mnto la loro esistenza nazionale; che gli esuli jugoslavi hannp tradito al Congresso di Roma la loro nazione, accordandosi con chi vuole tenn,Ja divisa. e mutilata. l cascami di seta e di cotone sono necessar1. I •ca.scarni intellettuali e morali sono più necessa11 ancora: perchè le munizioni non servono a 1iulla, 5e non c'è una volon[à risoluta ad adoperarle: la Russia. massimalista insegni. , I cascami di seta e di cotone l'Austria può im– portarli anche da altri paesi, che non sieno l'Ha· lia, o sostituirli con ~rrogati cMmici. I cascami inteli, t·uali e morali, per essere .utili, debbono essere fabb1foati in Italia. ed esportali dall'Italia. Specialmente do1>oche l'Intesa ha. comjnciato - finalmente '1 - a ca.pire la necessità di convìnce– rc le popolazioni e le truppe slave dell'Ausllia ehe esse hanno in noi degli alleati, e non dei he- 111ici, l'Austria ha bisogno, ur.gente, vitale, di !a– re una intensa contropropaganda. E questa non sarebbe 'Possibile, se almeno una certa parte della stampa italiana non pubblicasse un numero sur– flciente di articoli slavofobi, che possano essere immediatamente esportati in Austria, vi.a Sviz· Jera, tradotti e fatti circolare fra i soldati jugo– slavi, come documento del pensiero, non di quei pochi forsennati o miserabili, che scrivono e pa– gano quegli articoli, ma dell'intero .popolo itn– Hano. Una fabblica attivfasima di questo genere di cascami è il Resto del Carlino. Ecco, per es., che cosa ~rive il Resto del Carlino: « Oggi, nell'ora « del mortale pericolo, l'Italia combatte da sola: « quando verrà l'ora della curée, da tutti l vali· " chi delle Dinaviche gli appetiti croati acco,·– " reranno sulla preda abbattuta, e si industlie– " ranno di portarci via anche la parte nostra, « che avremo conquistata con la nostra forza e « pagata· cento volte col nostro dolore e col no– " etro ~ngue. Ebbene, così come oggi non deve « e.<Jseretollerata la falsificazione, non sarà tol· « lerato allora l'escamotage che già premedita ». « .Mentre i vart croati del sig. Trumbich decla– mavano a Roma contro l'Austria, i reggimenti cronti, cio• jugoslavi, 1ul Piave si battevano fe- rocemente per l'Austria, cioè J.)Cr gl'lmperj cen– trali, contro di noi, cioè contro l'Intesa ... Ora se una diplomazia deve esistere in tempo 'di guerra, - il suo compito è quello di valorizzare e sh'utt.a1·e la vittoria delle armi. Vedremo dunque se esiste, e se saprà rivendica.re all'Italia vittoriosa il po– sto che le spett.a, e ristabilire su solide basi non già il suo diritto adriatico, che è fuo,•i discussio– ne, ma il suo diritto mediterraneo e colonia.le che .. tro1>po sin qui è stato lrase11mto e· Qontrastirto "· i: facciamo gr'azia di tutto il resto dell'articolo, che è una continua. dichiarazione di ostililà cou– tro la Franci,i e l'Inghilterra, non 'tanto per le cose cho dice, quanto per il tono, intenzionalmen– te arrogante, con cui anche le idee ragionernli sono formulate e presentate. Non altnmcnti da - Resto del Cculi110 parla, co– m'è naturale, il "Tempo. Anche su questo giQrna.le, FiliJ)po Naldi vuole cl1e l'Italia « tenga fede al « programma di rivendicazioni e di interessi po– " litici per cui è scesa in guerra: mentre la " guerra dnra e le sorti non ne sono deeise, nulla « clobbiamo cedere, a nulla .dobbiamo preventi-' " vamente rinullCiare, come altri ha fatto, come altr-i oaai Si pente, noi sospettimno, lii av,r « fatto "· Si trattn, per fortuna, ·di manifestazioni di uo– mini e di giornali, di cui - come scrive l'Epo– ca - " non sono chiati i moventi "· E i nostri al• leali sanno, ormai, hcne distinguere gli ebrei dai samaritani. E quanto ai nostri rapporti con gli jugoslavi, non c'è insidia naldiana, che possa to– gliere il valore alla dichiarazione fatta dall'on. Orlando al Comitato jugoslavo dopo la vittoria del Piave: « La ,·ostra manifestazione, nella gioia u della vittoria, che l'Italia. ha raggiunto mercè « l'eroicç, valore dei suof figli, riconsacra quella « politica, che l'Italia ha consapevolmente ini– " ziata e nella quale risolutamente 71ersiste "· 11 guaio è che taluna di siffatte fabbriche di cascami funziona in prossima vicinanza ciel Go– verno. Non parliamo del Giornale ll'Ttalia, che versa nella edizione roman.a tutto qnel turore ~lavofobo e dalmatomane, «.Ile la prudenza. gli consiglia cli dfasiJn.ulare nella edizione italiana. Il Gior-nà!e d'Italia, l'ha dello l'Aoemu, Stefani,' non è organo ufficioso della Con~ulta: non si ha quindi il diritto di affermare a p,iQri che le idee - chiamiamole pure così - del Ciorna!, ll'lta– lia sieno quelle della Consulta. Ma esiste in Italia una Reale Societd Geografi– ca, la quale avendo j geogratl di professione, per es. Marinelli, RicchieM, Almaglà, serve assai 6 Luglio l 9 18 yvQO a, p1u1,r~s!o ctegi1 sLuù.i geogratici, e assai Ll'O!JpO a uu'altra inljniLà di faccende, cl1é hanno puco o nulla da lru·i con la 1ieografia. ,Uuesta Heale Società Geografica vive· prevalen– tememe con fondi forniti dal Go,e;·nò. E' oggi • vicepresieduta da un sottosegl'etarlo di Stato, l'9n. Foscari. E', dunque, una organizzazione ufrìciosa, ai cui Ol'g(!ni dirigenLi sarebbe assai arrisdd'ato att1ibuire intenzioni contrarie ai de– sideri ciel Governo, inteso come unanimità di tutti i ministri. Ebbene si legga il 1Jot!etti110 di questa Società <lei l' maggio-giugno, e si imparerà che la com enzione di Londra non garentisce che il ,nimmum, non rappi'esent.a che una « automu– tilazione sal'!guinosissima ,, di quelle, elle sareb– bero le legittime esigenze nazionali italiane nel- 1'.~driatico: « Nell'aprile· del 1915 l'Italia non « ancora avvilita lla sè stessa, meno alluci~ata e « i:>iù praticamente applicata ai suoi interessi, « non voleva La forma;ione ctello Stato jugoslavo: « non voleva mett.ere i Serbi in balla dei Croati " più organizzati e più potenti; nè assicura.re agli Slavi meridionali, con la formazione di quello lato, a swo danno, l'assoluto (1) predominio " nella penisola ,balcanica ", « se .uuo dei punti « fondamentali del trattato di Londra, quello ri– " fl~ttPnte la creaoione lii più·. 'tali slavi, fosse « mutato, l'ltal'ia non sarebbe 71iù difesa da quei « trattato n;'il trattato di Londra, dunque, non è • che u un provvisorio 111 una u prima tappa u verso la soluzion!) int~grale del pro'., 1ema adria– tico ; è nn compromesso che non 1·isolve niente. Purtroppo, in Italia, oggi, ;, passa un'ora gri- 11 gia_u; u certe correnti politiche subiscono, do· " po Caporetto, ,que!Z' cnJt·ilimento, che i I popolo ,; nostro non sente "· « Quando Si sarà capito « qual'è la realtà dei popoli sla,•i meridionali e « la realtà dell'Austria;' quando si sarà. compre- " so l'immenso valore politi~ della resis~m.a « offe,.ta sulla Piave; quando i nunvi cimenti « avranno imposto ali' Italia sacrifici e contri.- " buti milita•ri infinita.mente Sll[)eriori a quelli « previsti nell'aprile ilei 1915, si sentirà meglio « quanto costi e quanto sia sacra l'Italia e come " ~i debba difendàe contro tutte le eventualità .... « A I Lor a il trattato tt; Vindra sard tm punto di u parten:.a n. Queste parole e le altre parti caratteristiche di quest'a11icolo, uscito nel Bollettino· di una or– ganizzazione qual'è la Reale Società Geografica, sono per la propaganda italo!oba dell'Austria quel che si direbbe il cacio sui maccheroni· scommettiamo dieci centesimi contro un milione che a quest'ora. sono state già tradotte e circo– lano in tutti i pa~si 'e fra tutti I reparti jugoslan dell'esercito austriaco. Ebbene. noi domandiamo all'on. Orlando e al· l'on. Bissolati, se essi credano di dovere consen– tire che organizzazfoni come la Reale Società Geografica continuino a partecipare a questo ve– ro e proprio sabot.aggio della loro politica estera. Se questa politica estera è - e tale è realmen.t.e - i! resultato di una volontà destinata a persistere contro qualunque dimcoltà e suggestione, - è necessario ehe questa volontà non tardi a /arsi

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