L'Unità - anno VII - n.25 - 22 giugno 1918

PROBLEMI DELLA VITA ITALIANA Dirdtoda ANTONIO DE VITI DE MARCO e GAETANO SALVEMINI Dl:tti~ i ~a:ioac I Roma, 'ria Adda, •• - Allllonamento ordinario annuo U.. 5 per il Remo, pct !'atete U. ,O AblaooaPIC'atosoatcn.itore annuo Lue 20; semestrale Ure H>; un aumao Centaimi JO Si puWilica j( aabato a ROMA - Conto conc.nte coo la posta Anno VII - N. 25 SOMMARIO IL SIGNil'lCATO DELL'OFFENSIVA AUSTRIACA · Observer. - IL PROBf,EMA RUSSO - E. Mil!er. - I POLACCHI E LE POTENZE CENTRALI - Oscar Skarbek Tlychowski. C'era una voita - Intorno a: p-rocesso Cortese. Il significato. dell'offensiva austriaca La stampa dell'Intesa incomincia a filosofa1e intorno ai motivi della offensiva austriaca in Italia. . Una. delle note prevalenti nella stampa france-1e ed inglese è che l'Austria laccia l'offensiva a ma· lincuore, per imposizione della Germania, e ri· tornano sul vecchio motivo che l'Austria guerr~3- gi per ordine della Germania, nell'interesse del ia Germania. Questa è una concezione radicalmente E:rronea; è almeno tanto erronea quanto è la ma· lignazione che fanno a nostro riguardo i giornali teutonici, quando affermano che l'Italia fa la guerra voluta dall'Inghilterra, nell'interesse dAJ. l'Inghilterra. Entrambe qusste affermazioni derivano dalla irreale antiquata speranza, che hanno gl' inglts1 di staccai-e l'Austria dalla Germania, e .che han– no i tedeschi di staccare l'Italia dall'Intesa ! Invece, da una parte i ll)deschi non capiscono neppure lo capiscono ancora completamente i nostri alleati - che l' Italia, cioè quella parte d' Italia che ha voluto e che fa la guerra, non è l'Italia germanofilo. di ieri, che concentrava i suoi od.i contro il nemico ereditario; ma è quella che ha inteso fin dal primo momento ed intende di– fendere e as!\icurare per l'avvenire I' indipendema politica nostra contro il dominio teutonico. L' Ita– lia, a traverso l'Austria, oggi combatte il pan– germanismo. Dall'altra parte è cieco chi non vede che l'Au– sti·,a ha un suo p1oprio vitalissimo•interesse di far la guerra, dal cui esito dipende la esisten·~ e la conservazione statale dell' Impero austro-ma– giaro. Tutti i problemi interni delle nazionalità. oppresse dagli Absburgo hanno cam.biato di ,·a– rattere o di intensità, in quanto le soluzioni che erano possibili prima della guerra - e che mira– vano a tacitare le aspirazioni nazionali con t.:on cessioni di mere autonomie interne che si arre– stavano sulla soglia del trialismo, - dopo li\ gli°erra, e pel fattò della guerra, sono più che mai lontane dal soddisfare le cresciute aspirazioni di perfetta indipendenza politica e distacco da:– l'Austria, che. oggi costituiscono il nuovo pto– gramma d'azione dei boemi e degli jugoslavi. Dopo i I r,rollo della Russia, il Paese che natu– ralmente si trovava e che finalmente si è me~so alla testa del movimento per la indipendenza ,>0· litica delle nazionalità soggette alla tirannide austro-magiara, è precisamente l'Italia.· Il -Con. gresso di Roma ha potuto essere considerato dai nostri piccoli conservatori e politicanti come llllll mossa tattica resa necessaria dal disastro di Ca– poretto . ma la coscienza d~l popolo italiano con– sidera oramai la guerra per la liberazione di tutte le nazionalità oppresse dall'Austria come il pro- 1a CO lunuamento della guerra deL Risor ento, e quindi come una guerra che finirà soltanto, priru1 o poi, con la costituzione di una Boemia e di Jn1 Jugoslavia indipendenti e alleate ali' Italia p~r formare il baluardo contro l' invasione del pan– germanismo. Boemi e jugoslavi sanno perfettamente che In sconfitta d'Italia rimanderebbe nel lontano avvP,– ni,·e l' icle.ale della loro unità e indipendenza ni,.– zionale. Il Governo austro.ungarico sa e spera che la sconfitta d'Italia indurrà più facilmente i popoli oppressi .ad ·accettare quelle anodine con– cessioni di autonomie interne, che questi for9~ avrebbero gradite prima della guerra e che oggi respingono. Il Governo austro-nrngiaro spera e si illude ancora che in caso cli vittoria dell" Inghil– t_erra, della Francia e degli Stati Uniti - purchè accompagnata dalla sconfitta dell'Italia - !ro• verà benevolenza per salvarsi dallo smembramen– to. ;\la non si fa tale illusione se l'Italia uscirà per suo conto vittoriosa; perchè in tal caso, al Congresso della pace,· il programma della nuova guerra italiana sarà necessariamenle il progravl· ma dell' Intesa. Questo è il contenuto politico della gueri-a del '.a. ~tonarchia absburghese; - guerra di difesa per I:;, vita o per la morte, per l'esistenza o per lo s.mem· bramento dello Stato; -, guerra sua propria, non guerra di riflesso della guerra germanica, che !'lli. ra alla conquista e ali' ingrandimento dello Sta•o. *** Passando alle ragioni I}uramente militari, cLiè alla esecuzione del programma politico della guer– ra austro-ungarica, ci era sempre parso evidente che l'Austria non avesse più motivo adeguato di rischiare una. nuova offensiva in Italia, che essa riteneva definitivamente battuta a Caporetto e im– potente a tentare la riscossa. A parte la promes~a d1 bottino e le speranze di facile avanzata, che si fanno ai soldati per inc.uorarli a farsi ammaz– zare, il Comantlo austriaco non si faceva la illt1• sione che si sarebbero rinnovate le straordinarie congiunture che gli avevano <fato l' inchiento successo di Caporetto. Il Governo .austriaco non !1a interesse di occupare nuove terrè italiane, che non si propo_ne di annettersi, pagandole ingiusti– ficati sacrifici. l\è s_appiamo vedere come e perc,è il rischio della nuova offensiva gli sarebbe gio· valo - anche come sempÌice diversivo - a risol– vere la crisi interna, da cui la Monarchia è tra– vagliata.. Anch~ ammesso che la soluzione di questo 1 >ro– hlema possa essere influenzato dalla guerra, lo sarà ormai dall'esito della guerra generale, e quindi d~ll'esito della offensiva germanica in 22 Giugno l 9 l 8 Francia. Nf!Ssuno più dubita, dopo Caporetto, cne il nostro non è e non può diventare il fronte prin– cipale della guerra, la cui decisione si avrà sul fi-onte'occidentale. La Germania aveva perciò pre– paral,i, la sna grande offensiva col proposito e con la preYisione cli vincere rapidamente e di imporre la !>ace. Mentre si combatteva in Francia la battaglia che avrebbe dovuto decidere la guerra, era supe.~– ftuo, anzi non era utile combattere sul fronte i lo• liano. La funzione militare nostra e degli austl"ia· ci era essenzialmente quella di tenerci reciproca– mente a bada, per impedire agli uni di correre in aiuto dei franco-britannici, agli altri dei tedeschi. Se questi avessero vinto in Francia, l'Austria era vittoriosa in•Italia; se i nostri alleali fossero sLlt.i battuti in Francia, noi lo eravamo del pari, sen,a. combattere. Ebbene; è stato appunto l'insucce~so della offensiva germanica in Francia, che ha reso necessaria, dal punto di vista militare, la offen– siva austriaca in Italia. Gli eserciti del J<aiser s; mostrano impotenti a battere da soli la coalizione anglo-francese, in modo da ottenere la pace spe– rata, prima che arrivino in fo1·,a gli eserciti aDle– ricani. Solo una rapida e schiacciante · ffensi ,a austriaca contro J"Jtalia potrebbe salvare la situa– zione. E la offensiva è stata preparata con tali mezzi-<;li superiorità in artiglieria· e numero da far prevedere allo Stato ~laggiore germanico come sicura la sc_onfitta definitiva e la distruzione d~l– l'esercito italiano. Questo era o è ancora il solo fine ragionevole dell'offensiva sferrata sul nostro fronte; poichè, in caso del previsto successo, l'e– sercito austro.ungarico potre,blle portarsi sul fron– te occidentale ed anivare in tempo per neutra– lizzare il crescente atnuire degli• eserciti ame– ricar.i. nla la resistenza italiana infrange questo sogno. La superiorità ciel numerò, la a,·iclità ciel bottin0, la ferrea disciplina senza an(rna degli rserciti in– vaso1i non hanno ragione dei corpi e delle anime che combattono per la propria libertà. Questo ~le· mento morale sfugge sempre nei· calcoli ;api enti dello Stato ~iaggiore germanico; ma è desso che deciderà della guerra. • L'esercito italiano, inferiore cli numero e di can– noni si mostra e sarà capace di immobilizzare tutto l'esercito austro-ungarico. Questo è il.nostro contributo alla guerra te,:restre dell'Jntesa. L11 Germania. dovrà ormai da sè fronteggiare la coaJi· zione anglo-franco-americana. Essa avrà perciò bisogno di uomini; non potrà più averli dall'Au– stria; ma cercherà di trovarli in Russia; ed ha già cominciato il lavoro di reclntamento in Ucrairra. Per ora è aperto il recltllamento libero cli oper.li disposti a recarsi in Germania per lavori civili. ;\fa noi sappiamo che cosa è il reclutamento libero. e che cosa sono o saranno i l;ivori civili. Questo è il pericolo prossimo, che deve ess~re guardato in viso, senza tentennamenti. Esso •i connette col problema del nostro intervento 111 Russia, che diventa puciò il problema più ur gente, la cui soluzione non consente ulteriori r?– tardi. Observer.

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