L'Unità - anno VII - n.17 - 27 aprile 1918
\ ·per, gli studenti sotto le armi Sono finiti gli esami universitari primaveri- .li. Centinaia di giovani ulliciah hanno lasciato le trincee, sono to\·nati per alcuni giorni a fare la vita di studenti, si sono presentati ad esami, a ~1i era evidente che non avevano avuto modo di prepara1-.si, sono stati approvati. Ma quesli esami sono una vera e propria immoralità, in oui naufraga ogni serietà di studi, ogni rispet– tabilità degli esaminatori, ogni dignità degli e– saminati. Certamente. i giovani, che sono sotto le armi, hanno il diritlo di non essere costretti, tornala la pace, a rifare la tra.tila degli stu_di e degli esami regolari; .hanno il diritto che gli anni da essi imi;>iegati nella guena noT\ sieno perduti per 1a loro carriera professionale. Ebbene, si stabilisca c.he durante l'ann~ o i due anni successivi alla conclusione della 1 pace, lutti i giovani cbe hanno prestato servizio mili– tare e durante gli anni di guerra avrebbero a– vuìo il tempo di laurearsi, a,bbiano la facoltà di presentarsi a esami complessivi di a:bilita– zione professionale, senza bisogno di esami par– ziali, oppure abbiano facoltà di presentarsi ,i sostenere esami di ammissione a quel corso an– nuale, a cui sarebbe"ro arrivati secondo il re– golare andamento degli studi. se non ci fosse stata la guerra. Le prove sieno dirette ad accer– tare, non tanto la dose concreta di nozioni ma– teriali possedute dai candidati, quanto la loro maturità intellettuale, cioè l'atti~udine o a con– tinuare negli studi o a conqui,starsi via via col loro ,sforzo personale le conoscenze necessarie– all'eserclzio della .professione. 13" fa,cciano co– noscere fino da ora i programmi e la procedura aegli esami per le abilitazioni professionali, co– me se si trattasse di veri e propri esami di stato; e la preparazione dei programmi sia af– fidata per ogni facoltà a insegnanti giòvani e di buon senso, e non ai soliti padre eterni ram– mollìti dagli anni e molli fino dalla nascita. Si \faccià, caso mai, ol)bligo \alle università di or– g:rnizzare corsì stra.ordinari per la preparazio– ne speciale agli esami di stato dei giovani re– duci dalle· armt; m:t si lascino gl'interessati li– beri di prepararsi anche per conto proprio senza obbligo di frequenze regolari_ ai corsi ufficiali. Unica formalità per essere ·ammessi agli esa– mi di stato sia l'ultimo certificalo di studi re– golari e il .certificato .di servizio militare pre– stato ininterrottamenté dopo l'abbandono della scuola: basteranno questi soli elementi a de– terminare se il giovane abbia diritto di presen– tarsi agli esami finali di abilitazione professio– nale. o l)ossa solo pi·esentarsI r.g-li e~amli di ammissione a qualche corso intermedio. E smettiamola una buona. volta co~ I 'inde– gna commedia burocratica di Imporre a gio– vani, che fanno la guerra, lo stesso-- curricolo regqlare di esami, che e.ra ordinato per il tem– po di pace, e che del resto era ridicolo anche– nel tempo di pace; smettiamola di far servire una cosa seria come la guerra alla vecchia abi– tudine della J:iorghesia italiana di bucare gli esami senza a.vere studiato; smettiamola, per– dio, se non altro. per rispetto alle medaglie af valore, di cui sono fregiati spesso quei giovani, che vengono agli esami senza avere pottJto prepa– rarsi con la necessaria serietà, e che le commis– sioni esaminatrici devono approvare per [orza, se non vogliono dare prova di stupidità preten– dendo da i,ssi quel-che 'Umanamente non possono dare. L'on. Berenini, che si è messo a un tratto ad annunziare progetti di riforme scolastiche defi– nitive, quasi che il tempo di guerra sia propizio a rinnovamenti scolastici sereni e :bene · ponde– rati. ascolti il consiglio cti, uomini che non gli voglion male e che non hanno interessi perso– nali da far prevalere col pretesto delle riforme ,colastiche. Abbandoni la via pericolosa assai, Bi neo L'UNITA', su cui si è messo. Si ricordi che egli è ministro in tempo di guerra. Affr,rnli con passione i pro– blemi creati alla ,scuola della guerra e cerchi di risolvere questi con serietà. AUa soluzione dei problemi scolastici del dopo guerra provvede– ranno i suoi succes:rori. Agricola. I propri interessi « C'è la g ;ue.r.ra .- dicono i moralisti - e si ,« deve sentire ohe c'è la. guerra. Deve fini.re l'in– « giustizia ohe ci sia della gente che continui a « fare i proprii interessi )). . ·« I proprii interessi» sono diventati in questo momento lo spauracchio della società. Ora '.¾ « proprii interessi» ce ne sono _di con– trari ali interesse scciale: sono gli interessi dei nemici e degli amici dei nemici, di tutta. quella ciurma. di Bolo più o meno mascherati, che con– tinuano indistU11l:>ati le loro funzioni. Ma. di « pro– pri inte1-essi » ce ne sono che coinoidono perfet– tamente coll'interesse genera.le : e questi anzi– chè sopprimerli,' bisogna farli. ibase d'azione. In una casa. ,bene organizz 'a.ta. ' la, padrona. di casa mootra tutta h sua. abilità nel fa.r coincide– re g'li interessi particolari•·di ognuno d•i membri cogli interessi generaJi. Certo io ottengo molto di più dal mio figliuolo, se lo adibisoo a. commis– sioni ohe gli pjacciano e per cui sia. già prepa– rato: il suo « proprio interesse» è anche il mio. Certo io ottengo molto dì più dalla cuoca, se ha . la passione della cucina, e se la, sua abilità coin– cide col mio interesse. Se la, mia cuoca avesse interessé piuttosto a.I cucito, sareblìe in'lieressc suo e mio di a<libirla a cucire. I governanti, invece, !fanno il ragio:1amento contra.rio. C'è la guerra: abbia,mo ,bisogno di gra, no: ma- è interesse del contadino produrre del grano. dunque non è intnesse generale · clie il contadino produca del grano: pnciò mettiamo un cnlwlaio alla vang11. 1m contadino allo spago: cosl non c'I- ncricolo che facciano i « propri in– teressi». Sl. ma nor, farnnn0' neancb0 i vostri. Una massaia. ! ~ Da un o~pedale Non so: forse ci facciamo un altro spirito, noi rhe veniam cH trincea. Ma il fatto/ sta che in quest'ospeèlale · triste> mi son riletto avidamente l'Unità, e ho rituffato gioiosamente il pensiero nella verità. Mi ha fatto bene rimettermi in pari con le mie idee un ,po' abbrutite dalla pura azio– ne. Ed or·a che l'ora incalza, ho ritemprata vo– lentieri la ·mia fede. E' il sapore della vita che gusto, per farmene scud'o ed arma contro la morte, f.ra poco at ballo sul Piave. Grazie a voi, amici dell'Unità. Vi ritornerò contento e sereno per la mia fede. E ~arà 1>1·eslo. Il male, che. ho, è poco. I muscoli della gamba si sono sciupati in un tremendo ruzzolare da una roccia. Avrei prefe:·ilo una ferita. Fortuna che Vra r,oco ri• sarèi su. r Sotloten~t~ B. C. POST A DELL'UNITÀ! Come si fa la propaganda Cara u Unità n, elevi sapere che a Modena si è trovato un bel modo peT fwre al pubblico delle conferenze di pro– paganda. Ultimamente all fine di stimolo.re i cil-– tadiini ad inoorive>r&i ,a.J « Volontariato ciJV:lle » uno dei 508 dhe erano stati officiati a tenere con– ferenze nei dive.rsi capiluaghi di '{Yl·ovincia,, ten. ne anche qui la sua brava conferenza davanti ad un pubblico di .... invitati, i quali, per assistervi, esibì rono il loro non meno bravo biglietto d'invi– tò. Va da sè che i biglietti eram -stati di••amatl fra quella cerchia cl.i pe11Soneche non aveva bi– sogno cli essern convinta. Ti 1>iace questa propa– ganda ... acuta? ~forale: si vede in ciò che a Modena, come pur trdppo altrove, non si fa per ottenere, ma soltan– to per dire d'aver fatto. Un tuo fedelB abbonato. 91 L'on. Pantaleoni non è contento del volume su la Questione del l'Adriatico. Trova che invece di dire questione si doveva dire quistionc, e che a pag. 209 una notizia, che lo riguarda personalmente, non cor risponde alla realtà... sto,'ica. E niente altro, in un volume di 400 pagine! In compenso mi propina un certo numero di insolenze a base di pedanti citazioni classiche. Delle insolenze non mi occupo. ~fa la rettifica con cui 1'0'11. Pantà.leoni pretende dimostrare non esatta e poco lèale una notizia... storica, che lo riguarda, qui,lla rettifica mi crea l'obbligo di di– mostrare che !'on. Panlaleoni non è affatto gran– de storico, com'è grande economista e grande vi- tuperatore. ' Ecco di che si tratta. A pag. 209 clella Qirnstione d~' Adriatico si leg– ge: « Alln notizia dell'ultiniatuin alla Ser,bia, il « gn,ppo nazionalista romano, la sera del 26 lu– « glio 19H, aveva interrotto più volte con continui « applausi e coronalo ,con una ovazione il discor– " so, in cui l'on. Pantaleoni chiedeva che gl'im– " pegni della Triplice fossero mantenuti a qua– " lunque costo dall'Italia "· (Idea :Vacionale, 31 « luglio 19H). li loro 111·ogramma era semplicis– " simo: sopravvenuto oramai il guerrone clei loro « sogni, l'Austr·ia avrebbe ceduto all'Italia l'A– « driatico; l'Italia, soddisfatta nell'Adriatico, a- ·ebbe marcialo contro l'Inghilterra e- la Fran– " eia... Il prog1·amma saltò in pezzi al primo « 1urto ,della realtà ... delusi nelle speranze tripli– " ciste, n.vendo intuito che la dichiarazione di « neutralità aveva fulminato la Triplice, gli seri!,. « tori dell'Idea Nazionale divennero nell'agosto « 1914 antitriplicisli "· L'on. Pantaleoni protesta: / L'egregio uomo, 1, 'ricordando il mio discorso, l'ha· abbrevialo e « allungato, e ha taciuto il mio argomento fon'da– " mentale e unico: che, cioè, va lentlto fede cii « trattati ; va mantenuta la parola: va pa(Jata « nna cambiale, se firmata, ancorchè rovinosa. « Yla il tpattato della Triplice alleanza non « impegnava! Verissimo. Ma questo non sape– " vamo nè io, nè i miei amici. Questo non lo « seppimo che pochi giorni appresso, il Corradi– " ni e ìo, clall'on. Salandra. Che un contralto cc vada contro di me, o a favore mio, lo rispello– " e lo voglio rispettato, ug1.1almente. Se il con– " tratto, che credevo formulato in un modo lo cc è in un altro, tanto meglio; riprendo la ~ia cc libert.à. Così fn nei riguardi del trattato della cc Triplice. Elbbene perchè lo storico italiano del cc panslavismo (!!!) ciò non dice? "e Non lo dice perchè non è vero che il furente A– chille del nazionalismo •sostenesse l'intervento nella guerra europea a fianco della Gem1ania e dcli' ustr•ia, pr,· il fondamerrtrrle ,. unico ar110- qnento che credeva all'esistenza di 1111 obbligo con· trattuale perentorio, per quanto dannoso ali' I– talia. Fra il 1912 0 il luglio del 1914 l'nn. Pantaleoni, che aveva aderii.o nella fine del Hlll n.l Partilo nazionalista, fece una sistemati-ca campagna n favore dolfa Triplice alleanza e per la preparazio- • ne della giiei'ra contro la Francia e contro l'In– ghilterra, non solamente per il fondamentale e tmico motivo della firma messa snl cc pezzo a; liarta », mn. sopratutto perchè l'alleanza con le Potenze centrali e la guerra <'ontro la Francia e conLr~ l'lnghilte'r1·a erano, secondo !'on. Panta– lroni. neressità di vita, di sviluppo, cli grandezza per l'Italia. Per esempio, sul Giornale degl-i economisti del gennaio 1912, pag. 96, scriveva: cc La Tri11li~e « Alleanza sarà rinnovata. I nostri interessi com– " merciali sono con il Nord, come quelli del Nord cc sono con noi. I nostri interessi politico-militari cc ci portano a stare con chi è forte, e gli interessi cc politico-militari di coloro che sono forti li porla cc a stare con noi, per non fare pencolare la bi– " lancia dall'altra parte. I nostri interessi :()Oli-
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