L'Unità - anno VII - n.13 - 30 marzo 1918

• 64 ammini$li·a.zioni provinciali e il cenlro, e del ri– ordinamento delle runministra.zioni pro\'inciali. Eppure è questo uno 1ei iiodi cee,trali del pro– blema! Chi ha mai pensato, per esempio, a enu– merale le leggi, che rendono necessari per mi Ile atti amminislrati\•i degli uflici provinciali, i pa– reri preventivi lavoreloli di lutto. u·na foresta Cli ufllci tecnici e Jcguli,. compreso il Consiglio <Il • Stato, questo supremo Co1osesso consullLvo, che è chiamato pure a dire se l'amministrazione del>ba o no concedere il permesso di costru.ire un orina– toio, in un qualche angolo di terreno di den,e.nio 1>ubblico? Om questo, che è ,stato finora un, difetto dello dotti·u.a, è assai probabie che finisco. per esS(,, 6 pure il difetto dcli., n1.1,p,·aCommissione gover– -oativa. Se si vuole una seria, compbt.a riforma, non bisogna perdere più tempo a formulare princiJ>i • teorici nè bisogna h1...1itarsi ar'cenlro, abolendovi taluni' od u.r,che molti gradi nelle carriere dei ministeri. Bisogna andare a fondo, riformando le legg:i, ·i regolamenti, le istruzioni di ser\'izio, che hnnno stabilito attribuzioni ii:i.ulili, superflue, du• pli<!ale, troppe sedi di reclafuo, t,·oppi ci;r,trolli; che per infiniti atti a.mministrat.i<vi hanno pTescrit– to tutta una serie di alti e richieste di 1>ai·eri, ri– velatisi nella pratica dannosi allo Stato ed ai pri– vati; che hanno ordinato libri, registri, conti su– perflui; acccrtamer,ti complicati e irrazionali, con immenso, inutile sperpero di tempo e di energie. Cosl ~ deve intendere la riforma, dagh ullici più eleYati a tutti quelli, coi quali la popola1ione vh·o in continuo quotidiano contatto. :--è si dica che ba– sterà fare dei tagli nei ruoli della burocrazia, sopprimere dei gradi, ripar<1,re ai più grandi er– rori della nostra organizzazione amministrativa, e po; il personale, stretto dalla necessità, to· glierà il superfluo per diminuire il Ja\'oro. li per– sonale stretto dal lavoro, ritornerà a premere percllè siano ristabiliti gli uffici soppressi! Or so una riforma· seria deve affrontare un ~osl enorme cumulo d~problemi, èome si può prc· ter.dere che ad una tale riforma possa venire la , Commissione oiiovernativa, se dovrà rispondere, nel periodo complessivo cli tre mesi, a dei sem– plici questionari? Bisogr.a prendere un'altra via. Se è pur vero che lo. burocrazia ha interessi corilrari alla rifor– ma, non è affatto vero che essa \'eda, mnle una ve– ra riforma organica. Ferma, quindi. rimanendo la Commissione goYernativa, quale ora è, bisogne. ,-ebbe che ad essa il materiale di studio completo rosse fornito da ogni categoria. cli uffici e di funzm– nari. In altri termini, no'n il :Vlinistro dovrebbe in– viare questionari ai Commissari dell:i riforma, ma questa dovrebbe inviare questionari, se r.on a tutti (sarebbe un lavoro enorme, che nessuno può volere), a pocl1i impiegati, due o tre, per ogni categoria di uffici. Alle domande specifiche do– vrebbe rispondersi con osservazioni brevi sculto– rie. Ogni qualvolta. si tratti cli interferenze o coin– tidenze di funzionari, di controlli, ecc., l'avviso dovrebbe essere richiesto ai funzionari di lutti gli uffici interessali. Si avrebbe cosi tutto un materiale prcrai·atorio prezioso, nel qoale non mar,cherebbero certo le proposte partigiane o interessate, ma da cui si po– trebbero trarre ipreziose indicazioni per la riforma di tutti i servizi. · A. De Gaetano. POSTILLA Senza. dubbio,•la riforma della amministrazione pubblica deve investire gli uffici centràli e gli uffici J)eriferici, e ~ come ir,dica il nostro colla– boratore - i funzionari più giovani delle pl'ovin– cie debbono dare le indicazioni più preziose per raggiungere quella' semplificazione de:i servizi, . ·senza cui non si potrà mai sftondare la mala piar, · la della burocrazia. ~a il carciofo bisogna mangiarlo a faglia n fo– glia. E in questo caso. hisogna cominciare dalle foglie del centro. L'errore dell'on. Nitli consiste, nm, nell'avere comincia.lo dal centro, ma nell'avere affidato lo stuclio della. riforma ud una unica Commissione, la.sciando sussistere intatta accanto. alla Commi•-• o L'UNITÀ s1one tutta la 'vecchia orgar,; ~zuzione dell'alta bu– rocrazia centra.le . In queste condizioni, ann , u– glia la Comn'lissione ministe1'iale di proporre ri– lormel J direttori generali di ciascun mir.,stero - co– stituiti in Consiglio di amministra2ior,e o in Con– siglio di disciplina - possono p~endere, secondo Lu. legge sullo st.11\{) giuridico del 1909, tutti i prov– \'Cdimenti necessari per la e11urazione del l}erso– nale; ognuno di ~s$Ì, poi, J>llÒcli sua i1.iziativ11 abolire tt•Ui gli ordini di servizio, che arruffano il lavoro amministrativo, riordinare le COmJ>Cten· ,l, emano.Te 'nuove circolari, ecc., ere.; ognuno rii essi può ottenere dal suo ministro che provochi un clccrelo luogotenenziale per moclificari i regola– menti abolire i controlli, ridurre gli ullìci, ecc. Qu!tli, dunque, gli organi naturali dello rifor– ma? i direttori generali. Se questi slgnori non han. no finora ratta la ri1orma; senz-: bisogno di com– missioni, questo vuol dire che o non la vogliono o non la sanr.o fare. La veritd è che non la vogliono fare. Tult.a quella se!Ya selvaggia di leggi, e r~– golamenli, e istruzioni, e circolari, e ordini di ser. \'izio, che ordina le competenze, le attribuzioni, il lavoro minuto giornaliero, i controlli degli uffici J)Crilerici, nor.:· è stata forse invento.la da essi o col loro.consrnso, sia per molliplicare alla perile- , ia gli impieghl cl.a la._r,;ireai vroletti dei 1>0litican– ti, sia per creare nuovo lavoro nei ministeri ed al– largare gli organici, o. profitto dei protetti del• politicanti o dei figli ed amici degli alti burocra– tici? Se non si comincia a colpire questa, che è la luci~a centrale della polisarcia e del dLsorcline bu– rocratico, come arrivare alla periferia? O i direttori generali non hanno nessuna colpa di incapacità o di mala volontà nel fatto che il male sia arrivato alle 1>roporzioni attuali, e allora lasciamoli pure ai loro 1>0sLl, r.~a riconosciamo che la riforma è impossibile, perché, Jove non possono urrfvare i direttori generali, coi loro poteri scon– finali e continui, come arri\'erù mai uno. commis– sione, la c.ui autorità dura pochi mesi e si riduce tutta a imbrattar carte? O lu riforma è vera.mente possibile; e allora percbè i direttori gene·rali nur, l'hanno già !olla o ,provocata - essi che avevano tutte le conoscenze e tutta l'autorità necessarie per condurre a termine silfatto immenso lavoro? Chi ritiene possibiLe e necessaria una ri/01·ma della 1iubblica amministrazione deve com'inciare, non col form<sre nuore commissioni,,ma col desti– t-Lire in ciascun ministero tuJti o quasi 'tutti i di– rettori generali. I r.uovi direttori generali, costi– ~uiti in ciascun ministero in Consiglio di ,d,ocF plina o di amministrazione, e utilizzando i pieni poteri conferiti al Governo a caust. d'ella guerra. debbor.o immediatamente dispcn;are · daJ se,·vjzio tutti quei burocratici, che formano la gerarchia tni il direttore generale e i capi sezione, soppri– mendo negli .organici tutti questi gradi inutili e dannosi; e solo da questo momento in [)Oi, c>,i– scur. direttore generale, fosti~uendo una commis– sione di studio per ciascun ràmo di servizio coi funzionari più giovani e ,più' intelligenti ciel centr.> e delle provincie, potrà iniziare il lavoro di rifo,·– ma di lutti gli ufflci,,da lui dipendenti, rimaner,do bene intesi che lma parte notevole delle economie realizzate con la ~oppressione dele funzioni e quindi degli impieghi inutili deve servire a mi– gliorare le condizioni dei f'l.lnzionari rimasti in u r.tlcio, e che ogni funzionario, il quale abbia pro– posto ragionevolmente la soppressione di un uf. ficio im1lile e l'abolizione di qualche oroine di servizio e di qualché controlJo superfluo, otterrà immediatamente una gratificazione. Una nuova commissione centrai~. invece, quale' è quella treata dnll'on. ~illi, non a.vrà la compe– tenza per proporre tut.te le in~r,it.e riforme e rl– <luzioni possibili in çiascuno degli infiniti rami di servizio; e anche se ne avesse la capacità, dctvreb, be lavorare durante secoli pnna di avere esaurì_. to il lavoro; e le sue proposte, anche se fossero ac– cettate caso per caso dai singoli min)stri'. ir.con– trerebbero l'ostl'llzionisrno invincibile dei diret– tori generali e delJe consorterie di alt~ bttrocrati– ci, che formano la guardia del corpo dei djrettorl generali in ciascun ministero. Un'idea che ... non cammina L'Agen:ia Radio comunica al giornali che nel Senato degli Stati Uni'li, il signor Owen, 3er,0.· tore di Oklahoma, ha present,tlo un1t propos_lit per la quale domanda di autorizzare il preside:'.!~ Wilson a rivolgersi all'lnghilterni, nlla Fi·an~.:t. al Giappone, all'Italia e alla Cina perchè entrmo, nella Lega insieme agli Stati Uniti. Le parti con– lrnenli esigerebbero che la Germania concludesse una pace nel termine di 60 giorni, set.za di che ~s– sa ,sarebbe esclusa dalla Lega rd isolata c~mmor– cialmente dal resto del mondo per un, qt117UJuen– nio. La Lega progettata rifiuterebbe alle navi te– desche l'accesso in lutti i porti delle nazioni P'1Tf tecipanti, ri{lutenwbe alla Germania il beu-c(lcin delle importa:ioni e la escLuderebhe dalle espor– ta:ioni, come dalle libere com1111icn:io11i postali, telcgra{lche e telefoniche. Si pi e\'cde che que3te misure condurrebbero alla bancarotta commer– ciale e industriale d\lla Germania Quest'idea che l'Intesa de.vrelJbe. formulare _aU!I Germania e ai suoi alleati un 1tlttmalum politico ed economico insieme: u se la G6fmania, Pntro u un dato termine, accetta le condizioni di ,mce ,. dell'Intesa, l'Intesa accetterà di riprender.i dopo " la pace relazioni commerciali normali con la " Germania; se la. Germania vorrà continuare " nella guerra, l'Intesa boicotterà, dopo la pace, " qualunque essa sia, il commercio tedesco per un u tempo pro1>0rzionalo a quello, che ir.terced•~:\ " tra,l'vlti?natum e la pace »; cioè l'Intesa u •on u concederà i=saporti a.i sudditi tedeschi, nè con– " cederà passapÒrW ipe1· Ja Gea-mma.nJ'a ai iprovìi " sudditi, si soffermeranno tutti i servizi ipost.all e ,, telegraitlci, non si a.mmette.ranno navi te?eso'he ,· nei propri porti, non si garantirnnno in alcuu .. modo i ci-edili tedeschi contro i propri sudditi, si ,. i•ifluteranno alle dogane tutte le merci cli proni– " nienza tedesca; insomma, si intcnd&rà di, ign'dt'o.– " re l'eslstenza della Germania: ognuno per sè e ,. Dio per tutti 11; -,quest'idea è st.a.t.a.sviluppata in un articolò intiolato Gu,i~ra miliare .e guerra e.011,– merciale, nell'u Unità II del 1.3 dicembre 1917. E' un'idea di buon senso. ~1a 'le ~ono ~lati i,ece.ssa:ri tre mesi prima di arriva.re nellà lesta di ,un senatore americano. Le occorrerebbero tren– t · anni pTima di arrivare ne 1 la lesta di un mini– stro inglese, o francese, o italiano! 1 ministri dell'Intesa, i;uando si trovano intorno a un tap– peto ,verde, non saono far altro che ccmpilare fa– ticosamente qualche componiment.ino da serontla licenle, come l'ultima dichiarazione di Londra. .. .i; (CENSURA) . .. , ·-

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