L'Unità - anno VII - n.6 - 9 febbraio 1918

o PROBLEMI DELLA VITA ITALIANA Direttori, ANTONIO DE VITI DB ÌYIARCo" e GAETANO SALVEMINI Direzioot e Amministrazione : Roma, via Adda, 4-. -- /. 'bllonamento ordinario annuo Lire 5 per il Regno, per l'estero Lire JO Abbonamento sostenitore annuo Lire 20; 111m1cstrale Lire 10; un numero Centesimi 10 Si pubblic:a il sabato a ROMA - Conto corrente con la posta Anno VII N. 6 SOMMARIO. IL FRONTE UNICO MORALE - g. s. Vocr DEL MONTENEGRO. · IL PROBLEMA. ALIMENTARE - G. Mosca. I PACIFISTI E LA GUERRA. - A. Crespi. Non comprendo· • Nota bene. • ♦ Premi agli abbonati Gli abbonati dell' " Unità ,; che ne fa– ranno direttamente richiesta, inviando l'im– porto alla nostra Amministrazione (Via Adda 4; Roma), potranno ottenere _aprezzo ridotto i seguenti libri: I. A. DE VITI DE MARCO La guerra europea Scritti e discorsi Un volume di pagine 250 edito dall' "Unità,. per L. 2,50, anzi che per L. 5 II. C. MARANELLI E G. SALVEMINI _. La questione· ~ ~ ~ ~ dell'Adriatico Un volume di pagine 300 edito .della " Libreria della Voce ,, per L. 4,50, anzi che per L 6 lii. GIUSEPPE PREZZOLINI La Dalmazia Un volume di pagine J00 per una lira, anzi che f!er L. J ,50 Gino ·Bianco 9[Febbraio J918 · 11· fronte unico: morale Chiarimenti necessari. Benito Mussolini 0 ha riassunto con lucida effica– cia i motivi, che rendono necessario e urgente un accordo fr'1. l'Italia e i popoli non tedeschi e non magiari all'Austria-Ungheria, compresi gli slavi del Sud: ' "1. L'A'llstria-Ungheria non si può far« saltare» « dall'esterno, battendo solamente sulla sua co– " razza milita.re che è orma.i germanica.. La com– " pagine milita.re m ,stria.ca. ha superato crisi far– " rnidabili, oggi è in balìa. della Germania.. E' assai « difficile di vi.brare alla dinastia. lbicefala un colpo « tale - militarmente parlando - da poterne dJ· « terminare lo sface'lo cl.all'interno. - 2. Per atte– " nere questo scopo - essenziale, perchè provo– " cherebbe immediata.mente il crollo della Poten,a « mili-tare di Mitteleuropa - è necessario « far « leva» sulle nazionalità oppresse d,eJl'.interno, -u « quei venti milioni di czeco-slovacchi, serbo-croa.– ,1 ti, sloveni, romeni, n1teni, italiani, che anelano « alla liberazione dal giogo degli Mlsburgo. - 8. « Il braccio di questa Jeva dev'essere l'Ita,Iia. L'I. · « talia deve mettersi ii.Ila testa di tutti « gli irre– " denti » dell'Austria-Ungheria. L'Italia deve a;. ti fratella,re questi irredenti per l'azione comune cl.i « oggi, che s.arà ~ma preparazione necessaria eò « eccellente a.Ila pacifica convivenza di doma'li. ;, - 4. Dal momento che un dissidio non ancora « composto fra italiani e jugoslavi impedisce J'a·,. « vento cli questa veramente santa alleanza di tutti -« i popoli anti-austriaci, oppressi dalla razza tede– " sca e da quella magiara, è necessario tentare 'J: « comporre questo dissidio, elaborando que11i c'·e « saranno i, futuri accordi delle diplomazie, con !n • « tese dirette fra i popoli intkressati "· . Ma quando si viene a discutere delle condizio•1i dell'accordo italo-jugoslavo, Benito Mussolini i– chiara che l'Italia. non deve rinunziare alla formn– la u T1·ento, Trieste, Fi·ume, Zara)); e protesta con· tro di me, che gli attribuisco il programma della conquLsta della « Dalmazia ». « Dove - scrive il Mussolini - l'amico Salvemi– " ni ha pescato che noi vogliamo la Dalmazia? Noi « non al)biamo mai sostenuto In tesi che il Salve– " mini chiama« imperialista "· Mai. Sia detto per « la verilà, In un pri.mo tempo e precisa.mente nel « novembre-dicembre 1916: abbiamo sostenuto que– " sta tesi: Dalmaz•ia, o meglio litorale dalmata dc1 « Zara al Narenta. In seguito al patto di I.on – " dra, noi ci siamo « ra1liés» a questa tesi: litorale « dalmata da Zara a Traù. Come si fa a dire, -– "onesta.mente' e parliamo n, nn galantuomo - « che questo significa p,reter:idere la Dalmazia, «quandosi rivendica rl diritto dell'Italia su di una « sola.,città che è Zara, e su un tratto di costa che « non arriva, forse ai 90 chilometri? "· ' Sì, è Yero. Que-sto non è pretendere « tuttn la Dalmazia ». Era, in un primo te1npo, privare !n Da,lma.zia da Zara al Na.renta, cioè i nove decimi della Dalmazia. Ed è oggi, se si vuoz rimanere in- crollabili alla conven;ione di Londra, desidera.re i sette decimi della Dalmazia, cioè 150, e non soln– mente 90, chilometri di coste da Triba.nj a Capo Planka, e quasi sotto l'isolario dalmatico; e non la so'la - italianissima - città di Zara 3i treva in questo territorio, ma anche la slavi~ima città di Sebenico, .se dobbiamo intendere per città i ~oli ·centri che superano i 10 mila abitanti. Nor, mi semblra, dunque, d'aver commesso 'alcun eccesso di interpretazione, attribuendo all'amico Mussolini l'idea di a11nettere all'Italia « la Dal– ll)azia "· Caso mai per essere più scrnpolosamente esatto, di1•òda ora in poi che l\fossolini vuole an– nettere all'Italia quasi tutta la Dalmazia. E maga-·, ri, se vorrà arrivare alla pedanteria. di un ... p.ro – fessore tedesco, dirò che Mussolini vuole a.nnette,·e a;Jl'Italia i « sette decimi della Dalmazia "· Ma far~ Mussolini e io siamo' assai meno di stanti, che non si creda da una parte e _dall'altra. Forse Mussolini, adoperando la formula. « Trento, Terste, Fiume e Zaza », intende: a) per Trento il Trerltino, e per Trieste la Ve· nezia Giulia fino al Monte Maggiore; b) per Fiume e Zara le sole città. Ebbene, se è così, a quella formula posso aderire anche io, perc.hè Fiume e Zara sono città in gran<ie maggioranza italiana., e l'Italia non potrebbe ah– bandonarle indifese -senza disonorarsi. Solamente, in questo caso, occorrerebbe moclilì– cnre la formula in modo da eliminare ogni perico– lo di equivoco. E data la impossibilità di « annette– ,.e " all'Italia le città di .Fiume e di Zara, sema annettere anche vaste zone dei circostanti territori slavi, ·bisognerebbe chiarire anche la formula, chie– dendo che Fiume e Zara sieno, non annesse all'I· taiia n,a costituite ir. cltt.ì. libere, e 9n-ranlii~ <lnl– l'Italia II fine e i mezzi, Su queste . ba.si, una_intesa fra noi e quelli fra gli slavi del sud, che non sono intossicati dal prus– sianismo, deve essere possibile. Ed è indispensa– bile, se vogliamo far leva all'interno contro l' Au– stria. E così questa intesa fosse stata voluta fino dall'autunno del 1914! Se, invece, ~1ussolirli ritiene di non poter rinun– ziare ai « sette decimi della Dal.ma.zia", e all'IBtria orientale e a non sapp ·ia.mo quo,nto altro territorio croato intorno a Fiume, - in questo ca.so gli ~ mestieri rinunziare anche ad ogni intesa con p:li slavi. Deve cerca.re . solamente di « far saltare •• l'Austria dall'esterno, dopo averla consolidata "1- l'interno, respingendo verso ca.sa d'Anstria gli slavi del sud - i quali non potranno mat rinun– ciare ai territori che Mussolini vorre'.bbe annette– re all'Italia. Di quì non s'esce. Chi vuole il fine deve volere i mezzi. E se al convegno italo-jugoslavo, di cni si parla in questi giorni, gl'Ita .lia.ni devono andare col pro· gramma. de1la convenzione di Londra, aggiungen-

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