L'Unità - anno VI - n.42 - 18 ottobre 1917
282 di queste fan'8.sie ... grande industria, la ~u&.!e t·lchiederebbe enormi sacrifici al paese? Più fondata può semorare per un momento l'allra. obbiezione: che, scomparsa per l'aboli– zione dei dazi, ogni produzione iJJterna della ghisa e dell'acciaio greggio, i grandi produllo,·i stranie~i ,·ialzernbbero immcdialarnPnie i loro p,·ezzi, in me,do che, in breve tempo, tutto il van– taggio dell'al,clizione dei dazi cadrebbe nelle lor0 mani ~1a anzitutk i relatori avevano già riconosciu– to la necessità che non venga a morire tutta !'in- . dustria naziona.Ie del ferro di prima lavorazione, in modo che - dandosi la eventualità di un trust come quello che si teme - l'inJusiria di Stato pot rebbc sempre difende!e i cons\lmaiori italia– ni. Inoltre, non si rie.,ce a conce,pire come possa sorgere un enonne sindacato dei grandi produt– tori d'acciafo ,di Jnghiltena, Belgio, Francia, Germo.nia e Stati Uniti, insomma di tulio il mon– do, al solo scopo cli sfruliarn il libero mercato italiano. E' infine assolutamente puerile l'altra obbie zione del Gaddi che il dazio sui maie.riali di pri- 1na lavorazione, frazionandosi in un numero enorme d1 maJ,u fa.tu, viene a gravare- in misura infinitesima sul consumatore. Su questa soiem– riaggine riportò facile vittoria il prof. Jannaco– ne, din,ostrando che i dazi imposti per proteg– gere l 'accia.io greggio, e poi i prodotti semilavo– rati, e poi i prodotti finiti, I ungi dal compensarsi 1.-a loro, si sommano, sicchè da uJtìmo vengono a. gravare sul consumatore con tutto il lorn !*-SO complessivo. Il centro del sistema protezionista In conclusione, nonostante gli applausi tribu tafi dai pratici ai discorsi del Gaddi e del Luig– g,, la discussàone risul.tò un trionfo della tesi nntip•·otezionista, di cui risultò una volta di più l'enorme portata non solo e~onomlca, ma anche. e sopratutto, politica: porta.La politica che ci sembra m~i.Btralrnente scolpita dalle parole di un tecnico tedesco, riferite dai relatori: " La grande industria siderurgica è in tutti i paesi la principale rappresentante del pensiero protezionista: se essa è eliminata ,dalle /Ue degli interessati, la falange protezionista viene ad es– sere 'sensibilmente indebolì.la e gli industriali siderurgici debbono, nel loro proprio interesse, cliventç,-re energici fautori del libe1'0 scamb'iO, per– ché cessando di essere 'J)'rotettiessi stessi, dovran– no scendere in campo per ottenere che altri dazt • non rincarino la vita ai loro operai e ad essi i e-0s ti di produzione ». e- t. Etsi omnes ... Il decreto luogotenenziale, che pretende di in– chiodare alle cariche municipali elettive anche chi non ci vuole stare, è una mostruosità tale, cbe non riu~ciamo a comprendere come abbia po– tuto passare nel Consiglio dei Ministn. Il 1)rovvedimento, che fa ricordare le leggi stu· plde e feroci, con cui al tempo del Ba,a,so Tmrrro si cercava di assicurare il funzionamento delle curie, è stato determinato dalla famosa ci1·c0Jar~ Lazzari, che domandava ai « compagni » ,.,nm1- nistratori dei comuni se avrebbero parlec,pato a una manifestazione di dimissioni collettiv~. Quest.a circolare, per chi conosce i polli, era un fucile scarico. J " compagni » sono legati alle ·caTiche amministrative, non meno di tutti gli altri miseri mortali: trowi interessi e troppe vanità e troppi puntigli dipendono dalla occupazione delle amministrazioni comunali, perchè i bravt " com– pagni » potessero prendere sul serio l'invito della circolare. 11 meglio era, dunque, fare un po' men() chiasso intorno alla circolare, apprezzandola per quello che poteva valere, e aspettare che facesse . fiasco. E anche se due, o tre, o quattrocento ammi– nistrazioni comunali socialiste si fossero dimesse, tutte insieme, improvvisamente, non vediamo in ve1ità che male sarebbe avvvenuto, dato che queS'le no Bianco L'UNITÀ ammioisl.razioni, costrette a rimanere in carics coll'inteuzione di sabotare la guerra, farebbero un 111aleas~sai nmggiore. .via l.Jisogna\'a ùistral'l'e l'attenzione pubblica da!Je conseguenze nefaste della nota pacifista Jel Papa. Eù ecco allora molti giornali gioliltiaui e cleritali, :::;cguiti ciecan1ente dui giornali i11Lcr– \'entisli, fare una casa del diavolo J}OI' la circolare f.uzzari. lid ecco !'on. Orlando - precipitarsi a decr·etare, che quei sindaci o assessori o consi– g·lieri, che con le dimissioni o in qualunque al1ro modo, paralizzano o intralciano l'andamento delle am1n.inisLrazioni locali, sono responsabili pel'SO· 11alrnente dei danni finanziari cosi provocali, e 0a1·an110 processati e giudicati dalle Giunte Pro– viuciali .\mministrative. Di questa minaccia, i socialioli ufliciali se ne possono infischiare: perchè sono quasi Lutti po veJ'i in canna, e le loro responsabilità finanztane bisogna andare a realizzarle nei latifondi della Luna e del pianeta Marte. ln compenso, il prol'· ,·edimento se;·virà come am,a terribile nelle mani de.i pl'efetti, specialmente nell'lialia meridionale, contl'o le uruministrazioui comunali avversate oa1 deputali, e cont,·o le minornn1.e a111min1~t,t.,1vc non disposte a lasciar passarn senza protesta le l.Jricconate delle ma.ggiorànze pred~tle e dei depu– tati e dei prefetti. Noj conosciamo il caso di un Comune, il' cui torto più grave è quello di consirlerarc il deputato ctel collegio come una canaglia, ma cbe ha accettata la guer!'a con incondizionato consenso, ed ha -fatto tutto quanto poteva per tenere tranquilla. la po· pola:zione, assumendosi responsabilità di t·mt1 l generi; s'intende che il Prefotto gli l1a daLv .uLca le noie possibili. In questi ultimi tempi, per nr,n dire altro, ha mandato una ispezione sull'!slitut.o dei Co11sumi: l'ispettore si è presi i regisLI'i, n_on ha 11Lai1ùerrogato il Presidente dell'ente,' se n'è anuato via dopo 18 giorni portandosi i registri, e ,per quanto il Sin'daco insista a chiedere cne gli vengano comunicati i resultati dell'inchiesta, il Prefetto non ris1,onde. Però nel paese vien !al.la circolare dagli avversari dell'Amministrazione una presunta rclafiO;le delJ'incbiesta sull'ente dei con sumi, con cifre ed affermazioni diHamatorie, sen za elle l'Amministrazione abbia modo di dife11- dersi. Come ciò non bastass"e, una inchiesta gene raie sull'opera dell'Amministrnzione è ordinatn. da Roma: e questa inchiesta va per le lungbe, co· me è naturale, di modo che l'Annninistra:zione sta d.a due mesi sotto il sospetto, assalita in tutti i modi dagli avversal'i, paralizzata in tutti i suoi lavori, disgustata e irritata, senza poter conoscer, di che cosa è accusata. Di fronte all'opinione pub– blica ha tutte le responsabilità dell'andamento giornaliero dell'amministrazione; ma le sono ta– gliati tutti i mezzi per agire. Il Prefetto aspett 1 evidentemente che succeda qualche disordine pe,· attribuirne la responsabilità ali' Amministrazione e dendere al deputato il servizio di sbarazzarlo di (fuel pruno nell'occhio. Ebbene, se quella gente si dimettesse, il Prefetto nella Giunta Provincia!·~ Amministrativa la condannerebbe a pagare le spese del Commissariato regio, e di tutti gli altri guai, che il Commissario regio p-0tesse provocare. E se non si dimette, il Prefetto continuerà a tem– pestarla di inchieste, facendola condannare ma– gari dalla Giunta Provinciale i, pagare le spese delle inchieste! Conosciamo un altro caso: quello di un Comu– ne. in cni la minoranza da ora in poi non potrà dimettersi per protestare contro le porcherie, chQ. ,.ornmette la ,nat'.gioranza am1ca clel Prefetto, pe,– chè con le sue dimissioni provocherebbe lo sciogli· 111r,,1'0 ciel C<•llsigJ-io.e il Prefetto farebbe pagare ni consip:lieri dell!, minoranza le sre e del Com– missario Regio. La circolare Lazzari, iMomma, ha servito per dare mani e piedi legate le amministrazioni comu– nali, specialmente nel Mezzogiorno, ai prefetti e ai deputati, Agricola. Il Belgio e l' "AvantiI,, L,"mberto Z,anotti-Hianco ci scrive: Leggo nel 1,<.-nultimonumero dell'Unità la notizia ùella riesumi.zione che l'Avanti! fa di un vecchio al'Licolu dell'on. Desirée sul prnblema fiammin– go-\'allone n< 1 I Belgi~ Sono sicuro che se l'on. Destrée fosse ancora 111 fta.lia, prenclerel:ìbe quest'oc~asione per l'iaffer– mare, 1n11·non dissimulando l'csiste11za cli quel pro hlcma, l'unità ,-.pil'ituale del popolo belga. .\la poichè e assente, mi perrneto rispondere h cqn parole suJ tratte dal volumet lo « li principio delle nazionalità e il Belgio», elle egli ha pubbli– cato nel 1Ql6 nella collezione della Giovine 1;1i– rupa. Dopo aver largamente trattalo del dissidio, chr l'Avanti! cerca OFa di sfruttare a beneficio della politica tedesca, il Destrée conclude: " Ilo tentato di mostrare, con Lulta franchezza, r senza cedere alle passioni che ci agitano presen– temente, che cosa era il Belgio prima della guerra Non ho celalo alcuna delle cagioni di dissenso che sembravano indebolirlo. Ho riconosciuto quella pericolosa dualità che a molti è sembrata un pre– testo per ricusare al Belgi" i caratteri di una na iione _e per contestargli, in conseguenza, il di· ,·itlo alla esistenza ind Lpendente. « Nla debbo ancora aggiunge,·e un ultimo tocc.J al quadro , e questo ~ essenziale. Allorchè prima della guerra, fui consultato ùa un giornale di Parig·i, di si che, in conclusione, il Belgio era formato da un pez,w di Francia e da un pezzo di GermaJ1ia, ma che questi si sarebbero trovati im– ,nediai,amente uniti con un'anima sola, contro' chiu1Lque rnles.se renderli schiavi. L'amor~ per la libenà è, in noi tu tLi, una indomabile passione. " Mentre altri popoli sono più o meno portati ad accettare dei padroni come quelle popolazioni della Germania che secondo la ,profonda espres– ,;.inne di : \1.me de Stael sono « fortemente 'sotto– messi» e il Belgio ha un incomprimibile bisogno di libertà. Tutto il suo 1;assato non è che una serie di lolle e di ribellioni. Le torri dei campanili e ùci mu11icipii proclama.no in perpetuo la sua vo– 'lontà prepotente. l Fiamminghi non sono più di- sposLi ad accettare il giogo dell'impero, che i \Val– loni a ottoporsi alla tutela ddla repubblica. " Questo bisogno di libertà, qualità indispen– sabile del sentimento patriottico, tanto solido nelle anime del Nord quanto in quelle del Sud, non aveva manifestalo tutta l'impoitanza del suo com– pito durante gli anni di ,pace. « .11 seulimento nazionale sembrava debole e su- 1~ciale. ;\1a non era che un'apparenza. Scop· pia1" la guerra, si svelò a tutti nella sua potenza, tanto agli stranieri, quanto agli a1nici, ai nemi ;i ed ai neutri, " perfino ai Belgi che non lo crede– , ai,o sì intenso e si profondo. « ln pochi giorni, anzi in poche ore, senza discus-· sionc, $enza dispute, senza esitazione, cou un slancio unanime, la Na~one si strinse attorno al suo Re. Non esisterono più ne partiti nè contese; cattolici, lil.wrali, socialisti, fiammi~hi o walloni, non eillJero che un solo pensiero, che una meùe sima risoluzione: salvare l'onore, ed insorger" cont.rb il nemico ... ·" E ciascun• giorno che passerà, sino a lJa fine dell'incubo, saJ•à un nuovo mira.colo, silenzioso JUa formidabile. ln questa altitudine, i Belgi han– no mostrnto una volontà di v1yere in comune, una volontà di libertà e d'indipendenza da vachi popoli manifestato con uguale coraggio, e con simile ostinazione. Così il Belgio è indistruttibilment~ una nacione. Il h:!ilesimo cli fuoco e di sangue l'ha consacrata; dinànzi a sè stess0, e dinanzi a tulio
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