L'Unità - anno VI - n.31 - 2 agosto 1917
.. 2-2-6 l'Ungher lo. si tanno verso il Mar Nero, verso !',E. geo, verso l'Adrio.tico qu elle stesse condizioni d! . libero transito doganale e ferroviario che fanno la Francia e l'Italia alla Svizzera; una ,Boemia in· dipendente diventa possilbile, grazie a trattati do· ganali e convenzioni ferroviarie che affidino · le rerrovi e fra Trie.ste e la Boemia ad un'ammini– strazione consorziale italo-slavo-tedesco-ceha, neJ. la quale ~l'interessi politici ed economici deglì cebi sarebbero solido.li con· que1li dell'Italia, pa– drona di Trieste, e deilla Slavia, padrona del· l'hinterland immediato. Éd è la 1ntera poUticÒ. orien tale dell'Austria· · Germania, che fallisce; perchè l'Austria-G erma– nia resta inlercettata dall'Egeo da una massa di undici milioni di uomini, che non si las cerebbero racilmente ,schiacciare. Quanto all'Italia, essa deve preferire di avere, alle spa lle di ·Trieste e dell'Istria, una Serbia · Croazia-Slovenia, anzichè l'Austria-Germania. N nuovo iStato, infatti, sarebbe un vicino, non solo assiù più .debole deil'Austria-Germania e quindi meno pericoloso, ma trovandosi incastrato con la Slovenia fra le ,provincie aidriatiche dell'Italia e l'Austri a--Germania, sarà int ersssato, insieme altltalia, a intercetta're ai tedeschi !a via del– l'Adriatico. I tedeschi nori potreblbero arrivare a Trieste e a Po la ·senza. schiacciare il cuneo set– tentrionale del nuovo · Sta:to. Cioè questo nuovo Stato sarebbe un naturale e permanente alleato doll'Italòa. Se, invece, la Slovenia rimanesse Je– gn.ta: al-l'Austria o divisa fra l'Austria e l'Itali a, tutti gli altri Sia vi dei Sud non avrebbero più nessun interesse a1i essere alleali permanenti del– l'Ita,lia; anzi , si rend erebbe possibile un accordo ledesco-sla'vo per ritogli ere a.ll' Itaiia le prov111._,., adriatiche. ' Per quel che riguarda, poi, gli alleati dell'Itailia, la 1t'ormazione dell'urutà .serbo-croato-slovena è una: necessità assoiuta per l'In ghilterra; perchè sola.mente quando la Germania-Austria sia inter· cettata dal mare Egeo, l'Inghilterra sarà sicura nel Mediterrane-0 orientale. L'istmo di Suez l'In – ghlllerra lo difenderà, da ora .in poi, contro la -Germania, per mezzo della nuova Serbia, su.Un Hnea della Drava. ,E In questo l'Italia ha int eressi concordi con l'Inghilterra, perchè sulla linea della Drnva si Intercett a la via al germanesimo anche vel'So l' Aidriatico. Ora la buona fortuna dell'Itailia vuole, chè una soluzione dei problema sud.slavo propizio ai suoi interessi e a quelli .delle potenze antigermaniche è possibile grazie wl movimento verso la unifi ca· zione nazionale con la Ser.bia, che specialmente negli ult.imi vent'anni è andato sempre più inten– siJlcandosi in Slovenia, e in Croazia. Di questo movimento rioi abbiamo più volte nell 'Unitd (12 gennaio, 9 febbrai o, 23 feb,braio, 26 aprile) ripor– t.a to testimo nianz e ineccepibili: quel.la di Batti– ·st:t Pellegrin i e del Console d'Alìa, di Vir,ginio Gayda e d el u Civis ital!nes » della Nuova Anto– logia, di Ruggero Fauro e di Cesare Battisti. .rin gnesto stesso numero riproduciamo · alcune altre pagine de.IGayda, ,in cui il fenomeno era descritto nel 1913con plastica vivacità. E altre continuere– mo a rinrodurne via via che lo spazio ce lo con– sentirà. ·Chi. afferma che questo movimento non esiste, mentisce sapendo di mentire, perchè vuole latciare unite la Slovenia e la Croazia all' A11-. stria, cioè vuol salvare l'Austria. · Con questo non diciamo che Sloveni è Croa'i sieno uuanimi nel volersi staccàre dall'Austria e unirsi al,la Serbia. Neanch e gl'Italiano erano una· nlmi nel 1860 a volere d'unità d'Italia. · In Crc>azia e Slovenia, al movimento irredeuti– sta si oppone il movimento trialista, il quai_evor– rebbe unificare tutti gli Slavi del sud, o per lo meno quélla ,parte di essi che è racchiusa: og.gi nei confini dell'Impero austriaco, in un regno che aia sottratto wd ogni sfruttamento tedesco o ma– giaro, ma sia associato con l'Austria e con l'Un- . g'heria in . un11·nuova Austria federa,le, sotto lo scctt ro degli Absbui;go, con· la prevalenza dei rroati cattolici .sui senbi. . . . Questa soluzione trialista: sarebbe un disastro ·per l'Itali a, anchP. se l'Italia uscisse da questa guerra padrona di tutta la spiaggia adriatica oc– cidentale. Nella Slavia doo Sud ausiriaca 'Prev,ar-· rebbero gli elementi cattolici, gesuitici, ito.lofobl, con la protezione della Dinastia. L'UNITÀ E il nuovo Imp ero austro·mag iar o-sla\'O, padro• ne di tu.tto l'occidente balcanico meno le coste ita– liane, ed alleato della Germania , farebbe presto a riconquistare l'Adri atic o. ,. E l'interesse dell'Italia - oUre che il suo do– vere di nazione non.,, prussiana -- è di raflunm.1·0 gli elementi antiaustriaci contro gli clementi au· st11iaca nt.i, aiutando il costituirsi di uno Statò naziomùe slavo, fuori dei domini <ii casa. d'Au <tria, noi qua,le una dinastia m·todossa con l'aiu · lo clella maggioranza ortodossa impe disca II prc dominio all'elemento cattolico, gesuitico ed au· striacante, ancora · forte in Croazia e Slovenia, ed assicuri anche in questi paesi la previtlenza al partito nazionale. 11 nostro errore. Ciò posto, è- evidente quale avrebibe dovuto es· sere, non appena intervenuta nella guerra euro pea, la politica dell'Italia, se vogliamo davve1'o smembrare l'Austria: riprender e la nostra ma · gnifica tradizion e mazziniana e garibaldina, af. ferm arci la.lleati e vindici degli _iSlavi del sud contro i tedeschi e i magiari. ' · E qJ1esta ,politica chiara, rettilinea, tradizional– mente itwllana, sopratutto italiana, era una ne · cessità u~gente specialment e di fronte alle incer– tezze, che la lung)iezza e le vicende della guerra non potevano non indurre negli Slavi del sud, come in tutti i paesi belligeranti. Siffatte incer· tezze han fatto nascere in Slovenia ·e in Croazia un terzo partito': iJ partito, diciamo cosi, dei politici ; rl'è ris olut amente trialisti, nè risolut amente irre– dentisti: vogliono solamente non essere più sfrut – tati dai tedeschi e da.i magiari, ma temono che la guerra sostit uisoa nella Dalmazia al dominio austriaco il dominio italiano; 'J}erciò sono pronti a d-iventare t11ialisti, se vince .J'Austria, purchè ga– rentisca loro l'autonomia completa, e a diventare irredentLsti se vince l'Intesa. purchè sieno sicuri di non essere dati in pasto a,gl'italiani; e n<>,gozianocon la casa d'Austria, minacciandola di butta1,si con l'Inte sa, se non ,garentisce loro . l',antonomia daJ t.edescj'J,i e dai ma.gia'ri; negozia. no con l'Intesa, minacciando di 'buttarsi con l'Austria, se non ~I. garenl!sce contro una conqui • sta italiana della Dalmazila-. . Ora il lavoro dell'Italia avrebbe d~~uto consi– stere ST)ecialmente nel conci1iars i- la corrente irre – dentista serbofila e la corrente intermedia. · Occorreva offrire alla wrte più ragio nev ole degli slavi un euo compromesso nella questlohe delle terre miste dell'Adriatico; occorreva impegnarsi 1,1 rispetto della eguag1ianza ,g,iurid ica e dei di· ritti scolastici delle minoranze &lave, che dovranno passare nel nuO\'O confine italiano, esigendo ga• renz.ie an aloghe per i gruppi italiani destinati a 11imaneY-e 111ei confini della nuova Serbi a; occor– reva insistere tanto più risolutament è nell'oflrire il ·concorso dolil'Italia alla formazione della nuova Sia via del Sud, in quanto questo concorso avrebhe giusti<lìcato agli occhi di tutte le persone d1 buon senso, la rinunzia che chiedevamo a qualche (rammento di territor io compattamente slavo deì Goriziano orientale e all'Istria interna, e delle posizioni mii ilari dell'Adriatico centrale, che sono necessar.le alla sicurezza marittima dell'It alia. E che a un compromesso di questo genere ci fosse disposizione nell'altra parte, in quei gruppi, che non sono intossicati dal nazionalismo , risul . tiwa dalle rlichin.razioill del ministro Pasic, e da quelle del ra<ppresentante della Serbia a Roma, Ristic. Il primo, nella intervista concessa al Tim es del 3 aprile 1916, diceva esplicitamente: " I.a Serbia comprende e accetta la domanrl a " italiana per una supremazia nell 'Adriat ico ». E nelle dichiarazioni fatte al tlirettore del Novoe Vrem11a del 16 maggio 1916, ha detto: "In che « consistono i nostri desideri? Nella liberaz ione · " del nostr i frat elli. Serbi, Croati e Sloveni. N a· " turalmente noi daremmo una garanzia per ylt ,; fnteressi prevalenti dell'ltalia nel Mare ,idria– " lico. Qua.li punti, poi, In quel mare, l'Italia do– " vre.bbe possedere, afflnchè cotesta garanzia rie– " sca efflcaee, di ciò si discuterà fra noi più " ta'rdi ». E il signor Ristic: " Noi cert11mente cc non faremo questione di cinquanta chilometri cc di più o di meno , se il confine sia a Trie;:.te, o a cc Zara, o a Spa,lato, o a Cattaro, o a Dur azzo. " Importa l'accordo per la difesa contro il co- " mune p ericolo (,\"uov~ Ar,,toloqia, 1. a.gosto 1916, pag. 342). lnvece, che cosa abbiamo fatt o? Abbiamo permesso a una mezza dozmna d1 lana tici e di int.ri ,ganti dal cervello di passero, di piantarsi nelle redazioni dei giornali o negli uffici della propaganda all 'estero, a insultare in tutte le maniere gli sla:vi, a pretendere tutte le coste dell'Adriatico orient ale, a minacciare perse· cuzioni contro i capi dei partiti slavi per il giorno della conquista italiana, a: vituperare come spie dell' Austria tutti ,gli slavi -profughi e condan - . nati dall'Austria;- a proclamare che il problema: deilla Dalmazia è. per J'lt.alia un problema colo– niale, a negare che esista in Slovenia e in Croa– zia un sentimento nazionale, a negare che Slo– venia, Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro pos– sa no mai federarsi in uno Stato nazionale senza pr ovocare la opposizione dell'Italia; a fare, ln– somma, tutto quello che era possibUe per inde· bolire il movimento .slavo irredentista, e respln• gere verso il 'trialis!JlO il gruppo intermedio, se– guendo il gioco del Bastone e della. Vittoria e di_ Tojo di Rena e di tutti ,gli agenti · au~Miaci, ,che soffiano· odio in Italia contro gli Slavi, e odio fra gli 5:lavi contro l'Italia. Sernlbrava .grande abilità lasc iare disfrenarsl og11i eccesso del nazionalismo italiano, ·perchè si credeva cosi di creare un contrappeso contro il nazionali smo slav.o pretendènte a tutto l'Adriatico da Vallona a Grado. iE non si ca-piva, e non si voJeva capire che contrapponendo .ali naziona– lismo altrui non un programma italiano di equi– tà e' di buon senso, ma un eccesso altrettanto de– plorevo le, si suscita.va contro l'Italia, più forte e perciò più pericolosa, il sospetto di tutte le per· sone giuste e assennate nei paesi aHeati, e si faceva tra ~li Slitvi del Sud 11 gioco de11'Austria. La quale ha -potuto così far predi oare in Croazia e in Slovenia e in Dalmazia che il nemico peg• giore degli Slavi non lè ·l'Austria, m11è l'Italia; e l'Imtesa è complice · dell'Italia nel voler soffocare gli Slavi; e perciò gli SlavJ faranno bene a ritor · nare amici coi tédeschi e coi magiar( , Pe.r due anni interi, la campagna <ti molta parte della nostra stampa è sembrata diretta al soio scopo di rendere e mantenere popolare fra gli Slavi dell'Austria: Ja guerra contro l'It,alia, e gal– van izzare così l'Au str ia. E buon per noi ,che la cecità .barbarica dei tedeschi e dei magiari ha impedit o al nuovo Impera tore di rjsolvere il pro· blemA.interno austr iaco nella ba,;e del iprogram· ma trinlista ! Il Corriere si lamenta che in In– ghil terra vi rieno uomini politici e giornali, che non hanno ancora comr>resa la -· necessità dello · smembr amento dell'Austr ia. Ha ragione. Ma ere de che solo in lnghiltro-ra vi sieno questi austro– fili rit ardatar i? E può spiegare.i mai ch,e cosa ha fatto l'l talia •per diffondere l'idea dello smembra– mento dell'Austria fuori dell'Italia e in ... Italia? {)ggi, dopo due anni di errore, sem!bra che l'Lta– lia ritorni al buon senso. Finanche il Giornale <l'It alia parla della necessità di " · un'equa tran• sazione tra le aspirazioni italiane e le aspira• rJoni jugo -slave sostanzialmente sddisfacente per tutti " e .rifiut,a Ja: " tesi massimalis ta italiana "· E il Corriere della sera pubblica articoli degni dell'anima di Giuseppe tM:azzini. Tout est hien qui fi,nit bien, dato che la ~ia ve· rame nte finita e che nuovi accessi di pazzia non cl riconduca!no in alto mar e. i\Ja badiamo che avendo perduìÒ due .anni, non abbiamo più tempo da perdere. Questo non è solamente, come scrive . · li con-iere, un momento " eccezionalment-e f,avo· revole ,r per venire a un'i111tesa non solo fra I · Governi, ma sopratut to ·fra i ;popoli. E' .forse l'ul– timo momento in cui sia ancora possibile ripa– rare le consegue nze del passato errore, e gu,ai a làsciarlo sfug-.girel · Se ltallani e slavi ci accordiamo senza rita'rdo <ulta cre{lità · del',',\.,1~t~ia, possiamo. esse re ~ic111 I ,:he tutti gli eitr, governi e popoli deH'Intesa 5a. ranno llcli rii prenderne atto, e una nuova fr,1- midabile Cl"epa ~i aprird nel 1 ecchio · edifizio ,z. Casa d'Att-1/ria. Se, invece, continueremo a far lit~ :, ad irn-r.:gerci in equivoci, l'Austria cvn~ -– nuerà ad essere ga lvaniz zata dai nostri errori, e q11and'n11che riescissimo, ad abbatterla, super .,n dr, l~. dil'.ie,,ltà che ci .silmo andati creando q•l'ls\ clie volessimo rag.giungere il · minimo result'•\(l . ' .
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