L'Unità - anno VI - n.4 - 26 gennaio 1917

30 dipendenza., J)('r lo. pnce sicuro., per 11na. uma– nità miglior<\ più sgombra. di Oiitacoli verso l'au– tonomo &volgimcnto degli individui e dei popoli, o che per CSS<' la gmn mnggiora.nza. o, per lo me– no, quella, minoranza che <'onta. davvero nelln sto– ria, era pronta a dar,• vita o beni p.;1·c.hèfos– sero o.ssicumte. [ t.e<l06ehi non wno moderni, perchè non sa.llllo quanto conti nella ,it.a. moderna la. li bertà e• l'indip ende nza . Abituati n servin·, costretti ad obbeclire, allenati ullu bostinle dibCi– plino. formale, (•ssi non potevuno pensare cJ{,., l'altro mondo, il nostro, si sru·e,bbe ribc•ll11toalla loro aggressiom •. I t.odesehi non sono realisti, co– me non sono mode-mi. St' di <·iòdel,bo giudico.re oon logica, debbo diro che il loro ideale è astrat– to, è .vuoto , è antistorioo. E' antistorico nel ~e– colo ventesimo fondare uno. egemo nia.. L'ideale moderno è, sl, veramente lotta , con– quista, fatiea. La sua etico. è, fonduta sul prin– cipio che nulla , 'è di fìsoo e di immutabile, eh,, la vita. ho. por legge il movim ento, e l'el evazione umana ha per prezzo lo sforzo e la libertà vuol osi;ere conquistata , nella società come nell'ind·– viduo. Ma. proprio la Germania, moderna. potr, 11 osser dotta la contmdir.ione a questo ideale. I principii democratici: carriera aperta ai talenti , lib era concorr,•n,a delle forze ,•conomiche, noo– noscimento delle individualità, - questi sl mi paiono armonizzru ·t, con l'ideali smo moderno. [ diritti del] 'uomo <• dei pbpoli posson sembuirr oggi, come li bollò Marx , un ampolloso cata logo· ma ai loro lf'mpi furono una. conquista, e qUA!i– conqu ista I Invece il sistema dello stato chiuw, il protezio– nismo, l'in vnden7.a dello stato nelle più minute e t;iposte a.tt ivitl\, individuali , l'intorventismo so– cio.le elevato a dogma, la· burocrazia e l'o ssocia– zionomania, non mi par e che posi,ano rappre– sen tare in nessun modo le form e più elovate del– la vita secondo l'ideale moderno o secondo l'i – deali smo tedesco. Progio gran de del qualt· fu il rispetto, anzi la re ligione del rispetto predicata per tutti i popoli. più va.rii e più lontani. Il romanticismo fu l'at – mosfera, doll 'ideo.lismo tedesoo; e questo roman – ticismo volle pur dire Herder , volle dire do noi Mazzini o Bel'Chet e Manzoni e Cattaneo: con mili o formo scm pre il rispetto por le patr ie al– trui, il risp etto pe r ogni voce e per ogni favella, l'ammirazi one per i popoli tutti partecipi della favilla e dello spiri to divino. Ora ohe cosa qu0- sto possa a\'orn in com une con l'oppressione po– lacca, dan ese, francese, con i disogni di domini o mondiale, con la politica materiali st ica, con lo st ra zio della Serbia, con l'ap poggio all'Au str ia, con l'aiuto alla Turchia , oredo che non bastiuo non una ma nemmeno dieci filoso.fio a spiega rlo. II concetto dell'ordine nell'i dealismo e quello dei tedeschi Molte di queste inumane volontà, v~n– gon sanate dagli avvocati del tedeschismo con le. scusante dell 'ordin e. I tedes chi han portato l'ordine in Alsazia-Lorena, nello Sohleswig, nel– lo Posnrutia . I popoli inferiori e disord inati , CO· me il franc ese, il dan ese e il polo.eco si sono mi– gliorati con la disciplina tedesca . Dov' em la leg– gerezza francese, la malioconm dan ese, la frivo– lezza polacca, è venuto il gmve prus siano ed ha restituito la terra aJ.111 sua funzione, ha. sca,,ato min iere, costrutto fe.r ovie, innalzato po.lazzi, in– trodotta la navigazione fluvial e. E nessuno ne– gherà ohe ogg i l'Alsazia-Lorena sia molto più ricca e più fervida di vita di quando lasciò la F,·11,nci11. Rd è i.nrho facile ammottern ohe sia più ricca e più ordinata di quel che sarebbe se la Fra.noiu. a.ncora vi avoose la sua ammini stra – zione. Però. P erò io non mi fermerei a questo a.ppa- 1,enze imperfioiali . Non è degno di filosofi. Io dico che l' o-rcline è qualche cosa di più dei treni in ora.rio e dell e ba.nche frequentate o della gente c.he tion e la destra por la. via. C'è un ordin e di cose i;pirit uali , e questo è misconosciuto, pestato, violato tutt i i giorni in Germanio.. E ' violato tut– ti i giorni in Austria.. Per non dire in 'l'urchia.. To non posso chiamare ordine ciò ohe imp edisco 11,un popolo di svilupparsi secondo la sua tradi– zion e, di colt ivare lo. wa. lingua e lo. sua. lettera– tura , di radunarsi quando vuo le per esprimere lo. sua volontà, di scegliere i rappresentanti che cre de più degni, di non vendere le sue ton-e u chi non gli garba. Non sarò filosofo. Non so quel o 1anc L'UNITÀ ohe sarò. ~fa nC'lla mia notione di ordine rientra questo: che s1può pagaro con un po' di disordine amniinistrativo la libertà politica, con un po' di riceh.-zza la libertà scolastica, con un po' di coaiu– sion,, e<,terna la liberti\ interna. Qu~stn è la min conet•ziono dell'ordine. Il popolo l1·dPsco non è un popolo 01·dinato peroh/> permette, desidera an– zi, peggio vuol<' e coonesla il suo go\'erno, il qua– lo protendo che i bimbi polacchi parlino tC'desco, clw gli alllaziani non amino lt\ simp ,~tica !<'ran– cia, o i danesi dello Sehlei;wig non ricordino di 1•sscr fratelli di quelli del Jutland. TI popolo tc\C!esconon è ordinato, se pretende di essere il primo popolo, il popolo dominntoi· -,. L'org oglio, l'ubriacatura dell'orgoglio , la ingordigia del po– tere, l'imperia.lismo non sono ordine. No, la Ger– mania non è un paese ordinato. 'l'rovan o st raordinario segno di ordi1w ,. di 8U– periorità l'esser si la Germaina preparnta per qua– rant'anni alla guerra. \ me pare una coordinazio– ne, non un ordin e. L'amor e per In guerra. non è ordine. O è senso di mal\'agità o è follia.: comw1- quo di601'dine. Urui. banda di briganti bene 01·ga– niz ,a.ta . può destare m<•1·1wiglia, ma non om.mira– zione. Si dirà bene organizzata, ma non è, bene ordinato lo scopo al qualL·s'inspira. Essa. potrà aa– clie costringermi a chi,unnre i mie i compagni alla. difesa.; ad organir.zarm i: u perdl'1'<' il uiio tempo e la mia vita nel da.rie la caccia. )la. non potr/1 mai piega.re il mio spirito ad aO<'onsentire ai suoi fini. Se lo facessi , sarei tutt'uno oOn lei. E ciò oho pii1 meraviglia in certi lodatori della. orga– ni7,znzione, dell'or din t>, dol realismo tedesco, si è ohe essi non corra.no ad unil'Bi con i ted°"'°hi e pretenda.no di far nMC<'re nei loro paesi I'ani– mar.ione contro il nemico tedesco e nello stesso te mpo la. imitazione, non gjà dei suoi sistem i cslC1rni di guerra., ma <Juel oho è grave, della i-;ua spit·itualità torb ida di orgog lio e di mgor– digia . Contro i Qriganti 110n c'è di rn<'.glio ohe fat'Oi briganti noi stessi? Gli errori dell'Intes a e gli errori della Germania E a quest o proposito giova, nota.re che le de– bolezze dell 'Intesa esistono purtroppo, e ne ab– biamo avuto la prov a tantP volte. l\fe. quest~ delbolezze son proprio del genere opposto 11, quel – lo rimproverato dai cen,o ri germanofili. L 'Inte – sa non ha ancora vinto, non già per-Ohè troppo inclinata a finalità superant i la cerchia. delJ'm – te.resse d'ognuno dei suoi componen ti, ma per– chè troppo poco di questo idealismo umano e oo– sidotto astratto si è ,;cordata. 1 censori la tro– va.no poco imperialista: e per l 'appunto proprio l'imperialismo d 'ogn uno dei suoi membri ho. osta– colato la coesione tra loro. I censo ri la, trovano troppo preoccupata. dei piccoli popoli e della, pa– ce final e per cu i combatte, e per , l'appunto il non soverohio e non pronto interessamento, che ha. dimostrato per queste idealità, son stat i ca.u– sa. di suoi rovesci. Nei vari paesi dell'Inte&a al– cune minoranze più chia roveggent i temono oho lo mire in:1perialiste di alcuni grup pi - il crushing Gennany per gli inglesi, la riva sinistra del Reno per i fra ncesi, tutta la Do.lmn,zia, per gli italiani, Costanti nopoli per i russi - pos&an rend ere più difficile la vittoria e meno facile l'ac – cordo fra gli alleati. Se qua.lobo volt a è parw oho non ci fosse coord ina zione fra gli sfor – zi degli alleati, e il pubblico ha con impazienza richiesto il « fronte unico», ciò si è dovuto aì fatto ohe ogni alleato si è dato cura soltanto del prop1·io fronte, di a.cqufato.rsi vantaggi personali, di prenders i pegni ohe gli potefi80l'o servire noi OaBO di pa.ci separate. Se qualche disillusione si è av uta, esso. pur e ha, avuto pe.r non ulti.rrui. ra– giono il precipitarsi d' un belligerante sopra ciò ch e più diretta mente app etiva senza preoccuparsi di ciò che invece avrebbe meglio aiutato gli sforzi comun i degli alleati . Schiacciamento serbo, ri– tiro dai Dardanelli, ritardo nell 'impresa di Salo– nioco, sarebbero probabilm ente sta.t i ev ita.ti , se ogn uno degli alleat i avesse pensato meno a sè e più agli alt ri , giacchè la vera colpa dei governi dell'Int esa. non è quella di seguire gli ideali che ::i.nimano i suo i popoli , bens l que lla d i non seguir– li abbastanza. La Germ ania d'o ggi non è idealista Ma sopra tutte queste osservazioni conviene se mpr e ritornare al motivo già prima, indicato. Se c'è un profondo sentimento in tuttio l'ideali- smo moderno e germanico, qu&.ito è il ri8petto della. individualità. ulla, secon do !& sua dot – trina., può venirci dal di fuori. Nulia si ottiene con la costJ;zione. ull11 cresce se non sponta – neo. Non c'è acquisto di sapere, non c'è eleva – zione morale, non o'è posizione sociale che pos– sano nascere dal di fuori dcll 'individ uo. Eppu re nulla è, più contra.rio a questa bella .dottrina , a •1uesto \'angelo d 'atti, ·ità o di indipendenza., dei ca.rcem.r;o regime germanico. Molti tedeschi. di oggi pretendono sana.re le loro violenze e barba– rie, collo dottrina. della superior ità loro sui po– poli vicini. Essi si credono investiti dalla. mis – sione di incivilire per forza. e non capiscono che incivilire e per /or;a sono idee oontra ditto,; e. Essi applicano agli uomini i sistemi dell'ad do– mesticamento delle bestie, il che è più falso del– l'applicare alle bestie il siste ma dell'educazione degli uomini. Ottengon tutto con l'interv ento es terno , con la, =trinziono, con la punizion e, con la famosa disciplina. )Ieravigliosi resultabi me-OORJ1ioi, ma uno. tal e violazione degli spiriti che dovrebbe destare ribrezzo in ogni vero idea– lista. Idealismo è rispetto dell'individualità . ldea.lismo sign ifica valutare la sointilla che c'è Mc.be nel negro più ahbrut ito e la fiamme. che c'è in un uomo bianco di genio significa compr en– dere che ogni popolo e ogni uomo devon farsi la loro sti·ada, devou percorrere un propr io cam – mino. In realtà 1 ossun peocato è oosl grave co – me quello contro la Spirito, ed è proprio il pecca – lo del tedesco di oggi. Accanto >Lisuoi magnifici p<rogressi nel mon – do industrial e, econom ico, meccanico, militwre, la Germania aveva. veduto una. cosa. terribi le: lo spegnersi della vita del genio. Ohe cosa contava la German ia nella. vita intel lettua le del mondo moderno? I suoi libri più fa.m001 i restava.no en– tro la cerc hia del suo impero . Non un tedesco - &al vo Nietzsche - ma, quello antitedesco e del 1870 - ohe potesse superare il provinc ialism o tedesco: non un Tolstoi, non un Ibsen, non uno di quei molti ohe ci ·ha. dato la Francia . La sua forza stava nell' «or ganizzaz ione» . Non più in– dividui ma. o.ssocia.zioni . Non più geni ma. ingeg ni coordina.ti . Non più sto rici ma. stori e di profes. sori. Nazio ni piccole come la Norvegia o com e la, Svezia davano con Ibe.en o con Stri ndberg uom ini assai più eur opeame n te lumin osi. E mentr e si offu. scava. in Germa nia. il senso del gen io individuale , la. forza ed il controllo moro.le - nello stesso tempo si spengevo. il culto della grand e tradizfo – ne idealistica, lo st udio dei filosofi germa.nioi più mon diali e più alti. Salv o Kant (ma degen erato in qu el kantism o che, ohi voglie. capirlo, deve pensar e al n06tro dant ism o rispetto a Dan te) sal– vo Kant , i filosofi del romanti cismo e dell'ideali – smo tedesco veniva.no a1bbandonati. Vi furono negli ultimi anni dello piccole r iprese - pagin e scelte, ed izioni da centenario - ma come ree, . 2 ione ru gusto del pub blico ed agli st ud i ufficio.li . La. Germania moderna dopo il '70 era le. Germa.. nia del positivismo , dol materia.lism o; e nulla. di più inesatto dell 'attribui.re aJ.la. filosofia. tedesca idealistica la, re,;ponsab ilità della. presente aggr es– stoue. La filosofia. tedesca. fu mi racolo genial e di un mom ent o e urop eo dello spirito tedesco; la guerra tedesca. è l 'effetto materiale di un mo – mento provincial e dello spirito tedesco. Allora. i grand i cuori, gli occhi mistici, le illuminazioni vaste ed un amor pa t1;0 non disgiunto dal ri– SJ)tltto delle altrui e do.Il 'odio per il tiranno . Og– gi i cuori meschi ni , le bramosie materia li l 'in– vidia per le patri e degli alti-i, il d&.iiderio 'di ti . munegg iare . Noi non sia.mo con tro La Germani o.: siamo contro quella Germania che ,i è dimenti– cata di esse re Germn,nia . L'idealismo e la guerra Se io credessi altrim enti, sarei con la. Germa– nia. E i popoli ohe oggi combat tono, non com – batterebbero. Perchè ess i sento no , più che non credano i politicanti e i maei;tri di mo.chiavell i– &mo, gli idea li più astratti ; essi, e chi ho. a vvi– cinato il soldato lo sa, si muovono più pe:r 111. <·ausa della giustizia e della libertà mondia le, per il senso d' orrore ohe genera, il racconto delle ges~a tedesche _nel BeJgio e nella Ser bin,, per la 1nd1gna.z1one di quanto fanno ora. nei territori conq uistati e compierono nei mari contro le na– vi disa rmat e, cibo non per i territori da conqui– stare e ix:r i_confini strategici ohe i governi pos– sono oggi giustam.&1te reclama.re. Questa è la g1·a.ndefoi-za nostra; e chi prete nde che si faooia

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