L'Unità - anno IV - n.21 - 21 maggio 1915
686 colo XIX e sopratutto nel momento storico attuale, consiste a mio crede re, nel1 1 aver ammira to e cercato le conqui ste del la forza mater iale a preferenza di tutte le altre; nel– l'ave r antepos to a tuLti i valor i de llo spirito 1) ~uccesso pra tico e tangibile, la potenza t:conomica, l'e span sione com merc iale, le con– quis te .terr itori ali, e nell'aver fatto della ric– chezza sosten uta de lla potenza delle armi il :-olo idolo venera to sugli altar i, tra il crollo di tutt e le altre div inità; il feticcio opera– tore di miracol i e pro piziato con sa..:rifici sanguino si. Come la democrazia odierna, traendo a sè il consenso dellt moltitudini, sia giun ta ra– pidamen te a questa sublimazione pericolosa del la forza co nquistatrice e materiale, non è difficile intende re. La fede è forza, la pietà è forza, la carità è forza, l' immaginazione artis tica e scien tifica è forza; ma l.1 loro opera, i loro ..,fretti, perchè puramente mo • rali e ideali, sono assai meno ap pariscenti e vistosi che non quelli della conquista mili· 1are o cap italis tica : si svo lgono lentamente e tacitamente; operano ·nella profondità dello ,pi rito; cost ruisc ono, è vero 1 e talvolta rin– novano le fondam enta della vita sociale, ma d lavo ro è silenzioso e occu lto come que llo de i coralli negli abissi del mar e. La gente med iocre e volgare, tutta a!isorta nelle cure mate riali della vit.1 1 nemmeno se ne acco rge . Ma la vittoria delle armi o del danaro leva grande fragore, a cui si volgono tutti gli occhi e sveglia :mche nelle anim e più tor· pide e rozze un'eco di invid ia piena di am– rnirazione. I vantagg i di una guerra vittoriosa sono più tang ibili e immed iati e la luce di gloria C'he ne der iva sveg lia in quell'eterno fanc iullo che è l'uomo l'a tavico e barbaric o rispett o per la. forza fisica comunque esercitata. I po · poli come gli indivÌdui sono sem pre pronti :l supporr e che colu i il quale vince, possegga olt re eh.e una forza maggiore , magg ior in tel– lige nza e più feconde virtù che non abb ia il vinto. Aggiunga si ch e la ricc~ezza !iegue fa. cilm ente la vittoria, e la ricchezza è ora, più che mai, la regina de l mondo. Ora più che mai, dico, perc hè avendo la de mocrazia di strutto, l'uno dopo l' altro, i privilegi e le forze che sorreggevan o la so– cietà antica, ha lasciato sussistere sola e pe r– ciò strapotente , la forza del denaro. L'auto– rità regia è ormai un'ap parenza e un a lu– ~tra ; l'ari stocraz ia non è più che un nome; il clero ha pe rdu to ogni influenza politica; la magistratura non è più autonoma e inamo – vibile ; tutti i gruppi aristocratici che prima de lla rivoluzione frenavano per un verso il dispotismo del re, e limit avano per l' altro la potenza del capitale, sono scompa rsi : rl!– gna sovrano unico e dispotico sul mondo sogg iogato Sua Maestà il denaro, che pre– para le guerre e le paci, le lotte industr iali e i colpi di Borsa, ordisce i frusls e pro vo.;a gli sciope ri, rovina o arricchisce i paesi come gli indiv idui e, signore de lla stampa, dirige e fuorvia con essa a suo piacimento la pubblica opinione. O ra, po ichè la vittoria e la conqu ista fanno i popoli rispettati e te· mut i, poichè la ricchezza econom ica diffonde il benessere e agevo la i godi men ti materiali, come stup irsi che i popo li inseguan o avida– mente l'una e l'altra potenza, e cbe a giu– stificare queste aspirazion i e quest i appetiti, sia sorta appunto la do/Irina imperialistica ? Utilitar ismo e mate rialismo : ecco il terreno co mun e da cui traggo no il loro succo vi– tale tanto la moderna procacciante e trion– fante democra zia, quanto la dottrina imperia– listica . < Questo è dunque il noccio lo de l cane? » chiedeva il vecchio Faust veden do balzare Mefistofe le da l corpo del nero bar– bone, che lo aveva seguito con tortuo si ag– giram enti sin tra i libri e le stor te del suo studio. Questo è dunqu e l'avvenire che noi prepa ravamo ali ' Europa? - potrebbero chiede re mo lti democra tici ott imi sti e paci – listi innanzi alla da nza della mo rte che tra– volge ad uno ad uno nell e sue spi re tutti i popo li civili ? Le basi dcli' imperiali smo. Ho detto la dottrin a del l'imperialismo ; perchè l'uomo è, o almeno si crede, un essere \ L ' U N I TA ragionevole e ragionante : perciò non s'a c– conten ta di soddisfare le sue passioni ed i suoi appetiti, ma sente sempre il dovere di giustific arli con prin cipi generali. State sicur i che se Caino, dop o ucciso Abele, avesse avuto tempo e voglia di indu gia rsi a sillo– gizzare sul suo delitto, avreb be tro vato chissa mai che sottili ragioni per dimostrare che il fratricid io era stor icame nte lodevo le e neces – sario. Mancarono mai ai popoli come ag li ind ividui argomen ti a sostenere la giusti– zia delle loro deme nze e de lle loro ingor– digie? Darwin e la sua teor ia della selezione fu il padrino scientifico dell'Impe rialismo ; l' i– deolo gia romantica tedesca ~li diede un con – tenuto filosofico e mistico. Il geniale inda gatore, che formu lò la teo– ria de lla Trasfonna{1"onedella speciè, non ha forse mostrato che la lolla per la vi/a è il principio e la legge di tale trasformazione? Ora in questa lotta , a qualunque grado de lla scala vital e e in qual unque forma essa si svolga 1 i deboli soccombono e i forti per– mangono e di ven tano pili fort i : solo per la forza la vita pers iste e la forza e la Yita semb ran o cosl iden tificars i. Ana logame nte la storia, che rispecc hia la vita co llettiva de l– l'umani1 à, ci mostra popo li pii1 fort i, più d'isciplin a1i, pili istru iti che sottometlono i popoli vicini e ad un 1empo di ffondono tra essi un po' de lla loro civiltà. Pert anto la vittoria e il predomi nio son o naluralmente un segno e una prova di superi orità fisica, intel lettuale e mora le. Ma v' ha di pilt : quesla legge per cui il più forte distrugge ed opprime costantemente il più debo le, non è so ltanto una necessità di natura, una crude le necessi là cui noi dobbiamo sottostar e, ma con dolore e con un'intima pro– testa: no, essa è una legge frovvidenziale e divin a. E qut si fa avanti que l pnnc 1p10 mistico, cioè quell'elemento irrazionale e apo ca littic o che co lora le radici stesse del - 1' idea imperia lista. Per chè la scienz a e il ra1.ionalismo mo• demo hanno bensl distrutto in moltissime anime l'autorità delle religioni positive; ma, com e ho osse rvato in principi o, non hanno potuto distruggere l'originaria e atavi ~a fede dell' uomo i n una Foru occu lta - Destino, Prov videnza, Spir ito, Idea che si vogli a chia– mare - che dia una ragione e quas i un piano regolatore ali' avvicenda rsi turbinoso dei casi umani. Per tutti que lli che credono in un Dio o in una Divinità esteriore e super iore al mondo e che ne rego la tutte le vicende, il problema è presto risolto e la loro filosofia della stori a è semp lice e piana. Infatti nei seco li di fede, - impe rando sov rano sugli intelletti e sulle coscienze il cattolicismo - , l'int erpretazione de lla storia accetta ta e in– segnata nell'E uro pa civi le poteva appaga• re e tranqu illare tutti gli ani mi. Vittorie e sconh tte, trionfi e catas troti , glorie e mi– serie venivano ai popo li com e agl i individui dalla segreta volont à div ina. Dio eleggeva in suo consigl io ora questo ora quel popolo per il predom inio e la potenza 1 poi lo piom • bava nella ruina e nel servaggio, per punirlo talvo lta delle sue colpe, ma spesso anche senza una ragione apparente; apparente , vo– glio dire, alla misera intelligenza umana, ma per una ragiont: profonda in armonia coi disegni della provv idenza di vina. Il rego lator e della sto ria era fuori dell'uomo e sopra , l'uo mo, piccolo e debole e incapace di intender e il senso deg li avvenimenti che lo inca lzano e tra1·olgono : era l' imp erscru tabile tessitore di vicende che tiene tutti i fili dei destini umani e che 'il Manzon i nel Cinque Mng· gio ci mostra in atto di con sola re Napoleone mo ren te : il Dio che atterra e suscita - che affanna e che conso la. Ma i popoli modern i, anc he se credenti, non osano pii1 far intervenire di rettament e e costan temente la Provvidenza nelle loro ambizioni pol itiche e nei loro affari. Co loro poi che dei popoli sono i maestri e le guide, i cap i de i par 1i1i politici, gli econ omist i, gli storici o i filosofi che teorizzano intorno alle leggi de lla Sto ria, o non sono credenti af– fatto, oppur e, anche se religiosi, non sembr ano ammettere che Dio si distu rbi ogni momento per regolare e determinare eg li stesso I' in– trico de i mille piccoli fatti che formano la trama dei grandi avvenimenti. Ma, d'altro lato, come appagare quel sentimento e quel de siderio di giustizia che è vivo ne l profondo dell a nostra an ima e che ricusa ostinatam ente di creder e che tutto sia fortuito nel mondo e che il bene ed il ma le, la violenza e la pietà, le grand i iniqui 1à stor iche e le magn i• ficenze dell'eroismo mora le non abbiano un valore assolu to e non co ncorra no ad attua re un disegno ideale che oltrepass i l' ind ivid uo e le piccole cont ingenze de lla sua vita ? Tutto potrà amme ttere l'uomo, e princ ipal– mente il popolo, tranne questo, che il dramma della vita, sia, come dice Macbeth , il sogno di un ubbria co o di un pazzo . Se non e più il Dio personale de lla tra– dizione cristiaaa o la Provvidenza qnel la che governa la Storia, sarà un altro principio : un'Idea, una Legge personificata, lo Spiri to dell' Universo : il Destino, una Forza miste– riosa ma certa, la Nemesi del Carducci. Una scuo la filosofica -di ori gine 1edesca ~a dato i fondam en ti metafisici a questo nuovo conceuo · della storia . Essa insegna che tutto ciò che è avvenuto o avviene doveva avve– nire ed è razional e, cioè tale che la ragione deve riconos cerne la necessi tà. Anzi non solo il fatto è raziona le, ma è nece ssario. Non solo la storia è que llo che è, né il passato stori co amme tteva altra soluzione da quell a che ha avuto, ma doveva essere quello che è. Il Caso, colle sue ironie e le sue con– traddizioni, non esiste : l'acciden 1alità è una chimera . Tutto ciò che av\' iene è necessa– rio: necessario a che cosa? Alla realizzazione di un' Idea, al graduale rivelarsi di un Prin cipio divin o. Non si tratta di un Dio posto fuori dell'Uni verso, ma de ll' Intelli– genza del mondo , la qua le a poco a poco progred isce e acqui sta coscienza di sè nel– l'anima dell'uomo. In tal modo tutta la sto– ria diventa sacra, perchè necessaria al pro– gresso dello spirito, e all'antica concezione catto lica sottentra un'idea misti ca che con– ferisce allo Spirito e all' Idea molti degli attr ibuti che il crist ianesimo attribuiva al Dio della Bibb ia e dei Vangeli. Ma in questo caso ogn i vittor ia, ogni trionfo di una fo.-za maggiore su di una forza minore . è un fatto necessar io, razio· nale e divino, e il popolo, il gruppo o l'indiv iduo vincitore, in quanto si è mo– stra to il più forte, è il popolo o l' ind ivi– duo presce lto dall'Id ea che gov erna le vi– cende de l mondo al raggiungimento dei propri fini . E in questo caso il popo lo vin– citore può pensare legittimamen te di sè : io sono iI popolo eletto; io sono stato presc elto dal Destino o dall' Idea (l'Idea personificata e diviniz zata) a co nquistare, incivilire, rio r– dinare g-li altri popoli ad un fine mister ioso, il quale co incide co lle m ie amb izioni e coi miei interess i. C he cosa mi dà coscien za di questa cleu·onc e di questo dest ino priv i– legiato? il Successo e la Vitto ria; in alt re parole : la forza armata e l'esercizio vitto– rioso di 1ale forza. Dunque questa fo r{a che strin go ne lle mie mani , se eserci tata da me non è mai dannosa; an zi è benefica. Co n• quis tando, invadendo gli altrui confini, di– struggendo le istituzioni di un altro popolo io faccio ciò che debbo fare i ubbidisco al mio destino e coopero al progresso . Ed ecco l'Imp eria /ismo arma to di pri ncipi che lo scu$ano , non solo, ma lo sub limano: la con – versione della /orta in dirillo è comp iuta; la necessità di domi nare e di prepotere, in qua nto il dominio e I' egemonia sono la pro va di una civiltà superio re, è 3ffumata . Imperialismo e misticismo. Tutti i maestri sincer i d' imperialismo, in– fatti, sono spiriti mist ici. Mistico è l'ex – Presidente degli Stati Uniti Rooseve lt a il quale in cer ti suo i libr i, come La Vita pos– sente, in disco rsi e manif esti politici, esalta la forza e I' eserciz io della forza nelle lotte per il primato pol itico ed economico, perchè essa ritempra le nazioni e la lotta è come una prova del fuoco che le purifica; la Vit– toria è il segno di elezione che Dio manda ai popoli dominatori. Mistico è Gu glielmo Il di Germania che 1bl1otecaGino Bianco ripet e continuamente nei suoi discorsi al po• pol o tedesco : Voi tedes ch i siete il sale della terra; l'op era del pange rmanismo è santa; voi siete ch iama ti dalla ProHiden za a coo· perare ai suoi fini : siete lo strumento più v2lido della civilt à nelle m:rni di Dio ; e che, per conto suo, dich iarava riso lutamen te a Koenigsbe rg, in un discorso tenuto il 27 agos to 19 10 1 di riteners i lo strumen to di Dio e di andare quindi diritto pe r la sua strada, senza pr eoccuparsi de i sentin lenti e de lle opinioni del giorno Mistico quel Cec il Rhodes - vas10 intel letto, peraltro , e de lla tem pra con cu i si fanno i fondatori d ' imperi - che lanciò I' Inghilterra ne lla formi dabi le avventura boera e che, nat o povero, si arricchì a milioni, a furia di lavoro, di volontà e di audacia fortunata , e scriveva in certi diari gio– vanili che furono pubblic ati soltanto dopo la sua morte: « Ogni uomo, degno di que– sto nome, deve propor si nella vita uno scopo ben determinato, a cui dedicare tutte le sue forze fisiche a intelle uua li. Ora quale scopo più alto ch e cooperare ai disegni di Dio ? E il disegno di Dio non può avere altro fine che la prosperit à dell'umanità in– te ra. Ma a quale razza :iflìderà egl i il com – pimen to de l suo disegno? ... • Mistico Rud yard Kipling, il grande poet a, e il poeta popolare per eccellenza dell' im– perialismo inglese, che nel Canio del/' In– glese dice ai suoi concittadin i : « Magni– « fica è la tua sor te, o popolo mio, e su• e perba è la via che il Signore ha traccia to e per te verso l'avvenire » ; che scrive nell' /,mo prima del/'atione, pubblicato quando eg li era tra i più arden ti incitatori dell ' In– gh ilterra alla guerra contro i Boeri: « li e: mare è nero di perig li, il cielo è pieno e di minacce ; le nazioni in assetto di « guerra attra versano il nos tro camm ino . e Prima che noi sguai niamo 1:1. spada, prima « che scatenia mo le nos tre legioni ; lehova, « Dio de lla Folgo re, ascoltaci ! » E nel ri– tornello del ceteb re Recessional, I' in!lo del– l'or gog lio e del fariseismo britann ico, che ogni imperialista inglese sa a memoria: « O Signo re, fa che non dimentich iamo; fa che non dimentichiamo > '. che non dimen – tichi amo , cioè , come da te ci veng a la no– stra potenza smisurata e il nostro impero, e come sia nostro dovere adoperarci con ogn i sfo rzo perc hè questo favore speciale, questa grazia ed elezio:ie dall'alto ci sia conservata. Mistico l'attegg iamento letterario se non proprio la fede - di Gt1.briele d' An– nunzio, quando nel Sirventese da lui posto in fropte alla sua Nave, - la tragedia che ri– corda le origini de lle glo rie mari naresch e di Venezia, - augurava ali' Italia la con• qu ista di tutti i mari, e si rivolgeva a Dio, in vocandolo ministro e coope _ratore de lla po– tenza italiana : Odi, s ·gnore lddio J.trande e trem end o Che invocarono i padri comba ttendo Sulle remba te : questo eh' io t'acc endo è il rogo e il foro. Mistico, io dico e non religioso ; perchè la relig ione può essere vincolo di speranze comuni fra lulli gli uomini e suppone la Fede in qualchf" verità precisa, in qualche principio universale; mentre non è sicuro che Roosevelt, o il Kip ling, o il D'Annun – zio credano propriamente in Dio : ma essi credono in un Prin cipio, For za, Idea, De– stino come si vog lia ch iamarlo, che è pro– pizio alle loro speranze e alle lor o brame, che pro tegge i Forti e li isp ira alla conqui – sta e che quindi proteggerà e ispi rerà il loro popo lo, la loro nazione, se essa saprà avere per sè la Forza ed esercitarla coraggiosa • mente sulla terra. Ogn i popolo ed ogni uomo, infatti, quando sia giun to ad un tale !.egno di potenza che gli altri uomini e gli altri popoli gli sembri no di molto in feriori e quindi lon– tani da lui, e nulla o poco si opponga alla sua volon tà, ai suo i desideri, è tratto a cre– dersi strumen to ed espressione di Dio e del Destino, collaboratore della Potenza oscura che .governa il mond o, .e, colto da vertigine,
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