L'Unità - anno IV - n.16 - 16 aprile 1915
L' UN I T À (I) La guerra per la pace. I due prin cipi in lotta. Sovra ai cont rast i speciali e singoli esiste nel mondo presente una lotta più fonda– m enta le e gene rale tr a due oppost i prin– cipi, che informa no o ten dono ad infor mare la politica e la stor ia dei var i Stat i, deter– minando il var io modo di concep ire le basi della convivenza umana sulla Terra, i rap– po rti fra i popoli e fra le classi sociali, la stessa mera a cui, nel suo sv iluppo, deve mir::tre la civiltà. Uno è il prin cipio che afferm a e difen de ancora le idealità , i 1netodi, le istituzioni del passato ; il principio aut orit ario del di– ritt o di vino e del privilegio ; il pr incipio dell a forza che s' impone a giustizia ed a ragione, che dichiara eterne, necessar ie, im– mut a bili le differenze etn iche e sociali an– ch e più ass urde, che consacra le domina– zioni e sopraffazioni anc he più inique ; il princi pio della guerra perpe tu a, del mili– tarismo. L' altro è il prin cipio solennemente af– ferma to d alla Ri voluzione francese della sov ranità popolare, come base prim a del diritt o ; della magg ior possibile libertà, ugua– glianza e frate rnit à degli uomini , compati– bili con gli int eressi genera li e comuni della collett ività ; della ragione sost ituira alla vio– lenza ; della pace che conserva e molti plica i beni del genere um ano, cont ra pposta alla _guerr a, che li distru gge bestialmente e ir– rep ara bilm ente. Quale deg li Stati e dei popoli del mondo -dimostra d'i spirars i all' uno od ali' altr o, di tali principi nella sua condo tt a politi ca nelle sue aspirazioni per l' avven ire, e si adopera perchè al massimo possibile l' uno -O l'a ltro prevalga ? Un a distinzi one assoluta e catego rica de– gli Stati e dei popoli a tale riguardo non è naturalm ente possibile, come non sono possibili per tu tt i gli enti e i fenomeni antr opogeogr afici, politici, sociali, le clas– .sificazioni nette e recise, data la loro com– plessità . Ma dal prev alere delle tende nze è pur innega bile che degli evident i aggru p– pamenti esistono ; i quali, però, è mani– festo nel temp o stesso che non coincidono se non in parte cogli aggruppa menti delle potenze crea ti dalla guerra att u;1le. Austri a e Germania. Prot otipo degli Sta ti, che rappresen tano il passa to si può ben di re l'Au stria, per il .su o organismo costitut ivo, per le idee e i pregiudizi delle sue classi dirigenti , per i suoi metodi di politica e di governo ; stato negazione del p rincipio di nazionalid, di– fensore dichiarato anche, e come ta le quasi unico ormai, delle più vie te e reazion arie tendenze e aspirazioni della Chiesa cat to– lica, a cominciare dal potere temporale dei Pa pi. La nazione Gn manica che sì alto posto occupa certamente nella · sto ria della ci– vilt à, nella stor ia del pensiero e dei pro– _gressi uman i, obbedisce però ad una fatale suggestione creata dai grand i e rapidi suc– cessi militar i, economici e scientifici, otte– miti coi metodi di rigida e autoritar ia orga– nizzazione, fomentata sempre più dall' or– goglio delk sue classi dirigenti e dag li stess i suoi pensator i. filosofi t! scienziat i : la sug– gestione di essere la nazione eletta, desti– nata per volere di Dio e per diritto natu– rale ad esercitare la egemonia sul mondo avvt:nire , ali' ufficio di convertire anche me– diante la forza alla Kultur, vale a dire al conce tto tedesco della civiltà, i popoli della Terra. t per ta le sugges tione che il popolo tedesco, dalla plutocraz ia al proletariato, "ha senz'altro abdicato la propr ia sovra– nità al militaris mo brutale Prussiano ed al Kaiser, che ne è simbolo; e vi ha tanto (1) Dal volumetto Fallori e problemi della guerra mondiale, pubblicato in questi giorni neJJa • CoUana di volgarizz.:--izione scientifica • ,della Federazione italiana delle Biblioteche .popolari. più facilmente abdicato per l'i llusione, in– vM10 da Normano Angeli, da l Novicow e da tant' altri sfatata ( 1), che dai trionfi militari possa ·deriva re la prosperità eco– nomica e - cosa anche più assu rda - la nuova giustizia sociale . Franci a e Inghilt erra . IT ra le poten ze a polit ica liberale, demo– cra tica e prog ressiva si prese nt a vessillifera natural mente la Francia; la quale con la Dichiarazio ne dei diritti del/' uomo codifi– cava, si può dire, i riuovi pr\ncipì e le nuove te ndenze storiche del gene re t11nano . Che se parec~ hie volte nella sua sto ria più recente , J1ella esaltazione delle glorie militari e nel- 1' ardor e cli conquista di un dom inio colo– nial e sempre più vas to e non sempre giusti– ficato da reali bisogni della nazione) anche la Fr31H:ia può appar ire in contrasto con gli ideali democra tici di pace e cli equ ità uni versali, <': da ter er contro che la ferita al suo amor propr io inflitta le nel 1870 non fu mai rimarg inata, e che l' estrema sensi– bilità, anzi spesso suscett ibilità dell'a mor propr io è una delle fondamenta li cara tt eri– st iche psicologiche del popolo francese, ac– canto a quella di soc.iab;lità istin tiva e di facilità ad agire sotto l'i mpulso del sent i- 1 mento e dcli' ideale. Ottenga la Franc ia la soddisfazione morale , a cui sovra ogni cosa anela e il militaris mo e l' impe rialismo, come icleali di conqu isrn e di sopraffazione, esu– leranno dagli ani mi frances i. Se i principt liberali e uma nitar i hanno trovato in Francia la loro più solenne for– mulazione, si deve però riconoscere che essi ebbero la secolare gestaz ione sopra tutto nella storia dcli' l nghilter·ra, sia per i diri tti dd – l' individuo, sia per i r,ippo rti tra le classi sociali e per la evoluzione costituz iona le delle forme di governo , e più tard i, nel se– colo scorso, il loro complemento in quella cara tteristica organ izzaziorn: coloniale sulle basi del dicentramento e delle autonomie locali, collegare al principio federa tivo, che, come abbiamo detto , distingue sostanzial– men te l'i mperialismo inglese da ogni altro consimile. A tutto ciò poi 1a nazione in– glese è arr ivata per singolare cooperaz ione degli impulsi ideali con lo sp irit o pra tico, per cort inuo mutuo adattamen to fra gli schemi razionali e le esigenze della realtà . Ed è questo appunto che dà il maggior valo re alle concordi affermazioni fatte in occas ione de1la guerra attu ale;: da Inglesi d'ogn i grado e cond izione, dai semp lici pri– vati, giorna listi scienziat i, fino agli uom ini di Stato, ai ministri nei loro discorsi pub– blici e solenni, intorn o alle mire che la Gran Brettagna si propone di raggiungere, in– torno ai concett i e ordina menti nuov i che intende propug nare, in caso di vittor ia, come norme e basi, ai rapport i futur i in– terna zionali a difesa della giustizia e della pace. La Ru ssia. Della Russia che cosa diremo o piut – tosto che cosa aggiungeremo a quando ab– biamo già detto a suo luogo ? Come il fatto d'essere stato lo Zar Nicola nel 1898 a in– vitare le potenze alla ron ferema dell'Aja non basta perchè si possa collocar!! la Russia tra gli Stati verame nte desiderosi di pace, cosi il trovarla nella guerra attua le alleata delle potenze dell' Europa occidentale 11011 basta certamente a qualificarla come nuova pala dina degli ideali democratici e liberali. Possiamo solo ricordare che la Russia è tuttora per molti riguardi un'incognita, il paese sterminato che presenta i più gran di e singolari contrasti ; ricordare sopra tutto che in esso, di fronte alle tendenze psico– logiche e politiche della classe dirigente auto– cratica, buro cra tica e militar e, sta l'anima (l) Vedi specialmente NoRMANN ANGELL, La grande illusione. Trad uzione italiana di A. Cervesato. Roma, L. Voghera, editore, 1913. - E. Nov 1cow. les lettres entre sociét4s humain es et /eiirs phases successiues. Paris, Alcan, editore, 1890. ca Gino Bianco del popolo immenso, innegabilmente, anz i dirrmo primord ialmente .incline ai senti– men ti egual itar i ed anche uman itari, alla sociabil ità td alla solidarierà, rivelate dalle stesse istituz ioni nazionali carat terist iche del mir e dell'arte/. Chi spera nel trionfo avve– nire degli iòeali democrat ici non può non desiderare che qu~st' an ima preva lga e che la grande rivoluzione politica interna della Russia, iniziata o.egli ultimi decenni in tale direttiva si compia al più presto . Al che natura lmente non può che giovare il con– tatto sem pre magg iore coi popoli di co– scienza e istit uzioni libere e democr..atiche. Delle potenze attua lmente belligeranti , senza fermarci alla Turchia, non resta che il Giappone . Il quale pure non sapremmo collocare tra i popoli yeramente e istint i– vame nte pac ifici e democrat ici, present,1ndo anzi nella sua stor ia anche recente e nella sua politi ca, come ab biamo a luogo notato, singolari affinità d' anima, di condotta, di risultat i colla Germania, contro cui ora com– batte. Concludendo, dei due :1ggruppamen ti delle potenze belligeran ù uno ha la maggior pos– sibi le omogene id di tendenze psicologiche, di concez ioni politiche e metodic he, di scopi da ragg iungere : il gruppo della German ia, dell'A ust ria-Ungheria, a cui l' alleanza colla Turchia ha tolto in faccia al mondo civile assa i più di valore morale, che non abbia aggiunto di forza materiale. Ali' altro gru})po manca invece codesta omogene ità psicologica e di coPdizioni, in– ten ti e meto di politici. Ma appunto que– sto - mentre infirma i timori da ta luni a v::inzati, che la vittor ia russo-ang lo-fran – cese possa cost ituire per la libertà e gli in teressi delle minor i naz ioni un pericolo altrettanto minaccioso quanto il trionfo del primo· gruppo - rende più man ifesta la necessità che, in seno stesso del grn ppo meno omogeneo , quan ti possono farlo con– tri buiscono a raffo rzare le forze liberali e democra tiche, sicchè al momento della vit– toria esse abbiano da prevalere sulle ten – denze e sugli interessi oppos ti. E ciò spiega na tu ralmente l' azione esercitat a dai par– titi libera li e democrat ici dei paesi lleutr i a pro dell'i ntervent o nella guerra att uale a fi;::inco della Triplice In tesa . Verso la pace. Certo mai nel passato una guerra ha po– tuto decidere, come l' attuale deciderà, del- 1' avve nire del mondo intero . Ed ogni po– polo in questo momen to, non soltanto ha in sua mano i propri destini ma appare responsabi le di fron te ,;ili' uma1ùtà civile conte mporanea e fut ura dcli' opera sua, del cont ributo dato o rifiutato per creare il nuovo assetto politico del mondo , di di– ritto e di fatto; un assetto che s' avvici ni sempre più agli ideali concep iti da prima e allora tacciati semp liceml!nte d'utop ia, da Alberico Genti li, dal Graz io e dall'eccelsa mente ed eccelsa anima tedesca di Em a– nuele Kant, tan to diverso dai filosofi suoi connazional i succedutigl i. Fortuna tamente Jr cond izioni del mondo moderno, create dai progressi tecnic i e scien– tifici sono orma i tali, che indubb iamente , se la maggioranza degli uomini civ ili lo vogliono, l' utopia della pace e della soli– darietù mùvcrsa le può div entare fin:::ilmente realtà. Lo scopp io della guerra attua le ha fatto dir; che lo scrittore de La grande illu– sione, Norman A11ge]I, fosse il vero illuso, quando sperava che la considerazionr· della giherale interdipendenza dei fenomeni eco– nomici nel mondo moderno potesse depre– care l' immane catastrofe. ln realtà perchè avesse tanta forza era necessario che di– venta sse piena e generale la coscienza di codesto vincolo cli comuni intere ssi e.reato fra i popoli d'ogni parte del globo da lle invenzio ni e scoperte, dai mezzi di comuni– cazione, dai nuovi bisogni dovunque intro– dotti dalla civi ltà, e dal paralle lo comple– tar si e collegarsi delle varietà dei prodotti, delle attitudini e attivitil delle varie re– gioni terrestri e dei loro abitanti; era ne– cessario che apparissero a tutti nelle loro spaventose proporzioni le conseguenz e di- 663 sastrose dell2 violazione di codesta soli– dar ietà del mondo moderno . L'o rrenda lezione è stata forse, pur tro ppo necessaria per determina re convinzioni non più indebo lite da dubb i e per creare decise volontà! Ma perchè non vada perd uta è ugua lmente necessario che tu tte queste vo– lontà, tut te le ene rgie libera li e civili, grand i e piccole, si st ringano, per assicurare il nuovo massimo progresso dell'uman ità . Il problema non è più orma i di potere, ma di sapere e di volere . I pessimisti, come non possono nega re gli effettivi progressi compiuti dal genere umano nella evoluzione storica della convivenza so– ciale - dall'abo lizione della schiavitù alla quas i tota le scompa rsa sulla Terra di go– venU vera mente dispotici, dall' impossib i– lità che si rinnov ino i roghi dell' inq uisi– zione e i sistem i an tichi di persecuzione alle credenze relig iose e al libero pensie ro (le eccezioni confer mano la regola !) fino alla generale pubb lica organizzaz ione della giu– stizia, per dirimere tra cittadi ni que i con– flitti, che ancora due, tre secoli addietro si risolvevano il più delle volte colle violenze e le vende tte pri vate - così non hanno ragione di spargere i loro dubbt deprime nti sulla possibilità di accordi internaz iona li per risolvere i conflitti tra le nazioni e le stesse class i sociali. Già parecch ie proposte con– crete furono avanzate, dal disa rmo gene – rale o per lo meno alla linùtaz ione obbli– gator ia degli arma menti, ali' arbitrato do– veroso per tu tti e ali' obb ligo pt:r tutt i di cont ribuire a farne rispe ttare i verdett i ; dal controllo 1·11ternazionalc sui grand i stab i– liment i di fabbricazio11t delle armi, alt' in– ternazionalizzazione di certi territori di par – ticolare impo rtanza strategica ed econo– mica (Costantinopo li, cana li di Suez e di Pana ma ecc.) ovvero in cond izioni etniche e politiche ta li da costi tui re un permanent e pericolo per la pace (Albania, Armenia, certi paes i colorùali ed alt ri di popolazio ne mista e rissosa) ; dai provved iment i per impe– dire dannosi monopoli e lo sfrenato sfrutt a– mento di beni comu ni dell' umanità, a co– minciare dalle stesse nùni ere per difesa non soltant o dei cont emporanei, ma anche delle · genti futur e, fino a quelli per regolare la genera le produzione delle indu st rie sulla Terra, sì da ovviare alle funeste crisi so– ciali. Indubbi ament e sono tu tte proposte che pr esentano gra ndi difficoltà non solamente prati che di attuaz ione, ma anche teoriche, perchè il diritto internaz iona le è anche scient ificamen te uno dei più ar retrat i. Ma quando si pensi a quali meravig lie di or– gan izzazione internaz iona le sono già arri– vati negli ultimi decenni gli scambi com– merciali e i rapporti delle Banche, delle Borse, i meccanism i del credito pubb lico e dd la moneta, non v'è ragione per dubi– tare che la scienza e la tecnica del diritto internaz ionale non abbiano da raggiungere in breve lo sviluppo e la perfez ione mera– vigliosa della scienza delle fina nze. Le at– tuali istituz ioni inte rnazionali già esisten ti - dalla Corte per l'arb itrato dell'A ia, alle unioni internazio nali universa li delle Poste e dei Telegrafi ; dall' Associazione inte rna– ziona le con tro la tratta dei negr i, all'uffic io internaz iona le d' igiene pubb lica; dall' Is ti– tuto internaz iona le d' Agricoltura, felice con– ce.,ione di re Vittorio Ema nuele III, fino alle molteplici Associazion i internaz iona li scientifiche - non sono che germ i e pro· drom i della nuova grande evoluzione , ociale– politica del genere umano, che dobb iamo affrett are coi vot i e con l' opera . Sulle rovine dei vecchi concetti e sistem i giuridici, politici e sociali deve orma i trion– fare il diritto veramente nat urale di tutt i, individui e popoli, alla vita , alla libertà , ali' equa ripartizione dei beni della terra , insieme però col dovere per tutti di coope– rare alla produzione e conservaz ione dei beni comu1ù ! G. Ric chieri . A bbona mento speciale per una serie di numeri successivi : DIECI CENTESI MI per ogni nume ro.
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