L'Unità - anno IV - n.12 - 19 marzo 1915

·- ---==--- J 059 s · ~ . ,g. Aldo Andrea/i 1 110 Arti, 8 BOLOGNA problemi della vita italiana. -~i pubblica il Venerdl in Fi renze - Direttore GAETANO SALVE MINI - Dire zione e Amm inist~a:io ne I Lun garno Vespucci 12' - Abbon amento ann uo ordinari o Lire 5 per il Regno 2 per i paesi italiani dell'Austria e della Svi zzera ; per l'e ster o Lire 7,50 - Abbonamento sostenitore Lire 20 annue - Un numero Cen tesimi fO - Conto correnti! con fa po!t a Anno IV - N. 12 - 19 Marzo 1915. SOMMARIO : Un discorso tldtorale, A. DE V1T1 DE ì\L,RCO - Emigrazione e guerra, G. V,\LESSIN - Le due Germanle, G 10RGIO o'ACANDIA - Per gli asili d'infanzia. Un dis -corso La Crisi europea e il Go– verno d' Italia. Ardua cos:1 è di hre oggi un programm:1 elettora le di fronte al disagio economico che pesa duramente sulle classi lavoratrici e di front e :1lla gra nde crisi europ ea che fa pas– sare in seco nda linea ogni altro problema :mche importante di politica inte rna . Un programma elettoral e mi sembra cosa troppo ~gr:mde di fronte al problema spec i– fico del disagio di ·questo momento, troppo piccola di fronte al probl ema genera le della guerra europea . La cris i della guerra arres ta il lavoro che avevamo pazientemente iniziato negli anr-i addietro per sistemart: i bilanc i comunali . per costruire edifici scolastici, per raffor– z..1re i serv izi civili, per costruire ferrovie, tramvie, opere po rtuari e. Il problema stesso _ delle finanze comuna li, che noi avevamo spesso additato come il maggiore e più ur– gente delle finanze itali ane, deve anch'esso aspettare la fine della guerra . 1\fa allora , deve essere risolut o comprende ndolo nella nuova generale sistemaz ione tributar ia, che la guerra imporrà a tutti gli Stati, anche non belligeranti. Per un.J fata le viccnd n di cause cd ef– fetti la guer ra europea, non colpisce solo i paesi belligeranti; ma colpisce anche i paesi neutrali per i nessi di scambio che oggi collegano tutte le naz ioni commer– ciant i ; e colpisce specialmente l' It alia per la grnn massa di emigra nti, che han dovuto rapidamente rimpatriare aumentando ali' in– terno la disoccupazione e il disagio . In It alia il disagio neppure si ripartisce con peso eguale sulle va rie regioni ; ma col– pisce meno gravemente I' It alia Settentrio– nale dove è maggiore la produzione del grano, e dove prospernno, acca nto alle in– dustr ie colpite dalla. guerrn :mche quelle che a causa della 3ucrrn profittano . Men– tre , nel!' Italia Meridionale e sopratutto qui da noi, dove è ridotta al minimo la granicultura ed esteso :1 mas simo il vi– gneto, e dove man cano industrie fornitrici delP esercito e della marinn, il danno pre nde form:1 ncut:1 e si m:mifcsta nella differenza tn1. il rincaro del grano che comper iamo e il deprez1.amerno del vino che dovremmo vendere e non vendiamo. Il rinc:1ro del grano e il deprezzamento del vino, sono fenomeni concat enat i. - Poichè il consumo del vino è notev olmente scemaro tr:1 le clnssi lavoratr ici del Settentri one, per I' :1lto prezzo ciel p:me e delle derr ate alimen tari più necessarie . Di fronte alla crisi il Governo, mentre cercava di eliminare b carestia, seguen do in vece tutt i i vecchi pregiud izi contro gl' in– cetta tori e la specub zione, non ha abolito fin da principio e interamente il dazio sul grano cd ha aggravato le condizioni del mercato. Inoltre, mentre avrebbe dovuto imp edire qualunque esportaz ione granaria verso gl' Im – peri centrali, ha loro consentito di approvvi– gionarsi 1:ugamentc a danno dci consuma– tori ital iani . L'errore del Governo è dipeso dalla po– litica di protezionismo granario e di asser- (1) Discorso tenuto a Gallipoli in un comizio del 14 marzo. 1 1 (1) e etto r a e. vimento tripli cista, ::i cui si è tenuto legato l'· attuale ministero come fecero i prece– denti ; e cont ro cui i miei a.miei cd io te– nacemente =-ibbi:11no sempre combatn7to . Se lo scoppio delle ostilid avesse tro vata P Italia sotto un regime di libcrt:l dogana le; se anc he soltan to si fosse abolito dall'agosto e fino al prossimo rnccolto tu tt o intero il dazio, certamente In crisi del grano non si sa rebbe acuit::i come ha fatto . Perchè avrem– mo potuto fare l'approvvigionamento no– stro a 30 lire inve ce che a 40. L'errore protez ionista costa quest'anno, ai compratori di grano, per ta.le maggior prezzo, almeno 200 milioni. Limitando il discorso nl solo collegio di Gallipoli la cui popo lazione è di 83.000 abitanti circa e dove praticamente non si produce grano, il maggior prezzo rapp resenta un oriere di 650.000 lire per un semestre ! E non basta. P erchè l' altra. causa spe– cific:i.della cnrestia gra.nnria è stata la chiu– sur:'I dei Da.rdanclli, che è In vin. del nostro riforn imento granar io, imposta alla Tur– chia - nostr:\ nemica di ieri - dalla Ger– mani .i nostra :1 1 le:1tn di ieri e, dicono, an– che di oggi. Ebbene il nostro governo non ha. prote– stato cont ro b chiusura dei Dardane lli ; non ha pret eso che fosse la.sciato libero il passaggio alle navi neutrali rumene e ira– liane.... Eppure, duranre l? guerra libi ca, a noi fu vietato di attaccnre i Dardanelli e alla Tu rchia fu imposto di lasci::irli aperti al com mercio europeo. In questo momento in cui la flotta a.nglo– franc ese sta forzando i Dardanelli, in cui sta per compiere uno dei più grandi event i sto rici del nuovo secolo e forse di molti secoli avvenire - la. cacciata dei Turchi dall'Europa, in cui con la occupazion e di Costantinopo li si deciderà del regime degli stretti e della libertà o meno del commercio grnnnrio .... la nostra flotta non coopern al grande evento a cui si leg:ino le memorie del pa ssato e le nspirnzion i dell' avvenire. La neutralità italiana e la Germania. E qui faccio nlcune semplici domande : ques t:t guerra ci ha ricacciati in pa– tria diecine di migliaia di emigrati con le loro famiglie; questa guerr:1 ci ha chius i i mercati delle nostre esportazio ni usua li ; questa guerra ci ha chiusa coi Darda– nelli la via del nostro npprovvigionamento granario; questa guerra ha aumentato il prezzo di rntt e le derrate :1limentar i e ribassato il prezzo degli art icoli di lusso, tra cui il vino. E nostro interesse, è intere sse diretto delle classi 1:-ivoratrici del Mezzogiorno che questo stnto di guerra finisca nl più presto? E no– st ro dovere di orienta.re tutta la nostra po– litica estera in modo da imporre la fine della guerra <"uropea ~ O preferit e voi che In classe lnvoratr ice, a cu i si vieta anche lo sfogo di emigr:ue, sia condannata ad una lent a e lun ga agon ia di inedi a : Questo t: il prob lema che la guerra euro – pea pone al proletariato italiano; e special- ino Bianco mente :11 pro letariato ngricolo del Mezzo– J"" ;no . Ora l'attuale stato di neutralità vigile cd armatn, militnrment e giova alla Germania ed economic amente giova ad alcuni centri o grupp i di commercia nti, di indu striali e di lavorat ori, che non sono il comme rcio, che non sono l' industri e, che non rappre– sen tano tutta la classe dei lavorator i d'Italia. De1lo sta to di 11eutr11lità 11r11111ta profit – tano a un tempo le fabb riche d' a.rmi e di muniz ioni, perc hè l'Ita lia arma come se fosse in guerra ; - profittano tut ti i con– trabband ieri che aff:tmano il popolo ita liano per alimentare i soldati d'Austr ia e di Ger– mania ; - profittnno le poche categor ie di operai , che sono legati con le fabbriche di articoli richie sti dall 'eserc ito e con i con– trabbandieri del commercio italo-austriaco . Voi, nè come indu st riali, nè come lavo ra– tori non appartenete ad alcuno dei gruppi tristamente fortunat i. Voi pagate soltant o gli estraprofitt i de– gli uni e degli ::iltri . Più sarà lunga. la gue rra europea e la neutral ità armata cl' Itali:1, più sar:inno lun– ghe le vostr e sofferenze. Se la guerrn dovesse durare tre anni come molt i prevedono e l' Ital ia dovesse ess~r neutrale e armata, in fondo al trie r.i.– ' n~ io non vedo che la liquid;zionc econo– mica delle Puglie. Eppure questa può dirsi la guerra delle Puglie ! - è la guerra. dal cui risult ato dipenderà in gran parte l' avven ire econo– mico delle Puglie. La guerra attuale deciderà se agli Stati balcan ici sad lasciatn possibilità di vita. nazionale e indipendente, o se sara nno sog– get ti alla influenza politica e commerciale dell'Austria e quind i della Germania. L' Au– stria mir:1. nd asserv ire al suo sistema do– ganale, ferroviario e portuale la penisola balcan ica, esclud endo Serbia e Montenegro e Albania da ll'Adri:nico, e imponendo un sistema ferroviario da nord a sud, da Vienna a Salonicco e ost:1colando le comuni cazio ni ferrovia.rie da est a.cl ovest, dal Danubio e dal Mar Nero :111'Adriatico. Questa tr iplice politica dogan::ilc, portuale e ferroviaria , tende ad assicura re ali' Austria il monopolio economico nei Balcani con esclusione dcli' I rnlia ; e sopratutto delle Pugli e, che dalla posizione geografica., dalle vicinanze e da precedenti storici sono chia.– mate a profittnr di rapporti commerciali e di cultura che, in regime di liberd si for– merebbero certamente fra gli Stati balc:t– nici e l' It alia. E specialment e per le l'u glic int eresse evidente che il blocco austro-tedesco sia sconfitto, che le n:-11.ionnlid balcaniche fac– ciano tr::-imontare per sempre la politica dell' inorientamento dcli' Austr ia, che tra noi e gli St:Hi balcan ici si strin gano vincoli di amic izia, che aprano la via alla penetra– zione econom ic:1. dcli' Italia, nel vicino orient e. Ma :-iltri e m:iggiori problemi sono involti nel conflitto europeo. Vi è que1lo del comp letamento deJla no– stra unità politica. Si consider:-i questo come una semp lice aspirazione sentimen tale. Non è vero. Trento e T rieste servono alla difesa. del confine italiano verso l'Austria. La sicurezza dcli' Itali a dipende polit i– camente e militarm ente dalln conquista di confini lungo la ca tena delle Alpi, che com- prend ano il Tremi no Trieste Pola e I' lstri:1 cd esdud:::.no forse F:..'Jme. Per 30 anni, durante l'Alleanza, noi siamo sta ti alla mercè dell'A ustria; ed anche per ragione militar e gl' imperi <.:entrali hanno intere sse di tenerci alla loro mercè. La no– stra difesa senza. il Trentino e le coste ita– liane dcli' Adriati co ci obb liga a mantenere ::ilmeno 3 corpi d' armat::i ed una grande flotta nell'Adri atico. L'acquisto dei no– stri confini natura li togliereb be una cau sa latente di confl itt i con i nostri vicini d'Oriente e ci consentirebbe una riduzion e di spes~ mili rnri . Dunque il problema delle rivendicazioni non rievo ca soltanto i sen tim enti e gli ideal i del Ri sorgimento italiano; ma ha un con– tenu to di grandi interessi immediati e per– manenti. Ma perchè questi vantaggi si abb ian o, occorre che il problema sia. integralmente risoluto. Non basta, cioè, avere una fetta del Trentino; perchè, dopo resterebbe b spina dell'irr eden tismo e la garn. degli ar– mament i tra l' lta.lia e l'Au stria. Se non che, la soluzione integrale del pro– blema, :mzi la sola occupazione di Tri este oltr e il Trentino, ci pone di fronte alla Germania. Questo è il punto più g:r:'lve; è il punto che ha sconvo lta. in questi giorn i l' opi– nione pubb l:ca a.Il' ::-in.nunzio inaspettato, che tra il Ministero responsab ile e la Germania fosse intervenuto un nccordo per cui ci sarebb e ceduto il Trentin o in. c:1mbio dcl– p impegno di restar neutrali. A bene apprezzare la notiz ia, bisogna ri– ferirsi al programma pcl quale la Germani a ha voluta e provocata. la guerra. Cc lo rivela il genernle Von Bernhardi, il cui famoso libro non può non essere stato autori zzato : ((Con la guerra del '6+ del '66 e del '70 la Germa nia. ha compiuta la su:1 unit:l. Dopo il '70, seguendo il p<'nsicro di Bismar rk la politicn tede sca ha lavorato a far rivi– vere il Sncro Imper o della tazion.e Ger– man .icn, in una forma federati va: di cui b Triplice Allean'l.a è st::tta una prima geniale espres sione ,,. Così, dunque I' It alia è gi;ì parte del Si– ste ma polit ico degli Stati germanici, come sono l'Au str i:1 e la Tu rchia.. Nel concc Ho del Pangerma11is1110 l'Austria è la lung~ mano della German ia nei Balcani fino ali' Egeo. La Tur chia è la lung:l mano della Germ :mia nell'Asia. l\'linore fino nl gclfo Persico. L' It alia è b lunga mano te– desca nel Mediterraneo occidentale . Tra l'Au stria e l'Italia perciò non. devono esservi rivalit:ì : I' Italia deve disinteres– sars i dcli' Adriatico, e deve lavornre nel Mediterr:1nco verso e con,tro le colo nie in– glesi t· frances i del Nord-Afr ica, per conto e nel!' intere sse della più Grande Germ:min. Basta. questo per comp rendere qua li sieno i rapponi tr:1 noi e l:1 Germania rispe tt o a Tri este in questo momento, in cui la co– scienza del paese , improvv isamente illumi – nata d:-igli avveni menti, ha mostrato il suo fermo proposito di rivend icare la sua indi– pendenza di Stato nazionnle e sonano di fronte nlle prerese del J>nngcrmancsimo. Noi siamo oggi agli occh i della Germani a u 11 -vassa llo ribelle. E la Gernrnni:, più che mai considera Trieste come il suo porto nell'Ad riatico, e consir.lera l'Adriati co come-

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