L'Unità - anno IV - n.6 - 5 febbraio 1915

1059. Sig. Aldo Md ,·eoli . Belle Arti, 8 BOLOGN problemi · dell a v ita it ali ana . 5i pubblica il Vener dì:in Firenze - Direttore GAETANO SALVE MINI - Direzione e Amm inistr azione: Lunga rno Ve:spucci 1;2b - Abbonamento anAuo ordin ario Lire 5 per il Regno e per i paesi italiani de ll'A ustria e: della Svizzera ; per l'este ro Lire 7,50 - Abbon amento soste nito re Lire 20 ann ue - Un nume:i:o Cen tesimi lO - Conto corren te con la po 5 b. Anno IV - N. 6 - 5 Febbr aio l9l5. SOMMARIO: Bi.ilow e Giolitti, T. GALIMBF.RT I. - L'Imp ero Britannico, A . GEISSER. - Gli scribi e fa guerra, j OHNSQN. - La crisi del socialismo, B.# GIULIANO. - Idealità ed interessi, P.· CARABELLESE , - La solidità della potenza g:i:rmadca. - Posta delt' Unità. Bulow e Giolitti. Parlano -i->gior1wU di ut! p'attO i11te~enu\o fra Giovanni Giolitti e il principe di Biilow, in seguito al quale, lavorando questi per il -ritorno al governo del primo, -resterebbenssi•– cttrata la. neutralità dell' Italia a favore della Germania, che ci -ricompenserebbe iolla ces– sione di 'lrento e Trieste. In verità questa cessione dovrebbe eSsere fatta dall'AustTia, de– tentrice delle due p-rovùuie, ma I' on. Gio– litti dicln'ara l'Àustr ia già bell'e spacciata e quindi . non c'è che da inttnde rsi colla Germania per la divisione. Gli Ital iani dimenti cano presto; però se il fatto fosse certo,il principe di Biilow .non stz~eb– be meno smemorato ; perocchè sul p rincipio della guerra egli abbitz scritto che tm at– tacco delr lt tzlia contro l'Austria non stzrebbe stato soltanto tm tradimetlto, sibbeilj un' of– fesa tzl diritto delle genti. Forse il pri ncipe. intenderà con Giolitti che sbranarsi I' Au– stria non è attaccarla, ma dividerm• il cada– vere da buoni alleati e migliori cristiani. L' on. Giolitti poi dimentica molte cose. Egli, sorpreso dalla guerra in Francia, tornò con ispi-riti antifran cesi, attribuendo al con– tegno della stampa parigina contro il Ka iser l'o rigine del!' imm ane conflitto. Posci·a, se non lui personalmente, i suoi giornali indiri zza– rono l' opin-io,u pubblfra verso una ptt:.rn d,' armi per la triplice Int esa; e adesso ·in– tJece la giolittil aticlaviata torinese Sta mpa fa una vera sena toriale campagna per la pi-ù assoluta neutralità. 'I aie campagna (non si tarda molto a comprenderlo) è ispirata dal!' ou. Giolitti. I l furbo orzaro lo di Cavour, prima di tutto ri– ti'ene che sia orma.i fi ni to il suo congedo e debbas.i perciò invece congedare il, p resente Ministero. Dopo, opina che, se una guer·ra o una sparthione dOtJràfa rsi, è meglio per lui· trovarsi _al potue . In fine la politica · dell' on. Giolitti è sem.pre stata dominata da una grande paura : quella dei socialisti. Soltanto i socialisti ebberofinora il corag– gio di dirgliene quattro in croce prop·rio in facàa, ricordandogli la B anca Romana e tutte le altre soperchierie da lui perpetrate. Quindi, ahbo11iti i sòcialisti, meSsi con lui a tafJola i radicali, i conservatori non gli dànno noia, e quanto ai clericali « il est avec le ciel des accomodement s )} 1 come il Conte Gen– ·tiloni informa . Oggidì quali sono i 'pflrtiti nostri che pit't desiderano la neutralità? il socialista e t'l clerfrale. Col socialismo la piazza è quitta, coi clericali i conservatori si appaciano, e così l' on. Giolitti può tener chiusa la Ca– mera (come ha fatto per la famosa spedizione libica) ed essere, insieme tzi radicali consoci, un ditt <:ttore liberale, pi1't che Garibaldi, se– condo il p rofessor Rina!ulo. Quanto ai soci'alisti, essi, come i democra– tici itali'ani, non hmmo imparato nulla dal passato, e ritorna-no oggi a Giolitti per la sua flolpina neutralità, come il buon Cavallott.i al Depretis per l' cvocazioue e< del // angelo del– r 89 » e I' ottimo lm bn'ani a Fran cesco Crispi promett itore di onestà dopo la catastrofe del p rimo ministero Giolitti. Sia l' un& sia l' al: tro videro poi Dcpretis finire 11tl trasformismo e Crispi nella questione morale. Così, se i socialisti sperano che Giolitti al Goven10 :,oglù1 dire la pace, essi s' ingan– nano a partito; poichè l' 011. Giolitti, posto al bivio di perdere il pot~re o ,Ji perdrre il paeu co,i una guerra, senza la minima esi– tazione tornerebbe a fare quel che ha fatto per lp..Libia. n'p,~ttnd()a·i socialisti lfl favola del!,a--., fatal id stor ica. · Egli, che si dà oggi per miti-au striaco, è Stilo dell'Austria il più ba'sso lecchino. [i.._a sostituito Seismi t Doda al ministero delle .ft– nanu, quando fu dimiss ionato da Crispi per aver ascoltato un discorso irredentista. Ha data all'Aust ria partita vinta per la questione di S. Gerolamo ed ha congedatodall'esercito il generale Asinari Di Bernezzo per· avere, nel cinquantenario dell' unità patria, ricor– dati' le campagne del!' indipendenza sui campi in cui furono combattute nel 1859. <rutti i mi– nistri austriaci che pi1't ci furono fieramente avve rsi, egli li ha fatti insignire del collare dell'An nun ziata; e adesso, percbè don Ro– drigo è spacciato per morto, fa rome, dal Grùo in poi, hanno fatto tutti i seroitori. Ora stani a vedersi se l' l talia vorrà. accet– tare ancora questa politica da schiavi verso la Germania, poi'chè è cessata l'Austria. Che sia così sembra debba parere al principè di .Biilow, se, messo da parte l' attuale g,1bi- netto, ha trattato di;ettamente coll' on. Cio– liu i. ~ ~usta in- fondo tlev' r:ssc,e la vait d ; 1 1101; ostante la storiella di Frascati, della visit a alla biblioteca di Giolitti, e alla sua raccolta di auto.grafi di uomùii illustr-i ! A Frascati l' on. Giolitti vive ali' albergo e (tranne che fosse la biblioteca tlell' albergo stesso colla rac– colta dei conti illustri dell'oste) l' on. Giolitti non ha mai conosciuto in casa sua che mai sia una biblioteca, mentre l' u.nica sua rac– colta di documenti è quella che va sottraendo impen-itentemente agli ·archifli di Stato. Jltia l' on. Giolitti ha p iù che u.ua biblio– teca, e più che tutto l' ingegno o il genio dei nostri uomini sommi : egli ha sempre avuto, andando al potere, il decreto di scioglimento della Camera in saccoccia. Per tal modo, padrone della Camera e delle Prefetture, egli è padrone del paese; e il principe di Biilow non l' avrebbe sbagliata se, in luogo di pa-r– lare coi fittavoli, si è rivolto direttamente al padrone. T. Galim berti. L'IMPERO BRITANNICO Nell' ultimo numero della Ri forma sociale 1..1 tlilff:O-cF,~ :<er pub&lr:ca 11-na m«gmpca 11io– nografia sull' impero coloniale britannico. Ne ·riproduciamo qualche frammento, che men– tre può costituire un tutto a sè, adatto al nostro piccolo giornale, farà sentire certa– mente ai nostri lettori il desiderio di una lettura totale. Uno spet tacolo che c~mmUove ed esa lta . Tre secoli add ietro l' In ghil terra, non an – cora cong iun ta politicam ente alla Scozia ed ali' Irl anda conta va a mala pena 4 milioni di ab itanti, dediti preva lentement e all'agri:– coltu ra, ali' allevamento del best iame ed alla pesca ; non possedeva marin a milit are e la sna flotta mercant ile era allora appena agli inizi, tanto che la lan a, precipuo cespite d' espor ta1,ione e di ricchezza, veniva tra– sportata da navi delle Fiandre e delle citt:l Anseati che. Le scoperte di Colombo, dei Portoghe si, dei Caboto spos tando l' asse e i limit i de l mondo civile, ridussero il ì\'lediterraneo, sede dell'anti ca civilt à occidentale, ad un gra nde 1 mare interno, rivoluzionarono le corrent i dei t raffici, i destini stess i <lell' uman ità, ed ac– crebbero a dismisura il signi ficato, la por– tata della posizione insulare, di ciò che è oggi il R egno Unito e la metr opoli dell' Im– pero Britannico . Invero ta le posiz ione si rivelò non solo una barriera non ma i violata da 8 secoli, ma una cittade lla avanzata a guardia e dominio sia di quel mare del Nord che divenne emu lo vittorioso del Mediterrane o, sia ancora dell'At lantico e delle corrent i grandiose di uom ini e di ricchezze che si andarono stab ilendo colle Americhe e, per il Capo di Buona Speranza, con tutto l'an– tico Oriente. Le scoperte marittime fecero della Bri– tannia, est rem o ango lo del mondo antico e medioevale, il cuore, il nucleo più vitale dell'espansione umana su tutto il globo . li nostro pianeta è per tre quarti occu– pato dai mar i ; laonde la signoria dcli' uomo su di esso non può svolgersi che attrave rso bl-i--,.7'c:;eam. Queste semp lici cons ideraz ioni geogra fi– che, quest i dat i elementari della na tura spiegano, di per sè soli, come il Regno ~Un ito sia stato condotto ad imm edes imare la pro– sperità, l'esistenza stessa della nazione, con la signoria o la sicurezza marittima. Nella coscienza britannica l! oggi ra– dicata la ver ità che 1c la posizione insulare del Regno non lascia alternativa che fra supremaz ia ad impotenza . La potenza bri– tannica deve impe rare sulle onde dei mari oppure venir fra queste travo lta» . . L' interesse del tema si acuisce quando, indagando lo sviluppo appena tre volte se– colare dcli' Impero Bri tannico, si rileva che ncl 1 primo secolo (16oo-1700) il R egno Uni to fu in preda a continui profondi rivo lgi– ment i interni ; che questo Imp ero, quale la storia non vide mai l' ugua le, fu per la mag– gior parte messo insieme da iniziative d' in– dividui e di associazion i ; che lo Stato, l' ente politi co centra le, soltanto grado a 'grado e spesso ubbide ndo solo alla forza delle circostanze, andò affermando la propria azio– ne. ,Quando poi, nel secolo XV III, il Regn0 · Unito spiegò nel campo int ernaz iona le e co– loniale un'azione potente e pers istente, in– forma ta ai concett i economic i del « sistema mercantile )>, esso vide staccarsi e perdè la partf più vitale e promettente delle sue co– lonie 11 la Nuova Inghilterra>► diventate gli Stati Un iti d,el Nord Amer ica. Quando all' inizio del secolo X IX, il ge– rùo e. il dispotismo di Napo leone caddero prostrat i, precipuamente per l'indomita lotta del Regno Unito, questo con1:ava 16 milioni di ab iranti e la F rancia da sola poco meno del doppio, senza cons iderare gli altri po– poli asserv iti alle bandiere imperia li. 11 Re– gno Unito uscì da lle guerre con un debito pubblico di 20 miliardi di franchi, tanto più enorme se ragguag liato al valore dei metall i preziosi in quell'epoca . Ma esso, malgrado il blocco cont inent ale proclamato da Napoleone, aveva avuto nella libertà del commercio marittimo, ossia nella sicurezza Gino Bianco e signoria dei mari, la font e viva di energie che gli permise di reggere vitto riosamente al <.!om-:.nto ~ d.i fia.ct :,rÌ:e,benanco l.1 pouru.:i militare di Napo leone. P iù avant i, nel secolo XIX, dopo l'era Napoleonica, vedia mo nella stessa met ro– poli, per quasi mezzo secolo, da l 1830 al 1880, pubb licisti e stat ist i reputati e tu tta un a scuola economico -polit ica, la scuola di Manchester, considerare le colonie quasi un impacc io, un onere, una debolezza per la madre-patria, <{ frutt i chiamati a staccars i dall' albero, tosto giunt ~ a maturità >>. Ma verso il I 880 un'opposta corr.ente .,si delinea e si afforza nell'opinione pubblica e gli ultimi decenni del secolo scorso vedo no comp iersi o preparars i l' aggrt::gazione, in. var ia forma, di nuov i territori che da soli costitu irebbero un dom inio fra i più vasti. lÙentre l' azione dei privat i persi ste e giunge ad in~estire nell e Colonie dell' lm – pero la enorme cifra di 39 miliardi, pens a– tori, scrittor i, stat isti nella metropo li e nelle dipendenze vanno dell' Im pero ponendo in luce e l'imp ort anza e gli aspetti moltep lici. Fra quest i predomina però il lato comme r– ciale, il regime doganale della metropol i e delle colonie nei loro rapporti vicendevol i e con gli altri paesi ; in questo campo la di- genze ~u fe divergent i dei cori?i elettor ali ~ sovra ni non conse ntono di ragg iungere al– cun risultato positivo e concorde. Ment re gli uomini lung iveggenti, turbat i anc he dai progressi giganteschi e dai propos iti oc– culti od ape rt i della Germania, i.nsistono perchè la compag ine politica e militare dcl– i' Impero richi am i cure, µrovv idenze , sncri– fici, ecco nella metropo li, come già prima in parecc hie fra le maggiori colonie, affer– mar si in.contrastato il predom inio della de– mocraz ia, sollecita in primo luogo del be– nesse re inte rno, di provvide nze soci3)i 1 re– frattaria agli oner i ineluttabil i c1' un a po– litica imperia le protesa attraverso lo spazio cd il tempo . Solo la difesa nava le dcl– i' Impero, la sua sicurezza, che l! quanto dire la signoria sul mare, riesce a raccogl iere I' unan imità de i consensi e la tradu ce in uno •sforzo imponente non solo per l' entità sua finanziar ia, ma per la determin:i.zione fredda e calma di proseguir lo e di estende rlo in tutta la misura occo rrente . Oggi l'Im pero Bri tannico abbraccia pres– sochè mt quinto delle terre del globo ed un C]uarto dei suo i abitant i, diversi per razza sto ria credenze e civilt à, li regge con ordinil.menti po litici ed ~mm inistrat ivi pro– fondamente disp ara ti, tanto che solo la sud– ditanza ad uno stesso Sovrano e una stessa band iera appar iscono il loro vinco lo o de– nominatore comune. Ecco infin e, ad acuire viepp iù la mer a– viglia dello spe ttatore e la curiosità de ll' in– daga tore, diva mpare l'odierno immane con– flitto e tutte le part i dcli' Impero - I' In– dia la cui storia att raverso i secoli è sino– nimo di reggiment i assoluti, come i recen – t issimi ed ultrademo crat ici Stati della Nuova Zelanda, dcli' Austral ia, del Canadà - strin– gersi spontanee atto rno alla Jnetropo li, soc– correrla non solo di denari e di derra te, ma col fiore della giove ntù che volontar ia im- , pugna le anni. E: uno spettacolo che commuove cd esalta, non men o che I' esemp io dei 65 milion i di Tedesch i i quali con an imo invitt o, risoluti

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