L'Unità - anno IV - n.5 - 29 gennaio 1915

I059. Sig. Aldo Andreoli Belle Arti, 8 BOLOGNA problemi della vit a italiana . :!)i pubblica ii Ven er dì in Fire nze - Direttore GAETANO SALVEM(NI - Direzione e Amm.Ulistrazion c: Lung arno V cspucci J2b - Abbonamen to annuo ordi nario Lire 5 per il Reg no• e: per i: paesi italiani dell'Austria. e della Sv izzera; pu l'es tero Lire 7,50 - Abb onamento sostenito re Lire 20 annue - Un numero Cen tesimi lO - Conto corrcnt( con fa poSb •. Anno IV - N. 5 - 29 Gennaio 1915. O · "-O ~ I 1· l: Ali E G RETT I -. Comuni socialisti e sussidii atle organh:zazioni, U. G. MoNDOLFO . SOM MAR 1O: L'Europa dopo 1a guer ra, GEORGE M .vcAro-L.:a..Y TR iEV'El.\'AN , - Ancora I legami ucc a .1. r P 1cf eaou, • I · L'Europa gopo la _guerra. A Geo-rge Macaulay Trevelyan la storia del Risorgimento I taliano deve due dr.i fri1ì belli ~ più interessanti suoi capitoli : « Garibaldi e la Repubblica Roma11u II e « Garibaldi e i Mille» Il Trevelya11, come- tutti gli storici di -Yazza, è anche iwmo politico : porta nello studio della storia il f er,vore della vita pratica, e 11ell'azione poJitù;a la. matu r.ità che vie11e daJ~a coltura storica. Quesl' artùolo da lui pubblicato fo ima r-ivista americana (Nfc Clure's J"\ifagazi11e) del dicembr e scorso riassume a me·raviglia le idee e i propositi della parte più i11tellige11tce più autorevole dei -Yad·icali inglesi d-i fronte alla crisi europea. Se: 1' Inghi lterra fosse sconfitta . Scr ivendo sug li effetti probabil i della gue rrn europea, e considerando spec ialmente quale forma di assestamento abbia maggiore proba– bilità di porr e, a guerra finita , un limite al militarismo e agl i armamen ti, e assicura re una pace duratura, debbo chiarir e alcu ni pu nti, affinché i lettor i possano tener conto delle mie vedute personali e scusa re le mie aberra– zioni. In primo luogo, io non sono un filosofo eclet – tico e cosmopo lita; ma sono un i~glesc che . ama assai il suo paese, e lo crede, con tutti i suoi difett i, il miglior pae se del mondo . Sono anche un rad icale, e un pacifista : tanto pacifista, che propr io il giorno prima che fosse violata la- neutralità del Belgio , scrissi ai gior– nali per il non inte rvento in glese. l\fa mi con– vinsi che ali' Inghi lterra non restava altra al- ,.. ternativa fuori deJla guerra, quand o il Can– celliere tedesco strap pò quel che chiamava sdegfio samen te « un pezzo di carta», alludendo a l t rattato solenn e col qual e il suo paese, insieme al nostro, garantivano la neutra lità della piccola nazione. Ino ltre, io considero la profezia come una.· form a gratuita di errClrc. Cercherò quindi di spiegare non que llo che credo debba con cer– tezza avvenire, bensl que llo che spero avvenga. E que llo che io spero, non è neanche quell o che vorrei : poichè ,quello che vorrei è impo s– sibil e : vorrei una immed iata pace su lle basi di liberi gove rni parlamentari per ognuna della num erose razze europee, e vor rei che tutte le marine e tutti gli esercit i fossero abo liti per mutuo consenso. Ma non giova aug urar e che la lun a si trasformi in forma ggio. Ci troviamo dinanzi a tutte le cattive passioni di milioni di uomini e di do1rne, di ogni clas se e di ogn i raz7.a cli Europa, oppres si, ignoranti, sviati, e davanti ai diplomatici, ai solda ti, ai giorna– listi, ai professor i che li han no ingannati e condott i ad uccidersi a vicenda. Non pro– pongo, quindi, sistemazioni ideal i ; ~i pro – verò solo ad indicare la soluzione migl,iorc che si possa ragion evo lmente at tendere da qu e~ta speci e di giudizio univ ersale, in cui il diavo lo tr ionfa del senso comune e dei comun i in teres si dcli' Umanità. Finalment e, intendo s0ltant o suggerire qu ello che credo si dovrebbe fare ed è possibile sup – porre chè si faccia nel caso della vit tor ia della Gran Bretagna e dei suoi alleati. Poichè · se vin cesse la Germania, sarebbe inutile scr ivere artico li : il militari smo, elevato a siste ma , sa– reb be inchioda to sull'Euro pa, ad onta di ogn i nost ro suggerimento. L'l. grande casta mili – tare della Pru ssia imp orreb be i suoi ideali trionfanti, pìii sa.lclamcnte che mai nei cuo ri del popolo tedesco graz ie ali' entu siasmo pa– ·triottico della vittoria, e sugli altr i pae si dcl– i' Eu ropa occide nte!e per necessJtà e con la iorza. L'Inghilt erra, se sopravv iverà ad una scon– fitta , dovr.'à rinunziare in avveni re alla sua. ,«.coltura '»libera e civile, alla letterat ura e alla scien za dirette ffinora a ra ggiungere clisintcrc s– sata mente i ifi.ni veri della vita. Dovrà scen – dere al lh-rello ,di uno stato militarista, colpito da l panico, ,dissanguato dalla guerra, ridott o alla miseti a.,dalle spese degli armamenti, dopo la guerra. , 'inceppa to in ogni manifestazione della vita dal terro re dei colpi imminenti, che la scienza ted esca p~eparcrà nei porti <li Kie l e ,di Anversa. Il Governo'!Parlamcntare quale lo conosciamo in Inghtlterra , in Franc ia , in It alia, in Bel– gio , e quale la Germania non lo ha mai co– nosciuto, sarà ovun que disp rezzato e respirito, come sistema che provato al fuoco della guerra, si rivelò dcliciente; come met odo politico di– mostrato -in~ompati bile con la sicurezza dello Stato. Tu .tti i paesi del vecchio mondo si affr ette– ranno ad lTriita rc il trionfante siste ma poli– tico e mora le <li Potsdam. E le piccole na– zioni a• "Europa ·saro.nno tut te quante alla mercè della pot enza, che ha officialm ent e annunciato i trattati di ,garanz ia dei piccol i Stat i non avere nessun valore , quand o si tratta deg l' in– teres si dClle -gra:ndi nazioni. Vista I' èffic<!,cia che avrebber o -in un mondo sim ile, le seclutc del Tribunale deil' Aja si potrebbero abolire add ir itt ura. Come ingle se, come pacifista, come demo– cratico, io credo c"he sarebbe meglio lotta re finchè non fossimo c~istruttj , anzichè firmare un trattato che stabili sse un ta le stat.o di cose. Dunque, non parlia mon c : è fuori discu s– sione. In tendo esa minare le event uali conseguenze di una disfatta delte Pot enze Germaniche: non perc hè la sconfitta debba senz'a ltro ri– tenersi -certa, ma pcrchè rappr ese nta per l' Eu -· ropa. la sola possibilità di libertà e di pace . 1 tedeschi credono di aver ragione. Alcuni miei concittad ini, coi quali mi trovo per altri rispetti d'accordo, credono che fine necessar io e sufficiente della guerra sia di arrivare a Berlino. Io non vedo in questo fatto dcli ' arrivo a Berli no ness una spec iale forza Tf!agica. Quel che è esse nziale è che i te– deschi siano bath1ti abbasta117.a perchè sicno disgustati della guerra e de l miljta rismo, e obb ligati ad accettare certe condiz ioni, fra cui : la reint egrazi one del Belgio cd i compensi che gli sono dovut i, - la. sistemaz iqn e del– )'Alsaz ia Lorena in armon ia coi voti dei suoi ab itanti, - e la liberazi one, sia con l'autono– mia amministrat iva, sia media nt e il trasferi– mento ad altr i stati, delle provincie slave, rumen e, cd italia ne che sono governa te adesso da tedeschi e da magiari . Se German ia ed Au– stria firme rann o questo trattato prima che noi ent riamo a Berlino, ta nto meglio. Non cer– chiamo vendett a, mo, vitto1·ia e<l una siste ma – zione di lun ga dur ata . Sop ra tutto cd oltre tutt.o, Germania cd Aust ria, debbono essere ind otte, se è possi– bile, a consentire al disarmo genera le: da non confonder si con l'obbligo elci disa rmo fa~to alla sola Germania, ment re noi resteremmo Gino Bianco armati fino ai denti : il che cagionerebbe un odio permanente e, o prima o poi, un 'a ltra guerra. N~ dobbiatJlO scm.pre ricord arc i che i te- . deschi, sebb ene abbiano torto, credono di aver ragion e. I ted eschi non possono concepire come ma'i trovino difficoltà contro il loro propo sito di fare del Belgio una piazzaforte tedesca. Non possono concepir e pcrchè i po– lacch i, i rumeni, gli slavi del sud vogliono essere liberi ed autonotn i, inv ece di godere le bened izioni della superiore «coltura • genna– nica, ammini strata da funzi onari di Ber lino e di Vienna. Soprat utto non sanno ca pire pcrchè gl' inglesi trov ino difficoltà a vede rli invadere il Belgio e bruciare Lova nio . Cr~– dono che la nostra indignazi one sia un pre– testo per maschera re il nost ro desiderio di impadron irci del loro com merc io e delle loro colonie . Ab di là di questi lim iti non arriva l'imm ag inazi one tede sca . Gl' ingl esi h anno un tantino più d ' imma gi– nazione. Ma anche ad essi riesce difficile im – maginare quello che del resto è la verità: che il popolo ted esco non è cattivo, ma negli ar – gome nti cli politica generale non capi sce nu lla, e la sua edu cazione è stata sistematicament e falsata in tutti quest i anni passati, da tutt o il meccanismo dell'edu cazione di Stato , qual e l'int endev a Treit'schke, e dalla scuola degli scrittor i militari, che vanno da Klaus ewitz a Bernl)ard i. È da tem ere che dopo la guerra il popo lo tede – sco continu erà come ora a pensa re che aveva ra– gione. È quind i estremam ent e impr obabile quel che alcuni mostrano di aspetta re : che, cioè, in caso di esito disast roso della guerra, la di– nast ia deg li Hohenzollern sia mina cciata da lla folla infuri ata e delusa . La ribellione non è nell'istin to nè nella trad izione tedesca . Una sola volta nella loro storia j tedeschi hann o provato a ribellar si ai loro governant i : nel 18 4 8; e riuscirono a meno di nulla. La di– nastia degli Hohùnzollern è i! simbo lo dcl– i' Unità germanica, cd è abbastanza al sicuro. .Ad ogn i modo, non tocca a noi discutere de– gli affari interni della Germania , e anco r men o do vremo ingerirci nella sua cost ituzione quando si firmerà il tratt ato di pace. L'int ervent o estero nella politica interna di un paese ha semp ro effet to opposto a quell o che si propo ne. It problema del disarmo. · Ma ci è lecito spe rare che, battuti , i tede – schi comincieranno a concepire gravi dubbi intorno al valore de l sistema mili ta rist a, e in breve , (se nessuno s'i ngerirà dei loro affari int ern i) sostit uiranno al sistema attua le un sistema cli gover no parlamentar e. Se l'Europa, media nte un sisl·cma di trat ~ tat i, rie~cirà ;cl organizzar e su vast a sca la il disarmo int ernazio nale , il sistema militari sta, su cui si appogg ia il Governo persona le del T(aiser decadrà ipso f acto I l\fa c'è qualche proba bilità che dopo la. guerra le nazi oni consentano al 1nuh10 di– sann o? Questo è già succes so un ' altra volta. V'è stato, dopo ,va.terloo, ·un grande disa rmo, al– lorchè cscrcit-i e marine fur ono ridott i al mi– nimo richiesto dalle necessiHl di reprim ere le 1ivolte popola ri e fare la polizia dei mari . I veoti lunghi anni de lla. lun ga guerra napo– leon ica, a tipo antiquato, avevano stancato il mondo ; e l'Europa era cosi impov eri ta da non poter piì1 soppo rta re per un certo tempo il peso di gra ndi armam en t-i. Lo stesso effetto pu:) risu!ta:-c d~ un anr. o solo della ben pii1 terribile guerra moderna , che chia ma in campo non solo una part e, ma tutta la popo la zione virile dell e nazioni cont inentali, e dist rugge capita li e lav oro , de– naro e vite, in proporzioni che Napo leone non aveva mai sognate. Forse, finita que sta guerra , ve;rà un'altra reazi one verso la pace e il di – sanno, come quella che segul Wat erloo . ·E speriamo che duri più a lun go. Se quest a reazione non sopravviene , l' Eu– ropa sarà rovinata, poichè non pot rà ~oppor – ta re il ritorno al peso economico degli antichi armamenti, aggiunto alla distruzione prodotta dalla guerra attua le. Noi possiamo permetterci questa guerra , solo se sa rà seguita da una pace duratura e dal disarmo, precisamente come l'America potò permette rsi la te rribile guerra civile di secessione. Quella guerra, benchè abbia sra– dicato il seme miglior e della nazione, distrug-· genclo migliaia dei migliori giovani d'America, cond usse, nond imeno, a lla pace permanent e ed al disarmo in t ut to il continente dell'Am e– rica del Nord. Pos siamo noi in Europa spe rare una cos ì dorata soluzione come conseguenza di que sta nostra guerra non meno terribi le ? • That is the que st ion 11. La spcran;,.a del disar mo euro– peo è minore oggi che dopo \·Vatcr loo. Dopo \:Vater loo tu tt i i governi simpatizzavano fra loro, nel comune timore çhe avevano dei ~– poli. La Santa Alleanza era. diretta a conServare la pace internazionale affinchè i sovra ni po– tessero sostenersi reciproca mente nella ·repres– sione dei J)()poli. Ql1esta volta, non vi sarà una Santa Allenza di Sovrani. Chè , a nzi, gl' int eressi di potitica interna del Kai ser e della casta milita re che domin a in Germania, potrebbero indurli, ~e fossero ' ba tt ut i, a predicare una guerra cli rivin cita e a contin uare quei grand i armamenti, dai quali soli Kaiserismo e Junk erismo traggono la loro supr emaz ia nella politica germanica . «L'e sercito », diceva ultimament e il J(ai ser, oc è la colonna pri ncipale del trono pru ssiano it . Ed è così. Sar à molto difficile-, dopo la disfatt a~ indurre il I{aiser c. la cast a milit are à consen– t ire ad un siste ma di disar mo, che avre bbe l' effett o cli min are la supr emaz ia, di cui essi godono attualmente nel! ' Im pero. La posizion e e l'i nteresse degli Hohenzollcrn dop't la di– sfatta sarebbero precisamente il contrario d i quella dei Borbon i dopo la restaura zione de l 1815 : i qua li conside rarono come loro inte – resse personal e il deprimere le tradizi oni mi– litari , che cost ituivan o la forza ciel pa rtit o na poleOnico e rivoluzi onari o in Fran cìa . E natura lmente , se il Governo germa nico riarma. riarme rà anche ogni altro Stat'o d'Eu– ropa. · Saranno quindi grandi le difficoltà, che si opporranno al disarmo genera le, anc he se .i tedeschi sa rann o battuti. Che cosa può vincere queste difficoltà ? Se (Jisarmo e pace permanente debbono es– sere i risultati di que sta guçrra, saranno do– vuti, io credo, a du e fatti : 10 ad un cambiamento intimo nell'anim o nostro rispetto alla guerra . 20 alla sistemaz ione degl i Stati Europ ei sulla base delle nazional ità. lt nuovo stato d'animo. A determ inare un nuovo stat o d' anim o nei popoli d'Europa riguard o alla guerra e agli armam enti, possono bastare i patimen ti e le rov ine colossali della guerra odierna . Q~1csto camòiamento, se avvcrril, prendedt cor1:x>, in parte, in un movi ment o interna.z io-

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