L'Unità - anno III - n.40 - 25 dicembre 1914

Germania e Questo discorso fu prommciato t/11 D,wid Lloyd Crorgc, Cmuellirre dello Scacchiue, ~l Quen1's Hall, ti Londra, il 19 settembre 1914. Lcggtndo questo ma ni co e carat– teristico esemglare di quel e t.' t: a eloquenUl po1i1~·ca d i un grnndc popolo ,hmocratico, noi speriamo che i nostri amici si con/erme– ra11110 sempre meglio nella opinione che la sincerità i la migliore delle furberie. Nic– colò l\'/achiavclli, il modello a cui aspirano stmpre ardentemente di somigliare i piccoli omarini del nostro mondopolitica11te, con tutto il suo genio e co,i tutta la co11osce11uz di ogni possibile /urbtria umana, - morì sul pn- 1]lio11e •.. La ntulralllà. del Bt:lgio. Non e' i: uomo in questa sala, che abbia considerat o sempre la eventuali tà di t rovar ci im peg nali in una gra nde guer ra con mag– giore riluttanza., con maggiore repugnanza, che non abbia fatt o io du rante tutta la mia vita politica. E non e' è, nè dentro nè fuori questa sala,nomo, il quale sia piì.1 di mc convinto, che non avremm o pot uto evitare questa guerra senza disonore nazionale (applausi) . So benissimo che nessuna na1.ionc è stata mai impegnata in una guerra scnz.."\invocare la sac rn par ola dcli' onore. Par ecchi delitti sono stati commessi in nome dcli' onore; al– cuni se ne stanno commettendo ora. Nond i– meno, l'on ore nazionale è una realtà; e la nazione che Io perde di vista, è una nazione condannata. Perchè il nostro onore cli nazione è impe– gnato in quest a guerra ? Soprat utto JX!rchè siamo legal i con obbligo d' onore a difend ere l'indip endenza, la li– bcrt;\, la integritit di un piccolo popolo, a noi vicino, che è sempre vissuto pa.cificamcntc , ma non avrebbe pot uto costringerci a man – tenere la nostra parola, perc hè era debo le (Grida: verissimo/). Chi rifiuta cli pagare il suo debito perchè il credit ore ~ troppo po– vero per obbligarlo, colui è un riba ldo. (Ap– pillu si). Noi avev.l.mo promesso in un trattato - trat– tato solenne, trattato in piena regola - clidifen– dere il Belgio e la sua integrità. Quel documcnt-o porta. l.l. nostra firma. La nostra firma non è la sola . .Il nostro paese non ò il solo che abbia l'ob bligo di difendere l' integrità del Rclgio. Russia, Fran cia, Austr ia e Prn ssia, tutt-c ci sonc,. Perchè Pru~ ia. cd Austria non mant engono il p.."'ltlO? JI precedente del 1870. Si insinua che il richiamo a quel trattat o è, da par te nostra, un puro pretesto: è una nost-ra bassa ast uzia furbesca, escogita ta giu• st:' app unt o per mascherare la nost·rn gelosia contro una civili!\ superiore, che noi tentiam o di:-trnggere. Risponde per noi l'attitudin e che prendemmo nel 1870. Era primo ministro Cladstonc. Lord Grnnville era, credo, ministro degli esteri. Per quant o io so, non si è fatto mai car ico ad essi cli essere sciovinisti. Il trattat o di al– lora è quello d' ora. Noi ci rivolgemmo ai belli– geranti aflinchè lo rispe ttassero . Ci rivolgemmo alla Francia, ci rivolgemmo alla Cci mania. Allora , ùadate bene, il perico lo mag giore per il Belgio era dalla Francia e non dalla Ger– m•\llia. Intervenimmo per proteggere il Bel– gio contro la Fr ancia, prc~·isamcnte come stiamo facendo ora per protegge rlo contro la German ia. Seguiamo oggi esatta mente la me– desima via. Invitammo entrambi i belligerant i a dichiarare che non int endcvan violare il ter• ri torio lx-lga, Quale fu la rispo::>ta cli Bismarc k ? Disse che er.l. superfluo rivolgere alla Pru ssia sif– fatta richiesta, dati i tratt ati in vigore. La Fran cia dette una rispo:,ta simi le. Allora il popolo belga d ringraziò della no– stra azione 111 un notc,·oli~imo documento diretto dal .Municipio di Bruxelles alla Regina Vitt oria subi to do]X) la no:,,tra ini7:iafrva. Ec– colo : , J I grande e nobile jX>polo, ai cui dc– • stin i voi presiedete, c:i ha dato ora. una nuo,-a , prova dei suoi .sentimenti benevo li verso il • nostro paese. I..,."\ ,occ della na,,ionc inglese L' UN I T À Inghilterra. • si è fatta senti re al di sopra del rum ore • delle armi : ha affermato i pr incipi della • giust izia e del diritto . JI sentimen to piì.1 , forte , che riempie il cuore del popolo belga, • subit o dopo il suo inalt erabile aliacc amcnt o • alla propria indipende nza, è quello di una 11 imperit ura gratitudine verso il popolo della • Gran Brct.l.gnn., (Grandi applausi). Questo nel 1870. ha Fu ncla nel J870. Tre o qu.l.tlro giorni dopo la data di que– sto ringraziame nto, l'ese rcito francese si trovò schiacciato contro la front iera del Belgio. Ogni via di scampo era chiusa dal cerchio di fuoco dei cannoni pru ssiani. C'era un mezzo di salvezza: viola re la neutralità. del Belgio. Che cosa fecero i francesi ? In quella occasione, scel• scro la rov ina e l'umili azione piutt osto che rompere il patto. (Gra,u/i applausi) . Imp era – tore, marescialli di Fra ncia, cento mila valo– rosi in armi, prefcrirÒno esser portati prigio• nieri nella estranea terra nemica, anzi che clisonora 1e il nome del loro paese . Fu I' ul– ti nm disfatta cicli' esercito france se. Se aves– sero violat o la neutra.lit.\, tut ta la stor ia di quella guerra snrcbbc stata. cambiata. Era int eresse della Fran cia rompere il tratt ato. ~on lo fece. Oggi è interesse della Prussia rompere il trattato. E l' ha rotto (Vergogna!) . E lo con– fessa con cinico disprezzo cl' ogni prin cipio di giustizia. Dice che i trattati obbligano solo qua ndo si ha interesse a manten erli. I pu zi di carta. Che cos' è un trattat o ? - dice il Cancel– liere tedesco - : ~ un pezzo di carta.. Avete in tasca fogli da cinque sterli ne? (Risa). Oh. non vengo mica a riscuoterli ! (Risa!) (1). Avete qualcuno cli quei picccl i boni del tesoro, tutt i nuov i, da una ster lina ? (Ris<l). Se ne avete, bruciateli. Non sono che pezzi di carta (Appl<tusi). Di clic cosa son fatti ? Di stra cci (Risa). Che cosa valgono ? Tutto il credito dcli' imJX!ro britann ico (Grandi applau si). Pezzi di carta! In qucst' ultimo mese, ho avuto molto eia fare con pcu; i di carta. Tro– vammo a un tratt o che il commer cio mon – diale era arenat o. Si era fermata la macchina. Vi dirò perehò. Scoprimmo, pare cchi di noi per la prima volta - non nego di S.'1.perne sul commercio assa i pi l1 oggi che un mese e mezzo fa: e non sono il solo -, scoprimm o che la macchina del commercio era mossa da cambiali. Ne ho viste alcune (Risa} : misere, sgualcite, sgorbiate, sudice, spiegazzate. Ep– pure quei miseri pezzi di carta muov ono grand i nav i, in cui sono stivate migliaia di tonnel– late cli cari chi preziosi. da un capo ali' altro del mondo. (Applau si). Quale forza motric e sta loro diet ro ? L' 01,orc dei commerciant i. (Applau,i). 1 trattati sono la moneta corrente della politica int erna zionale. Siamo giust i : i com– mercianti tedeschi godono reputaz ione di one– stà e di probità quant o ogni .litro commer– ciante del mondo. i\fa se la moneta elci com• mcrcio germanico dcv' essere svalutata al li– ,·ollo della moneta politic..'l, nessun commer– cian te, da Shangai a Valpara iso, vorrà più mett er gli occhi sopra una fim1a tedesca. (Appla uS1'). Questa teoria del pezzo di carta, questa. dottrina. proclamata dal Bcrnha rdi che i trat– tati impegnano una nazione solament e finchè tale sia il suo interesse, sca lza le radici di tutto il diritto pubbli co. È la via diretta verso la barbarie. 1'! come se si sopprim esse il polo magnetico, ogni volta che disturbasse la rott a di un incrociato re della German ia (]lisa) ; tutta la navigaz ione divente rebbe pericolosa, difficile, impossibile. Tutt o il mccc..'lnismo della civiltà andr ebbe in pezzi, se siffatta dottrin a ,; nccssc in questa guerra. La 110::.tra è una lotta contro la barbarie. E non c'è che un mezzo solo per rimetterla sulla diritta ,·ia. Se ci sono nazioni , le qua li dicono di ,·oler rispettare i trattati solo finchè ci trovino il loro inter esse, noi dobbiamo far sl che in av, ·enirc conn :nga loro di rispettarli sempre (Applau si). (1J LloyJ <ùorgc l f1moto come tpic1110 IH.Utorc, Nessun'al tra nu: lont c:om– melleri quel delillo. Guarda te il colloquio fra il nostro amb.1.• sciato re e gli alti funziona ri tedeschi. Quando la loro atte nzione fu richi.l.mata sul trattat o in cui essi stessi avevano parte, risposero: • Non sappiam o che farci. L"'l rapidit à dcl– i' azione è il nostro miglior vantagg io,. - C'è per una nazione un vanta ggio migliore della rapidità : cd è l' ones tà (Appla usi). E quali sono le loro scuse ? Dicono che il Belgio complottava contr o di essi, che il Belgio faceva parte cli una grande congiura con l' Inghilterra e con la Francia per ~ alirii. - Non solo questo non è vero, ma la Germania sa che non è vero. Qual' è l'altra scus..'l ? L'\ Franc ia pensava d' invadcfc la Ger– mania attraverso il Belgio. - È asso luta– mente falso. L"\ Francia aveva offerto al Bel– gio cinque corp i cl' armata per difender lo se era assal ito. li Belgio rispose : , Non ho bi• sogno : ho la par ola. del Kaiser : può Cesare ment ire ? •· Tutte queste storie di congiure sono rat• toppamcnti trovati dopo . Una grande na.zionc dovrebbe vergognars i di agire come un ban. carott icrc, fraudolento, che spergiura l'X!r di– sfarsi dei suoi impeg ni. Non è vero quel che la German ia afferma. Essa ha violato dcli• bcratamentc il trattat o. Ed era per noi ob– bligo cl' onore star e col Belgio. (Applausi) . li Delgio è stato trattat o con bruta lità: con quanta brutalità, non lo sap remo per ora ; ma ne sappiamo gi.\ troppo. Che cosa aveva fatt o ? Aveva mandato un ultimatum alla Cem1ania ? A vcva sfidato la Germania ? Pre– parava la guerra alla Germania ? Aveva of– feso la Germania in modo tale che l'Impera • tore dovesse prenderne soddi sfazione ? - Era uno dei piccoli paesi pili inoffensivi d'Eu ropa. P.l.cifico, indu strioso , agiato, gran lavorat ore , molesto a nessuno. I suoi campi di gran o sono stat i calpesta ti. Rid oUi in polvere i vil– laggi. Dist rutt i i tesori arti stici. Massacra ti gli uomini. Anche le donne, anche i fanciull i. Che cosa aveva fatt o ? Centinaia e migliaia dei suoi abitan ti, incenerite le linde comode casucce, vagan o senza tct-to per la propria terra . Che delitt o avevano commesso ? Avevano credut o alla par ola di un Re prussian o. Io non so che cosa speri il Kaiser da questa guerra. Credo cli poter sospe ttare quel che gli succeder;\. l\fa una cosa è diventata si• cura : che nessun ' altra nazione commetterà.. in avvenire quel delitt o. (Applausi). N on hanno guadagnato Il tempo ed banno perduto Il buon nomt , Non voglio dilungarm i sulle crudeltà. Pa – recchie saran no false. E ve n' ha. in ogni guerra. La guerra è un affare orrendo, spaventoso, anche nella ipotesi migliore. Ed io non in– tendo dire che tut to quan to 6 sta to racconta to sia vero. Vado più in là: e dico che cc met– tete in movimento due milioni cli uomi1ù, - arrolati per coscrizione, costre tti, sospinti sul campo cli battaglia - ne trove rete sempr e fra essi un certo num ero, che commet terann o azioni di cui il loro paese sen tirà vergogna. Non bisogna fondarsi su questi incidenti . Ba– sta la storia che i tedeschi medesimi confes– sano, amm ettono, difendono, vantan o : gl' in– cendi, i massac ri, le fucilazioni di persone }.1- nocenti . Pcrchè tutt o ciò? - Pcrcht'!, secondo i tedeschi, a\'cvano tirato contro i loro sol– dati. )fa che cosa ci facevano Il i soldat i te– deschi ? (Appl<wsi). 11 Belgio agiva in con– formità del pili sacro dei diritti: il diritt o di difende re la propria casa. 1-.'la non eran o in uniforme quando furono fucilati. Se un maland1in o ent rasse nel pa– lazzo dcli' Im peratore a Postda m, e si met– tesse a distruggere i mobili, a fucil.1re i dome– stici, a rovin are i tcso1i artistici, spcc iahnente quelli di cui ~ autore egli stesso (Risa e llP– plausi), a bruciare i suoi preziosi aut ografi, forse l'Imperatore aspetterebbe di mettersi in uniforme prima di tirarg li addosso? I Belgi avevano da fare con gente che a– ,,cva rotto il loro uscio di casa. Ma la perfidia è stata vana. Jnvasero il Belgio per guadagnar tempo. 11 tem po è pas • l1oteca Gino Bianco 597 sato . Non hanno gu.l.dagn.l.lo il tempo, e hanno perd ut o il buo n nome. (1lpplausi). Il caso della Strbla JI Belgio non è la sola nazione piccola, che sia st ata assa lita in questa guerr a. 1 on mi occorre giust ificazione di sorta per parlare di un alt·ro piccolo paese - 1:1. Serbia . La storia della Serbia non è senza macchi:1. Quale fr.l. le storie delle nazioni è senza mac– chia ? Chi è senza pecca to, scagli b pr im:-i piet ra contro quel paese cresciuto ad una orribile scuola. Ma esso con tenace valore si è conquista ta la libertà, e l' ha conservata con eguale co• raggio. Se vi furono dei Serbi fra i complici dcli' as– sassinio dcll'Arciduc..'l, dev ono essere puniti. La Serbi a lo ammette. 11 Governo serbo non ha avut o nessuna part e nel delitto . Neppure l'Au str ia lo prete nde. 11 Primo min ist ro della Serbia è uno degli uomini pii.1 cap•. "'lci e piì t rispettabili cl' Europ... 1.. La Serbia era dis1><>· sta a punire qualunque suo suddito fosse di– mostrat o comp lice dcli' assas~inio. Che cosa pret-cnderc di pii1 ? Quali domande, invece, faceva l'Austria? I Serb i sent ivano simpatia pci loro connazio– nali della Bosnia : ecco uno dei loro clclith : non dovevano farlo pili. - r giornali scrive– vano clclle cattiveri e contr o l'Austlia : non dovevano farlo piì1. - Lo spirito tedesco ò fat to cosi. Si è visto a S..'l vcrnc . Come ? si osa criti care un funzionario pru ssiano ? (Risa). E se si ride, è delitto C.."'lpitalc. Il colonnello minacciò di fucilarli, se ricominci avano. - J giornali serbi non devono criti care l'Aust1fa. i\·!i doman do che cosa sarebbe successo se noi avessim o preso la stessa. linea di condotta verso i giornal i tedesc hi. L'l Serbia disse : • Benissimo ; dar emo or• dine ai giorna li di non criti care pi1'1 da ora in poi nè l'Aust ria, nè l'U ngheria, nè nu lla che loro appartenga •· Chi può dubitar e elci CO· ragg io della Serbia, quand o si accinse a legare i dire ttori dei giornnli ? (/?isa). Prom ise cli non sentire simpa tia IX!f l.l. Russia ; promise cli non scrivere più articoli c1itici su l'Au stria ; promi se di non pennettcr e piì1 comizi, in cui si dicessero coso sgradevol i JX!r l'Austria, Serbia e Russia. Non era abb:\Stanza. Doveva licenziare dat– i' esercito quegli ufficiali, cli cui in seguito l'Au– stria avrebbe comuni cati i nomi. Questi uffi– ciali erano appena uscit i da una guerra, in cui avevano aggiunt o gloria alle anni serbe : eran o valor osi, ardit i, capac i (App lausi). tali domando se fu la loro colpa o la loro capa – cità che suggeri all'Austria la sua pret esa. La Serbia doveva, in anticipazione , impegnarsi a destituirli: - i nomi sarebbero venu ti poi. Sapreste indica rmi un paese al mondo che avrebbe tollerato ta nt a pretesa ? Supponiamo che l'Aust ria e Ja, Ge1mania avessero lanciat o un ultima tum cli quel genere a noi (R1sa). • Dovete licenziare da l!' esercito e da lla ma – rina tutti quegli ufficiali , di cui in seguilo vi faremo i nomi •· È semplice. Credo cli 1><>tcr– vcli indicare subit o, io. Lord J<itchener (Ap– plausi) dovrebbe andar via. Sir John Frcnch (Applausi ) sarebbe mandato pci fatti suoi. li generale Smith -Dorricn (applau si) non ci sa– rebbe più. i:: certo che anche Sir John Jclli – coc (applausi) .l.nclrcbbe via. E ci sareb be un altro bra vo vecchio guerriero che dovrebbe andar via : Lord Roberts (Applausi) . Era una situa zione difficile per un piccolo paese . La intima zione gli veniva da una grande poten1,a militar e, che poteva mettere in campo cinqu e o sci uomin i per ogni suo soldato cd era appoggiata da lla pi\l grande potenz a militare del mondo. Che cosa fece la Serbia? Quel che cont a nella vita non è quel che accade, ma in che modo ci si porla nelle difficoltà. 1-1. Serbia fece fronte alla situazi one con dign ità (lunghi appl<tusi}. Disse ali' Au– stria. : 11 Se fra. i miei ufficiali vi sono dei col– l'X!voli, e se la colpa è provata, li destituirò•· L '1\ustria riprese: 11 Non mi ba.sta ,. Non era con la colpa. che cc l'a veva, ma con la capaci tà (Risa). Allora venne la volta della Russia. La Rus• sia. ha verso la Serbia 1iguardi e int eress i spe– cia li. Pii, cl' una volta i ru!>Si hanno versato il sang ue per l' indipcnden1a serba ; la Scr-

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