L'Unità - anno III - n.39 - 18 dicembre 1914

• , problem i della vit a italiana. J 059. Sig. Aldo Andreo/i llollu Arti, 8 llOLOGSA ~ i pubb lica il Vcnerdl in Firenze: - Di retto re GAET ANO SALVEMINI Direzione e Ammi nistrazione i Lunga rno Vespucci J2b - Abbonament o annuo ordinari o Li re 5 per H Re gno e per i patsi italiani dell'Austria e della Sviz zera; per l' ester o Lire 7,50 - Abb onamen to sostenito re Lire 20 annue - Un numero Centesimi to - Conto corrente con la po!l-ta , Anno III - N. 39 - l8 Dicembre l9l4. SO ~·IMAR IO: Farse parfamcol,ui nella tragedia moodiale, L' UNIT.\. - A uslrh1, Italia e Se.rbia, G. SAL\'ElllNJ . - M.ario Calderoni. - A cbe cosa u:rve la guerra in ll,llla, G . Z,\GARI • L'Us1TA . - Un altro grosso affare. - L'on . Salandu al Sen.tlo, - Per I.i fulura pace. - Disciplina e libertà. - La guerra llbru tdce , P. KROl'OTIONH. F arse parlam ent ari nella tr agedia mondiale. Queste so110 le prtoccup<1:io11t, " cm l rappre– sentanti defili nostra 11a:io11t dcdicm10 i loro peus<1me11ti mentre w Poloma e iu Belgro, in Galizu, e i11 Alsazia si prepar<lll0 le co11dizio11i ,;~""' u11ova storia d' Italia. La Cmnere, dei deputati si è cliiusa. e rimarr<ì spra11gata frno al 18 fehbr11io. Laus Deo ! Si ha uu beli' essere dcmocrc,ticame,i/e fmwlici del controllo par/amentllrc; si lrn 1m bel ripetere conlimmmeute " sè stessi I' t1mmonimeulo del Co11te di Cavou r che la peggiore delle Camere è preferibile alla mig/iOt'c delle ,rnticamere. fn . 11an:i ,,, certi disgu stosi spellacoli di m iseri<i i11tcllellualc e di b<1Ssttzc morali 110,i si se11tc che ,ma 11euss ità so/a.: quella della scopa. Austria, Italia e Serbia. ,l lentre l'Eur opa ì,itcra si contorceva in u11a spaveulevo/e crisi. d e m111accù1 d,1 ,m momeHto a/I' allro di travolgere linde noi ,iel/e Site spire, le lri ,icee sollerrauee d1 .ll ontccilorio ermio, dal 6 al 13 dicembre, il terre,10 di ,ma lotta acca• nila, da cui dipc,u/eva 11ùmte111c110 che la sosti– tuzione del •g rl111de mini stero democratico • del– /' Oll. Giohtti, al • piccolo ministero conserva– /ore • de/I' on. Salmulre,. Le -posiziqni era110 state studial e con grand e cur<1. Si aspetta va dal/' on. Sa/a11dra ,m discorso neutrale ; I' on. Gioii/li avrebbe preso, al mo– mento opportu no, la parola per dichiarare iu– s11fficirnle la neutra/il{l: e allom tableau : a.p– plausi e11t11siastici della radicaiwglia e gruppi affi ni; volo di 1w ordine del giorno diverso da quello che il M i11istero avrebbe acccllato; e apo– teosi del • solo 1101110 di Stato che abbia l' I talia •. L ' on. Salm1dra fu avvisato iu umpo, a quel che semb ra, da 1m radic<1legala11tuomo : pare impos sibile, ma fra i rad,calr c· è tuttora qual– c/u: galant11omo. Perci tJ parlò di • legillimi h1teressi •• di • giuste aspira zio11i ,, di • 11e11tralitd i11suffi– cie11/e • ; e si becctJ lui gli "pplausi destillati ali' allro. Al/' allro 11011 rimase, quilldi, a/lro che metter fuori i famosi telegrammi del 'agosto 19 13, esagcra11do probabilmente l' lmport<wza dell' fo– cide11te co11 qualche opporll m o adattame11to for– male, e dimostr<tre che anche lui iii fallo di uett– lYtllità 11011 scherzava. Il 11dato per aria il pri1J10piano di operazioni, ne fu subito imbastito wi altro. A I mom ento di prendere le vacanze, qualche deputato avrebbe proposto una dat<i domandando la opi nione de/I' 011. S<1lmulrll; questi l'avrebbe della ; allora /' altro si s<ircbbetrlzato a proporr e ,m puiodo di vt1ca11u piri bre1.1i,csse,uJo neu.s– sario • tc11cre allo il controllo pcir/amentare •. esseudo opport uno • m<111tentrc una comu11ica– zio 11e co11ti11uafm Parlam ento e Governo iii momenti cosi gravi • : applau si form idabili della. radicanaglù , e gr upp i affi11i; e crisi min iste– riale. A nc!,e di quuto pericolo I' on . Salandra fa twvisato iu tempo. E prese prtlesto da una rispo– sta al/' 011. Ciccotti per dic/1ùmrre . prima clic gli am ici dcli' altro inizi<,ssero la esecuzio ne del piano, che egli lasciava aliti Ccm 1ert1,di fissar e la da ta della ripr esa dei lavori, E fii cosi che si salvò - N indcmburg del parla mentarismo italia110 - dall' acu r,hiam ento, obbligando il corpaGCio gioli lliano (l(l aspt llare per altri due mesi, in una logor<mt e attesa, la ripresa delle oper azioni miltla ri. Che avverrei in qut sli due mesi J Se Salaudra co11ti11ucreia riman er 11eulra/e, alla ripre sa dei lavori sarei abba/111/0, e l' 011. Giolitti, succedu– togli come rappr cse11ta11te del se11ti111cnto na• zionale impa.zie11te, continuerei ,,, riman ere piiì 11e11trale che ma i. Se <lichiarerd la gue"a, e se la guerra gli amlreì bene, d,ffic ilmenli gli si po– trà impedir e di far lui le altre elezio ni ge11cra/ i. L'Au stria in Serbia . li destino ddl:t Serbia sa d deciso, non a Relgrado, ma a Berlino o a Londra. La funzione della Serbi:1, in questa guerra, è quella. di 1< fissare i, intorn o alle frontiere meridion:1li dcli' Impero austro-ungarico il m:1ggior numero possibile di forze militari austriache, distraendole dalla front iera russ..,. La Serbia, :mche sconfitta, sad vincitri ce, se vinceranno i suoi amici ; e anche se localmente riporterà gr.mdi successi tattici, dovr:l dichiararsi :iJla fine vint:1, qualora il blocco austro-german ico riesca vitto– rioso sui campi principa li della cont(:sa . Una invasione a fondo della Serbi:1. per opera dcli' esercito aust riaco, non. mute– rebb e in nulla la funzione milit:ire della Serbia : ne aumenterebbe anzi il peso, in quanto gli :i.ust riaci avrebbero bisogno, per man tenersi in Serbia contro le gue rriglie indigene, di maggiori forze che non occor– rerebbero per difendere la Bosnia dalla in– vasione. Tuuo compreso, anzi, nell' interesse no– stro e della Triplice Intesa, s.-,rebbc deside– rabile che Serbia si vedesst· almeno per un po' di tempo ridotta a mal partito. Le difficoltà le consiglierebbero una maggiore tempe ranza verso In ?tfocedonin e facilite– rebbero quell 'acco rdo serbo- bulgaro, che è stat o reso finora impossibile dall::t ubbr ia– catur a nazionai ista di molti serbi. (I na– ziona listi sono gli stessi in unti ; paesi : privi di ogni sentimento delle proporz ioni e della realtà, pronti a mandar in rovina la nazione, di cui pretendono essere i soli tut ori legittimi). J~ non sareb be neanc he impossibile che la occupazion e militar e della Serbia d:1 p:1rte dell'A ust ri;i desse modo :1\1' lt nlia di dom:rnd:1rc ali'Austr ia spiegazioni cd assi– cur:tzioni esplicite sulle sue inttnz ioni di fronte alla Serbia. Se è tutt ora in vigore la dichiarnzione fatta dall'Au stria in occas ione del rinnova– mento dcll~1 Triplice del 188i, che essa • non ha int enzione di nuove espans ioni bal– caniche »; e se nessuna convenz ione è in– tervenuta, in forza dell:t quale I' Italia si sia obbligata a lasciar m:ino libera all'Au– stria verso b Serbia, ottenendo chi sa che cosa in compenso per questo sp roposito bric– cone -, il momento buono per venire con la nostra graziosa alleata :i.d una spiega– zione nccess.,ria sarebbe proprio quello, in cui l'Au stria avesse occupata una zona ab– b:1.stan za larga della Serbia . Ncll' ultimatum del luglio passato l'Au– stria voleva far credere di non aver e verso l:1 Serbia nessuna pretes:t di conqu ista « ter– ritoriale» : ne proclamava , :1nzi, la " inte – grità»: domandava, solo, di poter con– trollare I' esercito, b magistratura, la po– lizia, I<·scuole : cioè, mentrt: ne rispeu:wa " l'integrità territoriale », ne aboliva « I' in– dipcnclen1.a. naziona le i,. Il Gove r no italiano , allora, non prote stò. Forse il cav illo diplomati co escogitato dal- 1' Austria per dissimu lare b conqu ista ren– deva, i11 1zul momento, prematu ra b pro- l ot Gino Bianco test:1. ) la la occupazione materi ale del ter– ritorio serbo muterebbe le basi della situa– zione : I' lt:tlia - se non è gi:\ disarmata cb c1u:tlche patto segreto, i cui :tutori si s:u ebbero assunta inn:inzi alla nazione una terr ibile responsabilid - l' lt :tlia avrebbe il diritto di esigere che l'Austria spiegasse senza cav illi le sue int enzioni : cioè s' im– pegnasse, fino da ora, a rispct tare non solo la integrità territori ale, ma anche la indipendenza naziona le della Serbi a, quale che sia il resultat o de1la guer ra. Ma questo non potrebbe essere per noi che un programma minimo. Il nostro programma massimo dovrebhe essere I' ar– rivo della Serbia all'Ad1iatico e la cosdtu– z.ione di uno sta to serbo--croato-s loveno nel triangolo I..ubiana-Be lgrado-Ant ivari. La Serbia sull'Adr iatico . Questa possibilid è considerata con so– spetto da p:uecchi nostr i concitta dini. I quali, pur di evit:uc que llo che essi chi:tm:tno il peri– t·olo slavo, amerebbero che l' Italia con grande abnegazione :i.iuta sse l'Austria a soffocar e la Serbia e a giungere a Salonicco. Sosti– tuirebb ero, così, al pericolo di una Grande Serbi:t la certezza di una più grande t\u– str ia ! La realt:\, osservata senza trav eggole au– striacanti o nazionaliste, è che la costituzione di una Grande Serbia, in nessun caso, cioè neanche nella ipotesi di un massimo ingran – dimento, potrebbe rappr esentare per noi un danno. Supponiamo, infatti , che l'Austria , la quale oggi pesa per terra e per m:ire al nostro Oriente con 50 milioni di abitant i, sia ridotta per la vittori:1 della Triplice Inte sa a una trentina di milio1 id'ab it :rn.ti , :1vendo per– dute le prov incie :tdri:n iche, rumene e ga– liziane; e che a mezzodì dell'Aus tri.1, così ridotta, funzioni una Gr:tnde Serbia, la qu:tle si sia incorporato la Erzegovina, la Bosni:t, la Cro.1zia, la Dalmazia, la Sla,·o– nia, magari anche Trieste e I' Ist ria. Fac– ciamo cioè la ipotes i più estre m.1meme favo– revole alla Serb i:1 e sfavor<'vole :tll' Italia. Sul contin ente, questo paese avrebbe bi– sogno continu amente dcli' am icizia italian a per essere sicuro cont ro una rivincit :1 dcl– i' Austri:t. E que sta solidariet::ì naturale con– sentirebbe ali' Italia e :illa Serbia di distr i– buirsi i comp iti e le spese dell:t difesa ter– restre con grande sicurezza e risparmio del– )' una e dcli' :iltra. Per mare, esd us:t l'Au stria -Ungher ia d:il– l'Adri atico e ridoua a st<1to esclusivament e cont inent:tlc, qu:1le fu - salvo le citd libere di Trieste e Fium e - fino :-il cadere del secolo XV III, I' Italia, coi suoi 35 milioni di abi t:mti si tro,·crebbe di fronte a una na – zione di ne:rnche 10 milioni di abitant i, sparsa su un territorio scarsa mente produ tti vo, in– capace di fare nell'Adriatico lo stesso sforzo che vi fa oggi l'Au stria coi suoi ;o milioni di :tbit:int i. Inoltr e la necessid di assicur:u si l':tmicizia terrestre itali ana co ntro l'Au stria, distrar– rc:hbe la Serbia da ogni concorrenza n:iv:i)e coli' Italia. E l' lt,1lia avrebbe il diritto e - per sua futura sicurezza. - il dovere di approfitt:1re del momento di tran :.izione fr:i il vecchio e il nuovo equilibrio per legare a sè la Serbia con una convenzione non solo terrestre ma anc he na,•ale, la quale nello stesso tempo distribuisse gli one ri della difesa terrestre e interdice sse alla Ser– bia ogni inizio di spese nava li. A/I' A11strin di oggi noi 11011possiamo im– ptdi rr di avtrt' una jlonn, ptrchì rssn gitì la p ossiede : alla Subii, di domaui dobbiamo impedirlo nel/' i111tresse nostro; e possiamo approfittarr di questo mo memo, che ,iou tor- 1urà pi,ì 11rlla storia, per udude,e dalf Adria– tico I'Au stria, che ha una flotta, e sostituirlt 1111 nuovo Stato cht 11011 ha 11tss11na flotta I' a cui possiamo imptdirt di crtarsela. E anche nella peggiore di tutt e le ipotesi, che cioè la Gr:mde Serbia rii:sca a fornirsi di una flotta e si unisca un giorno ali'Austria per te rra e per mare contro di noi, quale male questa alle.1nza transitoria potrebbe farci, che non ci verreb be in ptrma,un:a da un'Au stria-Un gher ia estesasi fino ali' Egeo con I' :tssorbimento della Serbia attuale, quale la desiderano i fedeli della Triplice Alleanza, e quale fi avre bbe nel caso di vittor ia :tustro-gc rmanica? li pan slavism o. I triplici sti :tgitano cont inuament e lo spett ro del panslavismo : secondo ess i b Grand e Serbia sarà I' avan.guardia della Rus– sia nell'Adriatico. Ignorano o fingono d' ignorare , che il pe– ricolo panslavista è ipoteti co e futuro, men– tre il pericolo pangermanico è reale e im– medi:tto. lgnor:tno o fingono di ignor are che, non la Serbia, ma I' :1lleata Austri.1 ha tent ato mettersi d'accordo con la Ru :;• si:i. nel 1897 e nel 1903 per ottenere man o libera in tutta la Balcania occident ale e nell'Adr iatico :t danno dcli' Italia. i\la non è necessa ria nessuna profon dn dot– trina geografic:t e stor ica per c:tpire che il panslavismo è per noi uno spaur:tcchio al– rrettanto scrio qu:1nto s:trcbbe per i tede– schi quello del panbtinismo . Gli sl:wi del sud sono divisi totalmente dalla Russia, grazie a una s:ild.1 barriera di popolaz ioni tedesche, magiare e rumene, che va dalle Alpi oriental i .1I i\Jar ~ ero: e non si vede in che modo la Ru ssia po– trebbe distruggere o sottomett ere que sta mass:1 di popoli, per nrrivare, nientemeno, all' Adriati co, senza che tutta l'Europ a si unisse per impedire tanca mostru osità . Che se la egemonia russa nell'Adri atico si suppone debba esercitarsi, non gr:izie a un dom inio diretto, ma attra, ·erso un per– mane nt e vassallaggio della Serbia verso le direttive della politica russa, .1nche que– sta è vana paur.1. La Serbia, come l:t Ru– man ia, come l:t Bulgaria, come la Grecia, ha fono nel passa to, e continuer:\ n fare in avvenir e la politica dei suoi intere ssi e non la politica della Russia. - Tè più nC: meno di quel che ha fatto e farà I' It alia rispetto :tlla Francia, ai cui :iiuti noi pur dobbiamo, come devono gli Stati balcanici alla Russia, in proporzioni cosi larghe, l'a cqui sto dcli' indipendenza naziona le. Tutt a la storia del secolo X l X è l:1 storia di una sistematica infedelt~ì degli Stati balcaniri verso l'imp ero degli Zar. Ciò che ha spinto spesso questi p:iesi a

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